I bambini, spiegati a chi non ne ha

by Silvana Santo - Una mamma green
bambini spiegati a chi non ne ha

I bambini credono alla magia, alle fate e a Babbo Natale. Ma ti scoprono subito quando gli stai mentendo. I bambini hanno tutto il tempo del mondo, eppure non sopportano di aspettare. Perché i bambini vivono solo la dimensione del presente, il loro orizzonte si esaurisce nel qui e nell’ora. Non hanno esperienza, non hanno ricordi a cui attingere quando sono preoccupati, frustrati o feriti. Non hanno ancora l’anima irruvidita dal callo della pazienza e del compromesso. Dovranno imparare a cedere, a mediare, ad accontentarsi. Ad aspettare. Finanche a rinunciare, qualche volta. E dovranno capire quando invece è il caso di insistere e di ostinarsi. Ci vorrà tempo perché questo accada e, nel frattempo, loro puntano i piedi e piangono forte.

I bambini, per definizione, sono tutti più o meno irragionevoli. Un bambino che non lo fosse, semplicemente, sarebbe un adulto. Solo che ognuno di loro lo manifesta in modo peculiare. C’è chi ha paura di cose innocenti, chi non accetta che gli si dica di no, chi avanza richieste illogiche e impossibili da soddisfare. I bambini non sanno che non tutto è sempre possibile, che non tutto è lecito, che non tutto è salutare o sostenibile. Impareranno anche questo, ma ci vorranno anni, esperienze, esempi da seguire.

I bambini agiscono secondo l’unico istinto innato negli umani: perseguire la propria felicità, o quella che in un dato momento sembra loro che lo sia. Ottenere la soddisfazione più rapida possibile dei propri bisogni, reali o illusori che siano. Il seno materno, un abbraccio, un sacchetto di caramelle, un giocattolo nuovo: per loro non conta l’importanza oggettiva del loro desiderio, ma l’intensità con cui in quel momento lo ambiscono.

I bambini si stancano molto, anche se sembrano “inesauribili”, anche se a volte la loro vivacità apparente cresce in modo proporzionale alla stanchezza. Si stancano, e lo manifestano in modi molto variabili: qualcuno piange, qualcuno diventa isterico, qualcuno mangia fino allo sfinimento. E qualcuno, semplicemente, crolla addormentato.

Se ti amano, i bambini, lo fanno incondizionatamente. Invocano il tuo nome mentre ancora li stai rimproverando, ti tendono le braccia dall’angolo in cui tu stesso li hai spediti. Ti perdonano sempre, e lo fanno sul serio, anche quando non riescono a dimenticare. Scusano i tuoi ritardi, le assenze, le urla, le cose che gli hai sputato in faccia e che invece, decisamente, avresti dovuto tacere. Perché i bambini, se si fidano di te, lo fanno sul serio. Come nessuno di loro, da adulto, sarà più in grado di fare. Sono programmati evolutivamente per fidarsi, per affidarsi, per credere. E questa è forse la manifestazione d’amore più assoluta che esista.

I bambini non hanno idea di cosa sia il concetto di opportunità. Non sanno se qualcosa sia o meno conveniente, eccessivo, fuori luogo. Fanno e dicono quello che sentono sia il meglio per loro, in quel particolare momento. Anche quando “si comportano bene”, quando obbediscono, quando aderiscono alle aspettative degli adulti, stanno semplicemente rispondendo al loro istinto primario di fare ciò che probabilmente li farà stare bene.

I bambini sono tutti uguali e tutti diversi. Ce ne sono di ingenui, di intuitivi, di brillanti, di orgogliosi, di testardi e di ansiosi. Di altruisti e di egocentrici. Di impavidi e di timidi. I bambini sono individui. Persone che stanno imparando a conoscere se stessi e il mondo in cui sono stati catapultati. I bambini non sbagliano mai, e se lo fanno la colpa è degli adulti che hanno intorno.

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