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viaggi

Cosa fare a Zanzibar con bambini (a parte andare al mare)

by Silvana Santo - Una mamma green 7 Febbraio 2020

Prima di partire per Zanzibar con i miei bambini di 7 e 5 anni, ero un po’ preoccupata che potessimo in qualche modo annoiarci. So che suona assurdo e anche abbastanza snob, ma la verità è che la nostra famiglia non è abituata alla classica villeggiatura balneare, e che, quando viaggiamo, tutti e quattro amiamo vivere esperienze variegate e complesse. Il quesito che si è posto per noi è dunque stato: cosa fare a Zanzibar con bambini, a parte andare al mare?

Ecco qualche risposta, sperimentata personalmente (anche) per voi.

cosa fare a zanzibar con bambini

Passeggiare per le strade di Stone Town

Tra le cose da fare a Zanzibar con bambini non può mancare la visita di Stone Town, il caratteristico centro storico della capitale Zanzibar City che da anni è patrimonio dell’Unesco: vicoli labirintici, antichi palazzi, edifici coloniali, balconi di legno e, soprattutto, le celeberrime porte zanzibarine intarsiate (che a me hanno ricordato, non a caso, le “sorelle” omanite) che da sole, probabilmente, valgono la visita.

cosa fare con bambini a stone town

Da non perdere, inoltre, la casa-museo di Freddie Mercury (anche se ci sono dubbi sull’attribuzione e i prezzi sono decisamente “europei”), l’antico forte Omanita che sorge a poca distanza dal mare e i vicini Forodhani Gardens, che di sera si animano con decine di bancarelle di street food. All’interno dei giardini si trova un bel parco giochi frequentato dai bambini locali (costo per un’ora: 1000 scellini a bambino, circa 1 euro).

parco giochi per bambini a Zanzibar

Se visitate Stone Town con i bambini vi consiglio inoltre di fare un giro al mercato, per curiosare tra spezie profumate, cesti intrecciati a mano, stoffe colorate e artigianato Masai. Ma soprattutto, a mio parere, non si può rinunciare alla visita della Cattedrale di Cristo, una chiesa anglicana appena fuori dal centro che ospita un toccante memoriale della tratta degli schiavi.

Commuovervi all’Old Slave Market

Anche se raramente se ne sente parlare nei racconti di viaggio a Zanzibar con bambini (o senza), l’arcipelago della Tanzania ha alle spalle una storia complicata e dolorosa. Per decenni, durante e dopo la dominazione omanita, Zanzibar è stata infatti un importante crocevia del mercato degli schiavi provenienti dall’Africa Centrale e destinati all’Asia e al Medio Oriente (e in misura minore alle Americhe). Proprio sul luogo dell’antico mercato degli schiavi, attualmente sorge la bella Cattedrale anglicana di Cristo e, soprattutto, un piccolo ma emozionante museo dedicato appunto alla tratta degli schiavi in cui è possibile apprendere moltissime, toccanti informazioni su questa tremenda pagina della storia dell’umanità.

old slave market con bambini

Sulla base della mia personale esperienza, mi sento di consigliare la visita anche alle famiglie con bambini piccoli, a patto di “edulcorare” un po’ l’esperienza omettendo magari di tradurre i particolari più drammatici (i pannelli della mostra sono tutti in inglese). Noi abbiamo scelto di evitare a Davide e Flavia la visione della parte più “forte” dell’esposizione, ovvero un memoriale con sculture di schiavi incatenati (le catene sono originali, tra l’altro) e le camere dove si dice che venissero stipati i malcapitati. Ovviamente ogni genitore potrà fare la sua valutazione personale sul modo in cui vivere questa visita con i propri figli.

Partecipare a un tour delle spezie

L’arcipelago di Zanzibar è famoso nel mondo per la coltivazione di spezie, caffè, tè e cacao. Si dice che il suo stesso nome potrebbe derivare dalla parola “zenzero” e, in ogni caso, le spezie sono oggetto di monopolio di stato e rappresentano la seconda voce dell’economia locale dopo il turismo. Sarebbe un peccato, di conseguenza, fare un viaggio a Zanzibar con bambini e non partecipare a uno degli spice tour organizzati dalle numerose piantagioni dell’isola. Si tratta sicuramente di una esperienza molto “turistica”, ma a mio parere davvero interessante, soprattutto se, come la nostra famiglia, amate il tè e le spezie.
La visita avviene assieme a una guida (parlante inglese o anche italiano) che vi accompagnerà alla scoperta della piantagione presentandovi alberi e piante di pepe, chiodi di garofano, cardamomo, caffè, cacao, cannella, zenzero, vaniglia e chi più ne ha più ne metta. I bambini si divertiranno a tentare di riconoscere le spezie annusandole o assaggiandole, nonché a provare il cosiddetto “rossetto di Zanzibar”: un pigmento dal colore molto intenso (l’annatto) contenuto nei semi della pianta di achiote, originaria del Brasile ma molto diffusa nell’arcipelago.

spice tour zanzibar con bambini

Il tour delle spezie a cui abbiamo partecipato noi (presso la Tangawizi Spice Farm) prevedeva anche una indimenticabile degustazione di frutta tropicale e di tè, nonché una piccola “esibizione”, a suon di canzoni tradizionali, di raccolta e apertura di noci di cocco. Presso le piantagioni potrete anche acquistare spezie o alti prodotti a chilometro zero. I prezzi dell’escursione possono includere anche il trasporto e l’eventuale pranzo in piantagione.

Visitare il Parco nazionale di Jozani

In un post su cosa fare a Zanzibar con bambini (a parte andare al mare) non può mancare la foresta di Jozani, un parco naturale che occupa la parte centrale dell’isola di Zanzibar/Unguja. Qui, scortati da una guida autorizzata, sarà possibile osservare, nel loro ambiente naturale e in condizioni di assoluta libertà, due specie di scimmie, tra cui il Colobo Rosso, che è endemico di Zanzibar. Prima di partire ero un po’ preoccupata dal rischio di morsi, ma le guide sono molto attente nel far rispettare il regolamento del parco, che vieta di avvicinarsi alle scimmie e di tentare di toccarle o alimentarle.

cosa fare a zanzibar con bambini jozani forest

La visita di Jozani si compone anche di una emozionante passeggiata nella giungla e (dopo un breve tragitto in auto) di una visita a una splendida foresta di mangrovie, che accoglie uccelli, granchi e molte altre forme di vita.

Conoscere la coltivazione delle alghe al Seaweed Center di Paje

La coltivazione delle alghe è un aspetto centrale nella vita di Zanzibar, soprattutto in quella delle donne. Il mio consiglio è di trascorrere almeno in una giornata in una delle spiagge della costa orientale dell’isola, dove è possibile apprezzare l’alternanza delle maree e osservare da vicino le diverse fasi della coltivazione delle alghe.

cosa fare a Zanzibar con bambini coltivazione alghe

Se l’argomento suscita il vostro interesse, potreste dedicare anche un po’ di tempo alla visita del Seaweed Center di Paje, una piccola fabbrica di ottimi cosmetici a base di alghe e altri ingredienti naturali e locali. Oltre a visitare la “piantagione” sulla spiaggia e l’area produttiva, vi saranno spiegate tutte le fasi del processo produttivo, che impiega solo donne autonctone. I bambini potranno entrare nella cella frigorifera, annusare i vari saponi profumati e provare creme e peeling. Ovviamente sarà difficile riuscire ad andare via senza aver acquistato nulla!

Nutrire le tartarughe al Baraka Natural Aquarium

Situato a Nungwi, una delle più frequentate località del nord dell’isola, questo piccolo centro ospita tartarughe marine della specie Chelonia mydas (tartaruga verde), ripescate in difficoltà dall’oceano e in attesa di essere liberate dopo un periodo di riabilitazione. Si può scegliere se nutrire queste adorabili creature con delle freschissime alghe, oppure nuotare assieme al loro nella laguna naturale che le ospita (opzione che personalmente non consiglio). Una bella esperienza per i bambini, ma secondo me andrebbe esercitato un maggiore controllo sulla condotta dei visitatori, e le informazioni sulla provenienza e la gestione degli animali dovrebbero essere più numerose e trasparenti.

zanzibar con bambini_baraka natural aquarium

Altre tartarughe, in questo caso di terra, vivono al largo di Stone Town, a Prison Island, ma non abbiamo fatto in tempo ad andare a trovarle, per cui non so darvi indicazioni di prima mano.

Cosa fare a Zanzibar con bambini: lo Zanzibar Butterfly Center

Un’altra risposta alla domanda sul cosa fare a Zanzibar con bambini è in realtà un consiglio “con grossa riserva”, perché di fatto questo piccolo giardino di farfalle situato nei pressi della Jozani Forest non mi ha convinto per niente, sia per il costo che per la quantità e qualità delle informazioni fornite. È comunque possibile osservare le varie fasi del ciclo vitale delle farfalle e osservare da vicino molti esemplari. Prendete in considerazione la visita solo se viaggiate con bambini particolarmente appassionati di farfalle, o se lo siete a vostra volta.

cosa fare a Zanzibar con bambini butterfly center

Incontrare la vita locale

Anche senza programmare escursioni o visite guidate, in quasi tutte le spiagge di Zanzibar è possibile trascorrere lunghe e indimenticabili ore giocando con i bimbi locali o chiacchierando con i Masai (che spesso si rivelano tra le esperienze più interessanti ed appaganti dell’intero viaggio). Potete inoltre informarvi sulle opportunità di partecipare a lezioni familiari di kitesurf o di cucina swahili, specie se viaggiate con bambini grandicelli. Molti hotel e guest house, inoltre, danno la possibilità di visitare villaggi o scuole, con l’obiettivo di conoscere la vita locale e portare materiale o donazioni alle comunità. Se decidete di fare un’esperienza di questo tipo, vi raccomando di viverla con rispetto e intelligenza, informandovi in anticipo su cosa sia opportuno donare, evitando di fotografare i bambini (ma anche gli adulti, senza il loro permesso), di offrire dolci o caramelle.

consigli per viaggio a zanzibar con bambini

In conclusione, credo di poter dire a ragione che un viaggio a Zanzibar con bambini non può che essere, inevitabilmente, un’esperienza per lo più marina, ma che ha molto altro da offrire a chi abbia voglia di allontanarsi per un po’ dall’ombrellone e andare alla scoperta di questa isola dai mille volti e dalla storia complessa e interessante. È lì, relativamente lontano dall’azzurro luccicante dell’Oceano Indiano, che ho incontrato davvero la “mia” Zanzibar, e dove ho lasciato per sempre un pezzettino del mio cuore.

 

7 Febbraio 2020 0 Commenti
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consigli per viaggio a zanzibar con bambini
viaggi

Zanzibar con bambini in guest house: consigli pratici

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Gennaio 2020

Zanzibar con i bambini (in guest house, appunto) è stato il nostro primo viaggio in Africa (io avevo solo un veloce e datato predente tunisino per lavoro, che non fa molto testo), organizzato come al solito con larghissimo anticipo e senza ricorrere a un’agenzia di viaggi o un tour operator convenzionale.

zanzibar stone town

Zanzibar con bambini: perché

Scegliere Zanzibar in inverno come debutto familiare nel continente africano non è una scelta particolarmente originale o alternativa, soprattutto nel nostro inverno quando in Tanzania fa davvero caldo. L’arcipelago tanzaniano – o meglio la sua isola principale, che in kiswahili si chiama Unguja – è una destinazione particolarmente popolare tra gli italiani, che spesso optano per un pacchetto tutto incluso in uno dei tanti villaggi zanzibarini. Nel caso della mia famiglia, considerando anche che il mio desiderio era quello di evitare un classico resort, si è trattato in primis una scelta di prudenza e di consapevolezza: essendo appunto di una destinazione molto gettonata e servita, ci è parsa la soluzione ideale per approcciarsi al continente africano “per gradi”, con la consapevolezza di avere un’esperienza di viaggio ancora limitata per altre mete più insolite o avventurose. A parte questo, la scelta di andare a Zanzibar è stata fatta sull’onda del bellissimo viaggio in Oman dell’anno precedente: Zanzibar, per l’appunto, è stata a lungo la capitale del sultanato omanita e con il paese arabo che noi abbiamo amato così tanto condivide un passato di luci e ombre e molti aspetti culturali. Un volo a prezzi competitivi, considerando il periodo (Turkish Air da Roma, con scalo a Istanbul), ha dato poi la spinta definitiva all’organizzazione di questo viaggio.

zanzibar con bambini fai da te

Zanzibar con i bambini in guest house: vaccinazioni e salute

Una delle principali preoccupazioni legate ai viaggi in Africa con i bambini è rappresentata dai possibili rischi sanitari e ai vaccini e profilassi richiesti. Non nego di essermi arrovellata parecchio io stessa sulla questione, soprattutto man mano che il mio viaggio a Zanzibar con bambini in guest house si faceva più vicino. Per quanto riguarda la nostra destinazione in dettaglio, il sito ufficiale della Farnesina “Viaggiare sicuri” informa che non ci sono vaccinazioni obbligatorie (ad eccezione della febbre gialla per i viaggiatori maggiori di un anno di età che provengano da un Paese dove la febbre gialla è a rischio trasmissione come Kenya, Ethiopia, etc anche nel caso di solo transito aeroportuale, se questo è superiore alle 12 ore ed in ogni caso se si lascia l’aeroporto di scalo) e che il rischio di malaria ha una “bassa incidenza nell’arcipelago di Zanzibar”, mentre la dengue e la dengue emorragica sono endemiche anche lì. Personalmente, ho consultato l’ufficio ASL di Medicina dei Viaggiatori di Napoli e sulla base del colloquio con lo specialista ho scelto di fare la vaccinazione per l’Epatite A per tutta la famiglia. Mio marito ha rinnovato anche l’antitetanica (io e i bambini l’avevamo già valida). Abbiamo poi assunto, a scopo preventivo, dei fermenti lattici prima e durante il viaggio, nonché fatto molta attenzione a evitare acqua non imbottigliata, ghiaccio e verdure crude o alimenti poco cotti, prestando inoltre molta attenzione al lavaggio delle mani prima di ogni pasto. Per la prevenzione delle punture di zanzara, vi rimando a un paragrafo ad hoc più avanti, ricordate comunque che non sono un medico e che la mia esperienza è puramente personale e indicativa.

Documenti e visti per andare a Zanzibar con i bambini

Per entrare in Tanzania occorre un passaporto che scada almeno 6 mesi dopo l’uscita dal paese, nonché un visto turistico che può essere richiesto online o direttamente in aeroporto a un costo di 50 dollari a testa, bambini inclusi. Per accorciare i tempi di attesa all’arrivo, noi abbiamo fatto i visti online, sul sito ufficiale del governo della Tanzania. Per la compilazione della richiesta è necessario avere a portata di mano le scansioni dei passaporti e delle relative fototessere, nonché l’indirizzo presso il quale si alloggia a Zanzibar con un numero telefonico di riferimento. L’espletamento della pratica può richiedere anche 15 giorni, quindi meglio non ridursi all’ultimo momento. Chi vola con un charter, a differenza nostra, deve pagare anche un visto di uscita.

guesthouse zanzibar per bambini

In che zona alloggiare a Zanzibar con bambini in guest house

La scelta della zona in cui alloggiare si basa su una serie di criteri che non possono che essere personali. L’arcipelago nel suo insieme è soggetto a forti escursioni di marea, che con un ciclo della durata di circa sei ore fanno arretrare il mare di centinaia di metri, per poi far risalire l’acqua con una velocità sostenuta. Nella zona nord occidentale dell’isola di Unguja – quella che ospita la maggioranza dei resort e villaggi internazionali – il fenomeno delle maree è scarsamente apprezzabile, a causa della conformazione della costa. Sul versante orientale dell’isola, invece, le maree cambiano drasticamente la situazione litoranea nel corso della giornata, rendendo impossibile il bagno in mare nelle ore di bassa marea (e comportando talvolta una certa torbidità dell’acqua quando poi il mare ritorna con impeto. Se il vostro obiettivo è trascorrere lunghe giornate a mollo, pertanto, potrebbe essere più indicato pernottare nella zona di Nungwi e Kendwa. Detto questo, le maree rappresentano a mio parere una caratteristica imprescindibile di Zanzibar, e si portano dietro un corollario fantastico di situazioni e attività: piantagioni di alghe con donne intente nella raccolta, bambini che cercano molluschi commestibili, partite di calcio improvvisate sulla spiaggia, pozze di marea brulicanti di vita marina, lingue e isole di sabbia che mutano di ora in ora. Un’idea molto saggia potrebbe essere quella di dividere il soggiorno in due parti, pernottando in due zone diverse. In ogni caso, il mio consiglio è di non “chiudersi” in hotel, visitando l’isola il più possibile e non trascurando Stone Town, il centro storico del capoluogo di Zanzibar.

viaggio a zanzibar in guesthouse

Zanzibar con i bambini: perché una guest house

Se in “Occidente” non mi piacciono i resort, per la nostra prima volta in Africa ero a maggior ragione motivata a evitarli. Non certo per vezzo, ma perché penso sinceramente che il modo migliore per incoraggiare l’economia e lo sviluppo dei paesi emergenti passi anche dalla scelta di strutture ricettive piccole e a ridotto impatto ambientale, in cui le ricadute economiche vadano a beneficio soprattutto degli autoctoni. Sapevo anche che avrei preferito una zona poco affollata, con spiagge libere e niente caos, e che il nostro budget era limitato. D’altro canto, in famiglia non siamo particolarmente avventurosi, e viaggiamo pur sempre con due bambini ancora piccoli, uno dei quali molto “selettivo” col cibo: quali alternative erano dunque possibili? La soluzione per noi è stata una piccola guest house sulla costa orientale dell’isola (quella con le maree visibili, per intenderci) e più in dettaglio nel villaggio di Bwejuu, a pochissimi km dalla più turistica Paje (frequentata dagli appassionati di kite): lo Zanzibar Dream Lodge gestito da Kassim e da Maria Luisa (zanzibarino lui, italiana lei, il che è stato per me molto rassicurante anche considerato il fatto che i due hanno un bambino piccolo). Un posto semplice, su una strada sterrata immersa nella vegetazione, senza fronzoli né lussi e che richiede per così dire qualche compromesso: non è sulla spiaggia, per esempio (per raggiungerla è necessario percorrere un sentierino semi-privato). E non ha la piscina, che con la bassa marea in effetti può rivelarsi molto utile (nelle vicinanze, ad ogni modo, ci sono due strutture con piscine utilizzabili semplicemente ordinando un pasto o un drink). Un posto che si è rivelato a nostra misura, con un’atmosfera super genuina e rilassata e con una ottima cucina. E che personalmente mi manca molto ora che sono a casa. La scelta della guest house, secondo me, è ideale per chi desidera una sistemazione essenziale, “tipica” e pulita e non si aspetta, dalla vacanza, una situazione di comfort particolare: niente servizio in camera, frigobar, televisione, kit di cortesia o arredi elaborati. Consiglio invece, se possibile, di non lesinare sull’aria condizionata, perché il clima zanzibarino di Capodanno può essere molto afoso, e perché l’aria condizionata consente di tenere chiuse le finestre, così da limitare il rischio di punture di zanzara.

dove alloggiare a Zanzibar

Zanzibar con bambini in inverno: prevenire le punture di zanzara

A proposito di zanzare, ecco le strategie che abbiamo adottato noi, su consiglio dell’ufficio ASL di Medicina del Viaggiatore e tenendo conto che viaggiavamo nella cosiddetta “stagione secca” di Zanzibar: non usare profumi o deodoranti profumati, dormire in una camera provvista di zanzariera fissa alla finestra e di zanzariere ulteriori sui letti. Utilizzare scrupolosamente repellenti specifici a base di Deet (Autan Tropical e/o Jungle molto forte, facendo attenzione a non usare prodotti troppo aggressivi sui bambini), coprirsi gambe e braccia nelle ore serali con abiti chiari e leggeri, nonché nelle escursioni in aree interne o con maggiore presenza di vegetazione. Inoltre, prima di partire abbiamo trattato abiti, zaini e valigie con un repellente spray a base di permetrina (mi raccomando di utilizzarlo lontano dai gatti, per i quali questa sostanza è tossica!), che ho poi spruzzato, una volta giunti a Zanzibar, anche su zanzariere, porte, finestre e pareti. Questi accorgimenti non azzerano il rischio di essere punti dalle zanzare, ma ne riducono sensibilmente la probabilità. Per la malaria non è disponibile un vaccino, ma è possibile sottoporsi a una profilassi farmacologica prima e durante il viaggio per ridurre la probabilità del contagio e la severità dei sintomi. La nostra scelta di non fare una profilassi di questo tipo è giunta a valle di un approfondito colloquio con gli specialisti dell’ASL e vi consiglio di fare altrettanto qualora decidiate di organizzare un viaggio a Zanzibar con bambini o senza (Volete sapere se alla fine siamo stati punti? Sì, ad eccezione di Flavia, ma solo occasionalmente e perché avevamo tardato a spruzzarci il repellente).

viaggio a zanzibar fai da te con bambini

Zanzibar in guest house: trasporti ed escursioni

Zanzibar era una destinazione “anomala” per noi, poco avvezzi alle vacanze di mare e ai viaggi “stanziali”. Si è rivelata comunque una scelta molto appagante perché abbiamo cercato di fare diverse escursioni, alternando le giornate di relax a quelle più “movimentate”. Il mio consiglio, per una volta, è di non “fare da soli”, nel senso che noleggiare un’auto, con le strade spesso dissestate dell’isola, la scarsa illuminazione e il traffico intenso di pedoni, bici, carri e bestiame, non è davvero un’opzione sicura. Spostarsi coi trasporti pubblici locali sarebbe di certo fantastico, ma la scelta più efficiente e comoda resta quella di affidarsi a taxi ed autisti privati. Noi abbiamo organizzato le varie escursioni con l’aiuto di Maria Luisa dello Zanzibar Dream Lodge, dal momento che lei gestisce anche un’agenzia turistica locale. Un’altra opzione molto gettonata sono i cosiddetti “beach boys”, che offrono i loro servizi di driver e guida sulle spiagge e sulle strade limitrofe a resort e villaggi. La scelta è molto personale, io però vi raccomando di scegliere in ogni caso autisti autorizzati, che abbiano una licenza ufficiale e che paghino il previsto pedaggio. Non solo perché siamo incorsi in frequenti controlli di polizia, ma anche perché ritengo che sia importante incoraggiare forme di impresa organizzate, ufficiali e regolari. Quanto alle destinazioni, vi rimando a un prossimo post sulle cose da fare e vedere (e mangiare!) a Zanzibar con i bambini.

Zanzibar con i bambini: da che età?

Anche questa domanda prevede molte possibili risposte, tutte altrettanto valide. Noi abbiamo incontrato turisti di ogni età, inclusi bambini di pochi mesi. Personalmente, non sarei andata a Zanzibar con figli più piccoli dei miei (7 e 5 anni) per le seguenti motivazioni:

  • caldo estremo e sole molto forte, che in certi contesti (escursioni in città, nella foresta o in barca) mi sembrano problematici con bambini piccoli
  • presenza di rischio dengue e (marginalmente) malaria, con relativa necessità di utilizzare repellenti per insetti non adatti ai bambini molto piccoli
  • necessità di fare attenzione all’acqua e agli alimenti ingeriti ed evitare di portare alla bocca le mani sporche
  • escursioni con permanenze relativamente lunghe a bordo di piccole imbarcazioni

Ovviamente, la scelta sta ai singoli, come sempre. E sarà in ogni caso la scelta giusta, purché sia ben ponderata e consapevole.

zanzibar con bambini dove alloggiare

Voi avete mai pensato di andare a Zanzibar soggiornando in guest house? Oppure ci siete già stati? Se avete curiosità, dubbi o domande, scrivetemi pure nei commenti o sulla mia pagina Facebook.

15 Gennaio 2020 8 Commenti
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oman con bambini fai da te
viaggi

Oman con bambini fai da te: itinerario e consigli di viaggio

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Gennaio 2019

In tanti siete stati colpiti dalle nostre foto, dai loro colori e dalla loro luce. In tanti siete stati colti di sorpresa dalla destinazione, che in realtà non è poi così esotica, e di certo è di semplice gestione. In tanti mi avete chiesto qualche dettaglio sul nostro viaggio in Oman con bambini fai da te, e io, che questa terra l’ho incastonata per sempre nel mio cuore, sono davvero felice di accontentarvi.

oman con bambini muscat
Sul perché andare in Oman con i bambini ho già scritto un post (lo trovate qui), in questa sede mi basti elencare brevemente le attrattive di un viaggio itinerante alla scoperta dell’Oman settentrionale: castelli e forti, spiagge, wadi e doline balneabili, tartarughe che nidificano, il deserto con le dune e i dromedari, palmeti attraversati da canali di irrigazione pieni di libellule e pesciolini, i musei di Mascate, i souq colorati e chiassosi, le spiagge punteggiate di palme e fiori. Se la prospettiva vi sembra allettante, eccovi qualche consiglio pratico per organizzare un viaggio in Oman con bambini fai da te.

Oman con bambini fai da te: cose da sapere

oman con bambini fai da te

Il clima dell’Oman settentrionale in inverno è relativamente caldo (24/26 gradi di giorno, una ventina di sera), secco e a tratti leggermente ventilato. Nel complesso direi molto piacevole, anche nel deserto (dove di notte sono utili pile pesanti e cappellini). Si può stare in spiaggia, fare il bagno in piscina e al mare, anche se in alcune spiagge l’acqua è fresca. Per arrivare nella capitale Mascate ci vogliono circa 6/7 ore di volo, e il fuso orario, in inverno, è di sole tre ore in avanti rispetto all’Italia. La cucina locale si basa sulla tipica tradizione araba, ma risente di influenze indiane: riso, pollo, felafel, datteri, pane azzimo, noodles, zuppe e verdure. Si trova anche il pesce, soprattutto lungo la costa. Non mancano hamburger, nuggets e finanche qualche hot dog di pollo. A Mascate ho visto diversi ristoranti di catene internazionali, anche se non ne abbiamo provato la cucina. I supermercati sono molto forniti, anche dei marchi occidentali più famosi. Le condizioni igieniche e di sicurezza sono buone (ma è indispensabile stipulare una buona assicurazione prima di partire, nonché leggere le recensioni degli alloggi prima di prenotare), la viabilità eccellente, le indicazioni stradali sono sempre in inglese, oltre che in arabo (e l’inglese è generalmente parlato e compreso), i prezzi di solito abbordabili, a meno che non decidiate di andare in esclusivi beach club per turisti o nei ristoranti dei resort.

Il nostro itinerario

oman fai da te con i bambini

L’itinerario che abbiamo progettato per il nostro viaggio in Oman con bambini fai da te è stato molto classico e semplice. Decisamente meno “avventuroso” di quello che forse potrebbe sembrare a chi non c’è mai stato. Dalla capitale Mascate, dove siamo rimasti due giorni alternando relax in spiaggia alla visita della città (la Grande Moschea del Sultano Qaboos, visitabile solo entro le 11 del mattino, il souk, la Corniche, la meravigliosa Royal Opera House), siamo partiti per una settimana alla scoperta delle principali località turistiche, escludendo la zona delle montagne per mancanza di tempo. Mascate, o Muscat, è una città grande e moderna, con begli edifici eleganti, lusso senza sfarzi eccessivi, ma anche resti di forti medievali e minareti dalle forme tradizionali e affascinanti. Ci si trova di tutto, inclusi resort all’occidentale, con turiste in bikini e bevande alcoliche (ma nelle spiagge pubbliche, che a me sono piaciute molto, è preferibile coprirsi spalle e cosce: io mi sono trovata molto bene con una maglietta in neoprene e un costume a bermuda da ragazzo). È una città che andrebbe vissuta più a lungo, per assaporarne i mille volti e i contrasti, a cominciare dalle splendide montagne che si tuffano nel mare d’Arabia.

Ecco le altre tappe del nostro viaggio in Oman con bambini fai da te:

Nizwa, con la città storica all’interno delle mura, il bellissimo forte e il souq tradizionale (dove il venerdì mattina presto si tiene un antico mercato del bestiame, a cui noi non abbiamo assistito). Una delle visite più suggestive, a mio parere. Con panorami da Mille e una Notte. Segnalo, a pochi chilometri dalla città vecchia, un bel parco (Falaj Daris, potete cercarlo in Google Maps o nel navigatore) con area giochi, prati e canali pieni di libellule.

nizwa oman con bambini

Bahla, che ospita un altro forte, patrimonio dell’Unesco, e che è stata la base perfetta per visitare il Castello di Jabreen e il paese “fantasma” di Al Hamra, con le sue case di fango diroccate, il palmeto rigoglioso, i falaj (canali di irrigazione) pieni di vita e la casa-museo Bait Al Safah in cui si può assistere alle attività tradizionali e prendere il tè. Questa è forse la tappa in cui è più “semplice” entrare a contatto con la storia omanita e con le tradizioni locali, accolti dalla straordinaria ospitalità di questo popolo.

oman fai da te con bambini

Il deserto delle Wahiba Sands, dove abbiamo trascorso una notte in un campo tendato molto accogliente – l’Arabian Oryx Camp – giocando e passeggiando sulle dune, ammirando il tramonto, facendo un giro in cammello, sorseggiando tè sui tappeti e ascoltando musica araba sotto le stelle. Per me è stata un’esperienza memorabile. L’intensità dei colori, l’esperienza sensoriale (mai provata finora) di quella sabbia, le tracce di vita lasciate da animaletti sulle dune e, soprattutto, una stellata sensazionale. Davvero da pelle d’oca. I bambini si sono divertiti al punto da piangere nell’andare via. Unica nota dolente: i rifiuti sparsi qua e là sulla sabbia, soprattutto bottiglie di plastica. E troppe jeep a fare casino tra le dune.

oman con bambini deserto

Il Wadi Bani Khalid: un complesso di laghi e gole in cui è possibile nuotare circondati da una miriade di pesciolini. Molti gruppi, anche italiani, acqua fredda e bagni (nell’unico ristorante a buffet presente) luridi. Ma il contesto fa superare queste piccole problematiche.

oman con bambini wadi

Sur: una pittoresca città della costa, abitata da pescatori, dove sorgono gli unici cantieri navali in cui ancora si costruiscono (a mano!) i dhow, le tipiche imbarcazioni della penisola arabica. Forse la mia tappa preferita, anche se è difficile scegliere! Pochi stranieri, un tramonto da sogno, una splendida spiaggia piena di conchiglie con una vista indimenticabile sulla Corniche. E poi la visita ai cantieri: un luogo che ho trovato a tratti “letterario”.

oman con bambini sur

La riserva delle tartarughe verdi di Ras Al Jinz, in cui, alla luce delle torce e assistiti da una guida, abbiamo potuto osservare la deposizione delle uova da parte di alcune tartarughe: un’emozione che mai potrò dimenticare. Si deve prenotare con un certo anticipo, le visite alla spiaggia sono possibili solo all’alba o di sera. Una volta lì, si viene divisi in gruppi e c’è da aspettare un po’ finché non arriva il proprio turno. Nell’attesa, si può visitare il piccolo museo sulle tartarughe (a pagamento, con audioguida in inglese inclusa), oppure mangiare qualcosa al (mediocre, per me) ristorante a buffet. Giunto il momento, si procede per circa 20 minuti sulla spiaggia e tra le scogliere, al buio quasi totale, finché non si arriva nella zona di nidificazione delle tartarughe. L’inverno non è la stagione più favorevole, ed è possibile purtroppo mancare l’avvistamento, ma noi abbiamo avuto fortuna. Le tartarughe non possono essere toccate, né fotografate col flash, e non è possibile posizionarsi dal lato della loro testa mentre depongono le uova. Vi assicuro che nel momento in cui mamma tartaruga ha cominciato improvvisamente a scavare nella sabbia per ricoprire il suo nido ho stentato a trattenere le lacrime…

tartarughe oman

Il Bimmah Sinkhole: una dolina carsica piena di acqua turchese in cui è possibile nuotare e tuffarsi. Molto “turistico”, ma comunque d’effetto. Gratuito, e con un bel parco giochi all’esterno (l’acqua a gennaio è abbastanza fresca).

Viaggio in Oman con bambini fai da te: l’organizzazione

I miei consigli pratici per organizzare un viaggio in Oman con bambini fai da te sono di fatto molto simili a quelli che varrebbero per qualsiasi destinazione:

– cercate di acquistare i biglietti aerei il prima possibile, se, come noi, siete costretti a muovervi durante i periodi di altissima stagione. A meno che non troviate offerte clamorose, acquistateli direttamente sul sito della compagnia aerea (noi li abbiamo presi sul sito Lufthansa, ma la tratta intercontinentale era operata da Oman Air).

– per il noleggio auto, potete confrontare le tariffe proposte da diversi operatori, oppure affidarvi a siti come RentalCars. Al momento non è necessaria la patente internazionale. Informatevi bene per la disponibilità e il costo di eventuali seggiolini (noi li abbiamo portati da casa) e integrate il noleggio con un’assicurazione il più possibile cautelativa. Se escludete montagne, deserti e alcuni dei wadi più inaccessibili, non vi occorre assolutamente una 4×4. In realtà, io vi sconsiglio di avventurarvi nel deserto da soli anche se doveste affittare un’auto con quattro ruote motrici, a meno che non abbiate già esperienza di guida sulla sabbia. Noi abbiamo lasciato la nostra macchina all’interno di una stazione di servizio, dove ci ha raggiunto il driver del camping che avevamo prenotato per la nostra notte nel deserto.

oman con bambini viaggio fai da te

– per quanto riguarda gli alloggi, io ho scelto degli appartamenti, per avere più spazio e una cucina a disposizione, ma in questo caso ho preferito delle strutture tipo aparthotel, con una reception aperta 24 ore su 24. Il mio consiglio, inoltre, è di confrontare, quando possibile, le tariffe offerte da portali come Booking con quelle dei siti ufficiali degli alberghi, di scrivere in ogni caso alla struttura per chiarire tutti i dettagli (disposizione dei letti, servizi inclusi, parcheggio, termini di cancellazione etc) e di leggere sempre molte recensioni prima di prenotare. In questo caso, devo dire che ci è andata abbastanza bene: ad eccezione dell’appartamento di Bahla, che non ci ha molto convinto, devo dire che siamo stati soddisfatti dei semplici alloggi in cui abbiamo pernottato nel nostro viaggio in Oman con bambini fai da te.

– stipulate sempre una assicurazione che valga sia per l’assistenza sanitaria (incluso rimpatrio di emergenza) in viaggio, che per lo smarrimento dei bagagli e per l’annullamento del viaggio in caso di malattia. Noi abbiamo da anni una polizza annuale di Columbus, comprata a prezzo scontato grazie a una promo del sito Bimbi e Viaggi, ma esistono sul mercato molte opzioni diverse.

oman settentrionale fai da te bambini

Scrivetemi pure nei commenti, via email o sulla mia pagina Facebook se avete domande o curiosità sul nostro viaggio in Oman con bambini fai da te. Sarò molto lieta di rispondere: l’Oman è una terra ospitale, interessante, luminosa e soprattutto gentile, con una natura sorprendentemente ricca, una storia millenaria, una società in grande evoluzione e un popolo di una ospitalità davvero sensazionale. Raramente la mia famiglia e io ci siamo sentiti altrettanto accolti e benvoluti. L’Oman è una terra in grado di offrire un viaggio pieno di esperienze diverse, declinabile secondo le aspettative, i ritmi e le possibilità di ogni viaggiatore. Può rappresentare, a mio parere, l’occasione preziosa di imparare cose nuove, di scardinare dei pregiudizi, di allargare i propri orizzonti. Che poi, in fondo, è la ragione principale per cui continuare a viaggiare.

29 Gennaio 2019 13 Commenti
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perché andare in oman
viaggi

Perché andare in Oman con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 27 Dicembre 2018

Perché andare in Oman con i bambini? E dove si trova? Non conto le volte in cui, nelle ultime settimane, mi sono state rivolte queste domande. La verità è che fino a qualche anno fa, l’Oman era per me solo un nome esotico e affascinante, con una collocazione geografica confusa ma che richiamava alla mente architetture fiabesche e deserti sconfinati. Non avevo idea delle eventuali difficoltà che potessero incontrare le famiglie, né del perché andare in Oman con i bambini. Poi, grazie al gruppo Facebook “Famiglie globetrotter” legato al blog Bimbi e Viaggi, ho conosciuto tante famiglie che lo avevano visitato con bimbi più o meno grandi e sempre con la massima serenità e soddisfazione. Così, conoscendo meglio questo paese, ho capito che era una meta molto interessante, e ho cominciato a desiderare di organizzare il mio viaggio in Oman con i bambini. Ora, se volete, vi spiego il perché.

Perché andare in Oman con i bambini

L’Oman è un paese della Penisola Arabica, confinante, nella parte settentrionale, con gli Emirati Arabi Uniti e il Mare Arabico. Si trova a poche ore di volo di distanza dall’Italia (circa sei ore e mezza partendo da Milano per la capitale Mascate), con un fuso orario di sole tre ore e un clima sub-desertico con temperature miti o relativamente calde nel nostro inverno (26/27 gradi di giorno e una ventina di notte) e piogge sostanzialmente assenti, se non per alcune settimane nella parte meridionale del paese. L’Oman, inoltre, è un paese molto ospitale, con infrastrutture efficienti, cliniche moderne e criminalità praticamente inesistente. La presenza di belle spiagge, deserti, animali e altre attrattive perfette anche per i piccoli viaggiatori lo rende una destinazione ideale per un viaggio con i bambini.

La nostra alternativa agli Emirati

La scelta dell’Oman, e in particolare della sua regione settentrionale, ha risolto per noi un annoso “dilemma”: da anni, infatti, eravamo alla ricerca di una destinazione tiepida per l’inverno, che però fosse meno distante dei Caraibi o del Sud Est Asiatico (per l’Africa abbiamo deciso di attendere ancora qualche anno). Dopo diversi appaganti viaggi alle Canarie, non sentivamo ancora il desiderio di visitare altre isole atlantiche, ma l’opzione molto gettonata di Dubai e/o Abu Dhabi non era proprio, per tante ragioni diverse, nelle nostre corde. L’Oman ha rappresentato la soluzione perfetta per noi: condizioni climatiche, ambientali e sociali simili in qualche modo agli Emirati, ma un contesto più “storico” e più naturale. Più vicino alle nostre inclinazioni e gusti di viaggiatori.

Perché andare in Oman: quello che offre

Oltre alle spiagge e al mare (spiagge di sabbia, con acqua fresca in inverno, ma che dovrebbe permettere comunque di fare il bagno, vi saprò dire al rientro), l’Oman offre molte esperienze interessanti e divertenti da fare con i bambini. E senza di loro, ovviamente. Si va dai numerosi forti e castelli sparsi per il paese, alcuni dei quali vecchi di secoli, ai colorati souq pieni di botteghe e bancarelle che offrono stoffe, datteri, incenso e artigianato. Dai deserti in cui è possibile dormire in campi tendati, fare passeggiate a cavallo, assistere a spettacoli serali attorno al fuoco ai paesi con case di fango circondate dalle palme, dalle sorgenti calde ai cosiddetti wadi, canyon invasi dall’acqua in cui è possibile fare il bagno. Sulla costa settentrionale, a qualche ora di auto dalla capitale, è inoltre possibile esplorare una riserva in cui le tartarughe marine depongono le uova, visitare cantieri navali e piccoli paesi di pescatori. Muscat, inoltre, vanta diversi musei interessanti anche per i bambini, un teatro prestigioso e una riproduzione della nave di Sindbad il marinaio. Oman con bambini significa anche una regione montuosa con panorami mozzafiato e snorkeling da favola alle isole Daymaniyat. Il sud del paese, invece, a cominciare da Salalah, offre spiagge bellissime (con resort di ogni livello), siti archeologici, mercati e il pregiato incenso dell’Oman.

Insomma, noi abbiamo trovato tantissime risposte al perché andare in Oman con i bambini, e l’esperienza ha confermato al massimo le nostre aspettative. In questo post vi racconto il nostro itinerario!

27 Dicembre 2018 3 Commenti
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15 cose che ho imparato in Repubblica Dominicana con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 16 Marzo 2016

Trovate il mio racconto del nostro viaggio in Repubblica Dominicana, con tanti consigli su organizzazione e itinerario sul sito Bimbi e Viaggi.

1. I bambini piccoli non vedono le differenze sulla pelle degli uomini. Non è che non ne tengano conto, o non vi diano peso, è proprio che neanche se ne accorgono.

2. I bambini di tutte le età imparano a vivere come possono. Se non hanno quasi niente, si accontentano del poco che hanno (e ringraziano accorati per qualsiasi dono imprevisto); se hanno tutto, si abituano a chiedere sempre di più (e a dare per scontato che lo avranno). Se li si priva della loro stessa infanzia – per bisogno, per necessità, per mancanze di alternative o per cattiveria – cresceranno convinti che sia normale non averne una. Se li si ama senza riserve, vivranno forse nella convinzione che amare è necessario, possibile e naturale.

3. Il proprio tempo, l’attenzione, l’interesse sincero sono il regalo più grande che si possa fare a un’altra persona.

4. Il platano fritto dà assuefazione.

5. La natura è sempre uno spettacolo mozzafiato. Quando è ostile e quando è madre, quando ti coccola e quando ti frusta. Un acquazzone tropicale improvviso potrà forse sconvolgere i tuoi piani per il pomeriggio, ma di sicuro ti lascerà a bocca aperta per la meraviglia dinanzi alla potenza e al fragore degli elementi. E anche il bambino più avvezzo alla tecnologia, o quello che al contrario non ha facile accesso a giochi e gadget elettronici, per cui li brama come acqua fresca in un mattino di sole, si accenderà di vita e di gioia di fronte a un mare spumoso o a una famiglia di scimmie.

6. Le barriere linguistiche possono essere facilmente abbattute da un pizzico di curiosità e qualche dozzina di sorrisi.

7. La religione, forse, è l’oppio dei popoli. Ma l’oppio, forse, fa meno danni degli antidepressivi e di certe verità.

8. Il Mediterraneo non possiede la sconfinata maestà degli Oceani, ma esercita un fascino irresistibile sui viaggiatori, fatto di cristalli di sale, lampi di luce e nenie di vecchie Sirene che hanno incantato generazioni di marinai.

dominicana2

9. Viaggiare è sempre fantastico, ma riuscire a sottrarsi alle logiche del turismo di massa è tutta un’altra storia.

10. L’olio di palma non ha mai ammazzato nessuno, per lo meno a certe latitudini.

11. Non tutti gli aerei usati nei voli intercontinentali sono comodi e belli (non quelli dei voli molto economici, almeno!).

12. Il turismo sessuale fa vomitare, ma questo lo sapevo già.

13. Una famiglia è qualcuno che ti ama senza condizioni. Anche se si tratta di una tua vicina di casa povera e non più giovane che, senza alcun legame di sangue o compenso economico, ti accoglie in casa propria insieme al tuo fratello gemello, dopo che tua madre vi ha abbandonato in tenerissima età.

14. Certi luoghi comuni, a volte, corrispondono a verità. Tipo che ai Caraibi, o almeno nel piccolo pezzettino che ho visto io, la musica risuona sempre e dappertutto, rigorosamente ballabile e ad alto volume. Oppure che la gente latina sa offrire un’ospitalità straordinaria, spontanea e discreta, mai sussiegosa, invadente o interessata: senza dubbio la Repubblica Dominicana è il posto in cui mi sono sentita più “a casa” lontano da casa. Infine, a volte è vero che ad essere più generoso, e magari anche più contento, è proprio chi possiede di meno.

15. Corollario del punto precedente: il benessere e la ricchezza sono due cose profondamente diverse, e forse per certi aspetti in antitesi. Puoi essere povero e felice, e non è affatto detto che essere ricco ti renderà l’esistenza più lieta.

Sono stata nella regione di Puerto Plata, in Repubblica Dominicana, presso una comunità formata soprattutto da famiglie povere ed emarginate di rifugiati haitiani in fuga da miseria e scontri sociali, i cui bambini ricevono assistenza, cibo e istruzione in un centro finanziato dalla Fondazione Mission Bambini grazie al meccanismo dell’adozione a distanza. Trentacinque di questi piccoli sono ancora in attesa di un donatore che li sostenga da lontano. Per seguire il mio viaggio, c’è il tag #azzeraladistanza, per attivare un’adozione a distanza c’è il sito ufficiale di Mission Bambini.

(Trovate il mio racconto del nostro viaggio in Repubblica Dominicana, con tanti consigli su organizzazione e itinerario sul sito Bimbi e Viaggi.)

16 Marzo 2016 4 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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