Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Categoria:

mamma green

come risparmiare acqua in modo non scontato
abbigliamento sostenibilemamma green

5 MODI (NON TROPPO SCONTATI) PER RISPARMIARE ACQUA

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Luglio 2022

In questa torrida estate la carenza di acqua è spesso al centro delle cronache e delle preoccupazioni di tutti. Vista la gravità e probabilmente l’irreversibilità della situazione – siccità, impoverimento delle falde, dei ghiacciai e dei bacini di superficie – ognuno di noi è chiamato a prestare la massima attenzione per evitare sprechi e contenere il più possibile i consumi idrici. Non si tratta più “semplicemente” di chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti o di usare la lavatrice a pieno carico, ma di provare ad adottare uno stile di vita più sostenibile e più attento al consumo di acqua. Riflettendo anche sugli sprechi “nascosti” a cui magari non pensiamo facilmente.

Condivido volentieri, dunque, 5 modi per risparmiare acqua in modo spesso indiretto e non scontato.

Continua a leggere
4 Luglio 2022 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
lettiera per gatti
animalimamma green

Lettiera per gatti, quale scegliere?

by Silvana Santo - Una mamma green 30 Settembre 2021

Da qualche settimana abbiamo adottato due nuovi gattini, che mentre scrivo hanno appena compiuto 4 mesi e per i quali ci siamo chiesti da subito quale lettiera per gatti scegliere. Con Merlino e Ginevra, nonostante la lunga esperienza con il nostro amato Artù abbiamo deciso di riconsiderare alcune delle nostre decisioni passate, per provare a instaurare nuove consuetudini in grado di coniugare le esigenze dei gatti, le nostre e quelle dell’ambiente. Possibilmente senza spendere uno sproposito.

Una delle prime decisioni da prendere ha riguardato la lettiera igienica per Ginevra e Merlino: il mercato offre ormai tante diverse opzioni per quanto riguarda la lettiera per gatti. Quale scegliere, dunque?

Vi lascio di seguito una carrellata delle principali alternative disponibili, con qualche considerazione più o meno oggettiva. Chiaramente ognuno farà poi le proprie personalissime considerazioni, sulla base dello spazio a disposizione, del proprio budget e delle proprie abitudini. Ma soprattutto dei gusti insindacabili del felino di casa!

Continua a leggere
30 Settembre 2021 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
come far mangiare le verdure invernali ai bambini
mamma greenpost sponsorizzati

Verdure invernali: come far mangiare gli ortaggi di stagione ai bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Marzo 2021

I miei figli (soprattutto il primogenito) non sono esattamente dei fan degli ortaggi. Le verdure invernali e quelle primaverili, in particolare, incontrano raramente il loro consenso per cui, se in estate non faccio troppa fatica a proporre dei contorni di stagione graditi e sani, nei mesi più freddi, proprio quando sarebbe ancora più utile fare il pieno di vitamine, mi trovo spesso in difficoltà da questo punto di vista. Il mio obiettivo resta quello di portare in tavola prodotti di stagione, salvo rarissime eccezioni che cerco davvero di centellinare il più possibile, preferibilmente bio. Ma se con la frutta ce la caviamo abbastanza bene (in questo post realizzato nell’ambito del progetto europeo Made in Nature sul biologico europeo, vi avevo raccontato perché e come scegliere la frutta di stagione biologica), con gli ortaggi facciamo più fatica.

Per riuscire a proporli con successo, allora, cerco di ricorrere a una serie di piccoli trucchi!

Continua a leggere
4 Marzo 2021 6 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
alimentazione green difficoltà
mamma green

La sfida impossibile di mangiare “green”

by Silvana Santo - Una mamma green 12 Gennaio 2021

Negli ultimi anni, portare in tavola tre pasti al giorno è diventata per me una sfida impegnativa, in qualche caso addirittura frustrante. La difficoltà che incontro sta nella pretesa di conciliare i gusti e le esigenze nutrizionali di 4 persone diverse con le mie convinzioni in tema di sostenibilità ambientale, con le necessità di salute e ovviamente con il bilancio familiare. Nel riuscire a servire, in poche parole, qualcosa che sia appagante per tutti, ma salutare e allo stesso tempo sostenibile, magari senza svenarsi. Una obiettivo che spesso, per la sottoscritta, si rivela semplicemente impossibile.

Io, per esempio, ho bisogno di contenere il più possibile l’apporto di carboidrati, ma d’altro canto mi sforzo da anni di mangiare carne il meno possibile, e faccio attenzione alla quantità di imballaggi e alla provenienza degli alimenti che scelgo. Per ragioni di salute, però, devo limitare anche i grassi, quindi non posso indulgere eccessivamente in uova e latticini, di cui peraltro sono particolarmente ghiotta. Il resto della famiglia, d’altro canto, preferisce almeno a pranzo mangiare il classico primo, che spesso diventa un piatto unico per riuscire a somministrare a tutti legumi e verdure invernali, che altrimenti non sarebbero affatto graditi. Non sto a dirvi, inoltre, che un altro mio preciso obiettivo consiste nel limitare il ricorso a piatti pronti o processati, di cui comunque ogni tanto non riusciamo a fare a meno, che si tratti delle polpette svedesi surgelate o di un pasto da asporto della gastronomia sotto casa.

Se avessi tempo, volontà ed energie sufficienti, potrei sbizzarrirmi nella preparazione quotidiana di zuppe, verdure, insalate, vellutate e minestre da affiancare alla “cucina standard”, a cui, inevitabilmente finisco col dare la priorità. Ma non è di certo il mio caso, e la realtà è che spesso mi ritrovo a dover scegliere tra una serie di compromessi possibili: arrendermi a un pasto carnivoro, ma che magari è rapido da preparare e rispondente alle mie esigenze nutrizionali. Oppure rassegnarmi a mangiare un pasto che è sì vegetariano, ma troppo processato oppure non esattamente “salubre” o magro. O ancora, e forse questa è l’opzione che mi dà più fastidio, piegarmi al prodotto fuori stagione, che magari “risolve” un contorno, ma tradisce di fatto molti dei miei principi basilari.

Se con i miei commensali spesso me la cavo, per quanto riguarda me stessa non capita di frequente di sedermi a tavola e sentire che sto mangiando davvero “la cosa giusta”, in termini sia di impatto sull’ambiente che di apporto calorico e nutrizionale e di appagamento del gusto. L’obiettivo di sentirmi in forma e soddisfatta e allo stesso tempo “rispettare l’ambiente” e non spendere una fortuna, mi sembra sempre più spesso una chimera irraggiungibile.

So che molte e molti “food influencer”, o semplicemente persone più organizzate di me, si dedicano a una meticolosa preparazione di menu settimanali e provviste di cibo pronto (o quasi) per l’intera settimana. Personalmente, però, non sempre ho voglia di investire il mio prezioso tempo libero ai fornelli. Mi capita di farlo, certo, ma non è una costante. Ci sono molte altre cose che si contendono il mio tempo, a cominciare dai giochi coi miei figli, dai miei amati libri, dalle serie TV.

Voi come fate? Cosa guida le vostre scelte e abitudini alimentari? Riuscite a trovare la quadra, oppure cedete inesorabilmente al compromesso? Forse sono io che pretendo troppo dalla sottoscritta. Non sarebbe la prima volta, d’altra parte.

12 Gennaio 2021 3 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
come inquinare di meno durante la pandemia
lifemamma green

Come inquinare meno durante la pandemia

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Ottobre 2020

Come inquinare meno durante la pandemia? Tra prodotti monouso, mascherine e disinfettanti di ogni genere, la convivenza con il Covid 19 rischia di avere pesanti conseguenze anche sul piano ambientale. E così, dall’esultanza per l’ambiente “risanato” durante i mesi di lockdown globale o quasi, rischiamo di passare alla preoccupazione per i rifiuti e l’impatto sull’ambiente. Posto che di alcune pratiche non è al momento possibile fare a meno in alcun modo, ecco qualche semplice accorgimento che è possibile adottare per inquinare meno durante la pandemia.

Se possibile, mascherine lavabili

Ci sono situazioni in cui è opportuno e consigliabile utilizzare mascherine usa e getta con un’efficacia filtrante maggiore, e per determinate persone più a rischio questa è un’esigenza quotidiana imprescindibile. In altre circostanze, però, quando è richiesta una cautela in un certo senso più “moderata” (per esempio quando si prevede di restare all’aperto o di riuscire a evitare contatti ravvicinati con altre persone), è possibile optare per una mascherina lavabile. Scegliete in ogni caso prodotti di buona qualità, con più strati TNT ed eventuali strati idrorepellenti. Questo ovviamente permetterà di ridurre in modo considerevole la produzione di rifiuti non riciclabili e di inquinare meno durante la pandemia che stiamo purtroppo fronteggiando. Le mascherine lavabili vanno utilizzate con la stessa attenzione di quelle monouso, evitando di toccarle e conservandole con cura. Devono inoltre essere lavate spesso e sostituite definitivamente quando si deteriorano.

I guanti? Solo se necessario

Un altro sistema per inquinare meno durante la pandemia e ridurre la produzione di spazzatura consiste nel limitare allo stretto indispensabile l’uso di guanti in lattice. Nelle prime settimane dopo il lockdown, molti esercizi commerciali richiedevano ai clienti di indossare dei guanti usa e getta. Quest’obbligo è decaduto dopo qualche tempo, e ora, in linea generale, non è necessario portare dei guanti monouso per tutelarsi in misura maggiore. Fanno eccezione, sempre meglio ribadirlo, specifiche categorie professionali e situazioni particolari in cui occorre una protezione ad hoc.

Gel igienizzante: maxi formato o fai da te

La pulizia delle mani è diventata una questione ancora più pressante e prioritaria, da quando ci troviamo nostro malgrado a convivere con il nuovo Coronavirus. Per limitare l’impatto sull’ambiente di migliaia e migliaia di minuscoli flaconcini di gel igienizzante, si può optare per confezioni di formato maggiore, utilizzandole all’occorrenza anche per “ricaricare” le boccette più piccole. In alternativa, si può ricorrere alla ricetta dell’OMS per il disinfettante per le mani, puntando sull’autoproduzione e sui rifiuti zero. Entrambe queste soluzioni, tra l’altro, garantiscono anche un risparmio economico. Ricorda inoltre che non è sempre indispensabile igienizzarsi le mani con un disinfettante idroalcolico: se ne hai la possibilità puoi lavarti accuratamente le mani con acqua e sapone.

Inquinare meno durante la pandemia: la differenziata

Un altro aspetto da tenere in grande considerazione per cercare di inquinare meno durante la pandemia è l’attenzione alla raccolta differenziata. Le confezioni delle mascherine, per esempio, contengono spesso sia sacchetti di plastica che scatole o foglietti illustrativi in carta. Le mascherine stesse, invece, vanno smaltite nell’indifferenziato, inserendole possibilmente in un ulteriore sacchetto se si è positivi al virus, così come i fazzoletti utilizzati per soffiarsi il naso (qui le indicazioni ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità). Ovvietà delle ovvietà: nessuna mascherina dovrebbe essere dispersa mai nell’ambiente. Purtroppo può capitare a tutti di perderne una per strada, magari si può ridurre questo rischio abituandosi, piuttosto che a tenerle in tasca o “lanciarle” nella borsa, a conservarle in un apposito astuccio o sacchetto. Il che per inciso è importante anche dal punto di vista igienico.

Non abusare di disinfettanti ambientali

La pandemia da Covid 19 ha determinato, a livello globale, un drastico aumento del ricorso a pratiche come la disinfezione, sanificazione etc. Posto che si tratta di procedure fondamentali per arginare il contagio e al momento irrinunciabili, l’uso massiccio di disinfettanti ambientali presenta purtroppo una serie di rischi sul piano ambientale. Alcuni disinfettanti come la candeggina, infatti, oltre a essere potenzialmente tossici o irritanti per gli esseri umani, hanno un effetto molto inquinante sugli ecosistemi acquatici e sui microrganismi. Come regolarsi, allora, per evitare l’eccesso di disinfezione? Ho trovato queste raccomandazioni dell’ISS che si riferiscono in particolare proprio ai prodotti a base di ipoclorito di sodio (come la candeggina, appunto).

Voi adottate degli accorgimenti per cercare di inquinare meno nonostante la pandemia? Che tipo di compromessi non riuscite a evitare, e quali trucchi avete invece da suggerire?

22 Ottobre 2020 4 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
profumare la casa in modo naturale
mamma greenrimedi naturali

Come profumare la casa in modo naturale

by Silvana Santo - Una mamma green 12 Ottobre 2020

Mi piace molto che la casa in cui abito abbia un buon odore, però detesto i profumi sintetici (infatti non ne uso mai nemmeno per la mia persona): mi fanno venire mal di testa e in qualche caso mi danno addirittura la nausea. Per profumare la casa in modo naturale, allora, ho cercato delle soluzioni “green”, che mi garantissero degli aromi persistenti ma lievi, vegetali e delicati. Eccovi allora qualche idea per regalare alla vostra casa un odore molto naturale!

1. Candele naturali

Se mi seguite da un po’ (specie sul mio profilo Instagram) forse sapete che sono letteralmente innamorata di candele e delle lucine. Ne accendo varie ogni sera, e tutte le cene, in casa nostra, si svolgono appunto a lume di candela. Per limitare i costi e la produzione di rifiuti, utilizzo diverse candele a Led alimentate con batterie ricaricabili, ma in casa non mancano ma delle tealight per la tavola e delle candele aromaterapiche per profumare la casa in modo naturale. Personalmente, preferisco evitare quelle a base di paraffina, perché lasciano fumi puzzolenti, non si consumano mai integralmente e contengono profumazioni sintetiche. Utilizzo, invece, candele in cera di soia o di colza, meglio se prodotte con materie prime provenienti da agricoltura sostenibile. Per profumare la casa, potete scegliere prodotti già arricchiti con oli essenziali, incenso o altre sostanze naturali, oppure aggiungere una goccia del vostro olio essenziale preferito quando la candela abbia cominciato a sciogliersi (ma fate molta attenzione, evitando di far gocciolare l’olio troppo vicino alla fiamma). Attualmente, le mie candele naturali preferite sono delle tealight in cera di colza con portacandele biodegradabile e compostabile. Sono senza profumazione, così non ci danno fastidio a tavola, ma posso decidere io di aggiungere un aroma a quando lo desidero.

profumare la casa in modo naturale con le candele

NB. Prestate sempre la massima attenzione, quando usate candele con fiamma. Io ho scattato delle foto con delle coperte, ma non vanno mai messe nelle vicinanze di tessuti infiammabili. E mai lasciate incustodite.

2. Bruciatore con oli essenziali

Un altro sistema molto efficace per profumare la casa in modo naturale è il classico bruciatore di oli essenziali. Anche in questo caso, ne esistono diversi tipi, a cominciare dal bruciaessenze con le candeline tealight che scaldano l’olio o le tart a base di oli essenziali. Io, invece, uso da circa un anno un piccolo bruciatore elettrico da parete, perfetto per la mia casetta piccina. Si tratta, in particolare, di un dispositivo che scalda a bassa temperatura l’olio essenziale, senza bisogno quindi di aggiungere acqua o oli vettori. Mi è costato pochi euro, l’ho inserito in una presa inutilizzata vicino alla porta d’ingresso e lo accendo un paio di volte al giorno per circa un’ora. La mia essenza preferita, attualmente, è l’olio di Carta Eromatica d’Eritrea, formulato con resine e balsami naturali. Io uso la versione classica e mi piace davvero tanto – il mio bruciatore è acceso anche in questo momento, mentre scrivo questo post – ma non vedo l’ora di provare anche la variante “blu”.

oli essenziali per profumare la casa in modo naturale

3. Cartine profumate da bruciare

Prima ancora che come olio essenziale, la Carta Aromatica di Eritrea nasce in foglietti da bruciare, che contengono sempre resine e balsami africani. Io non li ho mai provati, ma so che vanno “incendiati” leggermente da un angolo e lasciati bruciare in un contenitore resistente al calore. Possono essere anche sistemati in armadi e cassetti per profumare la biancheria, ovviamente da spenti.

4. Come profumare armadi e cassetti

E a proposito di biancheria, per profumare la casa in modo naturale potete anche inserire saponette vegetali profumate all’interno di armadi e cassetti. Io faccio la stessa cosa con eventuali avanzi di candele aromaterapiche, e il risultato è un profumo gradevole ma delicato quando si aprono i cassetti, ma anche sugli indumenti stessi. In alternativa, ovviamente, potete usare i classici sacchetti contenenti fiori o erbe essiccati, a cominciare dalla classica lavanda. Potete acquistare pot pourri già pronti, oppure realizzarne voi con foglie, erbe aromatiche e petali secchi. Un’altra opzione per profumare naturalmente armadi e cassetti in modo naturale è un cuscinetto imbevuto con qualche goccia di olio essenziale. Io uso da tempo questo metodo per le scarpiere, inserendovi all’interno dei dischetti struccanti lavabili su cui lascio assorbire alcune gocce di olio di menta.

oli essenziali per profumare armadi e cassetti

5. Diffusore a bastoncini fai da te

Un altro grande classico per profumare la casa in modo naturale sono i diffusori a bastoncini. Quelli che si trovano in commercio contengono spesso profumi sintetici, che possono causare anche allergie o irritazioni. Se preferite un aroma di origine naturale, potete acquistare un deodorante a base di oli essenziali, oppure potete farvelo in casa con il vostro aroma preferito, proprio come faccio io. Non dovrete fare altro che inserire in un’ampolla di vetro un dito di alcol alimentare o di un liquore non troppo profumato che non vi piace (io sto usando da tempo una vecchia grappa che nessuno beveva!) aggiungere qualche goccia dell’olio essenziale che preferite e poi dell’acqua. Per diffondere l’aroma potete usare dei bastoncini da spiedo, ricordatevi di girarli un paio di volte al giorno.

deodorante per la casa fai da te

6. Profumare la casa in modo naturale con bucce di agrumi

Un ultimo sistema super naturale per profumare la casa prevede l’uso di scorze di mandarini e arance, che potete utilizzare in diversi semplici modi. Potete semplicemente lasciarle a essiccare sul calorifero acceso, oppure preparare un decotto mettendo in ebollizione per pochi minuti le bucce essiccate e sminuzzate.

A voi piace profumare la casa in modo naturale? Quali trucchi usate? Raccontatelo nei commenti o sulla mia pagina Facebook!

12 Ottobre 2020 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
verdura e frutta di stagione biologica
mamma greenpost sponsorizzati

Frutta di stagione bio: perché la preferisco e come la scelgo

by Silvana Santo - Una mamma green 2 Settembre 2020

Sono lontani i tempi in cui avevamo accesso solo a verdura e frutta di stagione: le moderne tecniche di coltivazione dei prodotti ortofrutticoli, ma anche le maggiori possibilità di conservarli e trasportarli anche a distanze enormi hanno riempito progressivamente i supermercati di alimenti che non seguono la stagionalità naturale dei raccolti. Trovare in vendita le fragole a Natale, insomma, non è più così impossibile. Ci sono molte ragioni, però, per preferire comunque la verdura e la frutta di stagione, meglio ancora se biologica. Ed esiste un modo interattivo e divertente per riuscire a scegliere i prodotti migliori mese per mese: l’Albero della stagionalità, che vi racconterò in questo post!

albero della stagionalità per la frutta di stagione

La frutta di stagione è più buona

La natura dà il meglio di sé quando le viene appunto consentito di esprimersi al meglio, con spontaneità. La frutta di stagione, così come la verdura, ha di solito proprietà organolettiche che non sono paragonabili a quella dei prodotti consumati “fuori tempo”: sapori, profumi, consistenze e colori raggiungono il massimo quando viene rispettata la naturalità del raccolto. E, almeno per la mia esperienza, quando si punta sul biologico. La natura, del resto, è generosa e piena di fantasia: in ogni stagione ci regala una varietà di colori, gusti e aromi in grado di soddisfare i palati più esigenti e di assicurarci un pieno di acqua, fibre, vitamine, minerali e altri elementi fondamentali per il nostro benessere. Anzi: rispettare la stagionalità di frutta e verdura può essere l’occasione perfetta per assaggiare nuovi prodotti e sperimentare ricette alternative, magari riscoprendo i sapori della tradizione gastronomica del nostro territorio.

frutta di stagione bio

Verdura e frutta di stagione bio sono più green

La frutta e la verdura fuori stagione sono prodotte in serre, spesso riscaldate e illuminate artificialmente, con maggiori quantità di pesticidi e concimi di sintesi rispetto alle colture che assecondano i tempi naturali. Oppure provengono da luoghi di coltivazione molto lontani da quelli di consumo, con un importante dispendio di carburante e di antiparassitari per sopportare il lungo viaggio. In altre parole, inquinano di più e sono potenzialmente più inquinate. La scelta di prodotti di stagione, meglio ancora se coltivati secondo i crismi dell’agricoltura biologica, permettono di ridurre l’impatto sull’ambiente, grazie a una filiera produttiva che esclude l’impiego di pesticidi e fertilizzanti sintetici e che riduce gli sprechi idrici e lo sfruttamento del suolo.

frutta e verdura biologica di stagione

I prodotti di stagione costano meno

Normalmente, mettere nel carrello prodotti ortofrutticoli di stagione, anche quando si tratta di cibi biologici, permette di spendere meno (in qualche caso, anche considerevolmente meno) rispetto all’acquisto di prodotti fuori stagione che, per il loro processo produttivo più “artificiale” o per la provenienza da territori lontani, hanno di norma un costo più alto. Rispettare la stagionalità della natura, insomma, fa bene anche al bilancio familiare.

frutta biologica di stagione

Come scegliere verdura e frutta di stagione

Un modo davvero semplice e divertente per individuare i prodotti di stagione mese per mese, magari coinvolgendo i bambini in un passatempo simpatico e allo stesso tempo istruttivo, è l’Albero della Stagionalità che trovate sul sito di Made in nature, un bellissimo progetto nato per promuovere la cultura del biologico in diversi paesi europei. L’Albero virtuale è davvero di immediato utilizzo, basta scegliere un mese sul calendario per accedere ai frutti e agli ortaggi che la terra ci regala in quel periodo. Cliccando sui disegni dei vari prodotti, inoltre, si possono leggere utili informazioni sulle loro caratteristiche e proprietà. La grafica è molto accattivante, anche per i bambini, che in questo modo potranno, con un semplice clic, imparare tante cose nuove sulla natura e sui suoi preziosi “tesori”, conoscere il valore della stagionalità dei prodotti e magari mangiare la verdura anche più volentieri!

come scegliere la frutta di stagione

Voi cosa ne pensate? Portate in tavola solo prodotti di stagione, oppure vi concedete qualche prelibatezza “fuori tempo”? Ritenete di essere sufficientemente informati sulla stagionalità di frutta e verdura?

 

Post realizzato con l’assistenza di Made in Nature

albero della stagionalità della frutta

2 Settembre 2020 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
organizzare un picnici a rifiuti zero
mamma green

Come organizzare un picnic senza plastica

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Luglio 2020

Avete mai pensato di organizzare un picnic plastic free, a rifiuti zero?
Tutti quanti amiamo le scampagnate in montagna o in spiaggia, specie in quest’era singolare di ritrovata libertà post Covid, che mi pare abbia spinto molti di noi a riappropriarci di luoghi bellissimi vicino casa e ritrovare il contatto con la natura e il piacere di stare all’aria aperta.

E tutti sappiamo, naturalmente, quanto sia importante lasciare i luoghi che visitiamo esattamente uguali a come li avevamo trovati, evitando in ogni modo di abbandonare o disperdere rifiuti. Ma è possibile dare un ulteriore contributo alla protezione dell’ambiente, evitando del tutto di generare spazzatura e organizzando un picnic plastic free. In che modo?

Ecco le mie idee per il vostro pranzo al sacco a zero rifiuti.

1. Involucri di cera d’api per i panini

In un picnic plastic free non possono mancare, al posto della pellicola per alimenti usa e getta, gli involucri di cera d’api per avvolgere i panini (e non solo), riutilizzabili molte volte e sicuri a contatto con gli alimenti. Io li ho provati la prima volta durante un viaggio in Irlanda, e superate le prime difficoltà iniziali – non mi piace che siano troppo rigidi, appiccicosi e profumati di cera, per cui mi ci trovo meglio dopo alcuni usi, quando i lavaggi cominciano ad assottigliare il rivestimento ceroso, e li trovo perfetti anche quando la cera è quasi del tutto venuta via! – ho cominciato a usarli regolarmente a casa e fuori. Attualmente sto utilizzando un kit di Bee Zero Waste, involucri di cera d’api realizzati artigianalmente in Leicester, UK con materiali locali sostenibili, tra cui cera d’api pura al 100%, resina di pino e olio di cocco. La cosa più simpatica è che il kit contiene fogli di dimensioni diverse e, soprattutto, con fantasie coloratissime e divertenti. Se volete provarli, li potete acquistare qui.

come organizzare un picnici plastic free

2. Tovaglioli di stoffa per un picnic plastic free

Oltre che più ecologici, i tovaglioli di stoffa sono estremamente confortevoli da usare, facili da lavare e molto economici. Personalmente, li ho sostituiti totalmente a quelli usa e getta, anche a casa, da oltre un anno, senza che il carico di lavoro a casa ne abbia risentito in alcun modo.
Il mio consiglio: sceglietene di diverse fantasie, in modo che ogni membro della famiglia possa utilizzare il suo tovagliolo senza confondersi.

3. Borracce termiche

Le borracce termiche sono le mie migliori amiche dal nostro viaggio in Lapponia Finlandese, oramai due anni e mezzo fa. Da allora, non me ne separo neanche nella più semplice passeggiata sotto casa, o nelle brevi trasferte in auto per andare dai nonni. Ovviamente, a mio parere non possono mancare in un picnic plastic free! Il mio consiglio, per essere due volte “green”, è di riempirle direttamente con acqua di rubinetto o delle case dell’acqua, per poi ricaricarle, nel corso della gita, da sorgenti o fontanelle trovate sul posto. A casa nostra, adoriamo le borracce termiche del marchio giapponese Zojirushi. Non sono molto economiche, ma vi garantisco personalmente la tenuta eccezionale, e spesso capita di trovarle in offerta.
Se volete, potete anche contrassegnarle con etichette adesive personalizzate (io utilizzo quelle di Stikets).

picnic plastic free wet bag e borraccia termica

4. Wet bag per la merenda

Le wet bag sono sacchetti richiudibili con uno strato impermeabile all’interno, che le rende perfette non solo per stivare per esempio pannolini lavabili usati (lo scopo primario per cui credo siano state ideate), ma anche per conservare merende e snack durante un picnic plastic free. A dire il vero, io le uso moltissimo anche per la merenda che Davide porta a scuola e al centro estivo ogni giorno. Sono ideali per frutta, brioche e piccoli panini o tramezzini. Le trovate facilmente nei negozi che vendono pannolini e assorbenti lavabili (fate sempre attenzione ai materiali).

5. Cannucce lavabili

I bambini amano spesso bere dalla cannuccia (a casa nostra, la grande appassionata del genere è Flavia), peccato che si tratti di oggetti non riciclabili e che, viste le loro dimensioni contenute e il peso ridotto, rischino di volare via durante una gita e di finire disperse nell’ambiente. Per un picnic plastic free, invece, sono perfette le cannucce lavabili e riutilizzabili. Ne esistono ormai di tanti tipi e in diversi materiali, le nostre sono in silicone, con un calibro adatto anche a frullati e granite (e per questo facilissime da pulire), e le abbiamo comprate su AtomicBaby.it a un prezzo davvero piccolo piccolo. Flavia ne va pazza!

cannucce lavabili in silicone plastic free

6. Contenitori riutilizzabili

Avete mai avuto la brillante idea di fare dei biscotti per un picnic e portarli con voi dentro un sacchetto? Io sì, e il risultato è stato un deprimente e patetico frullato di biscotti. Da allora uso sempre e soltanto contenitori rigidi a chiusura ermetica, di latta o anche di plastica (in questo caso, sono ideali anche per formaggio o tagliate di frutta).

A voi piacciono i picnic? Ne state organizzando, in questo periodo? E che tipo di soluzioni suggerite per ridurre l’impatto ambientale? Avete mai organizzato un picnic plastic free a rifiuti zero?

involucri di cera d'api

6 Luglio 2020 2 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
perché adottare un alveare
animalimamma greenpost sponsorizzati

Perché adottare un alveare e come farlo

by Silvana Santo - Una mamma green 11 Giugno 2020

Avete mai pensato di adottare un alveare? Un gesto semplice e alla portata di tutti, un piccolissimo investimento che può fare davvero la differenza per la salvaguardia della natura e la protezione di questi piccoli meravigliosi insetti che rischiano di estinguersi. Adottare un alveare, inoltre, rappresenta un’occasione unica per i bambini, per avvicinarli al mondo dell’apicoltura e conoscere da vicino la straordinaria società delle api e i “miracoli” che riescono a compiere. E offre anche, non da ultimo, la possibilità di ricevere direttamente a casa propria una fornitura preziosa di “dolcissimo oro”, oppure di fare un regalo originale e green.

Se volete saperne di più, vi racconto come funziona l’adozione di un alveare e, soprattutto, perché farlo!

Perché adottare un alveare: senza api non si mangia

Le api sono fondamentali per la nostra vita: sono loro che, grazie all’impollinazione, ci permettono di portare in tavola molti frutti e molte verdure per noi irrinunciabili. Solo in Europa, circa quattromila diverse colture dipendono dal “lavoro” quotidiano e infaticabile delle api. Garantire la loro sopravvivenza sulla Terra significa dunque garantire l’esistenza stessa della specie umana, che altrimenti dovrebbe fare i conti con problemi serissimi di approvvigionamento di prodotti agricoli.

Paladine della biodiversità

Non è solo una questione di “pappa” per noi umani: la presenza delle api come impollinatori assicura la sopravvivenza di migliaia di specie vegetali, che altrimenti non potrebbero più riprodursi. A cascata, mantenere in salute piante e alberi offre habitat, rifugio e nutrimento alla fauna, contribuisce all’equilibrio climatico (già messo a dura prova dal riscaldamento globale) e previene il dissesto idrogeologico. In generale, adottare un alveare e proteggere le api significa dare un contributo molto importante alla tutela di interi ecosistemi.

come adottare un alveare

Tutto il bello del miele

Il miele non solo è una leccornia di cui l’umanità gode da millenni: gli antichi egizi già allevavano le api per raccoglierlo, mentre per i Greci era “il cibo degli dei”. Il miele vanta anche proprietà antinfiammatorie e antibiotiche e contiene vitamine, minerali e antiossidanti. È inoltre uno dei prodotti alimentari più “naturali” che ci siano e, nel caso del miele “grezzo”, non subisce alcun tipo di pastorizzazione, cottura, trattamento o addizione di sostanze. Adottare un alveare significa assicurarsi una preziosa (e deliziosa!) scorta di miele, da utilizzare in purezza o in mille ricette dolci e salate. Io, per esempio, adoro impiegarlo in preparazioni di ispirazione orientale, come il salmone caramellato, il pollo in salsa teriyaki o i gamberi cotti sulla piastra giapponese.

Altri tesori dell’alveare

Dentro un alveare si producono anche molte altre materie prime dalle proprietà insostituibili. Dalla propoli alla pappa reale, dalla cera d’api al polline stesso, alle api si deve un vero e proprio forziere di tesori naturali, che l’uomo conosce e apprezza fin dalla notte dei tempi.

Le api sono in pericolo

Nonostante il ruolo inestimabile e unico che ricoprono negli equilibri ambientali e nella vita dell’uomo, le api sono attualmente minacciate di estinzione. Negli ultimi decenni, il loro numero è calato costantemente a causa dell’uso sempre più massiccio di pesticidi, della perdita di habitat, della diffusione di parassiti provenienti da altri ambienti. Anche il pregiudizio che a volte gli uomini hanno nei loro confronti rischia di aggravare ulteriormente la situazione. Adottare un alveare significa preservare nel modo più concreto e immediato possibile una popolazione di api, preziose impollinatrici e generose alleate dell’uomo.

Una storia e una cultura millenarie

Se le api sono a rischio, lo è ovviamente anche l’apicoltura, che vanta migliaia di anni di storia e di cultura, di tecniche e conoscenze spesso tramandate di generazione in generazione, da famiglie che allevano le api con passione e amore a stretto contatto con la natura. Sostenere un apicoltore non significa solo aiutare lui/lei e la sua famiglia, ma anche contribuire alla tutela di un patrimonio millenario e insostituibile di saperi, tradizioni e buone pratiche.

Come adottare un alveare

Con 3Bee adottare un alveare è estremamente semplice: basta andare sul loro sito, scegliere l’apicoltore che si vuole sostenere tra le tante realtà in tutta Italia e selezionare la formula con cui si vuole sostenere il progetto. I piani di adozione degli alveari partono da un costo di appena 12 euro l’anno, ma già con un investimento di poco superiore (21 euro) è possibile assicurarsi una piccola fornitura annua di miele. Oltre al prezioso “cibo degli dei”, potrete visitare virtualmente l’alveare che avete deciso di adottare e seguirne le novità e l’evoluzione nel tempo (personalmente, ho rinunciato a parte del mio compenso per questa collaborazione per adottare un alveare con il piano “La Queen”, vi racconterò più avanti l’esperienza di monitoraggio a distanza dal punto di vista di Davide e Flavia). A me sembra anche una perfetta idea regalo, adatta a tutte le esigenze e a tutte le tasche.

adottare un alveare: consigli

Voi cosa ne pensate? Vi piace il miele, lo utilizzate sulla vostra tavola? Ditemi la vostra nei commenti o sulla mia pagina Facebook.

Post realizzato con l’assistenza di 3Bee

La foto di copertina e quella delle arnie sono di Azienda Agricola Borgo al Mezzanino

 

11 Giugno 2020 5 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
carta da parati ecologica
mamma greenuna mamma per due

Cameretta: carta da parati ecologica e altre idee green

by Silvana Santo - Una mamma green 26 Maggio 2020

A casa nostra è tempo di ristrutturare la cameretta, e di farlo nel modo più funzionale possibile, ma anche, nelle nostre intenzioni, ecologico e sostenibile. Dalla carta da parati ecologica e compostabile alle soluzioni salvaspazio, in questo periodo sto vagliando una serie di alternative per sistemare finalmente la cameretta che i miei figli condividono da sempre, e per farlo in modo green.

Per noi si tratta di una esigenza non più rimandabile, visto che Davide e Flavia, allo stato attuale, non dispongono nemmeno di una postazione adeguata per studiare (il che, in tempi di didattica a distanza, ci ha costretti a soluzioni molto fantasiose come il comò trasformato in scrivania).

Vorremmo dedicarci al progetto di ristrutturazione della cameretta nei prossimi mesi, cercando di puntare a soluzioni il più possibile sostenibili ed efficienti. Ecco cinque idee che ho appuntato per una cameretta confortevole e amica dell’ambiente.

1. Carta da parati ecologica

Io sono cresciuta in una casa con la carta da parati e negli anni mi è capitato spesso anche di dare una mano nelle operazioni di applicazione e sostituzione delle carte. Sono dunque in qualche modo affezionata a questo elemento di arredo e decorazione che negli ultimi anni, dopo qualche decennio in sordina, è diventato molto cool e contemporaneo. L’opzione più green è probabilmente la carta da parati completamente compostabile, realizzata con materie prime vegetali senza l’uso di agenti leganti convenzionali né coloranti artificiali. Composta principalmente di fibre di lino, la carta da parati ecologica mi sembra perfetta per realizzare una “base neutra” alla quale aggiungere poi mobili, complementi e decorazioni colorate per la camera dei bambini.

2. Letti salvaspazio

Prima di imbarcarci nella ristrutturazione della cameretta (e di rimanere tappati in casa per via del lockdown) avevamo preso in considerazione l’idea di trasferirci in una casa più grande. Tra le tante ragioni che ci hanno convinto a rimandare il progetto di trasloco, c’è anche la consapevolezza che una casa più piccola si rivela spesso più green: minor consumo di suolo, dispendio energetico ridotto, inferiore quantità di detergenti e altri prodotti per l’igiene e la manutenzione. Questo, però, comporta soluzioni ingegnose per ottimizzare lo spazio e riuscire a garantire il benessere a tutti. Tra le idee salvaspazio per la cameretta che stiamo vagliando ci sono in primis i letti a soppalco, che sarebbero perfetti per il nostro appartamento, in cui i soffitti sono alti più di tre metri e l’esposizione favorevole rende gli ambienti molto luminosi.

carta da parati ecologica e compostabile

3. Tessili in cotone organico

Non solo la carta da parati ecologica: anche i tessili per l’arredamento possono essere green, se realizzati con fibre organiche (cotone, lino ma anche canapa o fibra di bambù) o riciclate. Mi riferisco in primis alle tende, che in casa mia sono irrinunciabili, visto che le finestre guardano a sud-ovest e in estate ricevono luce e calore dalla tarda mattinata fino al tramonto. Ma anche a tappeti, rivestimenti per cuscini e biancheria.

4. Illuminazione a risparmio energetico

L’illuminazione della cameretta di Davide e Flavia andrà in parte rivista, per introdurre dei nuovi punti luce in corrispondenza dei nuovi letti e delle scrivanie. Conto di utilizzare il più possibile soluzioni mobili e flessibili come faretti a pinza o a morsetto, in modo da non dover forare le pareti. Per le lampade da studio e da lettura credo che punterò sui LED, mentre per l’illuminazione generale preferisco ancora le lampadine a risparmio energetico, perché mi sembra che offrano una luce più calda, naturale e confortevole.

5. Cameretta senza schermi

Coerentemente con le nostre scelte in fatto di tecnologia e televisione, nella cameretta di Davide e Flavia continueranno, anche dopo la ristrutturazione, a non esserci televisore né computer (potranno usarlo, ovviamente, se avranno ancora bisogno di seguire le lezioni scolastiche a distanza). I nostri figli, al momento, hanno 7 e 5 anni e, anche se guardano la TV ogni giorno e cominciano a saper utilizzare il computer (specie il primogenito) preferiamo che non abbiano ancora libero e incontrollato accesso agli schermi e, soprattutto, che non finiscano col guardare i cartoni a letto, magari fino a un minuto prima di dormire. Ci sembrerebbe, insomma, un po’ contraddittorio puntare sulla carta da parati ecologica e sulle fibre biologiche e poi compromettere l’igiene del sonno, ora che i bambini sono ancora relativamente piccoli.

Voi cosa ne pensate? Avete adottato soluzioni green per la cameretta dei vostri figli? Scrivetemi pure altri spunti nei commenti o sulla mia pagina Facebook.

carta da parati ecologica in lino

Post realizzato con l’assistenza di Carta da Parati degli anni ’70.

26 Maggio 2020 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • 2
  • 3
  • …
  • 13

Seguimi su Facebook!

Facebook

Chi sono

Chi sono

Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

Il mio libro

Rubriche

Mi trovi anche su:

 

 

 

Archivi

Cookie Policy
  • Facebook

@2011/2021- All Right Reserved. Designed by DigitalStylist


Torna su