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viaggiare con i bambini

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Questa casa non è un albergo

by Silvana Santo - Una mamma green 2 Novembre 2015

Altrimenti ci sarebbe una squadra di esperti pagati per pulirla da cima a fondo, metterla in ordine, tirarla a lucido. E io e il socio non sprecheremmo una parte considerevole del nostro tempo libero per fare le stesse cose “a gratis”.

Al mio risveglio troverei una ricca colazione già servita in tavola, con portate sempre nuove e piatti di stagione. Un cameriere gentile mi chiederebbe se gradisco una bevanda calda, una sua collega sorridente ritirerebbe i piatti sporchi e i tovaglioli usati e basterebbe pagare un piccolo extra per ricevere lo stesso servizio direttamente in camera da letto. E non mi troverei sistematicamente a ingoiare in piedi dei biscotti pescati direttamente dalla confezione, mentre cerco di evitare che il figlio numero uno si faccia lo shampoo con lo yogurt alla banana e la figlia numero due si lanci dal seggiolone in tuffo carpiato mentre brandisce un grissino torinese parzialmente masticato.

Se lo fosse potrei appallottolare senza cura la biancheria sporca e ficcarla con indolenza in un sacco del laundry service. Qualcuno passerebbe presto a ritirarla per farla lavare, asciugare e stirare, per poi restituirmela tiepida e profumata senza che io abbia dovuto muovere un dito. E io e la mia metà non passeremmo i nostri fine settimana a giocare al gioca jouer del lava-stendi- ritira, rischiando ogni volta di accoppare un passante con le mollette del bucato che precipitano dal nostro balcone e collezionando calzini spaiati rimasti orfani dopo la centrifuga a mille giri.

Un solerte concierge mi farebbe consegnare ogni mattina il mio quotidiano preferito, che leggerei su un balconcino ventilato mentre i miei figli ancora dormono. E non sarei costretta a leggiucchiare frammenti di Vanity Fair mentre assolvo alle mie funzioni corporali, con il gatto che mi scruta dal fasciatoio e almeno un figlio attaccato alle ginocchia.

Ogni volta che qualcosa si guasta, o si esaurisce, o si sporca, potrei alzare la cornetta dell’obsoleto telefono a fili presente sul mio comodino e comporre il numero di chiamata rapida per la reception. Un affettato addetto alla ricezione provvederebbe senza indugio alla riparazione o sostituzione del caso, gratuitamente. E non toccherebbe a noi trovare una soluzione all’imprevista carenza serale di carta igienica/pannolini/biscotti/eccetera eccetera, o improvvisarci bricoleur e idraulici con esiti facilmente immaginabili.

Mi consegnerebbero la posta direttamente sull’uscio della camera da letto. E non rischierei di dimenticare per mesi una comunicazione urgentissima nella cassetta delle lettere.

Personale esperto ed efficiente provvederebbe alla sostituzione settimanale del sacco copripiumino. E io non rischierei la vedovanza ogni volta che il padre dei miei figli sommozza tra le coperte cercando di sistemare la biancheria da letto in maniera decente.

Il bagno, infine, profumerebbe di sapone e deodorante per ambienti a base di oli essenziali. Sarebbe inondato della luce riflessa da un grande specchio e dagli asciugamani immacolati, caldo, silenzioso e accogliente. E no, non ci sarebbe quel sottile olezzo incancellabile di lettiera per gatti e pannolini sporchi e umidità che ti accoglie prima ancora di aver varcato la soglia.

Questa casa, mi sento di dire, non è affatto un albergo. Purtroppo.

2 Novembre 2015 1 Commenti
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viaggi

10 motivi per cui portare i bambini in Trentino Alto Adige d’estate

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Settembre 2015

La natura del Trentino Alto Adige

È la protagonista assoluta e per i bambini è una vera magia. Prati, boschi, torrenti, radure, laghi (spesso balneabili), spiagge, rocce e molto altro. Una straordinaria palestra a cielo aperto, in grado di accendere la fantasia e incentivare il gioco libero. Fonte di benessere, salute e libertà.

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La parola d’ordine è family friendly.
Due esempi su tutti: al  Castello Thun di Vigo di Ton esiste, nei pressi della biglietteria, una “family room” con bagno dedicato, poltrone per allattare, attaccapanni, tappeti, giochi e libri (sul tema Medioevo e castelli). A Trento, invece, il Museo delle Scienze MuSe prevede una sezione per bimbi da 0 a 5 anni, con attività pensate per stimolare i 5 sensi, angolo merenda, spazi per l’allattamento e bagno speciale con tanto di bolle di sapone. A parte questo, i family hotel, attrezzati per soddisfare le esigenze di famiglie con bambini di tutte le età, si sprecano, così come Spa e piscine che accettano anche ospiti giovanissimi, ristoranti equipaggiati con seggioloni e fasciatoi, servizi di baby parking attivi tutto l’anno.

Il Trentino è la Las Vegas delle aree gioco per bambini.

Scivoli, altalene, sabbiere, piste per gommoni, castelli e circuiti per arrampicarsi. Sempre sicuri, puliti e nella stragrande maggioranza dei casi gratuiti.

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4) La cucina regionale

La cucina regionale del Trentino Alto Adige offre delizie memorabili per i piccoli (e non solo) palati. Basti dire strudel, succo di mela, Sacher Torte e Loacker. Devo aggiungere altro?

5) L’animazione per bambini

In Trentino Alto Adige l’animazione è ricchissima, studiata e creativa, con proposte per tutte le età e, soprattutto, attività all’aria aperta. Il che significa che oltre alla baby dance e ai tornei di biliardino (niente in contrario, ma in fondo si tratta di divertimenti “banali”, che si possono sperimentare dappertutto), i piccoli viaggiatori che approdano in Trentino Alto Adige hanno la possibilità di cimentarsi con la produzione dei formaggi, la mungitura delle pecore, il riconoscimento delle orme, l’osservazione delle stelle, l’ascolto dei versi della foresta, lo studio dell’alveare e chi più ne ha più ne metta.

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Il caldo, per lo meno in montagna, è di solito tollerabile. Anche se non mancano le eccezioni, e se alcune città, a cominciare da Bolzano, possono essere davvero torride in alcuni periodi dell’anno.

L’avventura è alla portata di tutti

Dai sentieri attrezzati per passeggini e marsupi ai percorsi in canoa, dai parchi avventura con diversi gradi di difficoltà fino al parapendio, i viaggiatori più intrepidi troveranno pane per i loro denti.

L’accessibilità è totale

E le barriere architettoniche ridotte al minimo: anche chi ha difficoltà motorie (o semplicemente non rinuncia al passeggino) può godere quasi senza limiti della meraviglia sconfinata della natura alpina, grazie a impianti di risalita all’avanguardia – uno su tutti: il Sass Pordoi in Val di Fassa – e sentieri attrezzati e ben tenuti.

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9) La cultura è sempre in primo piano. In Trentino Alto Adige, le biblioteche e gli spazi lettura, inclusi quelli destinati ai bambini, non si contano (ne abbiamo trovato uno anche in cima agli impianti di risalita di Prati di Gaggia di Andalo: il bellissimo Biblioigloo, con libri, colori, area morbida, giochi e laboratori creativi per bambini). Pro loco, enti parco e associazioni organizzano spettacoli teatrali, corsi e laboratori dedicati alle specificità del territorio e alla natura (sull’Altopiano della Paganella, ad esempio, l’orso è al centro di numerosi programmi di lettura e informazione). Il tutto con grande leggerezza e semplicità.

10) Le zanzare scarseggiano, specie al di sopra dei mille metri. Cosa che vi sembrerà un dettaglio trascurabile, ma solo fino a quando non tornerete nell’inferno ronzante della vostra camera da letto.

Info: www.visittrentino.it/famiglia

8 Settembre 2015 4 Commenti
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viaggi

Cosa resterà delle mie vacanze 2015

by Silvana Santo - Una mamma green 7 Settembre 2015

Svariati chili in esubero (che in origine erano, per lo più, torte Sacher, strudel di mele e cocktail al sambuco).

Una figlia che “gattona”. O meglio che si sposta carponi come un primate, poggiando in terra una natica e il piede opposto. Una specie di adorabile Gollum paffuto.

La convinzione che “un altro mondo è possibile”. Anzi, esiste già, e si chiama Trentino Alto Adige.

Una piacevole quanto effimera abbronzatura da montagna.

Un figlio che chiama “casette” le cabinovie e “divani” le seggiovie. Che parla di foreste e di montagne (“Alte!!!”) in termini entusiastici, è convinto che a Molveno ci sia un mare chiamato Lago e che chiede ogni tanto di andare a vedere l’orso o il castello.

La necessità ineluttabile di un’auto col tetto trasparente.

Un brick da tre litri di succo di mela.

Diversi chili in eccesso, di cui ritengo parzialmente responsabile il cameriere (calabrese) Donato.

Una imbarazzante ciabatta di feltro gigante chiamata “Pantofolone dell’amicizia”, che troneggia ormai nel mio ingresso, appesa al muro ad altezza gatto-proof, come contenitore delle ciavatte familiari.

La ancora più radicata certezza che le vacanze “stanziali” e tutto relax non fanno per me.

Il rinnovato rammarico per la carriera scientifica che non ho avuto e che mai intraprenderò.

Una sottile voglia di mare.

Le spoglie mortali del mio Kindle Keybord (ma non voglio parlarne, perché fa ancora troppo male).

La nostalgia bruciante per l’inquinantissima Spa dell’albergo.

L’ansia per l’autunno che incombe.

La malinconia definitiva e incurabile per gli amici perduti.

La voglia di impegnarmi in un nuovo progetto già in cantiere. E non si tratta di un altro figlio, ci tengo a dirlo a scanso di equivoci.

Un leggero senso di colpa per avere lasciato Artù a casa da solo (per quanto accudito brillantemente da nonni e zia).

(Quattro o cinque chili da smaltire. Ma forse lo avevo già detto.)

7 Settembre 2015 10 Commenti
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viaggi

Molise e altre destin-azioni

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Agosto 2015

Qualcuno lo chiama destino. Altri caso, qualcun altro ancora sceglie la parola sorte. Io so solo che l’auto che venerdì scorso stava portando me e le mia famiglia verso un piacevole weekend abruzzese con amici (già un piano B, tra l’altro, dopo che era saltato il precedente programma ostiense/romano) ha deciso di rompersi proprio a 5,4 chilometri da un posto di cui fino a quel momento ignoravo l’esistenza (Locanda Belvedere a Rocchetta al Volturno, in provincia di Isernia). E che alle otto di venerdì sera, con due bambini piccoli al seguito e un motore che non sale di giri e arranca in salita, c’è poco da decidere: ti affidi a TripAdvisor (santo sempre!), e via.

Castel San Vincenzo

Precedente prenotazione disdetta al telefono, altra telefonata agli amici romani che avrebbero dovuto raggiungerci l’indomani a Scanno, messaggi mendaci all’indirizzo di casa (“Tutto bene, viaggio tranquillo, siamo arrivati a destinazione”), meccanico locale prontamente allertato.

Edera

Quello che c’è stato dopo? Un bellissimo fine settimana, immersi nella intatta natura delle Mainarde molisane (dal Lago di San Vincenzo alle sorgenti del Volturno, ai 1400 metri di Valle Fiorita), tra tuffi in acqua dolce, cavalli, boschi, mandrie al pascolo, mangiate pantagrueliche, volpi e uccelli selvatici. Gente ospitale, bambini felici, genitori soddisfatti per la scoperta di un luogo incantato che forse non avrebbero mai conosciuto senza quel fastidioso guasto meccanico. Un’avventura da raccontare ai bambini quando saranno più grandi (quella volta in cui la macchina si è rotta in mezzo alle montagne e abbiamo trovato da dormire in una locanda molisana).

Non è strano, d’altra parte, che destinazione e destino abbiano la stessa radice. A volte la vita ti conduce per strade inaspettate: se ti fidi di lei, raramente si sbaglia.

Valle fiorita pizzone

4 Agosto 2015 4 Commenti
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viaggi

Trapani con i bambini, consigli per una vacanza in famiglia

by Silvana Santo - Una mamma green 31 Luglio 2015

Immaginate di mescolare l’architettura saracena con le forme del barocco meridionale, gli aromi della sponda nord del Mediterraneo con le spezie della opposta riva. Le creme alla ricotta e il marzapane della pasticceria europea con le mandorle e il miele della tradizione araba. Accostate il lapislazzulo e l’acquamarina dei flutti spumeggianti all’ocra uniforme della sabbia e delle case basse e piatte. Immaginate le sagome brumose delle Egadi che emergono dalla foschia all’orizzonte. Ecco la costa di Trapani, un mix molto particolare e praticamente irresistibile, di cui ho avuto il privilegio, grazie all’ospitalità di un’amica, di avere un breve assaggio proprio a ridosso del solstizio d’estate.

castello venere erice

Perché andare a Trapani con i bambini

Il mare è splendido e caldo, le spiagge sono grandi e sabbiose. La gente è straordinariamente ospitale, la cucina ottima. I dolci sono semplicemente deliziosi. Le visite ai siti culturali tutto sommato brevi, direi ben conciliabili con una vacanza in stile balneare.

san vito lo capo

Perché non andare a Trapani con i bambini

In piena estate le temperature sono davvero torride e le zanzare implacabili. Gli autoctoni mi hanno riferito di spiagge affollatissime e traffico fastidioso in alta stagione. Per quello che ho potuto constatare personalmente (ma la mia permanenza nella zona è stata davvero breve), l’offerta di intrattenimento non va molto oltre le semplici aree gioco negli stabilimenti balneari e nei parchi pubblici.

barocco

L’ambiente

La costa è spesso deturpata da casermoni di gusto discutibile, la raccolta differenziata presente ma approssimativa. I mezzi pubblici non sempre efficientissimi. In compenso il mare è cristallino e invitante, i panorami semplicemente mozzafiato.

mazara

Da non perdere  a Trapani con i bambini

A Trapani, oltre all’interessante centro storico (fate una tappa presso la pasticceria Colicchia!), meritano sicuramente una visita le saline e l’annesso museo del Sale, in direzione di Marsala. La celeberrima Erice merita sicuramente tutta la sua fama, così come la spiaggia tropicale di San Vito Lo Capo e la vicina Riserva dello Zingaro (ma è indispensabile andarci al mattino presto). Vale inoltre sicuramente la pena dedicare una mezza giornata alla casbah di Mazara del Vallo e alle sue chiese barocche, con una sosta gastronomica nei pressi del porto di pesca più grande del Mediterraneo.

saline di trapani

31 Luglio 2015 2 Commenti
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life

Viaggiare in quattro

by Silvana Santo - Una mamma green 25 Giugno 2015

Viaggiare in quattro è viaggiare affollati. Poco silenzio e tanto movimento, coccole e risate e tantissimi “mamma” detti o pianti o pensati.

Viaggiare in quattro è dimenticare il senso di malinconia che ti prendeva irrimediabilmente alla fine di ogni viaggio con gli amici, quando realizzavi che saresti tornata a casa senza di loro. Adesso si parte insieme e insieme si torna. La solitudine, al momento, è un fantasma che non fa più paura.

Viaggiare in quattro è sorprendersi di quanto i tuoi figli, così piccoli, si facciano già compagnia. È compiacersi nella consapevolezza che avranno sempre un compagno di viaggio della loro età, due occhi vergini in più per scoprire il mondo a poco a poco, due manine complici e due piedini di scorta. È provare tenerezza per i piccoli viaggiatori “solitari” costretti ad accontentarsi di mamma e papà, o a cercare compagnia coetanea nei fratelli degli altri.

Viaggiare in quattro è fatica. È non distrarsi mai, avere mille occhi per controllare, mille bocche per sorridere, mille mani per giocare, braccia per sollevare, piedi per andare a spasso. Orecchie per ascoltare richieste multiple e antitetiche. È fare “un figlio per uno”, a rotazione, e riuscire a occuparsi di entrambi, a turno, per dare all’altro il tempo di riposare, nuotare, staccare un po’.

Viaggiare in quattro è fare foto sbilenche, frettolose, approssimative. Foto in cui c’è sempre qualcuno che guarda dalle parte sbagliata o che non ha voglia di sorridere, ma che quando le guardi vedi soltanto delle foto bellissime.

È stare tutti insieme, e poi solamente insieme a qualcuno, e poi da soli, ogni tanto e per pochissimo tempo. È ridere e chiacchierare e discutere e preoccuparsi e correre e perdere tempo e litigare ed emozionarsi. Aspettare, affrontare gli imprevisti, attuare piani b. Imparare che la programmazione è fondamentale, ma talvolta non può che rimanere disattesa.

Viaggiare in quattro è mediare e fare compromessi. Imparare che la felicità di tutti dura di più della soddisfazione del singolo. Che le tue esigenze e i tuoi desideri valgono quanto i miei e i suoi e i suoi. Che a volte tocca rinunciare o rimandare o cambiare strada, e va bene così.

Viaggiare in quattro è far parte di un gruppo in cui si è molto simili ma tutti irrimediabilmente diversi. Non aver bisogno di altri. Perché si è già in tanti, grandi e piccoli.

Collezionare ricordi, viaggiare stretti e troppo carichi, conoscersi ad ogni partenza un po’ di più. Tornare a casa con la stessa voglia di ripartire, ancora insieme, ancora e ancora.

25 Giugno 2015 8 Commenti
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viaggi

Capri e Anacapri con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 12 Maggio 2015

Vale la pena andare a Capri e Anacapri con i bambini? Non è semplice, per me, parlare di Capri. Impossibile farlo in modo professionale, asettico, oggettivo. Perché questa piccola isola di calcare, distesa a pelo d’acqua in mezzo al Golfo di Napoli, è la casa di alcune delle persone che ho più care al mondo, e custodisce ricordi nuovi e antichi, memorie della mia infanzia sempre più lontana, echi di voci che ormai non risuonano più. Un luogo dell’anima, a cui, quando ne sono lontana, penso sempre con struggente nostalgia, e dove, quando vi faccio ritorno, respiro invariabilmente aria di casa.

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12 Maggio 2015 1 Commenti
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pienza val d'orcia
viaggi

Pasqua alle terme in Val d’Orcia con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 14 Aprile 2015

Cosa fa per Pasqua una mamma che ha passato gli ultimi 5 mesi della sua vita chiusa in casa alle prese con i malanni di stagione dei suoi due figli piccoli, dormendo poco e sgobbando tanto? Semplice: se ne va alle terme. O almeno è quello che ho fatto io insieme alla mia famiglia, per dichiarare conclusi i lunghi mesi di clausura invernale e dare il via, meteo e catarri permettendo, alla bella stagione.

Destinazione scelta: la Val d’Orcia, con base a Chianciano Terme, in provincia di Siena. Circa tre ore e mezza in auto da casa nostra, che poi sono diventate cinque e più a causa delle inevitabili soste per pranzo e pannolini (e soprattutto per l’odio viscerale di Flavia nei confronti della macchina, che le risulta tollerabile solo se la addormentiamo prima di salire a bordo).

val d'orcia montepulciano

La struttura: un albergo a tre stelle con piscina coperta e riscaldata, aperta ai bambini dalle 9 alle 10 e ancora dalle 15 alle 16. Lo avevo scoperto tempo fa sul blog di Serena Mamma dal primo sguardo, e per caso avevano alloggiato proprio lì mio cugino e la sua famiglia lo scorso Natale. Noi abbiamo optato per la pensione completa (con possibilità di pranzo al sacco), vista la nostra assoluta necessità di relax. Devo dire che ci siamo trovati bene: personale disponibile, camera un po’ piccola ma comoda e silenziosa, pasti accettabili e ricchi, bella piscina con ottimo idromassaggio (ma fa un po’ freddo nel tunnel che la collega alle camere). Spicca in negativo l’assenza di un posto dove far giocare i bambini al coperto (c’era, volendo, una baby sitter disponibile in alcune fasce orarie), così come non ho apprezzato il fatto che sauna e bagno turco (una vera passione per me e la mia metà) non fossero liberamente a disposizione degli ospiti, come accade di solito, ma dovessero essere prenotati (e pagati!) come un qualsiasi trattamento estetico. Al ristorante c’erano alcuni seggioloni, ed era possibile richiedere pasti speciali per i più piccoli, ma non si tratta in ogni caso di un family hotel.

terme con bambini

Piscina bambini

Cosa abbiamo fatto: il meteo non esattamente primaverile ci ha un po’ condizionato, ma per fortuna il territorio della Val d’Orcia offre molte possibilità. Davvero interessante, e ottimamente allestito, il Museo Civico Archeologico di Chianciano (con reperti etruschi davvero pregevoli, 5 euro il biglietto, aperto anche la domenica), incantevoli i borghi di Montepulciano e Pienza (dove suggerisco a chi viaggia con i bambini una sosta nel piccolo giardino di palazzo Piccolomini, l’ingresso costa 5 euro), una vera sorpresa il Palazzo Della Corgna di Castiglione del Lago, dove ci siamo rifugiati per sfuggire al vento gelido che sferzava il Trasimeno. Davide è letteralmente impazzito di gioia in piscina (dove Flavia non si è bagnata, visto che era reduce dall’ennesima tosse e soprattutto sempre addormentata nell’orario aperto ai bimbi), ma si è molto divertito anche correndo su e giù per i paeselli che abbiamo visitato. E mangiando piattoni di pici al ragù, ovviamente.

museo archeologico chuanciano

Pici al ragù

Perché lo consiglio a chi viaggia con bambini: i borghi della Val d’Orcia sono numerosi, piccoli, vicini tra loro e pedonali (oltre che deliziosi), disseminati di aree gioco sicure e ben tenute. Le strade solcano colline dolcissime che invitano, meteo permettendo, a godere delle meraviglie della campagna senese. Il vicino Lago Trasimeno offre altre occasioni di svago all’aria aperta e le terme rappresentano, per gli amanti del genere, una fantastica opportunità di relax e divertimento. La cucina è ottima. Il territorio è servito bene dall’autostrada del Sole, e dista meno di due ore da Roma.

Palazzo della Corgna

Palazzo Piccolomini

L’ambiente: buona l’attenzione del territorio alle problematiche ambientali, con la possibilità di fare la differenziata in albergo, prodotti locali (in qualche caso biologici) e raccomandazioni per evitare sprechi di acqua ed energia. Onnipresenti le zone pedonali e i parchi, qualche difficoltà nel trovare parcheggio (ma era pur sempre il ponte di Pasqua!).

Destinazione consigliata. Si accettano dritte per quando ci torneremo.

Montepulciano

 

Fratelli

 

14 Aprile 2015 11 Commenti
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intervisteviaggi

Viaggiare con i bambini: intervista a Milly Marchioni di Bimbieviaggi.it

by Silvana Santo - Una mamma green 23 Dicembre 2014

Quali sono (se ci sono) le difficoltà da mettere in conto prima di partire per un viaggio con i bambini? Quali i consigli da seguire e le mete da evitare? E soprattutto, perché viaggiare in compagnia dei propri figli piccoli? L’ho chiesto a Milly Marchioni, mamma viaggiatrice e vulcanica ideatrice del sito web Bimbieviaggi.it (che vi invito a visitare, se foste tra i pochi che non lo conoscono ancora). Da viaggiatrice impenitente quale sono, non posso che sottoscrivere tutte le sue risposte!

Quando hai iniziato a viaggiare? Eri già una viaggiatrice esperta quando sei diventata mamma?
Non saprei dirti esattamente quando sono diventata “viaggiatrice”, ma probabilmente, per come intendo io il viaggio (scoperta, approccio curioso e rispettoso verso la destinazione…), lo sono sempre stata. Da piccola ho sempre girovagato per l’Italia con i miei genitori, soprattutto in montagna, cambiando ogni anno meta e scoprendo ogni volta nuovi posti e nuove tradizioni.  Il primo volo intercontinentale invece l’ho preso nel 2002, dopo la Laurea, e mi si è aperto un mondo, nel vero senso della parola…Da lì non ho più smesso di volare, ma neanche di dedicarmi alla scoperta degli angoli nascosti del nostro paese, spesso troppo sottovalutati.

Che differenza c’è tra un viaggio con i figli e una vacanza child-free? Qual è la difficoltà maggiore da mettere in conto e quale la scoperta più gradita?
La differenza tra il “prima” ed il “dopo” è molto soggettiva, e dipende quasi esclusivamente dal modo in cui ci facciamo condizionare dalla realtà e dal giudizio degli altri.  Nel nostro caso, con la nascita di Amanda è cambiata solo parzialmente la parte “organizzativa” del viaggio, mentre il tipo di destinazione è rimasto invariato. Amavamo le isole tropicali prima, abbiamo continuato a visitarle con lei dopo. Semplicemente siamo stati più attenti alle strutture scelte, alla situazione igienico-sanitaria del paese visitato e alla scelta del volo più comodo. Non è stato semplice perchè portare a spasso per il mondo la creatura più importante della mia vita mi spaventava molto, ma non ho voluto farmi frenare dalle paure e dai condizionamenti di chi mi diceva che con i bimbi non si può viaggiare. Quindi a 5 mesi abbiamo preso il primo volo in 3 (fiori di Bach in tasca e via) ed è stato stupendo. All’inizio partivo con mille cose in valigia, perchè sono una precisina, poi, superati svezzamento e pannolini, anche il bagaglio si è alleggerito e oggi che Amanda ha 7 anni è una viaggiatrice al nostro stesso livello! Con un enorme vantaggio: l’occhio attento e curioso e l’approccio giocoso che ha verso ogni piccola novità che incontriamo lungo i nostri tragitti, che ha contagiato anche noi, spingendoci ad apprezzare ancora di più ogni scoperta!

Un viaggio in famiglia è alla portata anche di chi, prima di diventare genitore, non era abituato a spostarsi troppo?
Io credo che ciascuno debba fare sempre e solo quello che si sente e che lo fa stare bene! Se una famiglia è abituata a fare vacanze in villaggi all inclusive con animazione, deve continuare a fare così, per vivere un’esperienza appagante e trasmettere belle emozioni ai bambini. Io preferisco viaggi itineranti organizzati in modo indipendente, perché sono quelli che mi fanno stare meglio, quindi continuo così.

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Che consiglio daresti a chi appresta a partire per la prima volta con un bambino?
L’unico consiglio che posso dare è di non ascoltare i consigli degli altri! 😉
Scherzi a parte, è importante informarsi e partire preparati, ma è indispensabile non farsi condizionare troppo, soprattutto da chi fa “terrorismo psicologico” (non reggerà mai 6 ore di volo, non dormirà più per colpa del jet lag, ecc…). I bimbi hanno delle potenzialità che neanche immaginiamo e non dobbiamo assolutamente sottovalutarli: sono molto più bravi di noi ad adattarsi, soprattutto se noi svolgiamo bene il nostro compito di stare tranquilli e farli sentire a loro agio sempre, in aereo come in ogni paese del mondo. Detto ciò, qualche consiglio pratico per essere preparati ad eventuali piccoli inconvenienti è meglio ascoltarlo, ma senza farsi condizionare troppo.

Tre destinazioni assolutamente imperdibili con un neonato, un bimbo in età prescolare e un figlio un po’ più grande?
Uh, qui faccio proprio fatica a rispondere, proprio perché -come dicevo prima- ciascuno deve ritagliare viaggi e vacanze sulle proprie passioni. Quindi posso dirti quelle che sono state mete imperdibili per me:
– le Maldive, dove scappare per riprendersi dai lunghi inverni in città, anche con bimbi piccolissimi
– lo Sri Lanka, una meta facile da visitare ma che racchiude in sé tante esperienze educative (vedere come vivono i bambini dall’altra parte del mondo, partecipare a semplici safari, scoprire un’altra religione…)
– ogni altro paese e città del mondo con bimbi più grandi, che magari a scuola ne stanno studiando la storia!

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23 Dicembre 2014 7 Commenti
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viaggi

Austria: consigli per un weekend in Carinzia con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 3 Ottobre 2014

Chi pensa che la montagna sia noiosa, evidentemente, non ci è mai stato. E ve lo dice una donna “di mare”, cresciuta a pochi chilometri dalle sponde del Tirreno, in un posto dove la neve cade forse una volta ogni 50 anni. Ci sono poche destinazioni, a parere mio, che offrano tante opportunità – sport, escursionismo, natura, divertimento, cultura, arte, gastronomia, etc – come le località di montagna, e questo vale per i grandi e per i piccoli. La definitiva conferma è arrivata nel corso del nostro weekend settembrino a Nassfeld, in Carinzia (Austria) ospiti del family hotel Falkensteiner Sonnenalpe (la descrizione della struttura la trovate qui).

cabinovia

Carinzia con i bambini: emozioni in quota

Nonostante il poco tempo a disposizione (due giorni e mezzo) e il meteo autunnale non proprio incoraggiante, io, Davide e suo padre abbiamo avuto un gustoso assaggio delle numerose attrattive che il territorio della Carinzia offre a chi viaggia con i bambini. Prima di tutto, loro: le Alpi Carniche. Memorabili nella loro maestà, accattivanti nelle loro molteplici “facce”. La nostra esplorazione ha avuto luogo nei limiti oggettivi delle nostre possibilità: un tipetto di 19 mesi al seguito e la sua mamma con un pancione di sette. Per questo abbiamo optato per la cabinovia Millennium Express, che in pochi minuti ci ha condotto (passeggino incluso) dai circa 1500 metri dell’albergo (passo Pramollo-Nassfeld) ai 1919 del Madritsche, per passeggiare tra le vette e godere di una vista indimenticabile e di un’aria già frizzante a metà settembre (oltre che di una ricca porzione di sacher torte servita da un delizioso caffè in stile alpino. Inutile dire che la sto ancora smaltendo).

Dalla stessa stazione della cabinovia, volendo, è possibile raggiungere un piccolo lago navigabile o seguire un percorso avventura che si snoda lungo un corso d’acqua. Oppure, naturalmente avventurarsi lungo i numerosi sentieri di varia difficoltà. In inverno, la stessa area si trasforma in un paradiso per gli sciatori.

pendolino

Sempre dal Madritsche, inoltre, parte il Pendolino, la pista di slittino estivo più lunga dell’intera Carinzia. Un richiamo irresistibile per la mia metà, che si è lanciato ben due volte sulla ripida rotaia che conduce in pochi vertiginosi minuti fino alla stazione più bassa della cabinovia. Divertimento assicurato, anche per i più piccoli (che possono salire sullo slittino accompagnati da un adulto), dal momento che i freni in dotazione consentono di modulare la velocità a piacimento.

caffè

Carinzia con i bambini: sconti e gratuità

Per entrambe le attività abbiamo sfruttato la Nassfeld Plus Card, valida da giugno a settembre, che viene consegnata gratuitamente a tutti gli ospiti degli alberghi convenzionati, tra cui il Falkensteiner Sonnenalpe (la tessera è comunque acquistabile da tutti i viaggiatori che alloggiano nella zona). La carta offre una serie di sconti e gratuità su numerose attività e mezzi di trasporto, come il trenino turistico o, appunto, il Millennium Express. Dalle fattorie didattiche ai parchi avventura, dal rafting alle passeggiate a cavallo, dai percorsi in mountain bike alle escursioni su laghi e fiumi, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

villachSegnalo in particolare il Pressegger Sea, un lago balneabile che dista pochi chilometri dal passo Pramollo, che noi abbiamo rinunciato a visitare a causa della mancanza di tempo. Lo stesso albergo, inoltre, propone ogni giorno un programma di escursioni e attività a misura di famiglia.

Villach con i bambini

Per quelli come me che amano le passeggiate in città, poi, non può mancare una visita ai principali centri della Carinzia. Noi abbiamo avuto la possibilità di visitare Villach (Villaco in italiano), una deliziosa cittadina montana bagnata dalle acque del fiume Drava, a circa 50 chilometri da Nassfeld. Crocevia di tre paesi (Austria, Italia e Slovenia) Villach vanta una bella cattedrale, diversi musei e una zona pedonale che invita a passeggiare con calma e a godersi una pausa rilassante in uno dei numerosi caffè in stile mitteleuropeo. Tra bretzel, strudel di mele e gustosi wiener schnitzel, la cucina austriaca soddisferà facilmente i palati più esigenti. Gli appassionati di terme, infine, non rimarranno delusi, dal momento che Villach è anche una rinomata stazione termale.

Passeggiate, sport, adrenalina, cultura, cibo, terme e tanta, tantissima natura. Che altro aggiungere? Mi manca già…

bretzel

WebFotoPoint Nassfeld Madritsche

 

3 Ottobre 2014 0 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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