La mamma è sempre la mamma

La mamma è sempre la mamma. Devo essere l’unica che a questa cosa non ci ha mai creduto. No, non penso che il solo fatto di essere la madre di una persona ti renda in qualche modo speciale per lei, ti garantisca un legame esclusivo, o comunque indiscutibile, con quell’individuo. Probabilmente, per i figli che arrivano dopo una gravidanza, questo può essere vero per qualche mese, o al massimo per i primissimi anni. Perché aver condiviso lo stesso corpo, e lo stesso sangue, per 40 settimane o giù di lì , in effetti rappresenta un legame oggettivo e molto potente. Ma è una cosa, per come la vedo io, temporanea. Destinata a esaurirsi, a diventare un affetto qualsiasi se non viene costantemente alimentato nel quotidiano della vita extrauterina.

Essere la madre dei miei figli, per come la vedo io, non rappresenta una specie di pole position affettiva conquistata per il solo fatto di averli partoriti. La relazione con un figlio è tutta da costruire, e non è mai scontata. Neanche se quel figlio lo hai concepito, e covato e partorito. Neanche se lo hai allattato per anni.

La mamma è sempre la mamma. Cioè una persona come le altre. O almeno, è così che mi sento io, tutti i giorni, dinanzi ai miei figli. Una persona che non può dare per scontato di essere amata in modo speciale – ma neanche di essere amata e basta, direi – semplicemente in quanto mamma. Ma una che, al di là delle affinità caratteriali e delle simpatie epidermiche, quell’affetto se lo deve meritare, continuamente.

Mi dicono spesso che sono insicura. Che, a meno di colossali mancanze o sbagli giganteschi, un figlio non può non amare sua madre. Anzi, di più. Che non può non nutrire nei suoi confronti un’affezione speciale, unica. Che la mamma è sempre la mamma. Ma io non ci credo. Non riesco a pensare che i miei figli mi vorranno bene comunque, tra qualche anno o tra un paio di decenni. Solo in nome del legame madre-figlio che dovrebbe unirci. Mi dico ogni giorno che oggi mi amano, che domani mi ameranno. Ma tra qualche anno, chissà. Dipenderà da tanti fattori, a cominciare dall’impegno che ci metterò nell’aiutarli a diventare grandi.

Se gli sbagli che inevitabilmente farò non saranno imperdonabili. Se la mia buona fede riuscirà ad essere sempre evidente. Se ci sarà concesso abbastanza tempo per stare insieme. Se io non cadrò nella trappola di aspettarmi una qualche devozione straordinaria in qualità di mamma-che-è-sempre-la-mamma.

Forse è vero che sono insicura, ma in tutta onestà non penso che sia per forza un male. Preferisco la mia insicurezza. Preferisco sentire che quell’amore speciale e inossidabile di cui tutti parlano io me lo devo meritare, tutti i santi giorni.

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2 Commenti

chiara 6 Ottobre 2016 - 10:07

Cara Silvana, come sempre leggo I tuoi post e mi ritrovo in pieno. Oggi al 50%. Io credo come te che l’ amore vada alimentato e custodito ogni giorno, ogni istante e non solo l ‘ amore per I figli. Non vive d’ aria ma piuttosto di piccoli e grandi gesti quotidiani che ti legano sempre di piu’ alla persona amata.
Per I figli qualcosa di diverso pero’ c’ e’. Soprattutto se sei una madre ad alto (altissimo) contatto come sei tu, come sono anch’ io.
Scrivi saggiamente che il solo fatto di averli tenuti in pancia e partoriti e allattati non ti dia le chiavi dell’ amore eterno ma se hai fatto e continui a fare tutto questo con dedizione, amore, stanchezza, sacrifici, e stupore ogni giorno della tua vita, per I tuoi figli LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA!
Nonostante un marito e padre presente, amorevole e con cui condivido l’ avventura di essere genitore, per il mio bambino addormentarsi toccando la mia pelle, annusandomi nella piega del collo (mia figlia adora l’ odore delle mie ascelle invece :-)!! e’ un’ esperienza insostituibile.
E No, non ci e’ dovuto, sono d’ accordo con te. Ma se conquistato e’ speciale diverso da tutti gli altri Amori.

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Silvana - Una mamma green 6 Ottobre 2016 - 22:39

Chiara, io sono d’accordo con te, fondamentalmente. Ma questo vale adesso, e magari varrà ancora per qualche fugacissimo anno. I nostri bimbi diventeranno dei ragazzini, e poi degli adolescenti e dei giovani. Senza dubbio il seme piantato in questi primi anni sarà importante, ma non credo, onestamente, che ci possa rendere “speciali a prescindere” per sempre. E forse è meglio così! Un abbraccio forte.

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