Di lune d’argento, fiori scarlatti e calici invisibili

Questo post è dedicato a Raffaella, sorella di elezione, green guru e pioniera delle mestruazioni sostenibili.

plenilunio

© Unamammagreen


Una madre, per definizione, è prima di tutto una donna (non mancano eccezioni, per certi versi, ma nella maggioranza dei casi è così). E una donna, per definizione, passa almeno una trentina d’anni in compagnia di appuntamenti mensili, più o meno puntuali e più o meno sgradevoli, con le sue mestruazioni.

[Ecco, l’ho fatto. Ho finalmente messo sul piatto IL tema. Quello che prima o poi salta fuori in una qualsiasi conversazione tra donne, anche se è cominciata dalla cucina macrobiotica o dalla natura corpuscolare della luce. Quello per cui i maschi storcono un po’ il naso, ma che secondo me in qualche modo li incuriosisce. Quello che non poteva mancare nel blog di una donna. Ecologista, per giunta.]

Oltre che essere una invereconda rottura di scatole – tra paranoie premestruo, crampi addominali, ritenzione idrica, emicrania, mal di schiena, brufoli mastodontici, stitichezza, ilcontrariodellastitichezza (non mi andava di scrivere “diarrea” nel primo post dell’anno!), voglie di cioccolato, frigidità temporanea e chi più ne ha più ne metta – le mestruazioni sono per l’ambiente l’equivalente di un buffet di dolci per un diabetico, di una pizza con birra per un celiaco. Chili e chili di schifosissimi assorbenti usati, pieni di plastica, sbiancanti a base di cloro e altre sostanze chimiche. Come se ognuna di noi producesse nella sua vita fertile una piccola discarica personale molto ma molto pulp. Senza contare il fastidio di indossarli, quei micro-ecomostri con le ali: irritazioni vaginali (ho scritto “diarrea”, potrò scrivere “vaginali”, no?), infiammazioni, prurito, vere e proprie allergie.

Ma se per gli sbalzi ormonali non c’è rimedio naturale che tenga, se ancora nessuno ha distillato la tisana diuretica capace di drenare via la ritenzione idrica più ostinata, il modo per rendere meno inquinanti – e meno irritanti – le proprie decadi di mestruo esiste. Anzi, io ve ne propongo addirittura tre.
Andiamo per gradi.

organyc_assorbenti_giorno_con_ali_ripiegatiAssorbenti e tamponi in cotone organico
Io ho provato l’intera gamma di prodotti Organ(y)c, grazie a un kit di prova che mi ha inviato l’azienda: proteggislip, assorbenti e tamponi (sono disponibili anche gli assorbenti post parto) realizzati al 100% – dentro e fuori – in cotone biologico, senza fibre sintetiche, senza polveri né fibre chimiche superassorbenti (SAP o SAF, le stesse contenute nei pannolini usa e getta), senza cellulosa. Privi di profumo e biodegradabili, gli assorbenti Organ(y)c sono testati dermatologicamente e certificati da ICEA (Istituto di Certificazione Etica ed Ambientale). Soprattutto, sono un connubio perfetto in termini di sicurezza, discrezione e delicatezza. So di non esagerare dicendo che per me è stato praticamente come non averli indosso. E ve lo dice una che con gli assorbenti di plastica ha chiuso da tempo. Il costo è un po’ più alto dei concorrenti tradizionali, in linea, mi pare, con gli altri prodotti in cotone organico.

assorbenti lavabiliAssorbenti e proteggislip lavabili
Se gli assorbenti in cotone biologico prevengono irritazioni cutanee e altri fastidi a carico delle zone più delicate di una donna, non risolvono comunque il problema della produzione dei rifiuti. Una opzione per alleggerire la propria esclusiva discarica mensile è invece quella degli assorbenti lavabili: generalmente realizzati in cotone organico, si possono mettere in lavatrice e sono disponibili modelli con diversi gradi di assorbenza, spessori e fogge (lo giuro: ci sono anche quelli con vivaci stampe natalizie o con le fantasie più alla moda). Sul mercato sono reperibili anche tamponi lavabili, mentre in rete si trovano tutorial per realizzarli in casa con una semplice macchina per cucire. Io ho comprato qualche tempo fa un paio di proteggislip lavabili sul sito Femininewear.com e li trovo abbastanza confortevoli. L’unico problema, a mio giudizio, è il rischio che non restino completamente fermi una volta sistemati nello slip. A parte la seccatura di ripulirli, s’intende (ma una che si diletta coi pannolini lavabili non si impressiona certo per un po’ di sangue).

La coppetta mestruale
coppette_mestrua_mami_cupInfine, il graal dei cicli lunari, la madre delle trovate in materia di mestruazioni sostenibili. Quella che all’estero è un fatto abbastanza normale, mentre in Italia rimane tuttora un mezzo tabù, vittima di un certo scetticismo e di remore residue in fatto di anatomia femminile: la coppetta mestruale. Si tratta, appunto, di una piccola coppa in silicone chirurgico, morbida, liscia e flessibile, che va inserita in vagina – più in basso di un tampone assorbente – per raccogliere il sangue mestruale. Dopo un numero di ore che varia a seconda dell’intensità del flusso, la coppetta va estratta, svuotata, sciacquata e riposizionata. E così via fino alla fine del ciclo mensile. Oltre che ecologica, è igienica (basta sterilizzarla tramite bollitura all’inizio di ogni mestruazione), confortevole (se ben posizionata, la sua presenza non si avverte minimamente), discreta (invisibile anche se si è completamente nude), sicura (a differenza degli assorbenti interni, non esiste alcun indizio di una possibile correlazione tra coppetta mestruale e Sindrome da shock tossico) ed economica (la stessa coppetta può essere utilizzata per molti anni). Viene impiegata da decenni in molti paesi del mondo e si sta pian piano diffondendo anche in Italia. Personalmente, ho iniziato a usarla circa un anno prima di scoprirmi incinta e non posso che parlarne bene. In questo periodo sto utilizzando una MamiCup, realizzata in Italia dall’azienda Italmami (che ringrazio per avermi inviato un campione gratuito): facile da inserire e rimuovere, abbastanza rigida da aprirsi agevolmente dopo l’introduzione “in sede”, ma non così tanto da risultare fastidiosa in fase di inserimento. Rispetto a un  paio di prodotti concorrenti, questa mi sembra particolarmente confortevole e semplice da collocare nella “sede” preposta.  Non avendo un ciclo particolarmente abbondante (io sto usando una taglia M, ma l’azienda commercializza anche una misura più grande) devo svuotale la mia MamiCup non più spesso di ogni 6/7 ore, e la sicurezza della coppetta è stata testata anche fuori casa e in viaggio. Di solito, completo le operazioni di svuotamento e lavaggio in pochi minuti. Ve lo giuro: fa molta più impressione a dirsi, e a leggersi, che a farsi. Provare per credere.

A voi la scelta della strategia eco-mestruale che fa per voi. E sempre, di luna piena o di luna nuova, lunga vita alle donne (madri e figlie, vergini e laide, belle e brutte).

You may also like

10 Commenti

IlMondodiStella 2 Gennaio 2014 - 10:13

Grazie per le dritte. Sono ‘mestruata’ dall’età di 11 anni e per me è un vero incubo ogni mese. Soffro di perdite veramente abbondanti, ho avuto anche diverse emorragie nel tempo e soffro di mal di schiena nei giorni di flusso. Mi piacerebbe fare da tester per un’azienda che fabbrica assorbenti. Sarei una brava tester!!! Grazie per le dritte e i consigli, proverò presto!

Reply
Silvana - Una mamma green 3 Gennaio 2014 - 11:01

Grazie a te, fammi sapere come va. Ps. Io ho avuto il mio “debutto” prima di compiere 10 anni…

Reply
Luisa 2 Gennaio 2014 - 19:36

Io uso da un po’ assorbenti e salvaslip in cotone organco. Sono decisamente piu’ delicati e comodi di quasiasi altro prodotto commerciale, sintetico, plastico… usato prima.

Reply
IlMondodiStella 2 Gennaio 2014 - 20:58

Sono d’accordo con te. Il mio problema è il flusso veramente abbondante, a volte non mi basta l’assorbente in cotone. Ma forse non ho ancora trovato quello poi adatti a me. Dovrei fare la tester e cercare quelli poi adatti a me!

Reply
Silvana - Una mamma green 3 Gennaio 2014 - 11:02

Concordo. Costicchiano, ma non c’è confronto.

Reply
Silvia A. 4 Gennaio 2014 - 15:43

Un giorno prenderò il coraggio a due mani (anche se in realtá bastano due dita, mi par di capire) e passerò alla coppetta magica. Promesso. Non voglio la mia discarica personale.

Reply
Silvana - Una mamma green 5 Gennaio 2014 - 15:29

Non te ne pentirai. Ne sono sicura 🙂

Reply
Anna 3 Maggio 2014 - 14:10

Ciao!
Quelli in cotone bio biodegradabili dove si smaltiscono? Sono assolutamente recuperabili o creano inutili rifiuti?
Grazie 🙂

Reply
Silvana - Una mamma green 5 Maggio 2014 - 09:10

Ciao e grazie a te per il commento 🙂 Di solito le modalità di smaltimento variano da marchio a marchio. La presenza di sostanze organiche, comunque, sconsiglierebbe di avviarli al compostaggio, quindi meglio gettarli nell’indifferenziato, secondo me. Però almeno non si tratta di plastica o altre sostanze inquinanti, ma, appunto, prodotti naturali e biodegradabili.

Reply
» Coppetta mestruale: cinque ottime ragioni per usarla 24 Marzo 2015 - 15:10

[…] sorbire per contenere i vostri sbalzi d’umore periodici, allora leggete prima di tutto questo post sulle mestruazioni sostenibili. Se volete saperne di più su come si usa, invece, potete consultare il mio articolo sul sito […]

Reply

Lascia un commento