Alto contatto sì o no: questione di latitudine?

Negli ultimi tempi non faccio che leggere di quanto il cosiddetto alto contatto” (allattare a richiesta e a lungo, dormire vicino ai propri figli, portarli in fascia, e altre cose così) sarebbe diventato una specie di imperativo morale per le madri. O di quanto le mamme più “appiccicose” si sentano in qualche modo più eroiche, e quindi migliori, di quelle che magari hanno allattato poco o niente (per scelta o difficoltà sopraggiunte), o applicato sistemi basati sull’estinzione graduale (vedi Estivill, per intenderci). Come se non essere “ad alto contatto” sia insomma considerato un peccato da espiare, una scelta moralmente meno irreprensibile.

Senza voler ingaggiare una gara a chi viene “maltrattata di più” (lungi da me, davvero), devo dire che la mia esperienza duplice, in realtà, ha tutt’altro sapore.

Porto i miei figli (in fascia o marsupio ergonomico) da due anni e mezzo, e solo due volte ho incontrato altre mamme-canguro. Una era canadese, l’altra tedesca. Quando giro con Flavia in fascia non mancano i commenti sarcastici su quanto sia “male abituata” a stare “sempre in braccio” o “sempre con sua mamma”, etc. Almeno una volta al giorno mi viene fatto notare quanto sarebbe cosa buona e giusta che lei si abituasse al passeggino, per le ragioni più svariate. Non manca chi ci guarda ammirato, certo, ma il biasimo e lo scetticismo si sprecano. Il resto della gente, semplicemente ci squadra come se fossimo “strane”.

A proposito di latte, devo dire che la scelta (e la possibilità) di allattare al seno entrambi i miei figli ha in effetti suscitato una reazione generalmente positiva nella “gente”. Ma solo finché i bambini sono rimasti molto piccoli. La mancanza di biberon, latte crescita e simili a svezzamento avviato e concluso, invece, ha spesso provocato osservazioni critiche e domande preoccupate sulla salute dei miei figli, e sulla salubrità della loro dieta (“Non sarebbe meglio passare a un latte più nutriente?” e simili).

Per non parlare poi del personale sanitario. Le temibili ostetriche talebane della tetta e del cosleeping, di cui tanto si parla in rete, per me non sono altro che una famigerata leggenda. Al corso preparto organizzato dalla Asl della mia cittadina, ad esempio, ci raccomandavano di allattare a richiesta “solo per una ventina di giorni”, per poi imporre un ritmo regolare alle poppate. Le psicologhe che affiancavano l’ostetrica riferivano inoltre dei terribili danni causati dal cosleeping (cito: “la maggior parte degli adolescenti problematici che arrivano da noi dormiva nel lettone coi genitori”). Quanto alle puericultrici che hanno seguito Flavia dopo il parto (in un punto nascita considersto un fiore all’occhiello in fatto di maternità), hanno risposto alle mie richieste di allattarla solo al seno con un secco: “Allattamento esclusivo? Ma se non lo fa più nessuno!”, per poi rivolgersi a me con sarcasmo durante tutto il ricovero.

Altro che alto contatto come imperativo sociale, insomma. Il modo mio e della mia metà di crescere i nostri figli, peraltro deciso in corso d’opera, senza alcuna convinzione “ideologica” pregressa, suscita se va bene una sincera curiosità, ma nella meaggioranza dei casi ironia o meraviglia. E mi fa sentire tanto sola, visto che non è condiviso da praticamente nessuno dei genitori che conosco.

Non avendo ragione per dubitare della sincerità delle madri che riportano esperienze antitetiche, mi sono sempre detta che purtroppo il ricevere censure e battutine è il destino di tutte le madri. A prescindere da quello che fai, in molti ti giudicheranno male (soprattutto le altre mamme), ed è naturale che ognuna creda in buona fede che siano le sue personali scelte ad attirare le contestazioni più feroci.

Ma da qualche tempo inizio a credere che sia anche una questione di contesto territoriale, e quindi sociale e culturale. Forse dalle mie parti – dove, senza ipocrisia, tutto arriva in ritardo e più lentamente – la storia dell’alto contatto e dei suoi presunti benefici non è mai giunta. Alle mie latitudini, nonostante tutta la retorica degli scarrafoni cuore di mamma, siamo ancora piuttosto convinti che l’educazione si impartisca a ceffoni e castighi, altro che Montessori e mei tai (salvo poi ritenere normale che una madre lavi le mutande del suo pargolo quarantenne, oppure faccia da baby sitter per la figlia 24 ore su 24, 7 giorni su 7, ma questa è un’altra storia).

“Non capisco: non usate la culla? E dove metti tua figlia di notte?”, mi domanda ogni tanto qualcuno con aria perplessa. “Guarda a chella ‘arò l’ha mis’ (Guarda quella dove ha messo sua figlia)”, mi ha urlato qualche giorno fa un ragazzino, tra l’ilare e lo sbalordito, riferendosi al marsupio ergonomico di Flavia. Forse sono solo casualità. Oppure è davvero una faccenda di come ognuna di noi percepisce l’immagine che gli altri hanno di se stessa. Forse. Ma non posso fare a meno di pensare che se l’alto contatto è davvero una “moda”, di certo non lo è nel mio profondo Sud.

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22 Commenti

Nicole 15 Maggio 2015 - 15:09

poveraaa…… mi fai tantissima tenerezza… e mi viene da dire che sei nel posto sbagliato non una mamma sbagliata! anzi! i tuoi figli ti ringrazieranno! Io vivo a londra da 1 anno(a luglio) e il mio duenne ancora lo allatto (ormai ce n’è proprio poco rispetto a qualche mese fa) però la nanna è sacra con la tetta e rigorosamente nel lettone con mamma e papà. Sam è un bimbo estremamente felice e socievole indipendente e che ama giocare da solo o con noi… ma che tutti mi dicono essere un bimbo meraviglioso. io critiche ne ho ricevute a bizzeffe da familiari inclusi.. non gli ho mai fatto fare i polmoni pensa te! neanche un pianto senza che accorressi subito! che madre degenere! comunque ti farà piacere sapere che qui in uk se fai piangere i bambini o li picchi ti denunciano e te li portano via… decisamente il paese per me! 🙂

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:26

I miei cognati vivono a Londra, quando andrò a trovarli ti faccio sapere! E grazie mille per la solidarietà!

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V 15 Maggio 2015 - 18:15

Mi sono convinta, come te, che è il destino di noi madri subire commenti e intromissioni di chiunque sul nostro modo di essere madri a prescindere da quello che facciamo.
A volte però, quando i consigli arrivano da enti e istituzioni, può essere più difficile seguire la propria strada, almeno per me è stato così col primo figlio.
Io abito a Milano e qui l’imperativo solenne è quello delle madri ad alto contatto ad ogni costo: non c’è corso pre-parto o consultorio o ospedale dove l’alto contatto (mi viene la claustrofia) non solo è consigliato, ma viene imposto come una specie di imperativo morale che viene dall’alto con tanto di paroloni come Organizzazione Mondiale della Sanità e pena la scomunica tra le madri di poco valore.
Quello che troppo spesso insomma viene dimenticato in un periodo speciale come quello della maternità, è la sensibilità verso i casi personali: se piangendo e chiedendo aiuto perchè per me l’allattamento a richiesta è un incubo infinito e non riesco a farci pace, vengo comunque sconsigliata da dottori, pediatri e consultori a non smettere perchè fa bene al bambino (ma nel mio caso ha fatto male psicologicamente a entrambi) c’è qualcosa che non funziona.
Quello che le istituzioni dimenticano spesso è che l’OMS dà delle linee guida, ma poi si dovrebbe entrare nei singoli casi personali prima di giudicare universalmente.

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:56

Io una cosa davvero non capisco: una volta cresciuti non contiamo più nulla? Esiste solo l’interesse dei piccoli? Ma se stiamo male noi? Senza contare che nel caso madre/figlio una mamma infelice o sofferente equivale a un figlio altrettanto a disagio! Boh, forse all’Oms interessano solo i minorenni, che ti devo dire…

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theSwingingMom 15 Maggio 2015 - 18:15

La tua analisi è molto lucida, sui bambini e come crescerli, pesano ECCOME contesto e mode. Per esperienza, hai colto nel segno sul discorso nord-sud, dai è innegabile…ti seguo sempre, continua cosi!

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:56

Grazie mille, ti abbraccio!

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Nora 15 Maggio 2015 - 18:29

Ciao! Io vivo a Catania, nel sud ancora più profondo, ma mi sento di dire che qui l’alto contatto è invece parecchio diffuso. Certo, non da parte di tutti i genitori, ma da molti sì! 🙂

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:24

Bene, l’importante è che ci sia sempre rispetto per tutte le scelte. Che bella, Catania!!

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Nora 21 Maggio 2015 - 17:05

Certamente, l’importante è che ognuno possa scegliere ciò che trova più consono al suo modo d’essere!

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barbara 15 Maggio 2015 - 19:55

Azzardo: e se fosse la provincia il problema? Mi spiego: io vivo in un paesino del profondo nord e i commenti della gggente sono abbastanza simili a quelli di cui tu riferisci.
Diverso l’approccio del personale medico o comunque degli “specialisti del settore”, decisamente più propensi all’alto contatto.

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:21

Assolutamente possibile. So che a Napoli centro esistono altre realtà…

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Anita 15 Maggio 2015 - 21:59

Non posso che condividere quanto scrivi: è questione di latitudine!
Sono e vivo a Roma ma mio marito è della provincia di Salerno e tutta la sua famiglia di origine vive ancora lì.
Nella mia esperienza di “pre-mamma” e mamma ho toccato con mano la differenza di latitudine tanto che sono stata vista come un’aliena perché portavo mio figlio nel marsupio o nella fascia, usavo i pannolini lavabili e al corso pre-parto non facevo solo esercizi di respirazione ma venivo informata su tanti aspetti fisiologici del parto, sulla mia possibilità di scegliere se ricevere o meno somministrazioni di ossitocina, sulla possibilità di partorire in casa etc.
Se poi tenevo molto tempo in braccio mio figlio o lo prendevo appena piangeva, subito intervenivano: no, così lo vizi! no così lo abitui male! etc.etc.
Al contempo ho subito gli effetti negativi di chi è strenuo adepto dell’ “allattamento al seno” a tutti i costi, omettendo del tutto di considerare le singole individualità e facendoti sentire una mamma di serie B.
Per me l’allattamento al seno è stato molto faticoso e direi anche penoso.
Gli operatori dovrebbero avere nella giusta considerazione sia i benefici innegabili dell’allattamento al seno che quelli altrettanto inconfutabili di far si che il bambino abbia al proprio fianco una mamma serena emotivamente e psicologicamente.
Poter allattare il mio bambino con il biberon mi permetteva di riposare, di recuperare le forze, soprattutto mentali. Tutto ciò ha innegabilmente contribuito al mio rapporto con lui e a trovarmi a mio agio nel mio nuovo ruolo.
Quindi, direi: ok all’informazione, ok all’alto contatto ma ok anche alle singole specificità.

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:21

Sottoscrivo ogni parola! No alle imposizioni preconcette, no alle verità universali, no ai fondamentalismi controproducenti. Sì alla libertà e all’unicità!!

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anna.l 16 Maggio 2015 - 01:17

Secondo me hai ragione, il contesto è fondamentale. Ti porto la mia esperienza: criticata dai familiari (e quando mai hanno fatto altrimenti!) per pannolini lavabili (io fatico e loro parlano), allattamento a richiesta, alimentazione… Ovviamente ci litigo e continuo per la mia strada ancora più imperterrita. Sicuramente criticata anche dai conoscenti ma non apertamente. Una differenza però l’ho notata e riguarda proprio il contesto in cui vivo: in Abruzzo, dove vivo, da 3 anni mi guardano come un’aliena quando uso la fascia, anche se poi i commenti sono per lo più positivi e ultimamente vedo altre fasce, complice anche l’informazione data dai corsi pre-parto, credo. Quando torno a casa però nessuno fa caso alla fascia e nessuno chiede o commenta e l’ho sempre attribuito al fatto che in Costiera amalfitana, da dove provengo, ormai tutti sono abituati a vedere stranieri provenienti da tutto il mondo con tutte le “stranezze” possibili e immaginabili!

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:18

Viva i turisti stranieri e viva la Costiera Amafitana, soprattutto! 😉 Hai letto il mio post a tema nella rubrica Viaggi?

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Mamma avvocato 16 Maggio 2015 - 08:49

Guarda, ovviamente non so dirti come sia nel resto del Nord ma nel mio pezzettino l’allattamento al seno esclusivo e’ quasi un must, soprattutto per il personale sanitario e non ho mai sentito commenti sarcastici sul portare i bimbi in fascia, anzi.
Comunque, se tu stai bene e i tuoi figli stanno bene, significa che hai scelto la strada giusta per voi, quale che sia!!!

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 13:17

Grazie cara, sono d’accordo con te. Però a volte… che fatica!

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Sara 17 Maggio 2015 - 18:25

Ti posso parlare di quello che accade qui, nella Milano moderna e progressista. Quella sempre avanti due passi.
Anche qui tolleranza zero, per qualsiasi decisione tu prenda.
La moda nelle strutture sanitarie da queste parti spinge al’allattamento esclusivo, al cosleaping, al rooming-in per ogni neo-mamma reduce dal parto. Qui sì, esistono eccome quelle creature mitologiche: le ostetriche talebane della tetta e dell’altro contatto in genere. Ed in quasi tutte le strutture si viene guidate in quell’unica direzione, pena l’essere guardata come madre degenere.
Spesso purtroppo tutto avviene a scapito della salute della madre, che viene spinta a spremersi come un tubetto di dentifricio. Ci si sofferma solo sulla salute del piccolo, senza tener conto che madre e bebè sono una diade legata a doppio filo.
Perciò ho visto mamme spinte al parto naturale o al’allattamento esclusivo, quando forse le condizioni fisiche avrebbero richiesto il contrario. Oppure trattate con estrema sufficienza per aver fatto scelte differenti.
Al contrario la società guarda con estrema diffidenza l’alto contatto. Io per esempio vengo tutt’ora molto criticata per il mio insistere con un allattamento naturale nonostante l’insorgere di innumerevoli difficoltà.
Quindi la conclusione è sempre quella: sebbene non esista un giusto o uno sbagliato, ma solo ciò che è meglio per una famiglia, si viene criticati a prescindere. Ogni situazione dovrebbe essere guardata dall’interno perché diversa e unica.
Ma non è mai così e si va avanti con una “battaglia per chi fa meglio” a botte di luoghi comuni in una direzione o nell’altra.
Impariamo almeno noi mamme ad essere solidali, ne guadagneremo tutte quante!!!

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 11:21

Ma io dico, una bella e sana via di mezzo, mai? E magari anche una bella dose di cavoli propri? Ti abbraccio, con tutta la solidarietà che posso.

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Fra5 18 Maggio 2015 - 14:05

Anche da me… E soprattutto da altre mamme/nonne ecc… Tanti commenti. Io mamma di gemelli uso zaino in molte occasioni, allattamento esclusivo a richiesta (per me esperienza positivissima) realizzata anche grazie al cosleeping, questo ha permesso a tutti di dormire per ore in serenità. Scelte condivise solo con il mio compagno. Le nostre piccole stanno in braccio se ci cercano e non le facciamo attendere… Pazienza per i lavori domestici, o il resto… Ora ci troviamo bene con l’auto svezzamento, perché “obbliga” tutta la famiglia a mangiar bene, a riscoprire sapori e ad ingegnarsi per il menù. Pian piano si stanno abituando al lettino di notte. Scelte non previste, che costano impegno ma non esaurimento nervoso o obblighi perché sono state le nostre scelte work in progress! Insomma credo proprio che ognuno debba essere libero di seguire il proprio istinto e soprattutto avere la possibilità di farlo! A me fa sorridere se le persone credono che faccia “l’alternativa” per vezzo e non provano a capire che sì, non ci sono regole. Non ci sono ricette uguali x tutti. Ammetto che a volte mancano strumenti per decidere o l’emozione vince su tutto quindi si prenda come oro colato l’indicazione dell’ostetrica X del corso o del pediatra o di altri modelli… Senza ascoltarSI.
🙂 bravissima mamma green!

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Silvana - Una mamma green 19 Maggio 2015 - 11:20

Assolutamente d’accordo, è offensivo sentirsi dire che le proprie scelte (ponderate a lungo, a volte sofferte, spesso faticose) sono fatte per moda o per vezzo. Grazie mille e un bacio ai piccoletti!

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Federica 20 Luglio 2015 - 09:32

Cavolo, forse sono più anticonformista di te…il corso pre-parto neanche l’ho fatto e l’unica volta che ho seguito il consiglio di un’ostetrica mio figlio ha patito la fame perché “dovevo insistere con l’allattamento” (e il latte non ce l’avevo!!!). Sono convinta di una cosa: siamo animali e l’istinto ce l’abbiamo. Ci stanno facendo credere che dobbiamo seguire delle regole, dei canoni prefissati (da chi poi????) e che l’istinto ormai conta poco. Per fortuna il mio pediatra il giorno della prima visita del mio primogenito mi ha detto “ogni mamma sa cosa è meglio per il suo bambino e non gli farà mai del male. Al massimo non gli risolve il problema (devi cambiargli il pannolino e tu invece pensi che ha fame), ma male non glielo fa…ascoltati e ascoltalo e vedrai che tutto andrà bene”. L’ho adorato dal primo momento e sai una cosa? Ho due bimbi sanissimi, felici e che hanno dormito nel mio letto per almeno due anni…a dire il vero ci si addormentano ancora nel lettone (ma non dirlo a nessuno se no poi cosa pensano??!?! 🙂
Ciao Silvana e grazie per gli spunti di riflessione che dai!
In bocca al lupo per la tua maternità “anticonformista”!!!

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