Viaggiare in quattro

Viaggiare in quattro è viaggiare affollati. Poco silenzio e tanto movimento, coccole e risate e tantissimi “mamma” detti o pianti o pensati.

Viaggiare in quattro è dimenticare il senso di malinconia che ti prendeva irrimediabilmente alla fine di ogni viaggio con gli amici, quando realizzavi che saresti tornata a casa senza di loro. Adesso si parte insieme e insieme si torna. La solitudine, al momento, è un fantasma che non fa più paura.

Viaggiare in quattro è sorprendersi di quanto i tuoi figli, così piccoli, si facciano già compagnia. È compiacersi nella consapevolezza che avranno sempre un compagno di viaggio della loro età, due occhi vergini in più per scoprire il mondo a poco a poco, due manine complici e due piedini di scorta. È provare tenerezza per i piccoli viaggiatori “solitari” costretti ad accontentarsi di mamma e papà, o a cercare compagnia coetanea nei fratelli degli altri.

Viaggiare in quattro è fatica. È non distrarsi mai, avere mille occhi per controllare, mille bocche per sorridere, mille mani per giocare, braccia per sollevare, piedi per andare a spasso. Orecchie per ascoltare richieste multiple e antitetiche. È fare “un figlio per uno”, a rotazione, e riuscire a occuparsi di entrambi, a turno, per dare all’altro il tempo di riposare, nuotare, staccare un po’.

Viaggiare in quattro è fare foto sbilenche, frettolose, approssimative. Foto in cui c’è sempre qualcuno che guarda dalle parte sbagliata o che non ha voglia di sorridere, ma che quando le guardi vedi soltanto delle foto bellissime.

È stare tutti insieme, e poi solamente insieme a qualcuno, e poi da soli, ogni tanto e per pochissimo tempo. È ridere e chiacchierare e discutere e preoccuparsi e correre e perdere tempo e litigare ed emozionarsi. Aspettare, affrontare gli imprevisti, attuare piani b. Imparare che la programmazione è fondamentale, ma talvolta non può che rimanere disattesa.

Viaggiare in quattro è mediare e fare compromessi. Imparare che la felicità di tutti dura di più della soddisfazione del singolo. Che le tue esigenze e i tuoi desideri valgono quanto i miei e i suoi e i suoi. Che a volte tocca rinunciare o rimandare o cambiare strada, e va bene così.

Viaggiare in quattro è far parte di un gruppo in cui si è molto simili ma tutti irrimediabilmente diversi. Non aver bisogno di altri. Perché si è già in tanti, grandi e piccoli.

Collezionare ricordi, viaggiare stretti e troppo carichi, conoscersi ad ogni partenza un po’ di più. Tornare a casa con la stessa voglia di ripartire, ancora insieme, ancora e ancora.

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8 Commenti

Mela 25 Giugno 2015 - 15:58

Non mi piace una frase poco sensibile e per nulla rispettosa ed empatica :”viaggiatori “solitari” costretti ad accontentarsi di mamma e papà, o a cercare compagnia coetanea nei fratelli degli altri”
Contiene un giudizio verso i genitori di figli unici. Ma chi sa perché un figlio unico è rimasto tale, quanta decisione serena ci sia dietro o invece quanta sofferenza.
Mi spiace, ma è una uscita infelice e non da te.
Soprattutto, non si può giudicare la bontà di un viaggio da figlio unico, che non è perfetto esattamente come non è perfetto quello di fratelli. Non si possono fare paragoni perché non sono cose paragonabili e soprattutto perché certi paragoni sono crudeli.
L’altro post dove parlavi della bellezza di avere due figli e dei legami tra fratelli era dolce, intimo, non suscitava dolore in chi ha un figlio solo.
Questo invece si. Non sembra nemmeno scritto da te, invece che felice e appagato risulta solo compiaciuto e gongolante

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Silvana - Una mamma green 25 Giugno 2015 - 17:45

Dispiace a me, Mela, davvero. Io sono stata sola e ne ho sofferto per tutta la vita. Sono figlia unica per problemi di salute di mia madre (e mio padre, a sua volta senza fratelli, aveva giurato a se stesso di non avere un figlio solo). Quindi ti assicuro che è una condizione che conosco bene, e provo la più totale empatia verso i bimbi che viaggiano con soli adulti e puntualmente vengono acercare l’attenzione dei miei figli, magari con età di fatto incompatibili con la loro. Immagino cosa vadano cercando perché mi è capitato per una vita intera. Non giudico nessuno, ma, in tutta franchezza, sono sollevata che i miei figli non debbano vivere quanto (per colpa di nessuno!) è toccato a me. Non gongolo, sono felice. È una cosa diversa. Mi scuso comunque se ho causato dolore, sono solo stata sincera (se scrivo quanto è straordinariamente bello essere madre, so di poter ferire i sentimenti di chi non riesce ad avere figli, ma non per questo mi censuro).

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alessandra 25 Giugno 2015 - 18:42

Anch’io devo dire la verità quando ho letto la frase sui figli unici ho storto un po il naso perché contiene un giudizio forse un po troppo semplicistico e personale che non rispecchia sempre la realtà.io come te sono stata figlia unica,mai avuto il desiderio di avere un fratello che purtroppo non sempre è quello che speriamo (in famiglia ho visto litigate che mi hanno fatto molto amare il mio stato di figlia unica).anzi,viaggiare da sola conl i miei genitori mi ha reso sin da subito una bambina molto aperta e socievole che ha sempre avuto voglia di conoscere persone.però per carità questa e la mia esperienza e non tutti i figli unici l hanno vissuta come me.io ad esempio ho il sacro terrore del secondo figlio e penso sia una grande prova di coraggio da parte di una mamma.

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Silvana - Una mamma green 25 Giugno 2015 - 22:17

Ragazze, questo non è un post sul babywearing o sui pannolini lavabili. È uno scritto soggettivo, posso solo ripetere che non giudico nessuno. Ma sarei stata triste se mio figlio fosse rimasto solo. Stop.

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happilysurviving.wordpress.com 26 Giugno 2015 - 08:44

che bei pensieri! noi da un anno viaggiamo in tre e anche io ne ho parlato molto nel mio blog: il concetto di felicità cambia, ma rimane decisamente.

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elena 26 Giugno 2015 - 18:40

T’assicuro che la solitudine la si può provare anche con sorelle e fratelli al seguito … e te lo dico per esperienza…..sono la terza di tre figli.
Sono comunque felice per te che per ora TU non la stia provando.

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Silvana - Una mamma green 27 Giugno 2015 - 15:05

Non lo metto in dubbio… Ognuno non può che partire dalla propria esperienza. Io ho un certo vissuto che non posso ignorare, e che mi rende particolarmente “ricettiva” di fronte a chi vive la stessa esperienza (i bimbi che viaggiano circondati da adulti, e che si avvicinano ai figli “degli altri” in cerca di compagnia”). Ti abbraccio.

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roberta veronese 29 Giugno 2015 - 08:55

condivido…..anche noi viaggiamo in 4 più 2 pelosi 😀 ….una gran bella,emozionante,appagante avventura…..

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