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Categoria:

essere madre

5 errori da non fare con i figli
essere madre

Cinque errori che non voglio più fare con i miei figli

by Silvana Santo - Una mamma green 28 Aprile 2022

Lamentarmi della mia forma fisica, e in particolare del mio peso.

Sfogarmi ad alta voce dopo una incursione sulla bilancia, rammaricarmi per la difficoltà di dimagrire o, viceversa, compiacermi per la perdita di qualche chilo e di qualche centimetro. Eppure sono stata un’adolescente anoressica: dovrei sapere quanto può essere deleterio e pericoloso associare la magrezza alla bellezza, al benessere e alla felicità. Da qualche tempo ne sono però finalmente consapevole: voglio che entrambi i miei figli crescano con una madre che punta alla tutela della propria salute e all’accettazione piena di se stessa, a mangiare cose che le fanno bene e le danno gioia. Perché possano imparare che tutti siamo diversi e unici, e che ciò che conta è avere rispetto per il proprio organismo e mantenersi in buona salute. Non certo essere “magri” o aderire a determinati canoni estetici arbitrari, transitori e talvolta apertamente insalubri.

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28 Aprile 2022 0 Commenti
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figli di 9 e 7 anni
essere madre

Cose che amo dei miei figli di 9 e 7 anni

by Silvana Santo - Una mamma green 19 Novembre 2021

(Un promemoria per le giornate difficili, per i momenti di stanchezza, per la preadolescenza che incombe)

Dei miei figli, e della loro età, amo il fatto che ormai, quando mi fanno gli scherzi, non devo fare più finta di cascarci, perché il più delle volte mi fregano davvero. Che far loro un regalo, di solito, significa realizzare un sogno della bambina che sono stata, e in molti casi anche dell’adulta che sono diventata. Amo che giocare con loro somiglia sempre di più a quello che avrei fatto con piacere, nel mio tempo libero, anche prima di essere la loro madre: costruire un Lego, fare una sfida a Scarabeo, riguardare per l’ennesima volta “il Signore degli Anelli” o andare a visitare un museo.

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19 Novembre 2021 1 Commenti
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come educare i figli alla diversità
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Come aiutare i figli a gestire la (propria) diversità?

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Ottobre 2021

Non è facile per un adulto, figuriamoci per un bambino o un adolescente: sentirsi “diversi” dal gruppo sociale a cui si appartiene, avvertire la sensazione di essere in qualche modo “strani” e divergere da una presunta norma o “normalità” non è una condizione di semplice gestione. Il rischio è di finire col sentirsi soli, incompresi, se non addirittura sbagliati.

Il problema è che spesso le scelte dei genitori – più o meno “libere”, di carattere educativo ma non solo – possono avere proprio questa conseguenza indiretta. Cosa fare, in queste circostanze? Come trovare il giusto compromesso tra la necessità di garantire ai figli autostima e senso di appartenenza e quella di educarli all’autenticità e all’autonomia di pensiero, nonché mantenere un minimo di coerenza educativa e di onestà intellettuale?

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5 Ottobre 2021 6 Commenti
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essere madre

NON SOPPORTIAMO PIÙ I NOSTRI FIGLI?

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Settembre 2021

La domanda, lo riconosco, è provocatoria.
Il fatto è che, dopo i primi anni di maternità – nei quali mi scontravo di continuo con la retorica dei “piezz’ ‘e core” e l’icona della italica e perfettissima madre materna sempre sorridente, amabile e innamorata della prole (nonché pronta a immolarsi in tutto e per tutto in nome del loro supremo bene) – da qualche tempo mi sembra a volte di essere circondata da genitori insofferenti, esauriti e che, in buona sostanza, mal digeriscono la compagnia della prole.

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15 Settembre 2021 2 Commenti
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essere madre

Il male che facciamo ai nostri figli

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Giugno 2021

C’è un pensiero che mi accompagna, senza farmi compagnia, da alcuni giorni.

Un pensiero per niente estivo e per certi versi censurabile, che è difficile condividere perché è difficile da ascoltare. Da fronteggiare.

Il pensiero del male che, inevitabilmente, finiamo col fare ai nostri figli.

È un’idea che tendiamo d’istinto a rimuovere, per fortuna, un po’ come cancelliamo, per la maggior parte del tempo, la consapevolezza della morte che ci attende inevitabile. La natura, nella sua infinita saggezza, ci garantisce una generosa dose di oblio e di dimenticanza, che ci consente di andare avanti in serenità e goderci l’esistenza un giorno dopo l’altro.

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15 Giugno 2021 1 Commenti
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essere madre

Insieme

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Aprile 2021

Gli ultimi mesi, a casa nostra, sono stati difficili e molto stancanti. Alla situazione ormai estenuante che tutti condividiamo da un tempo che mi sembra interminabile, si sono aggiunti grandi e piccoli problemi, preoccupazioni, inconvenienti da risolvere. Rogne di qualsiasi tipo. Nulla di irrimediabile, per fortuna, ma lo stress e la fatica (soprattutto psicologica) si sono fatti sentire con forza, per i grandi e per i piccoli di casa.

Non è stato, naturalmente, l’unico periodo difficile da quando condivido l’esistenza con Davide e Flavia. Come qualsiasi altra famiglia, in questo decennio abbiamo dovuto confrontarci con lo stress, la malattia, il lutto. Contrasti, problemi di lavoro, abbandoni: alti e bassi, come sempre. Come tutti, appunto.

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29 Aprile 2021 0 Commenti
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quando sarete grandi
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Quando sarete grandi

by Silvana Santo - Una mamma green 19 Aprile 2021

Quando sarete grandi, mi piacerebbe che pensaste a me ogni volta che vedrete qualcuno impegnato nel gesto arcaico e semplice di accendere una candela. Mi piacerebbe che vi tornasse in mente la luce calda che tremola in casa nostra nelle sere d’inverno e nei pomeriggi nuvolosi, il rivolo di fumo che si alza leggero ogni volta che soffio piano sulla fiamma. Vorrei che, quando sarete grandi, davanti a una candela accesa pensaste d’istinto alle mille candeline profumate e alle lucine a forma di stella della vostra mamma.

Mi piacerebbe che, una volta cresciuti, vi rimanesse impigliata nella memoria qualcosa dei libri e dei film che abbiamo preferito. Che se un giorno, per caso, vi trovaste a posare lo sguardo su un libro di Doyle, un sorriso vi scappi in automatico dalle labbra, ripensando a vostra madre che “faceva le voci” per farvi sbellicare nei vostri letti a soppalco, la sera prima di dormire. Che ogni tanto, senza ragione, vi tornasse alla memoria una filastrocca di Rodari o di Julia Donaldson, e che avesse esattamente la voce che ho io adesso che siete ancora piccoli.

Quando sarete grandi, vorrei che i biscotti con le gocce di cioccolato restassero nel vostro immaginario “i biscotti che faceva la mamma”. Mi piacerebbe tanto che, ogni volta che in una qualunque parte del mondo conosciuto il vostro naso intercetterà il profumo di cookies, si attivasse una sinapsi nella vostra memoria. Una sinapsi al sapore di burro, zucchero di canna e cioccolato fondente.

Sarei felice e grata se un giorno vi venisse spontaneo seminare post-it colorati con pensieri d’amore nelle tasche delle persone che amerete, ricordando di quanto vi piaceva trovare all’improvviso quelli che io, adesso, nascondo per voi.

Sarei immensamente grata alla vita se, in un futuro che immagino più lontano di quanto forse non sia in realtà, vi ritrovaste a pensare a me quando qualcuno ripeterà una frase di Silente, o citerà distrattamente Il Signore degli Anelli. Se passeggiando dentro un museo qualunque, di qualunque città del mondo, solo per un momento poteste sentire la mia presenza, il mio ricordo tangibile. E lo stesso davanti a una striscia dei Peanuts, una vignetta di Rat-Man o di Calvin e Hobbes, un episodio del Trono di Spade. O quando mai nelle orecchie dovesse risuonarvi la musichetta di Totoro o quella ninna nanna che vi canto da anni, così apparentemente fuori contesto, così dissonante rispetto alle nostre radici. All’improvviso, senza il bisogno di dirlo a nessuno, come un rigurgito privato di banalissima serenità.

Spero che il tempo mi sia amico. Che cancelli dal vostro cuore le volte in cui vi ho urlato contro. Le volte in cui vi ho deluso, quelle in cui non sono stata all’altezza. Quelle in cui vi ho fatto paura. Le volte in cui non sono riuscita a nascondere al vostro sguardo l’oscurità che ogni tanto mi si agita in corpo, le mie debolezze inguaribili, i miei cronici sensi di colpa. Spero che il tempo sia buono con me e che, tra tutte le cose che vi ho dato, vi lasci ricordare, quando sarete grandi, le più dolci, le più lievi e le più feconde.

19 Aprile 2021 0 Commenti
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Madre di femmina

by Silvana Santo - Una mamma green 13 Aprile 2021

Quando ho scoperto di essere incinta per la prima volta, ho sperato con forza che fosse un maschio, e ho provato un reale sollievo quando ho saputo che sarebbe nato Davide. Non mi sentivo proprio attrezzata per essere “madre di femmina”. Io che non coltivo interessi tanto “femminili” (stando ai pregiudizi più diffusi, perlomeno). Io che non ho mai avuto l’abitudine, e forse neanche l’occasione, di condividere con mia madre quelle attività considerate prettamente “da donna”, che si tratti di una sessione di shopping o di una seduta dall’estetista. Io che in effetti non ci sono mai andata, dall’estetista, e che faccio shopping soltanto online. Io che sono cresciuta con amiche preziose, ma frequentate quasi solo in comitiva, con la compagnia sempre presente dei nostri amici, dei nostri rispettivi fidanzati, che erano allo stesso tempo amici di tutte le altre. Con la compagnia dei maschi, insomma. Io che non capisco un’acca di vestiti, trucco, borse, che non ho mai tinto i capelli in 40 anni. Io che alle commedie romantiche preferisco di gran lunga le saghe da nerd, io che da ragazza leggevo la Gazzetta dello Sport e giocavo al fantacalcio. Io che non so camminare sui tacchi e che ho un ricordo terrificante del mio addio al nubilato (non per colpa mia, questo si metta agli atti).

Mi sembrava, in un certo senso, che mi mancassero dei pezzi. Come avrei potuto rappresentare un qualche modello per una eventuale figlia? Come avrei mai saputo relazionarmi con lei con empatia ma senza immedesimazione, con cameratismo ma senza una pericolosa distorsione del mio ruolo materno? Chi le avrebbe insegnato a pettinarsi, a darsi lo smalto, ad abbinare gli accessori? Mi avrebbe trovata patetica? Sarei riuscita a piacerle, a comprenderla e a trovare un terreno comune in cui affondare radici vitali per il nostro rapporto, e sulla cui base costruire solidi ricordi per la vita?

La seconda volta che mi sono ritrovata con un test di gravidanza positivo tra le dita, appena un anno dopo la nascita del mio primo figlio, il cuore mi ha colto totalmente di sorpresa. All’improvviso mi sono accorta di avere un bisogno irrazionale, insopprimibile e del tutto inedito di avere una figlia. Una necessità quasi fisica, acuita dalla consapevolezza che non avrei avuto altre occasioni, perché sapevo bene che una terza gravidanza non l’avrei cercata mai. Tutto a un tratto, il desiderio di ritrovarmi “madre di femmina” era così forte che si manifestava nei miei sogni, tanto che ho faticosamente convinto mio marito a non farci rivelare il sesso del nascituro, perché avevo paura di non godermi abbastanza la gestazione, se mi avessero detto che aspettavo un altro maschietto.

Dal giorno del mio secondo parto cesareo, quando un’ostetrica mi informò divertita che avevo appena avuto una femmina, sono passati poco più di sei anni. Troppo presto, decisamente, per dire se sono anche solo vagamente all’altezza del compito di crescere una bambina. Di essere sua madre. Però qualcosa l’ho imparata, e in effetti era anche ora che lo facessi. Per esempio, che la femminilità non è un luogo comune e che per intendersi – per amarsi – non è necessario coltivare gli stessi interessi. Sicuramente non sarò mai in grado di insegnare a mia figlia a camminare sui tacchi, né di intrecciarle i capelli come si deve. Forse lei non si unirà mai a me e suo fratello nella visione fanatica del Signore degli Anelli o di Guerre Stellari, e forse verrà presto il giorno in cui mi giudicherà sciatta e trascurata a causa del mio aspetto fisico. Ma quando penso alla donna che mia figlia diventerà, sono insindacabilmente certa che non smetterò mai di comprenderla, di supportarla, di incoraggiarla. Di sostenerla nel proprio cammino verso la conoscenza di sé e la sua piena realizzazione. Sperando che un giorno, almeno, possa appassionarsi a Games of Thrones.

13 Aprile 2021 4 Commenti
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La dorata età di mezzo

by Silvana Santo - Una mamma green 9 Aprile 2021

Non sei un ragazzo, ma non sei più un bambino piccolo. Sei nell’età in cui tu, figlio, insegni già a me, madre, un sacco di cose nuove ogni giorno, eppure ti rivolgi ancora alla sottoscritta quando c’è qualcosa che vuoi conoscere o comprendere meglio. Quando il senso di una parola ti sfugge, quando una paura ti attanaglia, quando la vita ti mette di fronte a una novità che ti sembra troppo difficile da affrontare. Sei nell’età in cui mi passi i fumetti che hai appena finito e ti sta a cuore che io li legga davvero, in modo da poterti riferire la mia opinione articolata e sincera. Sei nell’età in cui mi reciti ad alta voce brani di libri che ti hanno colpito o ti hanno fatto ridere, perché ti rende orgoglioso e felice suscitare anche in me lo stesso interesse, la medesima risata. Sei nell’età in cui mi chiedi quale sia il capitolo di Star Wars che ho preferito finora, e se la mia risposta non combacia con la tua, indugi un momento appena per chiederti se non sia il caso, magari, di riconsiderare la tua scelta. Quell’età in cui insisti in ogni modo possibile perché io legga al più presto la tua ricerca scolastica sugli australopitechi, in cui proponi destinazioni di viaggio che possano appassionarci entrambi, in cui ti fa piacere prestarmi la tua nuova bicicletta, dopo aver cambiato l’altezza della sella apposta per me.

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9 Aprile 2021 5 Commenti
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Un anno in Dad (alla scuola primaria), spiegato a chi non ha idea di cosa voglia dire

by Silvana Santo - Una mamma green 25 Marzo 2021

Il post che avete appena cominciato a leggere è troppo lungo e sostanzialmente inutile. Ma il bisogno di scriverlo è stato per me irrefrenabile. Mi attirerà probabilmente critiche feroci e antipatie definitive, ma non mi interessa. È il lamento della madre di due bambini di 6 e 8 anni che hanno varcato le soglie della scuola per appena 10 settimane negli ultimi 12 mesi (viviamo in Campania e sì: qui è andata così, attualmente siamo di nuovo in Dad da un mese e mezzo di fila, oltre ad avere parchi, piazze e lungomari chiusi. Le scuole, primarie incluse, sono state chiuse, per scelta dell’amministrazione regionale, anche in zona gialla e arancione, anche prima che venisse introdotto il sistema di classificazione “a colori”), con conseguenze forse marginali sulla loro formazione, ma disastrose sul piano del benessere psicofisico, della qualità della vita, e degli equilibri familiari.

Vi sembra una conclusione esagerata? La lagna insopportabile di una “mamma pancina”? È solo perché non ci siete passati, e non avete davvero la più pallida idea di cosa voglia dire davvero.

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25 Marzo 2021 11 Commenti
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Chi sono

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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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