In pezzi

by Silvana Santo - Una mamma green

Pezzi di giornata sempre troppo corti, il mattino che dilaga lattiginoso dal cielo di novembre e l’orologio che corre, cinico e strafottente. Pezzi troppo brevi di notti spezzate. Pezzi di cibo ingollati senza gusto, in piedi, in ritardo, in solitudine. Pezzi di strada macinati di corsa, sovrappensiero. Nel freddo che neanche punge più.

Pezzi di conversazioni scritte, interminabili ed estenuanti. Piene di ipocrisia e non detti, piene di spiegazioni ridondanti e pregiudizi inossidabili. Pezzi di conversazioni urlate, sempre le stesse e sempre più forte, in faccia a chi gli strilli non dovrebbe sentirli neanche alla televisione. Pezzi di vergogna che risalgono dall’esofago in conati amari e bruciano la gola e gli occhi. Pezzi di conversazioni mai iniziate, abortite per quieto vivere e incistatesi per sempre intorno al cuore. Stalagmiti di dolore. Palizzate di diffidenza, ragnatele di risentimento e gelosia.

Pezzi da scrivere e consegnare, con l’acqua alla gola, senza piacere. Pezzi di lavoro fatto male e di fretta. Pezzi di occasioni perse per sempre e senza mai abbastanza rammarico.

Pezzi da 50 che svaniscono, spesi in cose superflue eppure d’un tratto indispensabili. Pezzi di plastica a buon mercato, pezzi di legno pagati a peso d’oro, pezzi di stoffa più o meno pregiata. Cose inutili che riempiono buchi, toppano falle, rivestono di colori sintetici il grigio perenne di giornate sepolte da una coltre di polvere e fallimento.

Pezzi di passato che ritornano implacabili a riderti in faccia. A ricordarti le bugie nelle quali hai creduto e rinfacciarti le promesse che hai disatteso negli anni. Pezzi di vita consumata e digerita, come un pasto delizioso diventato escrementi.

Pezzi di bombe che esplodono, facendo a brandelli persone e idee. Dilaniando definitivamente l’illusione. Pezzi di case e strade e aerei, pezzi di mondo che non esistono più.

Pezzi di unghie masticati con furia. Per la prima volta dopo tanto tempo. Pezzi di capelli e di pelle. Pezzi di grasso stipato, per colmare vuoti che non si riempiono più. Pezzi di endometrio macerati e sanguigni, scorie di una femminilità oramai inutile e quasi molesta. Pezzi di me, perduti e strappati. Devastati per sempre dalle colpe del tempo.

Pezzi di amore elargito e preteso. Conteso e dimenticato. Frainteso, malato. Pezzi di amore sciupato.

You may also like

4 Commenti

Anya 24 Novembre 2015 - 12:56

Ti abbraccio cara.

Reply
Barbara 24 Novembre 2015 - 19:50

No, davvero. Poi passa..o meglio, migliora: il peso in un tempo lentissimo diventa impercettibilmente più lieve, la stanchezza si dirada e ci si sente più lucidi, più presenti, meno sfatti. Però ti capisco, eccome se ti capisco. Un abbraccio

Reply
Silvana - Una mamma green 24 Novembre 2015 - 21:10

Lo so, Barbara. Ci credo. È che io affronto la vita scrivendo, per cui non ho potuto sottrarmi neanche stavolta. Grazie di cuore.

Reply
theswingingmom 24 Novembre 2015 - 21:24

anche io come te sento la necessità di scrivere in questi momenti. Mi sembrano meno brutti messi in parole. Fatti coraggio :*

Reply

Lascia un commento