Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Tag:

viaggiare con i bambini

vacanze con bambini al conero
viaggi

In vacanza al Conero con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Luglio 2016

Grandi spiagge di sabbia, ciottoli o ghiaia fine, escursioni nel verde, acqua pulita e un lungomare chilometrico. La Riviera del Conero, nelle Marche, è una destinazione ideale per le famiglie con bambini che siano alla ricerca di una vacanza balneare tranquilla e rilassante. La posizione al centro dell’Italia, inoltre, la rende una meta non troppo distante a partire da molte città italiane. Noi ci siamo stati per la prima volta quest’anno, e questa è la nostra esperienza.

conero famiglie

Il Conero con i bambini fa per voi se…

– Cercate spiagge sicure e attrezzate, dove i bambini possano giocare in autonomia o sfruttando le tante proposte di intrattenimento di stabilimenti balneari, complessi alberghieri e bar.
– Avete voglia di fare delle splendide escursioni in natura, guidate o meno, nei boschi del Parco Regionale del Monte Conero o alla scoperta di cale e insenature della Riviera.
– Volete alternare alla vita da spiaggia delle visite culturali alla scoperta dei numerosi incantevoli borghi marchigiani.
– Non vedete l’ora di assaggiare la cucina saporita delle Marche.

villaggio conero famiglie

Andare al mare al Conero con i bambini

Il litorale è largo e lunghissimo, con un arenile di sassolini, spiaggia o ghiaia. Noi facevamo base a Marcelli di Numana, dove la spiaggia, molto ampia, è un ottimo compromesso tra divertimento e “pulizia”: una ghiaia fine che si presta a giocare con paletta e secchiello, ma non rimane attaccata addosso e soprattutto non si infiltra in ogni interstizio esistente.
Il mare, almeno in base alla mia esperienza, è decisamente pulito ma non trasparente, come credo sia più o meno la norma lungo la costa adriatica centro-settentrionale (intendo dire che entrati in acqua non ci si scorge i piedi). Assolutamente cristalline, invece, le acque che lambiscono la celebre spiaggia delle Due Sorelle, che abbiamo raggiunto via mare e a cui dedicherò presto un post specifico. Il lungomare, chilometrico, si presta a passeggiate a piedi e in bicicletta, ed è un susseguirsi di stabilimenti balneari, bar e altri locali. Ma se cercate un posto più selvaggio basta spostarsi di qualche chilometro verso spiaggette più riservate e libere (ce ne sono diverse sul litorale di Sirolo, a pochissimi chilometri da Numana).

spiaggia bambini conero

Cosa vedere al Conero

La Riviera del Conero, come tutto il territorio marchigiano, è disseminata di piccole perle che vale assolutamente la pena visitare tra un nuotata e l’altra. Noi abbiamo visto Recanati e Loreto, ma le possibilità sono tante, a cominciare dai centri storici della stessa Numana e di Sirolo, proseguendo poi con Castelfidardo e Osimo. Si tratta di piccoli paesi, la cui visita è pertanto assolutamente alla portata di famiglie con bambini di qualsiasi età. Recanati l’ho amata soprattutto per la cura deliziosa dei particolari, e per la luce dorata che bagnava nel pomeriggio i luoghi leopardiani. Consiglio in particolare la visita al giardino con piccolo museo del Colle dell’Infinito, un luogo di calma, silenzio e natura.

recanati conero famiglie

 

Loreto è scenografica come solo certi borghi dell’Italia centrale sanno esserlo, con la sua mole elegante che si staglia sull’orizzonte, e l’abitato pittoresco, piccolo piccolo, che si sviluppa intorno alla sua famosa basilica. A prescindere dall’interesse per l’aspetto religioso, merita senz’altro una visita.

loreto famiglie conero

Altre esperienze da non perdere, se avete un po’ più di tempo, sono la visita alle celebri Grotte di Frasassi (un’ora di auto circa da Numana), la passeggiata sul lungomare di Porto Recanati e lo shopping presso gli spacci dei calzaturifici del comprensorio di Civitanova Marche.

Dove alloggiare al Conero con i bambini

La mia famiglia e io siamo stati ospiti del Centro Vacanze De Angelis di Marcelli di Numana. Si tratta di un grande complesso con villini deluxe (la soluzione più costosa, casette in legno immerse nel verde), bungalow in legno o muratura e camere matrimoniali. Il Centro offre spazi verdi, diverse aree gioco per bambini di tutte le età, campi sportivi e due piscine con scivoli e acqua a diverse profondità, una delle quali si trova presso la grande spiaggia attrezzata, che si raggiunge con una breve passeggiata dal Centro e ospita anche il ristorante del complesso.

villaggio conero bambini numana

 

Il Centro Vacanze De Angelis è la soluzione perfetta se amate i villaggi turistici e cercate:

– una struttura completamente attrezzata per ospiti di ogni età
– animazione diurna e serale per grandi e piccoli, con attività sportive, balli di gruppo, giochi in spiaggia, babydance e spettacoli (comunque mai invadente, almeno nel periodo in cui ci siamo stati noi, fine giugno)
– una cucina senza eccessive pretese ma abbondante e con sempre almeno una soluzione adatta ai bambini (pasta al sugo, riso, polpette).
– uno staff disponibile a venire incontro alle esigenze dei baby viaggiatori: sono disponibili, su richiesta, lettini, seggioloni (ma non tanti, quindi magari riservatene uno presso il ristorante del Centro), brodo e passato di verdura
– due bar e un market interno con generi alimentari, prodotti per l’igiene personale, giocattoli e l’occorrente per il mare
– parcheggio interno e in spiaggia.

Il mio consiglio? Anche se il villaggio offre tante occasioni di intrattenimento, non rimanete sempre al suo interno, e usatelo invece come la base perfetta per esplorare il territorio. Il personale della reception, preparato e gentilissimo, saprà darvi tutte le informazioni utili per organizzare le vostre escursioni, in autonomia o al seguito di gruppi organizzati. Visitare il Conero con i bambini vi regalerà divertimento, emozioni e relax.

famiglie conero

villaggio piscina conero

spiaggia villaggio conero

 

1 Luglio 2016 7 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

Pesca sui trabucchi del Gargano: natura, storia e magia

by Silvana Santo - Una mamma green 21 Giugno 2016

Ci avviciniamo lentamente, al passo cauto e regolare degli asinelli che ci accompagnano in questa camminata. Il mare abbaglia come se fosse pieno di miliardi di piccoli diamanti, il contrasto coi colori della macchia mediterranea è struggente. Il trabucco storico di Cala Molinella compare quasi all’improvviso, complice un piccolo dosso che fino all’ultimo lo nasconde parzialmente alla nostra vista. L’impatto è forte. Dalla spiaggia sembrava molto più piccolo, ma in realtà è una struttura importante, con le sue “antenne” sottili che si protendono sull’abisso.

asinello pesca trabucchi

Saliamo sul ponte ed è subito pelle d’oca. Non sono più nel Gargano contemporaneo, di fronte a Vieste antica, su una struttura usata da oltre un secolo per la pesca del pesce azzurro, no. Mi trovo all’improvviso sulla tolda di un antico vascello, con mille cime che pendono, molli o tese, da alberi e pennoni. Sotto di me, il rimbombo dei passi sulle tavole consumate dalla salsedine. Davanti, il mare spumoso di smeraldi e zaffiri. Intorno, il maestrale che soffia piano. Sulla mia testa, gabbiani affamati in attesa del saccheggio alla battuta di pesca che ci attende.

pesca trabucco

Un viaggio nel tempo e nello spazio, accanto a pescatori che hanno mani che raccontano e occhi che sorridono o piangono a seconda di cosa dice la voce. I trabucchi storici del Gargano sono giganti apparentemente fragili, acquattati al riparo nelle insenature o incastonati nella roccia. Hanno tre secoli di storia, e sono figli della paura e dell’ingegno, come tante straordinarie invenzioni dell’umanità. Ai tempi delle scorribande ottomane nell’Adriatico, uscire a pescare significava spesso una morte atroce, o, peggio ancora, la cattura e la schiavitù definitiva sulle navi dei Turchi. Tutta la vita passata a remare, sotto la frusta e lontano dalla luce del sole.

dimostrazione pesca trabucchi

Eppure si doveva mangiare. La soluzione è stata proprio la pesca sui trabucchi. Piccole prore di terra, con un complesso sistema di alberi, cime e argani che permette di calare dall’alto una rete enorme, rattoppata ogni anno da mani sapienti. Dieci minuti, e la rete viene chiusa e tirata su, per valutare la generosità del mare. Con un retino dal manico lungo decine di metri si raccoglie il pescato, dopodiché si ripete l’operazione. Per ore e ore, talvolta giorno e notte, col vento gelato, la pioggia che punge o il sole che cuoce.

battuta pesca trabucchi

Partecipare a una battuta di pesca su un trabucco del Gargano è un’esperienza letteraria, quasi magica. Il tempo si incastra nelle maglie delle reti da pesca, nei nodi del legno degli alberi e del ponte. Nelle rughe dei vecchi pescatori. La storia freme come il pesce che si dibatte prima di arrendersi, come il vento che soffia dal mare e il sole che sbatte sulle case bianche di tufo e di calce. il cuore si tuffa e palpita, commosso e felice.

pescatore trabucco

Informazioni pratiche sulla pesca sui trabucchi:
Io ho partecipato a una battuta di pesca sul trabucco di Cala Molinella, a Vieste, organizzata dall’associazione La rinascita dei trabucchi storici. Il tramite, nel mio caso, è stato il villaggio turistico ecologico Cala Molinella, del quale ero ospite, che organizza anche la passeggiata con gli asinelli fino alla baia. Chi vuole, però, può contattare direttamente l’associazione, che per tutta l’estate organizza battute di pesca sui trabucchi tre giorni alla settimana (al tramonto o in notturna) o, per gruppi di almeno dieci persone, su appuntamento. La dimostrazione dura circa un’ora, e prevede una interessantissima spiegazione sulla storia dei trabucchi e sulle tecniche di pesca utilizzate. Il costo del biglietto comprende anche un aperitivo a base di deliziosi prodotti della gastronomia pugliese. I bambini sono ammessi, ma personalmente sconsiglio di portare bimbi troppo piccoli, perché si rischia di passare il tempo a sorvegliarli per evitare che si facciano male, che intralcino le operazioni di pesca o che addirittura finiscano in mare.

In questo post potete leggere il racconto della mia vacanza in Gargano con i bambini.

trabucchi gargano

21 Giugno 2016 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
vacanze famiglia gargano
viaggi

Gargano con i bambini: il nostro viaggio #slow&green

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Giugno 2016

Andare in Gargano con i bambini era un’idea che mi tornava in mente a intervalli regolari, facendomi chiedere ogni volta come mai non mi fossi ancora decisa a metterla in pratica.  L’occasione, nelle vesti di un invito per un weekend lungo al villaggio ecosostenibile di Vieste Cala Molinella, mi ha colto quindi entusiasta e molto curiosa, ed è riuscita nell’intento non facile di superare le mie stesse aspettative.

vacanza famiglia in gargano

Perché andare in Gargano con i bambini

Andare in Gargano con i bambini è sempre una buona idea. Per il mare, ovviamente. Cristallino e tiepido. Col fondale che degrada dolce, le scogliere che riparano dal vento, le spiagge di sabbia fine e dorata, attrezzate e sicure. Per il clima mediterraneo mitigato dal maestrale. Per la natura mozzafiato, in cui il verde assume le mille sfumature diverse degli ulivi, della macchia, delle foreste di latifoglie. Per il cibo autentico e genuino, fatto di sapori eterni e di ingredienti semplici. Per il tempo che scorre lento e naturale, senza strappi e senza apnee, restituendo i più piccoli, e non solo loro, a un’esistenza che procede a passo d’uomo, a ritmi sostenibili e umani. Per la luce, che accende la pietra locale e la superficie marina di miliardi di bagliori mobili. Che anima le cose, e riscalda l’anima.

spiaggia vieste bambini

Quando andare in Gargano con i bambini

Il Gargano è una destinazione ideale per gran parte dell’anno, con o senza bambini al seguito. Io ho amato la tranquillità della bassa stagione: il silenzio interrotto solo dal fragore del mare e dalle chiacchiere delle rondini al crepuscolo; le spiagge sgombre e la freschezza dei flutti marini; i vicoli ancora relativamente vuoti e il traffico praticamente inesistente; il tepore dell’aria di questa tarda primavera e anche la poesia di un temporale improvviso, potente e catartico, in grado di spazzare via le nuvole in una manciata di minuti.

cala molinella bambini villaggio

Cosa fare in Gargano con i bambini

Chi va in Gargano con i bambini farà un po’ fatica a portarli via dalle spiagge. Lungo il litorale ce ne sono tantissime, a cominciare da quella viestana, molto celebre, del faraglione Pizzomunno, ma noi, grandi e piccoli, ci siamo innamorati della mezzaluna di sabbia dorata di Cala Molinella, incorniciata dal candore di Vieste antica da un lato e da un meraviglioso trabucco vecchio di 120 anni dall’altro. Acque di diamante, granchi, pesciolini e conchiglie: un vero paradiso per i più piccini, che potranno passare ore di gioco libero immersi in un ambiente costiero incontaminato. Ma il Gargano non è soltanto mare, ovviamente. Bastano pochi chilometri appena per vivere un’altra esperienza a contatto con la natura selvaggia, completamente diversa ma altrettanto appagante. La Foresta Umbra, vasta zona di wilderness all’interno del Parco Nazionale del Gargano, regala suggestioni indimenticabili e grandi emozioni ai giovani viaggiatori. I miei figli sono stati letteralmente incantati dalla luce di smeraldo che filtrava tra le fitte chiome verdeggianti. Una luce umida, quasi magica, piena di polvere d’oro. La tarda primavera è la stagione in cui il sottobosco brulica di minuscole rane appena metamorfosate, mentre i musi dolci dei daini ospitati nel piccolo parco faunistico della Foresta conquistano i visitatori con i loro nasi umidi e le corna vellutate. I trabucchi rappresentano un’altra attrattiva irresistibile del territorio, la più fotografata da chi viene in Gargano. Unici al mondo per antichità e complessità ingegneristica, punteggiano il paesaggio in modo irresistibile e, su chi ha il privilegio di salirci sopra, esercitano un fascino irresistibile fatto di secoli di storia e di atavica sapienza. Grazie all’associazione La Rinascita dei Trabucchi Storici, da qualche anno è possibile partecipare a una vera e propria battuta di pesca, collezionando brividi a profusione. Io ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza indimenticabile proprio sul trabucco storico di Cala Molinella, e ne conservo un ricordo indelebile che vi racconto in —-> questo post.

trabucco gargano

vacanze gargano bambini

L’incanto di Vieste

I piccoli centri storici del Gargano, arroccati sulla costa o abbarbicati nell’entroterra, meritano sicuramente una visita, che per le piccole dimensioni dei borghi e la piacevolezza delle passeggiate sarà alla portata anche dei bambini. Da Vieste a Peschici, da Vico a Monte Sant’Angelo non c’è che l’imbarazzo della scelta. Noi avevamo poco tempo a disposizione, e nessuna voglia di correre, per cui ci siamo goduti appieno il centro antico di Vieste, che ti accoglie da lontano con la sua pietra locale e il suo carico di storia. Una storia secolare fatta di incursioni saracene, assedi e resistenze coraggiose. Fatta di nomi esotici e quasi letterari, come quelli dei “pirati” ottomani Acmet Pascià e Draguth Rais, di eccidi sanguinari e fortificazioni inviolabili, di terremoti e ricostruzioni. Una storia che si mischia spesso alla tradizione e alla fede, che sopravvive nella processione della Madonna di Merino e nelle edicole votive che spuntano nel centro storico, incastonate tra i frammenti di mura e i barbacani aggettanti.

vieste con bambini

 Cosa mangiare in Gargano con i bambini

La cucina tipica del Gargano è semplice e gustosa, e offre molti piatti ideali per soddisfare gli appetiti dei più piccini. Difficilmente i bambini sapranno resistere alla focaccia e alle paposce (pane-pizza cotto al forno e farcito in vari modi), al caciocavallo grigliato e alle paste fresche condite col pomodoro locale o con saporiti sughi di pesce. Il pescato fresco, ovviamente, è il fiore all’occhiello della gastronomia garganica, che ai più golosi offre anche dolci tradizionali come le cartellate, che hanno una storia lunga oltre cinquecento anni.

cucina del gargano famiglie

Dove alloggiare in Gargano con i bambini

Durante la nostra visita a Vieste e dintorni, io e la mia famiglia siamo stati ospiti del villaggio turistico ecosostenibile Cala Molinella. Un luogo che non è solo una struttura ricettiva, ma il tributo di un figlio al suo papà, che proprio in quei luoghi ha lavorato come bracciante agricolo per tutta la sua vita. Ulivi secolari, una grande attenzione alla sostenibilità (pannelli solari, raccolta differenziata, prodotti agricoli a km zero), animali di ogni specie e un’accoglienza davvero speciale hanno reso la nostra esperienza al Cala Molinella un’occasione per rallentare, respirare e godere al massimo del contatto con la natura. Grazie ai bravissimi Leonardo e Lucrezia del Centro Cinofilo Gargano, i bimbi ospiti del villaggio possono sperimentare il contatto con gli animali (gli asinelli Giuseppina e Napoleone, il cavallo Lapo, ma anche galline, oche, maiali, cani e gatti) in totale rispetto e sicurezza, oltre che divertirsi nell’orto didattico, fare merenda con le ciliegie appena raccolte, nuotare in piscina, partecipare ad attività di intrattenimento pensate sempre in un’ottica “slow and green”. La soluzione ideale, insomma, per chi cerca una proposta alternativa, che coniughi i servizi per le famiglie con l’esperienza della natura e del territorio a 360 gradi.

Un’esperienza che personalmente spero di poter ripetere al più presto!

asinelli gargano
gargano bambini villaggio

vacanza vieste famiglia

(Questo post partecipa alla campagna #garganoquality per la promozione di un turismo di qualità nel Gargano)

8 Giugno 2016 0 Commenti
1 FacebookTwitterPinterestEmail
babywearingviaggi

Viaggiare con i bambini: mai senza marsupio ergonomico

by Silvana Santo - Una mamma green 27 Maggio 2016

Per chi mi segue da un po’, questo post non sarà di certo una sorpresa. Viaggiare con i bambini è per noi una esperienza abbastanza ordinaria, e le vacanze che abbiamo fatto da quando sono nati i nostri figli, soprattutto da quando ne abbiamo due, sarebbero state praticamente inaffrontabili, senza un buon marsupio ergonomico. O meglio, sarebbero state comunque fattibili, ma avrebbero richiesto molti più compromessi o sforzi da parte nostra. Noi lo abbiamo sempre preferito anche allo zaino da montagna, trovandolo, oltre che più – va da sé – ergonomico, infinitamente più pratico e più conveniente, visto che può essere sfruttato tutti i giorni, in città e finanche dentro casa.

Qui, dunque, è dove vi spiego perché, a mio parere, viaggiare con i bambini è molto più facile con un marsupio ergonomico a disposizione (o con una fascia, se preferite, anche se secondo me la praticità del marsupio è imbattibile quando si viaggia):

1. Bagagli più leggeri
Soprattutto per chi si sposta in aereo o in auto (ma non solo) ridurre il bagaglio al minimo indispensabile è quasi un imperativo categorico. E da questo punto di vista, un marsupio ergonomico – flessibile, leggero, poco ingombrante – può fare davvero la differenza rispetto a un passeggino leggero o, addirittura, a un ovetto o una navicella. Quando avevamo solo Davide, in genere portavamo entrambe le cose, ma con l’arrivo di Flavia abbiamo continuato a viaggiare con un solo passeggino e un marsupio (o una fascia, nei primi mesi di vita di mia figlia).

2. Mani libere grazie al marsupio ergonomico
Trolley, borsa e passeggino: a volte per viaggiare con i bambini bisognerebbe avere quattro mani a testa. Con un bel marsupio ergonomico se ne risparmiano due, il che si rivela particolarmente utile nei momenti più “critici” del viaggio, come il controllo bagagli in aereo (dove tra l’altro il passeggino va sempre chiuso e messo sul nastro).

3. Più autonomia
Se siete abituati a viaggiare con almeno due figli piccoli, lo saprete per esperienza: se un genitore ha la necessità o la voglia di fare qualcosa da solo (fosse anche rimanere due ore a poltrire in albergo), per chi resta con i bambini la situazione potrebbe diventare piuttosto impegnativa. Banalmente, il genitore momentaneamente single potrebbe trovarsi a dover gestire due passeggini in contemporanea, o un pesantissimo gemellare, oppure essere alle prese con un passeggino vuoto, un bambino che vuole stare in braccio e un fratellino più grande che va seguito da vicino, e magari non vuol saperne di camminare per mano a mamma o papà. Un marsupio ergonomico rappresenta di solito la soluzione perfetta per non impazzire mentre l’altro, ad esempio, lavora o riposa (ovviamente si fa a turno, eh!).

je port mon bebè marsupio ergonomico

Viaggiare con i bambini e il marsupio ergonomico

4. Nessun ostacolo
Se come me non siete tipi particolarmente avventurosi ma amate i viaggi con un minimo di “azione”, vi capiterà di affrontare salite, scalinate, tratti in sterrato, distese di sabbia e chi più ne ha più ne metta. Un passeggino significa: ruote che si bloccano, si insabbiano, si impantanano; svariati chili da sollevare e portarsi in collo; capricci insopportabili quando bisogna inevitabilmente lasciare il mezzo all’ingresso di un museo, nella stazione di una seggiovia etc.

5. Schiena salva col marsupio ergonomico
Viaggiare con i bambini comporta qualche compromesso in termini di organizzazione, ritmi, tappe. Ma perfino il programma più rilassato prevede di solito passeggiate o escursioni, durante le quali è altamente probabile che vostro figlio si stufi di stare nel passeggino. Poterlo portare in un supporto comodo ed ergonomico, piuttosto che tenerlo in braccio per ore, può letteralmente salvarvi la schiena.

6. Allattamento discreto
Se il vostro piccolo compagno di viaggio è allattato al seno, può essere davvero pratico farlo poppare nel marsupio ergonomico. E ne guadagnerete anche in discrezione, il che non guasta, soprattutto se viaggiate in determinati paesi.

7. Nanna a spasso
Molti bambini, lo so, dormono volentieri anche nel passeggino (altri, come la mia secondogenita, tendono a schifarlo con ostinazione, ma va be’…). Ma spesso tenerli addosso assicura nanne più lunghe e tranquille, durante le quali mamma e papà possono approfittare per visitare una mostra, un centro storico, oppure godersi un pasto in serenità.

8. Bambini più tranquilli nel marsupio ergonomico
Quest’ultimo punto è un po’ la sintesi di tutti i precedenti. Viaggiare con i bambini a volte richiede un certo impegno, e se i piccoli sono tranquilli sicuramente a giovarne sarà l’intera compagnia.

je port mon bebè physiocarrier

Il marsupio ergonomico che vedete nelle foto, e che io e Flavia abbiamo avuto l’opportunità di provare negli ultimi tempi, anche se non ancora in viaggio, è prodotto dall’azienda francese Je port mon bebè, specializzata in supporti e accessori per il babywearing. Facile da indossare sia sul davanti che sul fianco, presenta il pannello regolabile in altezza con delle cinghie, che possono essere regolate anche col bambino già indosso. Si tratta del modello PhysioCarrier Black Leather Like: spallacci e fascione ventrale, mediamente imbottiti, sono rivestiti con uno strato in ecopelle (personalmente, trovo che sia il limite estetico di questo modello ma ci sono anche versioni senza il similpelle). Pur essendo molto leggera, la fascia ventrale mantiene una certa rigidità, che a mio parere aiuta a scaricare meglio il peso del bambino. Si tratta di una taglia standard, ma il pannello è abbastanza grande (misura 33×40 cm regolato alla massima altezza), a Flavia, che ha poco più di un anno e mezzo, va appena piccolo. Il marsupio arriva completo di reggitesta traforato (caratteristica che mi pare utile per le giornate di caldo) e di uno specchietto “retrovisore” per controllare il bambino quando viene portato sulla schiena. Ma la vera peculiarità del marsupio ergonomico Je Port Mon Bebè, credo unica sul mercato, è che quando fa particolarmente caldo lo strato esterno del pannello (quello turchese) può essere aperto grazie a due zip laterali e arrotolato verso l’alto, lasciando sulla schiena del bambino solo uno strato sottostante in materiale bucherellato e traspirante. Assodato che il vero “punto critico” dei marsupi, in estate, è la zona a contatto tra portatore e portato, su cui ovviamente questo espediente non ha alcun effetto, può essere in ogni caso un modo per migliorare la circolazione dell’aria e dare sollievo al bambino nei giorni di calura. Come tutti i marsupi ergonomici in commercio, il PhysioCarrier Je Port Mon Bebè andrebbe usato solo dal momento in cui il bebè regge bene la schiena, anche se esiste la possibilità di acquistare un riduttore per neonati che personalmente non consiglio mai (in accordo con le consulenti babywearing). Naturalmente può essere usato anche per portare sulla schiena e, per brevi tratti e non certo con la comodità di una fascia, sul fianco. Il prezzo al pubblico è di 135 euro, che lo colloca tra i marsupi ergonomici di fascia di prezzo medio-alta.

Info e shop online su jeportemonbebe.com

je port mon bebè marsupio

jpmb marsupio

27 Maggio 2016 14 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

La mia casa ovunque nel mondo

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Maggio 2016

Mio nonno faceva il marinaio. Io non l’ho nemmeno conosciuto, ma qualcosa di lui deve scorrere ancora nel mio sangue, se è vero che, da sempre, appena rientro da un viaggio inizio a consumarmi nella voglia di ripartire, ma quando sono lontana finisco immancabilmente col pensare alla mia casa con un po’ di nostalgia. È la dolcissima maledizione dei viaggiatori: felici solo con la strada, o il mare, sotto i piedi, ma con quel piccolo vuoto nel cuore, che si chiama “casa mia”.

Sarà per tutto questo che quando ero piccola collezionavo, nel nido caldo della mia stanza, cartoline dai paesi di tutto il mondo. Le catalogavo con cura, le sfogliavo per ore con gli occhi spalancati e increduli. Raccontavo a me stessa che un giorno avrei ammirato di persona ciascuno di quei paesaggi spettacolari. Mi immaginavo a spasso tra le rovine di un tempio antico, o baciata dal sole scintillante di una spiaggia caraibica. Persa tra i vicoli di un suq nordafricano, con mille dialetti a brulicarmi nelle orecchie, o in ascesa su una vetta innevata, l’aria frizzante e il riverbero della luce a sferzarmi lo sguardo.

Sognavo avventure letterarie e grandi amori, musiche esotiche e spezie profumate. I letti scomodi in cui avrei dormito, i sentieri polverosi che avrei calpestato. Sognavo il mistero, la passione, la scoperta. E la nostalgia di casa. Immaginavo le lettere che avrei scritto, i diari che avrei tenuto, i cimeli che avrei raccolto e portato con me. Le fotografie da mostrare al ritorno e i racconti da ripetere a chiunque li volesse ascoltare.

Mio nonno ha smesso di solcare i mari tanto tempo fa, e quella bambina con in mano schegge di mondo su carta non esiste più. Al posto loro c’è una mamma viaggiatrice, che programma la prossima partenza prima ancora di rientrare da ogni avventura. La valigia sempre pronta, il cuore costantemente in moto. L’anima incapace di fermarsi a riposare. Cerco letti appena più soffici, mi trascino dietro bagagli un poco più pesanti ed evito giusto gli angoli più bui, ma il desiderio che mi agita è sempre lo stesso: vivere centinaia di vite dentro l’unica che ho, accompagnare i miei figli alla scoperta di quello che ancora non conoscono, animare la loro curiosità per quanto di diverso da loro esiste nel mondo. Inseguire un arcobaleno che finisce sempre un passo più in là, tendere la mano verso un orizzonte che grazie al cielo non potrò mai raggiungere.

Solo una cosa è cambiata, se ci penso bene. La mia casa adesso la porto sempre con me. Nella radice robusta e invisibile che alimenta la mia stessa esistenza, che ha nelle sue fibre la famiglia, l’infanzia, il passato. Nelle mani del compagno di viaggio che cammina per il mondo accanto a me. Nelle voci dei nostri figli, nei loro passi sempre più sicuri anche un metro lontano da noi. La mia casa, l’ho capito viaggiando, è dove sono io. La mia casa ovunque nel mondo.

 

Questo post partecipa al concorso #vacanzacompleta promosso da Home Away. In palio ci sono 1.000 euro per prenotare una casa vacanza per tutta la famiglia. Se hai un blog e vuoi partecipare, leggi il regolamento. Se ti è piaciuto il mio post e vuoi aiutarmi a vincere, condividilo sui social, oppure lasciami un like o un commento.

6 Maggio 2016 3 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

Londra con bambini: 5 cose da sapere assolutamente

by Silvana Santo - Una mamma green 27 Aprile 2016

Londra è una destinazione sempre in grande spolvero, che attrae visitatori di ogni genere: hipster, ragazzi in cerca di avventure, coppie in vena di romanticismo e tante, tantissime famiglie con bambini di tutte le età. Noi, dopo un bellissimo viaggio in due diversi anni fa, siamo appena tornati da un lungo weekend in famiglia all’ombra del Big Ben, e sento di poter dire che, a parte i costi da capogiro, le difficoltà legate alle grandi distanze (ma se alloggiate in centro questo discorso è relativo) e le code che possono allungarsi per chilometri, la capitale britannica è in genere molto child-friendly. Seggioloni, fasciatoi, parchi e musei, attività per bambini e una vastissima offerta gastronomica renderanno il soggiorno molto piacevole per i più piccoli, e relativamente semplice per i loro genitori. Ma se vi accingete a visitare Londra con bambini, ecco per voi 5 cose da sapere assolutamente per semplificarvi la vita.

In autobus a Londra col passeggino

È vero che sugli autobus a Londra è possibile salire col passeggino aperto, ma a patto che non ce ne siano già due a bordo (in quel caso potreste doverlo chiudere, oppure rinunciare del tutto a salire a bordo). Non è un’eventualità molto frequente, ma nel caso ricordatevi di far valere, qualora vi spetti, il vostro diritto di precedenza rispetto ad altri passeggeri. Le sedie a rotelle hanno la priorità su tutti, per cui se lo spazio destinato ai passeggini dovesse servire a un viaggiatore in carrozzina, dovrete scendere, oppure chiudere il vostro “mezzo” e lasciare spazio.

street food a Londra

Metropolitane con ascensore a Londra

Non tutte le stazioni della Tube sono provviste di ascensori, per cui, se girate per Londra con bambini che viaggiano in ovetto o passeggino, può essere utile consultare l’elenco delle stazioni step-free.

Cena a domicilio a Londra, anche per i bambini

Visitare Londra con bambini è un’esperienza sempre nuova, ma può rivelarsi un’avventura molto stancante. Per questo potrebbe essere una buona idea cenare “a casa”, se la struttura ricettiva che avete scelto lo consente. Nel nostro weekend a casa degli zii londinesi abbiamo spesso ordinato piatti da asporto online: un modo pratico e veloce per assaggiare le tante cucine internazionali disponibili nella capitale britannica senza allontanarsi dalla propria stanza. Se avete la possibilità di cucinare da voi, sappiate ovviamente che prepararsi i pasti resta di gran lunga l’opzione meno costosa.

covent gardenMercati anti-pioggia

Il meteo resta una delle incognite principali da considerare quando si visita Londra con bambini (e non solo!). Al di là dei luoghi comuni, è vero che le condizioni cambiano con estrema rapidità e che la pioggia è sempre in agguato per molti mesi dell’anno. Cosa fare, dunque, se il cielo si fa minaccioso all’improvviso? Oltre ai numerosi musei fra cui è possibile scegliere, molti mercati coperti della città rappresentano secondo me la soluzione ideale per rifugiarsi all’asciutto tra un monumento e l’altro, e approfittare magari per mangiare un boccone. Noi, ad esempio, abbiamo esorcizzato la pioggia tra i famosissimi artisti di strada di Covent Garden e, il giorno dopo, tra le bancarelle dell’Old Spitalfields Market, un mercato di epoca vittoriana che sorge ad East London, poco lontano dalla grande stazione di Liverpool Street.

Una stazione per amica nel centro di Londra

A proposito di stazioni, non sottovalutatele come soluzioni pratiche per una sosta che vi permetta di mangiare, andare in bagno e distrarvi dalle “fatiche” della visita. I bambini adorano i treni, le stazioni londinesi più grandi sono piene di ristoranti, negozi e librerie, e in qualche caso i bagni pubblici sono gratuiti per chi accompagna un bambino piccolo. Attenzione, naturalmente, alla folla e ai binari.

Jpeg

 

27 Aprile 2016 3 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

Firenze con bambini: 8 consigli per un viaggio perfetto

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Marzo 2016

Che siate soli, romanticamente in coppia, con una chiassosa comitiva di amici o in compagnia della vostra famiglia, nessun luogo al mondo è come Firenze. Per me, ogni ritorno è un’emozione indimenticabile, un bagno miracoloso nella bellezza immortale e nella pace dello spirito. Ma come coniugare il fascino irresistibile del Rinascimento italiano, le folle oceaniche di turisti e le esigenze dei viaggiatori più piccoli? Reduce dalla mia prima visita fiorentina con figli al seguito, vi elenco i miei 8 consigli per godersi al meglio un viaggio a Firenze con bambini.

Firenze con bambini? Andateci in treno

Se visitate Firenze con un bambino piccolo, un marsupio ergonomico è d'obbligo (il mio è un Madame GooGoo)È più ecologico, ma soprattutto eviterete code, parcheggi non sempre economici e il rischio di multe salate, visto che il centro storico è tutta Zona a Traffico Limitato, inaccessibile alle auto. Le distanze, inoltre, permettono di godersi al meglio la città girando a piedi o in bicicletta, perdendosi nei “canti” e ammirando con calma la bellezza mozzafiato di Firenze. Se potete, prenotate con molto anticipo, sfruttando le offerte per famiglie di Trenitalia e Italo.

Mangiate street food!

Focacce, schiacciate e panini faranno la felicità dei bambini di tutte le età, che avranno solo l’imbarazzo della scelta sul companatico ideale con cui rifocillarsi. Naturalmente anche voi adulti sarete ampiamente soddisfatti dalla vastissima offerta di pani, formaggi, salumi e contorni tipici della cucina fiorentina, da annaffiare con un buon bicchiere di vino locale. In città si stanno moltiplicando le proposte per vegetariani, vegani e celiaci, oltre alle alternative internazionali e fusion. Il tutto con una spesa contenuta, cosa che ovviamente non guasta mai.

Godetevi l’Oltrarno

firenze bambini boboliLe meraviglie senza tempo del centro storico di Firenze sono note in tutto il mondo. Ma, che raggiungiate le acque dell’Arno sul Ponte Vecchio o in un altro punto della città, vale senz’altro la pena spendere un po’ di tempo “lento” sull’altra riva del fiume. I prati e le fontane del Giardino di Boboli (e i vicini Giardini Bardini) piaceranno molto ai bambini, ma concedetevi, se potete, anche qualche ora per passeggiare con calma tra le strade meno turistiche, e per guardare da lontano, non per forza da Piazzale Michelangelo, la skyline che tutto il mondo ci invidia.

A Firenze con bambini, dormite in appartamento

Gli alberghi di Firenze non sono sempre a buon mercato, e anche mangiare fuori, specie in centro storico, può incidere parecchio sul budget. Un appartamento può ridurre i costi in modo significativo, soprattutto perché vi permette di prepararvi da soli un pasto economico. Noi stavolta abbiamo alloggiato in un delizioso monolocale preso su AirBnb, appena fuori dalla città storica (15/20 minuti a piedi) e in una zona servitissima da supermercati, ristoranti, farmacie etc.

Andate a “giocarmuseo leonardo firenzee” al Museo di Leonardo da Vinci

Non è enorme, specie in relazione al costo del biglietto (i piccoli fino a tre anni comunque non pagano), ma bambini e ragazzi si divertiranno un mondo a studiare le invenzioni di Leonardo e ad azionare le macchine realmente funzionanti. Nella sala didattica del museo, inoltre, rompicapo, ingranaggi, mattoncini e colori renderanno la visita ancora più divertente.

 

Mangiate al Mercato Centrale

mercato centrale firenze bambiniL’architettura di un bellissimo mercato coperto di fine Ottocento perfettamente coniugata con decine di botteghe alimentari (ma non solo) di alto livello e prezzi modici. Il tutto inserito in una atmosfera moderna, cool e cosmopolita. Praticamente il Paese dei Balocchi per bambini di qualsiasi età (qui tutte le info sul Mercato Centrale di Firenze).

Comprate la merenda nei forni

I bar del centro, coi loro tavolini affacciati sulle piazze più belle del mondo, sono innegabilmente invitanti. Ma le stradine secondarie di Firenze sono piene di forni e antiche pasticcerie di quartiere, in cui potrete acquistare dolci e merende tradizionali a un costo più contenuto. E se volete aggiungerci la vista sui monumenti, non avete che da portarveli dietro in un pratico sacchetto e consumarli passeggiando tra una bifora e un bugnato.

Imitazione riuscitaVisitate i musei di storia naturale di Firenze

Dai fossili ai minerali, dalle conchiglie all’anatomia umana, ce n’è davvero per tutti i gusti. Noi siamo stati al museo zoologico La Specola, poco distante da Palazzo Pitti, dove oltre alle collezioni permanenti abbiamo visto una esposizione di insetti, aracnidi, rettili e anfibi vivi. Un vero spasso, a meno che non siate tipi facilmente impressionabili.

 

 

29 Marzo 2016 3 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
lifeviaggi

15 cose che ho imparato in Repubblica Dominicana con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 16 Marzo 2016

Trovate il mio racconto del nostro viaggio in Repubblica Dominicana, con tanti consigli su organizzazione e itinerario sul sito Bimbi e Viaggi.

1. I bambini piccoli non vedono le differenze sulla pelle degli uomini. Non è che non ne tengano conto, o non vi diano peso, è proprio che neanche se ne accorgono.

2. I bambini di tutte le età imparano a vivere come possono. Se non hanno quasi niente, si accontentano del poco che hanno (e ringraziano accorati per qualsiasi dono imprevisto); se hanno tutto, si abituano a chiedere sempre di più (e a dare per scontato che lo avranno). Se li si priva della loro stessa infanzia – per bisogno, per necessità, per mancanze di alternative o per cattiveria – cresceranno convinti che sia normale non averne una. Se li si ama senza riserve, vivranno forse nella convinzione che amare è necessario, possibile e naturale.

3. Il proprio tempo, l’attenzione, l’interesse sincero sono il regalo più grande che si possa fare a un’altra persona.

4. Il platano fritto dà assuefazione.

5. La natura è sempre uno spettacolo mozzafiato. Quando è ostile e quando è madre, quando ti coccola e quando ti frusta. Un acquazzone tropicale improvviso potrà forse sconvolgere i tuoi piani per il pomeriggio, ma di sicuro ti lascerà a bocca aperta per la meraviglia dinanzi alla potenza e al fragore degli elementi. E anche il bambino più avvezzo alla tecnologia, o quello che al contrario non ha facile accesso a giochi e gadget elettronici, per cui li brama come acqua fresca in un mattino di sole, si accenderà di vita e di gioia di fronte a un mare spumoso o a una famiglia di scimmie.

6. Le barriere linguistiche possono essere facilmente abbattute da un pizzico di curiosità e qualche dozzina di sorrisi.

7. La religione, forse, è l’oppio dei popoli. Ma l’oppio, forse, fa meno danni degli antidepressivi e di certe verità.

8. Il Mediterraneo non possiede la sconfinata maestà degli Oceani, ma esercita un fascino irresistibile sui viaggiatori, fatto di cristalli di sale, lampi di luce e nenie di vecchie Sirene che hanno incantato generazioni di marinai.

dominicana2

9. Viaggiare è sempre fantastico, ma riuscire a sottrarsi alle logiche del turismo di massa è tutta un’altra storia.

10. L’olio di palma non ha mai ammazzato nessuno, per lo meno a certe latitudini.

11. Non tutti gli aerei usati nei voli intercontinentali sono comodi e belli (non quelli dei voli molto economici, almeno!).

12. Il turismo sessuale fa vomitare, ma questo lo sapevo già.

13. Una famiglia è qualcuno che ti ama senza condizioni. Anche se si tratta di una tua vicina di casa povera e non più giovane che, senza alcun legame di sangue o compenso economico, ti accoglie in casa propria insieme al tuo fratello gemello, dopo che tua madre vi ha abbandonato in tenerissima età.

14. Certi luoghi comuni, a volte, corrispondono a verità. Tipo che ai Caraibi, o almeno nel piccolo pezzettino che ho visto io, la musica risuona sempre e dappertutto, rigorosamente ballabile e ad alto volume. Oppure che la gente latina sa offrire un’ospitalità straordinaria, spontanea e discreta, mai sussiegosa, invadente o interessata: senza dubbio la Repubblica Dominicana è il posto in cui mi sono sentita più “a casa” lontano da casa. Infine, a volte è vero che ad essere più generoso, e magari anche più contento, è proprio chi possiede di meno.

15. Corollario del punto precedente: il benessere e la ricchezza sono due cose profondamente diverse, e forse per certi aspetti in antitesi. Puoi essere povero e felice, e non è affatto detto che essere ricco ti renderà l’esistenza più lieta.

Sono stata nella regione di Puerto Plata, in Repubblica Dominicana, presso una comunità formata soprattutto da famiglie povere ed emarginate di rifugiati haitiani in fuga da miseria e scontri sociali, i cui bambini ricevono assistenza, cibo e istruzione in un centro finanziato dalla Fondazione Mission Bambini grazie al meccanismo dell’adozione a distanza. Trentacinque di questi piccoli sono ancora in attesa di un donatore che li sostenga da lontano. Per seguire il mio viaggio, c’è il tag #azzeraladistanza, per attivare un’adozione a distanza c’è il sito ufficiale di Mission Bambini.

(Trovate il mio racconto del nostro viaggio in Repubblica Dominicana, con tanti consigli su organizzazione e itinerario sul sito Bimbi e Viaggi.)

16 Marzo 2016 4 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

Viaggiare con i bambini: quello che non leggerete mai in un travel blog

by Silvana Santo - Una mamma green 20 Gennaio 2016

Viaggiare non è soltanto un divertimento, un’occasione per spezzare la monotonia o riposarsi per qualche giorno. È il modo più efficace per migliorarsi, per comprendere che il nostro piccolo orizzonte è solo un frammento infinitesimo dell’immenso mondo in cui viviamo. Che le nostre abitudini, i gusti alimentari, le tradizioni, sono soltanto una delle tantissime opzioni possibili. Che i criteri con cui gli uomini considerano – e giudicano – la vita e il prossimo, il bello e il brutto, la moralità e l’onore sono quasi sempre discutibili, oltre che mutevoli nello spazio e nel tempo. Viaggiare insegna ad amare la diversità, a cogliere punti di vista altri, a conoscere le molte versioni della storia dell’umanità, ad essere curiosi, tolleranti ed empatici. Ed è per questo che viaggiare con i propri figli dovrebbe essere obbligatorio per legge (e di conseguenza molto meno costoso, ma questo è un altro discorso). Più invecchio e più me ne convinco.

Una premessa apparentemente fuori tema, ma che mi sembrava doverosa, visto il senso di questo post. Viaggiare con i figli è non solo possibile e bello, ma addirittura, concedetemelo, necessario. Però non è sempre una passeggiata. Costa fatica, pazienza, spese non preventivate e a volte anche una certa dose di stress. Affrontare trasferimenti, imprevisti, cambi di alimentazione, orari e clima con quelli che per definizione sono esseri abitudinari e non sempre ragionevoli (non che lo siano tutti gli adulti che conosco, beninteso!) può presentare delle difficoltà. Conciliare le proprie aspettative e desideri da adulto con le esigenze e le volontà di un bambino piccolo impone compromessi, cambi di programma e capacità di adattamento.

E se vi state chiedendo come faccia quel tale travel blogger ad affrontare con estrema nonchalance un volo per l’Australia con tre bambini in età prescolare (mentre a voi sembra stressante un viaggio di sei ore in autostrada); se vi sentite provinciali, incapaci, o sfigati, perché la vostra settimana al mare vi è sembrata a tratti faticosa, ma in rete avete visto definire “rilassante e assolutamente adatto a famiglie con dei bambini piccoli” un tour itinerante della Mongolia o un safari in Tanzania con pernottamenti in tenda, credetemi: la perfezione non esiste. Neanche nei trolley da cabina dei blogger più esperti.

Intanto: conta moltissimo l’esperienza. Viaggiando spesso con uno o più bambini si impara a prevenire, o a gestire, le eventuali difficoltà. Ci si abitua (o rassegna, a seconda dei punti di vista) a modulare le proprie aspettative, a prevedere, o se serve improvvisare, un piano b. A dare per scontato che il viaggiatore piccoletto potrebbe non gradire il programma del giorno, o non essere in grado di rispettare i tempi, per quanto flessibili, che avevamo fissato. Potrebbe non avere alcuna voglia di lasciare la spiaggia all’ora stabilita, di restare seduto in aereo con le cinture allacciate, di visitare il tale acquario o dormire in una certa camera. Potrebbe ammalarsi, e non avere la stessa capacità di un adulto di sopportare il fastidio e andare avanti. E allora bisogna negoziare, pazientare, spiegare. Fare compromessi, concessioni, cambiare itinerario o destinazione. Talvolta rinunciare a cose a cui tenevamo moltissimo, o addirittura, tornare a casa prima del previsto. Inconvenienti che capitano anche nei viaggi per soli adulti, certo, ma è innegabile che un bambino piccolo sia più suscettibile di contrattempi, malanni o leggereo resistenze.

È in questo senso che un viaggio con i propri figli, spesso, viene raccontato come “perfetto” anche se tecnicamente non lo è. Forse non vuol dire che i travel blogger non debbano affrontare intoppi e fatiche, ma che, più semplicemente, abbiano imparato a metterli in conto.

viaggiare con i bambini 2

 

Un genitore che viaggia ha la responsabilità del benessere oltre che della sicurezza dei propri figli. Come a casa, ovvio. Ma in condizioni straordinarie e spesso imprevedibili, in situazioni sempre mutevoli e sconosciute, come quelle tipiche del “viaggio”, le cose possono talvolta complicarsi. Capita di innervosirsi, o preoccuparsi, o litigare. Certo. Anche nelle migliori famiglie di viaggiatori seriali. Anche i frequent flyer più disinvolti, ci scommetto, avranno sperato almeno una volta che il volo finisse in fretta, perché non sapevano più come intrattenere un bambino stanco o annoiato, e magari un tantino molesto. Anche le coppie di backpackers più zen avranno discusso, ogni tanto, su come convincere la prole esausta a fare la doccia dopo un pomeriggio di giochi su una spiaggia oceanica. Anche ai viaggiatori più avventurosi sarà successo di dover rinunciare all’escursione più desiderata perché il loro piccoletto si era svegliato col mal di pancia, o semplicemente con la luna storta. Solo che non è la prima cosa che racconteranno agli amici, o, se scrivono un travel blog, ai propri lettori. Non è, probabilmente, quello che essi stessi ricorderanno come fondamentale, perché, scegliendo di viaggiare con i propri figli, hanno implicitamente accettato in partenza la possibilità del contrattempo, del ritardo, dell’imperfezione. Hanno imparato, anzi, a godere delle opportunità uniche che la presenza dei bambini fornisce: per vivere il tempo in modo più sostenibile, sperimentare in maniera più autentica la vita locale e incontrare la gente del posto con più facilità.

Mostreranno le foto in cui sorride tutta la famiglia, a bagno in un mare di cristallo o in cima a una duna dorata, racconteranno dei paesaggi che hanno attraversato e dell’itinerario che hanno percorso, delle mani che hanno stretto lungo il cammino e dei profumi esotici che hanno respirato. Ma difficilmente vi racconteranno della discussione scoppiata in auto per la pipì che scappava nel luogo meno opportuno o per il ciuccio dimenticato in albergo dal papà sfinito, che di notte aveva cullato il neonato per almeno tre ore consecutive. Diranno, semplicemente, che è andato “tutto bene”, e che il viaggio è “fattibile anche con i bimbi”. E non perché vogliano mistificare la realtà o millantare una perfezione che non può esistere. Ma perché davvero del loro viaggio conserveranno i ricordi più dolci e getteranno via, senza sforzo, spontaneamente, i momenti più frustranti o faticosi.

Perché un viaggio con i bambini è come la vita: non sempre facile, inevitabilmente imperfetto, ma sempre unico e meraviglioso.

 

(Tipo che quando abbiamo scattato questa foto ero seduta a riposare per 30 secondi perché Davide, che aveva un anno e mezzo e non aveva quasi dormito la notte precedente, aveva voluto stare in braccio alla mamma per quasi tutta la durata della visita al bellissimo, e ripidissimo, castello di Bran. E c’era un sacco di gente, io ero incinta di 4 mesi e ancora lo allattavo. Eppure dico solo la verità quando racconto che il viaggio in Transilvania resta uno dei più belli che abbia fatto in vita mia, e che mio figlio in quel castello si è divertito un sacco).

viaggiare con i bambini3

20 Gennaio 2016 8 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
viaggi

Tenerife con i bambini (a Natale)

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Gennaio 2016

Sapori coloniali con un inconfondibile retrogusto europeo. L’Atlantico incessantemente nelle orecchie, nelle narici, sulla pelle; la luce diffusa, quasi magica, a causa dell’aerosol in perenne movimento nell’aria. Come se tutto avesse un’aura visibile e tangibile. Le palme e i platani, i patio e le spiagge nerissime, le chiese barocche e i balconi di legno. I vulcani e il paesaggio in perenne evoluzione. La storia e il mito. La gente, il sole, il vento intermittente che parla cento dialetti diversi. I pensionati in vacanza permanente, i giovani expat e i bambini abbronzati. Benvenuti a Tenerife, l’isola dove l’Africa si mescola all’Europa. E anche al Caribe.

tenerife12

Tenerife con i bambini

Calda ma non troppo, lontana ma non troppo, esotica ma non troppo. E soprattutto: costosa, ma non troppo (anzi, direi proprio poco, volo escluso). Quando, la scorsa primavera (al termine di un inverno pesante e malaticcio) marito ed io ci siamo scoperti a desiderare un Natale più dolce e assolato, Tenerife è apparsa presto come il compromesso ideale tra mete caraibiche, invitanti ma del tutto inaccessibili alle nostre finanze, e lidi più abbordabili ma al momento scoraggianti per ragioni geopolitiche tristemente note. Dunque, Tenerife: l’isola dell’eterna primavera. Quattro ore circa di volo diretto (e low cost, più in dettaglio Easyjet) da Fiumicino, soli 60 minuti di fuso orario (ora di Londra), temperatura media, a dicembre, di circa 25 gradi, spiagge vulcaniche, natura e tante cose interessanti per mamma e papà.

tenerife9JPG

Come visitare Tenerife con i bambini

Il nostro è stato un viaggio come sempre fai da te e, per così dire, parzialmente itinerante: abbiamo alloggiato una sola sera nella zona meridionale dell’isola, vicino all’aeroporto, poi per quasi tutto il soggiorno in un appartamento privato (preso su AirBnb) nella meno gettonata Puerto de la Cruz, a nord di Tenerife, e infine una notte a Vilaflor, una piccola località di montagna (pittoresca e idilliaca, popolata di backpackers) non lontana dallo scalo di Tenerife Sur dal quale saremmo ripartiti. Quasi sempre, nella nostra permanenza a Puerto, ci siamo spostati in giornata per escursioni quotidiane alla scoperta di villaggi, siti naturalistici o altre attrazioni, ritagliandoci ogni tanto un paio di ore (le più calde della giornata) per andare in spiaggia o in piscina. I ristoranti li abbiamo frequentati poco, per ragioni economiche e di comodità. La cucina canaria, ad ogni modo, non è memorabile (ma assaggiate le papas arrugadas con la salsa mojo rossa o verde), comunque a Puerto de la Cruz ci sono numerosi ristoranti con cucine di tanti paesi.

Cosa vedere a Tenerife con i bambini

Avendo un’auto a noleggio (compagnia locale Cicar) e molto tempo a disposizione (11 giorni pieni) abbiamo potuto esplorare gran parte dell’isola, al netto delle limitazioni logistiche legate alla presenza di due viaggiatori sotto i tre anni. Fare base a Puerto de la Cruz consente di evitare le zone più battute dal turismo di massa e, soprattutto, di visitare comodamente il nord di Tenerife, nonché le aree est e ovest dell’isola (mentre richiede un po’ più di tempo per raggiungere il sud, molto amato da chi, a differenza nostra, preferisce le vacanze più squisitamente balneari e i grandi resort all inclusive).

In dettaglio, ecco cosa offre la più grande delle Isole Canarie:

tenerife11

Puerto de La Cruz: località di mare molto piacevole, con una lunga passeggiata sull’Oceano densa di ristoranti e botteghe. Il centro storico è carino anche se privo di monumenti eclatanti (ci sono un paio di chiese col classico retablo barocco e il soffitto in stile mudejar) e le mareggiate che sbattono sulla scogliera sono un autentico spettacolo a cielo aperto. Per i bambini ci sono il Lago Martianez (complesso di piscine salate sul lungomare, realizzate dall’architetto Cesar Manrique) e una bella area giochi nella piazza principale della città. Davvero lussureggiante il Giardino botanico tropicale, che piacerà, per tante ragioni diverse, a tutta la famiglia.

La Orotava e La Laguna. Poco distanti da Puerto, sono due località che conservano interessanti centri storici in stile coloniale, con tipici patio e balconi coperti di legno intarsiato. Personalmente, ho trovato più bello quello (meno blasonato) de La Orotava, ma vale la pena vederli entrambi. Non ci sono attrattive particolari per i piccoli, ma le aree gioco all’aperto non mancano mai.

Il Teide. Con i suoi oltre 3.700 metri d’altezza, questo vulcano ancora attivo è il tetto di Spagna. La strada per raggiungere la vetta, agevole e protetta da un Parco Nazionale, (si parte dalla strada che passa per Icod de los Vinos) è imperdibile: scorci mozzafiato e foreste che lasciano il posto a paesaggi lunari, deserti e distese di ossidiana. Intorno ai 2.500 metri c’è un piccolo centro visitatori (El Portillo) che vale la pena vedere, specie con i figli. Poco più avanti parte la cabinovia che conduce al picco (non indicata per bambini piccoli, se salite assicuratevi di rientrare nel numero, limitato, di turisti che potranno raggiungere il cratere principale).

tenerife con bambini

Los Gigantes
Scogliere a strapiombo sul mare. Molto suggestive, ma se beccate un giorno di foschia (come noi!) dovrete più che altro immaginarle.

Masca
Minuscolo villaggio arroccato su un ripidissimo pendio. Si raggiunge percorrendo una strada vertiginosa tra le rocce, molto suggestiva. Piacerà, credo, ai bambini più grandicelli.

Santa Cruz
La capitale dell’isola. A me ha detto davvero poco: interessante il museo di Storia Naturale, dedicato alla fauna (specialmente marina) e flora locali. È adatto anche ai bimbi di tutte le età, ci sono tra l’altro delle piccole aule didattiche a loro dedicate. Noi abbiamo inoltre fatto il bagno nelle (belle e fredde) piscine del Parque Maritimo, mentre i bambini hanno apprezzato l’ottimo parco giochi di Plaza Europa. Per il resto, a parte la grande “astronave” dell’auditorio, mi ha colpito poco. Personalmente non la consiglio come base.

tenerife famiglia

Garachico
Piccolo borgo di marinai, molto piacevole per una mezza giornata di relax. Le piscine naturali, con le onde che sbattono e i granchi giganti che escono a prendere il sole, sono divertenti per tutti, il centro storico è tra quelli meglio conservati e meno deturpati dagli abusi edilizi. Aveva l’aria di essere un buon posto in cui mangiare del pesce.

Costa meridionale (Los Cristianos, Costa Adeje, Playa de Las Americas):
Lungo tratto costiero a sud di Tenerife, gettonatissimo tra chi cerca soprattutto mare, sole e vita da spiaggia. Lungomare animato, spiagge pulite e attrezzate, grossi complessi alberghieri. Purtroppo anche tanta speculazione edilizia e un po’ di confusione.

tenerife8

Loro Parque e co.
Se vi piacciono gli animali e non avete remore nel vederli in cattività, a Tenerife avrete l’imbarazzo della scelta. Noi, combattuti tra l’interesse scientifico, la voglia di avvicinare i bambini al mondo naturale e i dubbi etici, abbiamo visto il Loro Parque e il Monkey Park. Sul piano “turistico”, niente da dire: organizzazione eccellente, molte attrattive, bambini entusiasti. Su quello ambientale, insomma: bestie apparentenente in buone condizioni, ambienti mediamente adeguati, un minimo di informazione scientifica ma… sono pur sempre dei posti in cui gli animali vivono in cattività e in diversi casi partecipano a spettacoli ed esibizioni. A voi la decisione di andarci o meno.

Vilaflor
Borgo suggestivo a 1.400 metri d’altezza, alle pendici meridionali del Teide. Un luogo ameno e un po’ surreale, dove il tempo scorre lento e pare di essere finiti in un romanzo di Garcia Marquez. Noi abbiamo alloggiato all’hotel Casa Zaguan, davvero ben arredato e accogliente, frequentato da tantissimi backpackers interessati alle numerose escursioni che partono da Vilaflor. I ristoranti chiudono tutti prestissimo, e la temperatura diventa molto fresca di sera (ma c’è un supermercato relativamente fornito).

tenerife con bambini

 

Perché andare a Tenerife con i bambini

Intanto, il clima è davvero mite, anche a Natale, pure se il vento e le escursioni termiche possono dare fastidio. Noi siamo riusciti a fare anche diversi bagni in mare (i bimbi avevano un mutino economico, noi solo il costume, in ogni caso la zona sud è sicuramente più adatta perché più calda e riparata dal vento) e non abbiamo trovato neve neanche sul Teide (che a dicembre è di solito imbiancato). In 12 giorni ha piovigginato solo un paio di volte, per pochi minuti ogni volta. Poi, la natura! Nonostante gli scempi paesaggistici, Tenerife costituisce uno scenario molto interessante e inusuale per chi è abituato all’Europa: palme, bananeti a perdita d’occhio, giardini lussureggianti, percorsi di grande interesse geologico, spiagge nere e distese di cactus. E ancora una fauna ricchissima ed esotica, sia selvatica che in cattività. Last but not least, le attrazioni: parchi acquatici, faunistici, tematici, giardini botanici, piscine, aree gioco perfettamente attrezzate (sono praticamente dappertutto): davvero una miriade di interessi per bimbi di ogni età e preferenza.

tenerife6

tenerife3

L’ambiente a Tenerife

L’isola è pulita e accogliente, nonostante le ferite profondissime inferte dalla speculazione edilizia nei decenni addietro. La parte settentrionale e l’entroterra sono sicuramente più preservati, e gli appassionati di geologia e trekking troveranno moltissimo pane per i loro denti (e scarponcini). Il mare e le spiagge sono puliti e ben tenuti, e non mancano aree alberate e piccoli parchi cittadini, anche acquatici. Gli orti botanici sono un vero balsamo per tutti e cinque i sensi, mentre sui numerosi parchi faunistici mi sono già in parte espressa: i due che ho visto io non sono dei lager, ma di certo vanno molto al di là degli aspetti didattici e conservazionistici. Poi, la decisione, personale, è a monte. Io, senza bambini, non credo che ci sarei entrata.

In definitiva: promossa e consigliatissima per chi viaggia in famiglia. Soprattutto per la molteplicità delle offerte, perché chi pensa che Tenerife sia soltanto “mare”, evidentemente non ci è mai stato.

tenerife14

tenerife15

tenerife16

8 Gennaio 2016 13 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • …
  • 6
  • 7
  • 8
  • 9
  • 10
  • 11

Seguimi su Facebook!

Facebook

Chi sono

Chi sono

Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

Il mio libro

Rubriche

Mi trovi anche su:

 

 

 

Archivi

Cookie Policy
  • Facebook

@2011/2021- All Right Reserved. Designed by DigitalStylist


Torna su