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viaggiare con i bambini

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Di ritorno dall’Olanda con bambino piccolo

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Novembre 2013

Cose che ho imparato sull’Olanda portandoci mio figlio

Due cose ricorderò, prima di tutto, di questo viaggio in Olanda con un bambino piccolo: gli uccelli migratori (l’avifauna più varia, abbondante ed evidente che abbia mai visto in vita mia e no, non mi sto riferendo al quartiere del sesso di Amsterdam) e il colore del cielo. O meglio, la sua assenza.

Sarà anche la terra della mobilità sostenibile, ma il traffico può essere infernale. E i semafori di Utrecht sono un’autentica piaga, anche quelli pedonali.

Vista la stagione, niente tulipani in giro. Ma in nessun altro posto ho mai visto tanta gente con in mano dei fiori.

Avranno anche aumentato le restrizioni sulla Cannabis, ma l’odore dell’hashish è dappertutto. Purtroppo non è bastato questo a far dormire Davide per una notte intera.

I vecchi mulini a vento, usati per secoli per macinare granaglie e produrre pigmenti destinati ai pittori di scuola olandese e fiamminga, sono pittoreschi assai. Ma quelli nuovi, che al vento continuano a rubare energia per alimentare luci al led, laptop e catene di montaggio, sono a loro volta estremamente suggestivi. Checché ne dicano alcuni paesaggisti.

Utrecht è incredibilmente sottovalutata, per lo meno dalla gente che conosco io (tra le altre cose, mai visti tanti negozi di design né tanta scelta di bei ristoranti).canale

Cose che ho imparato su mio figlio portandolo in Olanda

È perfettamente in grado di fare “ciao ciao” con la manina, ma solo ad umani rigorosamente selezionati. Di preferenza olandesi, biondi e con dei fiori in mano.

Ha la capacità chirurgica di esigere la tetta (BigD è uno che non chiede. Lui pretende, dal giorno in cui è venuto al mondo) nel momento e nel contesto meno indicati. Tipo in un tram affollatissimo mentre io indosso biancheria intima, t-shirt, felpa e giaccone. O sul 737 Transavia per Eindhoven, talmente stipato di seggiolini da meritarsi la piazza d’onore nella classifica degli aerei più scomodi della storia (il titolo resta saldamente nelle mani di un Cityliner che ho preso da Napoli a Torino qualche anno fa).

Quanto all’attività intestinale, le sue straordinarie doti di tempismo erano già note dalla prima passeggiata in quota fatta in Trentino l’estate scorsa.

Le pecore lo lasciano quasi indifferente. Il suo amore incondizionato appartiene solo ai felini.

È riuscito a farsi più amici lui in 9 mesi di viaggi che io e suo padre in 12 anni di vagabondaggio per l’Europa e non solo.

Le sue non sono lallazioni prive di senso. BigD si esercita nella pratica della Lingua universale dei neonati. Quella grazie alla quale schiere di pochimesenni pelati congiurano alle nostre spalle. State attenti, sono dappertutto.mulini

Cose che ho imparato su me stessa andando in Olanda con mio figlio

Non devo avere poi questi canoni estetici così rigorosi, né principi morali così saldi, se riesco a trovare gradevole un ristorante in stile coloniale traboccante di decorazioni di Halloween.

Dovrei finalmente imparare che anche i figli degli altri, talvolta, piangono. E che le madri non rischiano la lapidazione per questo.

Sono in grado, col supporto del Socio, di cambiare un pannolino sul secondo aereo più scomodo della storia. Senza sporcarmi le mani. (Sul Cityliner non ci avrei neanche provato).

Le madri nordeuropee che girano il mondo con almeno 3 figli biondissimi, educati e sempre tranquilli, con i capelli perfettamente in ordine e senza un filo di occhiaie devono nascondere un terribile segreto (perché la vita è ingiusta e crudele, ma non può esserlo fino a questo punto).

Al monotono stress casalingo, preferirò sempre e comunque la fatica eccezionale (e gli scazzi momentanei) del viaggio. E poi, se proprio devo avere le occhiaie ad altezza ginocchia e i capelli da spaventapasseri, sempre meglio sfoggiarli in giro per il mondo, no?davide_amsterdam

4 Novembre 2013 5 Commenti
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viaggi

Vacanze ecosostenibili: evviva il Trentino Alto Adige

by Silvana Santo - Una mamma green 2 Agosto 2013

Un altro mondo, o, più semplicemente, un’altra Italia. Ammetterlo non è indolore, ma la mia recente vacanza in Trentino Alto Adige mi ha restituito (o forse sarebbe più corretto dire confermato) la sensazione che il resto della Penisola abbia da colmare un abisso, in quanto a sensibilità ambientale, rispetto a questa terra di fiumi, abetaie e rocce rosa strappate al mare. Prendersi cura della natura, evitare gli sprechi e insegnare ai bambini l’educazione alla sostenibilità, da quelle parti, è semplicemente un fatto normale. Non è questione di premi o di concorsi a tema, ma un aspetto irrinunciabile e naturale – perdonerete il gioco di parole – del senso civico che accomuna cittadini, amministrazioni e imprese.

Tanto per cominciare, per la prima volta nei miei non pochi viaggi, ho avuto la possibilità di fare la raccolta differenziata in albergo (l’hotel Olimpionico di Castello di Fiemme, ndr):

raccolta differenziata albergo

Restando in tema di rifiuti, nella centralissima – e molto glamour – Via dei Portici di Bolzano, tra un negozio di abiti alla moda e una fornita libreria per bambini c’era questa vetrina:

IMG_6531

Per la serie: “Oggi ho fatto un po’ di shopping, ho preso i sacchetti per la plastica, un paio di detergenti ecologici e un nuovo secchio per l’umido”.

In tema di mobilità, invece, vi basti sapere che sulla salita per il mitico Passo Pordoi c’era una stazione di ricarica per auto elettriche. E che i numerosi ciclisti urbani di Bolzano possono contare su un compressore pubblico per gonfiare le gomme delle biciclette. Gratis, ovviamente.

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Sarà anche per questo, oltre che per le onnipresenti piste ciclabili – bellissima quella sul lungolago di Riva del Garda -, le “Zone 30” (aree urbane in cui il limite di velocità è fissato a 30 chilometri orari) e le innumerevoli proposte di cicloturismo per grandi e piccini, che di gente in bicicletta, sia in Trentino che in Alto Adige, se ne vede davvero tanta. E non è che le strade siano esattamente pianeggianti, lassù!

Per finire, ma potrei andare avanti ancora a lungo, qualche esempio dell’attenzione alla sostenibilità in tema di alimentazione. Questo era l’angolo biologico della colazione servita ogni giorno dal nostro albergo (che presenta in tavola, come quasi tutti i ristoranti che ho frequentato, acqua di rubinetto):

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Le ultime foto, che non ho scattato io ma mia cugina, in vacanza nella stessa zona, si riferiscono a un ristorante di Predazzo che ha fatto dell’ecosostenibilità il proprio marchio di fabbrica.

 IMG-20130802-WA0005

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Dell’attenzione riservata ai bambini in vacanza, invece, neanche vi parlo. Perché lo farò in un altro post.

2 Agosto 2013 2 Commenti
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viaggi

In vacanza con i bambini: piccola guida per un viaggio sostenibile

by Silvana Santo - Una mamma green 17 Luglio 2013

Tratto dalla mia rubrica Diario di ECOmamma su La Nuova Ecologia (numero di luglio/agosto 2013)

Per chi, come la sottoscritta, è abituato da sempre a viaggi low cost e low impact, la prima vacanza con bambino al seguito può rappresentare una vera e propria rivoluzione, a cominciare dalla quantità e dalla mole delle valigie. Per una legge fisica mai formulata ma sperimentata da molti, sembra infatti che la quantità di bagagli necessaria sia inversamente proporzionale alle dimensioni del viaggiatore: spostarsi con un bambino, di norma, somiglia più a un trasloco che a una vacanza. Per non esagerare, il mio consiglio è di adottare la tecnica che ho usato io per il primo fine settimana fuori porta insieme a Davide: scrivere con calma una lista dettagliata delle cose da portare e attenersi scrupolosamente alle indicazioni dell’elenco.

Quanto alle destinazioni, la nascita di un figlio può rappresentare una preziosa occasione per riscoprire mete vicine, riducendo in questo modo le distanze percorse e l’impatto ambientale del trasferimento. Aree protette e altri luoghi “di natura” rappresentano una destinazione ideale per i più piccoli. Per la mia famiglia, ad esempio, quest’anno solo località italiane, il più possibile incontaminate: Dolomiti trentine e spiagge dell’Argentario. Chi è abituato a spostarsi in automobile, ma questo vale non solo per la villeggiatura, dovrebbe chiedersi se una famiglia in crescita ha davvero bisogno di una station wagon o di un SUV, o se non può piuttosto continuare a muoversi con la stessa auto che usava prima che nascesse il bambino. Passeggini e altri oggetti ingombranti, in fondo, si usano per poco tempo, e in caso di necessità possono al limite trovare posto su un normale portapacchi. Potendo scegliere, in ogni caso, meglio spostarsi con i mezzi pubblici, in viaggio come in città (ma questo vale anche per chi figli non ne ha).

Per chi ha un bambino molto piccolo, poi, anche la scelta del periodo in cui programmare la vacanza può contribuire a ridurre l’impatto ambientale: mio marito ed io, peresempio, abbiamo organizzato la nostra villeggiatura in modo da partire quando Davide sarà ancora allattato al seno. Oltre alla maggiore praticità, questo ci permetterà di viaggiare più leggeri e di evitare di ricorrere a confezioni di pappe usa e getta. Per i più grandicelli, invece, la rosa delle possibilità si amplia, permettendo di optare, ad esempio, per una vacanza in bicicletta, un giro in barca a vela o, meglio ancora, un campo di volontariato ambientale come quelli che Legambiente organizza ogni anno in Italia e all’estero. Occhio, infine, alla scelta della struttura in cui soggiornare: meglio puntare su alberghi, campeggi e residence che seguano i principi dell’ecoturismo, ricordando che ad essere “viaggiatori” piuttosto che “turisti” si impara da piccoli.

Link utili
In vacanza nei parchi. In Italia oltre il 10% del territorio è protetto: parchi naturali e regionali, aree marine protette e altre riserve rappresentano la soluzione ideale per una vacanza in famiglia (ma anche in coppia, in gruppo o da soli) all’insegna della natura, ma anche della storia, dell’arte e delle specialità gastronomiche regionali.

Volontari con Legambiente. L’associazione del Cigno propone ogni anno un’ampia scelta di campi di volontariato per bambini, per ragazzi e per famiglie. Un’occasione per dedicare un po’ di tempo alla salvaguardia dell’ambiente, ma anche per fare nuove amicizie e “vivere” splendide località.

Eco è meglio. Viaggiare leggeri non significa solo partire con un bagaglio poco ingombrante, ma soprattutto fare scelte consapevoli per quanto riguarda il tipo di struttura ricettiva, l’alimentazione, le attività ricreative, l’atteggiamento verso la popolazione e la cultura locali. Chi desidera viaggiare in modo rispettoso dell’ambiente può scegliere tra le proposte di Ecoturismo Italia.

17 Luglio 2013 3 Commenti
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viaggi

Viaggiare con un neonato: cosa mettere in valigia

by Silvana Santo - Una mamma green 26 Giugno 2013

Consigli utili per chi viaggia con lattante al seguito: l’aereo, la valigia e tutti gli accorgimenti per la perfetta vacanza a misura di bambino. E dei suoi genitori

viaggiare5Partire è un po’ morire, dice il proverbio. E invece il viaggio lampo a Bruxelles (venerdì-lunedì) che ho appena fatto con Davide e suo padre è stato una vera e propria boccata di aria fresca, non solo sul piano meteorologico. La prova che, pur se con ritmi più blandi, qualche accorgimento in più e una dose extra di fatica, viaggiare con un neonato è non solo possibile, ma anche molto divertente. Senza la dovuta organizzazione, però, è facile che quella che dovrebbe essere un’esperienza piacevole finisca col trasformarsi in un autentico incubo, soprattutto per chi non è troppo abituato a spostarsi (non era il nostro caso, dal momento che siamo appassionati viaggiatori, però ci è stato comunque utile un weekend “di prova” in Costiera Amalfitana!).

Eccovi allora, sulla base della mia esperienza, alcuni consigli per viaggiare con un neonato senza arrivare impreparati al banco del check-in.

 

Viaggiare con un neonato: prima di partire

Per prima cosa, vi consiglio fortemente, per i vostri bagagli, di preferire lo zaino al trolley: in questo modo, avrete sempre le mani libere, anche mentre spingerete il passeggino o quando dovrete prendere in braccio il bambino. Scrivete tutto: fate una lista dettagliata delle cose da portare, annotate indirizzi, orari e numeri di telefono utili. In caso di viaggio all’estero, nel cercare informazioni sul meteo, consultate i siti locali: sono più attendibili (e ricordate che le previsioni cambiano continuamente). Muovetevi con anticipo: anche se siete degli irriducibili della valigia-sempre-all’ultimo-minuto, sforzatevi di cambiare schema. Cominciare i preparativi per tempo vi aiuterà ad evitare dimenticanze e gestire emergenze improvvise. Avviatevi prima del solito anche all’aeroporto o in stazione: con un bimbo al seguito, i fuori programma sono sempre in agguato. Assicurate il viaggio: soprattutto se si tratta di una vacanza non troppo low cost, potrebbe essere una buona idea quella di comprare una assicurazione per l’eventuale annullamento o lo spostamento della partenza. Ma sia chiaro: questo non vi impedirà di rimanere molto male se il pupo dovesse ammalarsi di tonsillite proprio il giorno prima dell’inizio delle ferie. Cominciate piano e mutate le vostre aspettative: non siete più soli, la presenza di un figlio, per quanto tranquillo e bene abituato, potrebbe costringervi a cambiare qualche abitudine. Noi, ad esempio, per cominciare abbiamo scelto una destinazione che non solo fosse allettante, ma anche “comoda” per noi: una città che abbiamo già visitato in lungo e in largo e una sistemazione – la casa di mio cugino – a prova di qualsiasi imprevisto. La prospettiva di andare a trovare una persona cara, che avrebbe anche avuto piacere a passare qualche giorno con Davide, ha arricchito ulteriormente l’aspettativa del viaggio.

Viaggiare con un neonato in aereo

viaggio con bambinoCercate, se possibile, di farvi assegnare un posto più comodo e magari vicino al bagno, come quelli della prima fila. Se questo non fosse possibile (come è capitato a noi lo scorso weekend), chiedete un posto vicino al corridoio: sarà più semplice portare a spasso il piccolo negli inevitabili momenti di noia, o accompagnare in bagno i bambini più grandicelli. Noi abbiamo trovato molto comodo viaggiare in una fila in cui uno dei tre posti era vuoto: prima di tutto, non abbiamo disturbato nessuno, e poi abbiamo potuto usare il posto vuoto per far stendere Davide o appoggiare borse, pannolini, etc.

Studiate la toilette: se vi sembra troppo complicato cambiare il bambino in uno spazio così angusto e senza i necessari supporti, effettuate l’operazione direttamente al vostro posto. Se poi il viaggio è breve e non ci sono fuoriuscite moleste durante il volo, evitate del tutto di cambiare il neonato a viaggio in corso (potete utilizzare i comodi fasciatoi disponibili nella maggior parte degli aeroporti).

Cercate di far ciucciare o ingoiare ripetutamente il bambino durante le fasi di decollo e atterraggio: vanno bene il seno, il ciuccio, il biberon, le dita, la frutta, la pappa, etc. Comunque, l’eventuale sensazione di disagio o dolore per il cambiamento di pressione non è un fatto scontato, ma varia da persona a persona. Davide, per la cronaca, dormiva alla grande, senza ciuccio, quando siamo partiti per il viaggio di ritorno, ma non ha mostrato apparenti fastidi o dolori legati alla difficoltà di compensazione (in ogni caso, parlate col vostro pediatra se il bambino ha mal d’orecchie prima di partire). Non so che dirvi, invece, sulla gestione del jet lag, perché tra Italia e Belgio non c’è differenza di fuso.

viaggio con neonatoCome organizzare i bagagli

Consiglio prima di tutto di separare il bagaglio vostro e degli altri adulti da quello del bambino, in modo da avere a portata di mano più facilmente le sue cose. Se la dimensione dello zaino o della valigia lo consente, portate in cabina il bagaglio del mini-viaggiatore: in caso di ritardi o di smarrimenti, almeno il più piccolo non si troverà a disagio.

In base alla mia esperienza, e a prescindere dalle previsioni del tempo, ecco una lista delle cose che tutti dovrebbero portare con sé quando si trovano a viaggiare con un neonato, nutrito prevalentemente al seno (naturalmente mi riferisco a vacanze brevi che abbiano per destinazione una città, in cui non si prevede di portare il bimbo al mare o di esporlo a condizioni particolari):

 

  • luce per la notte;
  • accappatoio e panni di cotone in abbondanza;
  • sacco nanna, ideale in caso di freddi improvvisi, pratico sia nel passeggino che in culla;
  • marsupio o zaino porta-bimbo, in aggiunta al passeggino;
  • pentolino per sterilizzare i ciucci o sterilizzatore da viaggio a raggi UV;
  • libretto e tessera sanitaria del bimbo (che nei Paesi dell’Unione Europea dà diritto agli stessi trattamenti sanitari dei residenti del luogo);
  • piccola farmacia da viaggio (io ho portato solo termometro, paracetamolo in gocce e pomata al cortisone, ma alloggiavo in una casa e partivo per un Paese senza particolari rischi sanitari);
  • paravento/pioggia per il passeggino;
  • repellente per insetti (io mi trovo molto bene con un prodotto naturale a marchio Ecokid) e zanzariera per passeggino;
  • qualche giochino;
  • abiti adatti a fronteggiare escursioni termiche (dalla mezza manica al golf di lana);
  • eventuali pannolini, ma solo se, come nel nostro caso, utilizzate un prodotto che non è facile reperire dappertutto;
  • i prodotti per l’igiene che il bimbo usa abitualmente;
  • culla da viaggio (inutile se alloggiate in un albergo o un residence che ve la fornisce, ecco la nostra);

In aereo, dovreste fare in modo di avere sempre a disposizione, oltre a pannolini e salviette, anche un cambio d’abito completo, una felpa, un cappellino, una copertina, un telo di cotone o un bavaglino, qualche giocattolo, un paio di ciucci (se ne fate uso), acqua ed eventuali alimenti se il pupo è svezzato. Ricordate che le limitazioni sui liquidi nel bagaglio a mano non valgono per quanto riguarda le necessità del bambino.

Viaggiare con un neonato: a destinazione

Vere e proprie regole, secondo me, non ce ne sono, se non quella di adattare i ritmi del viaggio alle mutate esigenze della famiglia. Noi, che abbiamo un bambino non troppo dormiglione, di buona stazza e irritabile quando è stanco, abbiamo fatto qualche pausa in più e ci siamo concessi sempre un pisolino pomeridiano insieme a Davide, ma se avete con voi un piccolo viaggiatore tranquillo e sonnacchioso, potete probabilmente concedervi qualcosa in più, contando su un buon riposo notturno per tutti. Per il resto, ricordate che se voi siete sereni e soddisfatti, lo sarà anche vostro figlio. A ogni buon conto, però, risparmiategli l’ascesa dell’Himalaya e la traversata del Gobi almeno fino a quando non avrà imparato a camminare!

26 Giugno 2013 9 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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