Ti tengo per mano

Ti tengo per mano la sera, al buio. Mentre passi dalla veglia al sonno, sfidando l’oblio e la tua avidità di giochi, di vita, di azione. Ti tengo per mano e ti sento entrare a poco a poco nelle beatitudine della tua innocenza. Nel sonno angelico dei piccoli, con le tue dita piccine mollemente al riparo tra le mie.

Ti tengo per mano quando sei malato. Come se il tocco dei miei polpastrelli potesse guarirti, o almeno consolarti e ricordarti che tutto andrà bene. Accarezzo le tue morbide mani bollenti, o ghiacciate, come se questo potesse bastare per sollevarti dal tuo piccolo grande malessere, e trasferirlo per sempre nel corpo di tua madre.

Ti tengo per mano quando affronti l’ignoto. Una strada sconosciuta e buia, una nuova conoscenza, un’esperienza mai fatta prima. Ti tengo la mano appena tremante e le mie dita le dicono che la vita è bella quando ci sorprende, quando ci emoziona. Quando ci sfida.

Ti tengo per mano quando attraversiamo un incrocio. Non prima e non dopo, perché mi fido di te. Ti lascio procedere solo, al mio fianco, perché sai quando è il momento di fermarti e tendermi la mano. E io so che tu lo sai.

Ti tengo per mano quando hai paura. Ti stringo forte, per dirti senza parlare che non sei solo, e che mai lo sarai. Che sei forte e ce la puoi fare. Che la paura non è un mostro, ma un cavallo selvaggio da domare. Per diventare grande, e correre veloce per il mondo.

Ti tengo per mano quando mi chiedi di ballare. Per contagiarci con l’allegria, con la leggerezza che quasi non conoscevo e che tu mi hai insegnato. La leggerezza scanzonata che hai portato nei miei giorni e per cui ti sarò grata per tutta la vita.

Ti tengo per mano quando sei stanco. Quando siamo in ritardo, e tu mi dici: “Dammi la mano, mamma. Così andiamo più veloce!”. Ti tengo la mano e ti sostengo, ti incoraggio, ti infondo energia. E nello stesso momento rinfranco e rianimo me stessa.

Ti tengo la mano ogni volta che me lo chiedi. La lascio andare non appena, anche senza dirlo, mi fai capire che da quell’intreccio di dita hai bisogno di scioglierti. Ti tengo la mano, e ogni volta mi sorprendo a pensare che un giorno sarò io ad aver bisogno della tua presa salda di figlio. Sarò io a tenderti le dita in cerca di sostegno, di calore, di conforto. Spero di trovarla, la tua mano giovane. Ma di non abusarne mai. Fino ad allora, ti tengo per mano. Con forza e dolcezza, con dita di farfalla.

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2 Commenti

Chiara 21 Marzo 2017 - 13:30

mi sono commossa

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IsaQ 21 Marzo 2017 - 14:26

“Che la paura non è un mostro, ma un cavallo selvaggio da domare. Per diventare grande, e correre veloce per il mondo.” Tra tutto quello che hai scritto splendidamente, questo passo mi ha + colpita essendo quello che spero di riuscire a fare sempre

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