Appello alle giovani donne

appello alle giovani donne

Ordina una birra leggera, se lo desideri. Un vino frizzante, un bicchierino di sherry. Un Cosmopolitan come Carrie Bradshow, o magari una Coca Zero. Ma se hai voglia di un rosso robusto, di una tripla cattiva, di un whisky d’annata, beh: non pensare neanche per un momento che quella sia roba che le donne non bevono.
Fatti tatuare una piuma, se ti piace. Una farfalla stilizzata, una fatina che svolazza, un dente di leone che sparge i suoi semi nel vento. Ma se preferisci un drakkar di 20 centimetri, un teschio con le orbite sgomente o un ferocissimo lupo mannaro, non osare rinunciarvi perché “non sono soggetti femminili”.

Non dare per scontato di dover essere multitasking. Fare cento cose contemporaneamente non è un’attitudine, ma spesso è semplicemente l’unica opzione possibile. Lo farebbero anche i maschi – lo fanno anche i maschi – in assenza di alternative.

Arrabbiati finché ti toccherà vivere in un mondo in cui la scuole primarie sono piene di maestre, ma i rettorati universitari traboccano di professori. In cui le cucine casalinghe sono piene di cuoche, ma i ristoranti stellati traboccano di chef maschi. In cui le facoltà di medicina sono piene di studentesse brillanti, ma i reparti di chirurgia e cardiologia traboccano di uomini. In cui la gestione delle famiglie grava prevalentemente sulle madri, ma l’amministrazione delle aziende, delle istituzioni pubbliche, dei media resta saldamente in mano ai maschi.

Colora i tuoi capelli della sfumatura che ti piace. Ma lasciali bianchi o grigi senza remore, se ti va. Lunghi o corti, ricci o lisci. Senza sentirti in dovere di giustificarli con un trucco vistoso o con gioielli importanti. Tingi i tuoi capelli oppure no, liberamente. Come farebbe un uomo brizzolato qualsiasi.

Mangia sano, resta in forma, preserva la tua salute come puoi. Ma smetti di credere, per favore, a chi si ostina a raccontare che solo i magri sono sani, che solo i magri sono belli. Che se non sei magra, evidentemente, sei pigra, sei debole, non hai forza di volontà. Che ogni corpo va bene, ma dopotutto un corpo magro “è meglio”.
Non dare per scontato che ci sia un figlio nel tuo destino. La pienezza della vita non passa dalla maternità, non necessariamente. È sempre stato così per gli uomini, non esiste alcuna ragione biologica per cui non debba valere lo stesso per le donne.

Non vergognarti delle tue lacrime, ma non dare per scontato di dover piangere per forza. Chiama le tue mestruazioni col loro nome. È un endometrio che si sfalda obbedendo a un flusso di ormoni: niente di diverso da una palpebra che sbatte, da un diaframma che si alza e si abbassa nella respirazione. Sangue nuovo che fluisce fuori dal tuo corpo: niente di sudicio, niente di immondo, niente di infetto o in alcun modo inopportuno.

Non pensare mai che il tuo piacere possa essere una variabile accessoria. Che il piacere fisico sia un privilegio per poche, una fortuna occasionale o magari una verità da tacere con pudore e ritegno. Hai un corpo che può vibrare, se imparerai a conoscerlo e a dargli quello che desidera. E godere, nel pieno rispetto di te stessa, è un diritto che sei chiamata a esercitare.

Sentiti sempre libera di truccarti di tutto punto anche semplicemente per andare a gettare la differenziata. Regalati la più complessa delle skin care, trascorri il tuo tempo libero a migliorare la tua beauty routine, se questo ti fa sentire bene. Ma non lasciarti convincere che hai bisogno di trucco, smalto e tacchi per non essere “sciatta”. Che “non ti ami abbastanza” se non ti piace spalmarti le creme o andare dall’estetista. Se ti senti perfettamente a tuo agio in tuta e scarpette. Il rispetto di sé e degli altri, la dignità e il cosiddetto decoro non hanno niente (niente!) a che vedere con l’esteriorità.

Guardati da chi ti dirà che “una buona madre” non può assentarsi tante ore per lavoro, che deve saper tirare la lasagna a mano e fare sculture con la pasta di zucchero. Che non deve arrabbiarsi mai. Il mondo è pieno di padri esemplari che lavorano tutto il giorno senza alcun rimorso, che non hanno mai impastato una torta e che perdono la pazienza senza crocifiggersi per questo: perché mai per le donne dovrebbe essere diverso?
Non dare per scontato che accudire un bambino, accompagnarlo dal pediatra, parlare con i suoi insegnanti e preparargli da mangiare siano, in fondo in fondo, compiti prettamente femminili. Non dare per scontato che, in quanto donna, tu sia più incline a prenderti cura, a organizzare, a ricordare. E forse addirittura a consolare, a coccolare, a perdonare. Non è così, nel modo più assoluto. È solo che ai maschi, queste cose, prima nessuno le chiedeva. Nessuno le insegnava.

Studia, leggi, viaggia. Nutri ogni giorno la tua curiosità, perché è il solo modo per diventare libera.

Sii quello che sei perché sei tu. Non perché sei una donna o perché non sei un uomo. Sii ciò che sei, qualunque cosa questo significhi. Senza paura, senza vergogna, senza catene.

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