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estate

vacanza in friuli con i bambini
viaggi

Friuli con i bambini: attività, itinerario e consigli pratici

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Settembre 2021

Perché organizzare una vacanza in Friuli con i bambini? Spoiler: perché il Friuli Venezia Giulia è una regione estremamente varia, che offre una miriade di opportunità diverse in una manciata di chilometri.

Perché andare in Friuli con i bambini

In Friuli Venezia Giulia puoi fare snorkeling immerso nella fauna ittica mediterranea il lunedì e, per esempio, costruire un pupazzo di neve su un ghiacciaio (in piena estate) il martedì. In Friuli Venezia Giulia ci sono castelli, palazzi, musei, chiese e monumenti di rara bellezza. Ci sono borghi – sul mare, tra i monti o nel mezzo della pianura – che sono piccoli gioielli (sopravvissuti mirabilmente a terremoti, guerre e altre sciagure). Ci sono testimonianze preziose e ricchissime del passato, incluso quello dell’antica Roma, della Serenissima e, ovviamente, dell’impero Austroungarico.

In Friuli Venezia Giulia ho trascorso due settimane di vacanza con la mia famiglia, vivendo un sacco di esperienze memorabili assieme ai miei figli. Ed è proprio da qui che parto per raccontarvi quelle che secondo me sono le migliori attività da organizzare in Friuli con i bambini!

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6 Settembre 2021 2 Commenti
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terme di chianciano con i bambini
viaggi

Terme di Chianciano con i bambini: per una perfetta giornata di relax

by Silvana Santo - Una mamma green 26 Luglio 2021

Agosto incombe, e con lui le ferie di tanti di noi, che sono, quest’anno più che mai, in cerca di un po’ di relax e di una pausa di serenità dopo un anno così faticoso. Andare alle terme di Chianciano con i bambini è davvero un’ottima idea per trascorrere una giornata (o più!) all’insegna del benessere, del divertimento e del riposo, ma anche per stare a contatto con la natura e godersi i piaceri della cucina toscana. Provare per credere!

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26 Luglio 2021 1 Commenti
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attività da fare in sicilia con i bambini
viaggi

Sicilia con i bambini: cinque attività da non perdere

by Silvana Santo - Una mamma green 19 Luglio 2021

La Sicilia con i bambini, per quanto mi riguarda, è (quasi) sempre una buona idea! Fatta eccezione per l’altissima stagione turistica, la Trinacria rappresenta il mio ideale di vacanza: città d’arte, natura e paesaggi, mare cristallino e un cibo spaziale. E così, complici alcuni giorni di ferie extra e ancora titubanti sui viaggi oltre confine, abbiamo deciso di tornare in Sicilia con i figli (di 8 e 6 anni e mezzo) per una settimana di vacanza all’insegna del mare, del cibo e delle “avventure”, per chiamarle come Davide e Flavia sono abituati a fare! Per il nostro itinerario, questa volta abbiamo deciso di visitare finalmente Palermo (per me era la prima volta in quarant’anni, incredibile ma vero!) e i suoi dintorni, per poi spostarci in direzione Trapani. Qualche anno fa avevamo già fatto una vacanza in Sicilia Occidentale con bambini piccoli (Erice, San Vito Lo Capo, Mazara del Vallo etc), per cui stavolta ci siamo concentrati in particolare sulle Egadi e su Marsala, che nel viaggio precedente avevamo dovuto tralasciare. Al di là delle spiagge, dei centri storici e del monumenti più famosi (in primis le chiese bizantine di Palermo e Monreale!), mi fa piacere raccontarvi 5 esperienze da non perdere che abbiamo vissuto nella nostra recente vacanza estiva in Sicilia con i bambini.

Il mare turchese di Levanzo
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19 Luglio 2021 1 Commenti
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abruzzo con i bambini parco nazionale del gran sasso
animaliviaggi

Abruzzo con i bambini: tre esperienze per sfatare pregiudizi

by Silvana Santo - Una mamma green 14 Luglio 2021

Credo con fermezza che il mio ruolo di genitore includa anche il compito non semplice di distogliere i miei figli da certi pregiudizi e falsi miti radicati, anche quando, come nel recente weekend in Abruzzo con i bambini, li portiamo in vacanza. E questo, a maggior ragione oggi, Giornata Internazionale degli Squali, vale anche per tutti quegli animali che spesso sono fraintesi, misconosciuti, ingiustamente evitati o temuti, per non dire di peggio. Dai pipistrelli ai bruchi, dagli squali alle api ai ragni, a casa nostra cerchiamo come possiamo di aprire le menti e i cuori dei nostri bambini alla meravigliosa varietà del mondo animale (uno sforzo che in effetti mi viene abbastanza facile, vista la mia attitudine spontanea nei confronti di bestie e bestioline di ogni tipo).

Nelle ultime settimane, complici le tanto sospirate – e chissà quanto stabili, sigh – riaperture, abbiamo approfittato di un sensazionale weekend in Abruzzo con i bambini per fare amicizia con una serie di creature meravigliose eppure ancora oggetto di sospetti infondati, paure e reticenze immotivate.

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14 Luglio 2021 2 Commenti
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cose che mi aspetto dall'estate
life

Cose che mi aspetto dall’estate

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Giugno 2021

Se l’inverno mi ha tolto tantissimo e la primavera mi ha restituito molte cose – Capri e Roma, solo per dirne un paio – dall’estate appena iniziata mi aspetto una discreta dose di generosità. Piccole cose, tutto sommato, ma che attualmente mi sembrano immense.

Tornare su un aereo. Dopo una pausa di un anno e mezzo che a me è parsa eterna.

Mettere piede su suolo straniero, anche se magari soltanto per poche ore. Sarebbe per me come un ritorno alla vita, come un ritorno alla piena libertà. Chissà se riusciremo, incrociate le dita per me.

Mangiare fuori il più possibile, all’aperto e con le candele sul tavolo.

Bere tanto vino ghiacciato e qualche ettolitro di hugo.

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22 Giugno 2021 1 Commenti
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Nonostante tutto

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Giugno 2021

Nonostante tutto, è tornata la stagione delle ciliegie, quelle perfette e scure come amarene e quelle piccole, dure e ammaccate dalle intemperie. E mio figlio che le aspettava frementi, come sempre, da un anno intero, le ha salutate con un entusiasmo bambino e una gratitudine sincera, che mi hanno ricordato il valore dell’attesa e il potere straordinario dei desideri.

Nonostante tutto, mia figlia ha imparato a leggere. Ha ascoltato le urla festanti dei compagni al suono della campanella delle 13.30, ha riportato a casa complimenti e rimproveri, libri fitti di lettere sempre più coerenti, disegni e caramelle. E messaggi di piccola amicizia scritti in un italiano adorabile e perfettamente sbilenco.

Nonostante tutto, è di nuovo il momento dei tuoni in lontananza e dei temporali pomeridiani. Di gocce grosse come lacrime di bimbi piccoli che battono sui vetri mentre la luce si fa ocra e l’aria si fa calda e umida.

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8 Giugno 2021 0 Commenti
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L’estate sta finendo

by Silvana Santo - Una mamma green 16 Settembre 2020

L’estate sta finendo, ma qui a Mordor, dove mi è toccato di nascere e dove ho non-scelto di crescere i miei figli, il caldo non accenna ad andarsene. Nella mia camera da letto, da alcuni giorni, ci sono 31 gradi alle otto di mattina. Vorrei che se ne parlasse, che tutti se ne preoccupassero, che ogni giorno ci venissero proposti bollettini, dibattiti a allarmi sul cambiamento climatico e sui rischi che ci aspettano (e che per popolazioni e comunità meno privilegiati di noi, sono già una realtà quotidiana con cui confrontarsi).

L’estate sta finendo, e la scuola, all’ombra delle Due Torri, non è ancora cominciata.
Ormai stento a credere che possa riaprire, è passato così tanto tempo che nemmeno ricordo più come funzionasse il nostro quotidiano con le scuole regolarmente aperte. Mi chiedo come faremo, un giorno, a riabituare i nostri figli a una vita “normale”, a delle relazioni interpersonali senza filtri, senza paura, senza distanza. Come li convinceremo che gli altri non sono dei potenziali veicoli di contagio e di malattia, che possono fidarsi e affidarsi. Abbracciare, stringere, toccare senza paura. La vita e la natura, mi auguro, ci daranno una mano, ma tanti, secondo me, faranno fatica a gettarsi alle spalle il sospetto e l’ansia.

L’estate sta finendo, e io ho voglia di cannella e di cardamomo, di luci calde e di Halloween, delle caldarroste della mia mamma e delle zucche da intagliare. Di riguardare Il Trono di Spade dall’inizio alla fine, di aprire le tende nel tardo pomeriggio per far entrare la luce rotonda e calda del tramonto.

L’estate sta finendo, e io sono grata per quello che mi ha dato. Per gli ampi sprazzi di leggerezza, per i frequenti sospiri di sollievo dopo una primavera col fiato mozzo, e non soltanto per il Covid. Per la ritrovata salute dopo un intervento con una convalescenza più lunga del previsto, per la miriade di esperienze, incontri, attività e per i chilometri percorsi con ogni mezzo possibile.

L’estate sta finendo, ed è strano pensare che sia stata l’ultima in cui ho avuto meno di 40 anni. Non che questa consapevolezza mi dispiaccia o mi faccia paura, è solo che non sono esattamente dove avevo sperato di essere all’età in cui ho adesso. E mi chiedo come facciano tanti miei coetanei a dirsi privi di rimpianti e di ripensamenti sul passato.

L’estate sta finendo e io ho voglia di andare al mare. Di aspettare il tramonto con gli occhi fissi sull’orizzonte, di passeggiare sul bagnasciuga senza pensare ad altro che ai sassolini, ai vetri smerigliati e ai frammenti di madreperla che scrocchiano sotto le mie dita dei piedi.

L’estate sta finendo, e quella successiva mi sembra lontana come un miraggio, come una promessa. Come un sogno del primo mattino, quelli che non distingui subito dalla vita vera. L’estate sta finendo, e davanti a noi c’è una stagione nuova. Tutta da inventare.

16 Settembre 2020 1 Commenti
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Ultime di luglio

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Luglio 2020

Fa caldo di quel caldo che ogni anno mi chiedo come sia mai possibile che torneremo ad avere freddo tra appena qualche mese.

Ascolto musica da adolescenti, forse per prepararmi in qualche modo all’adolescenza dei miei figli, che immaginavo più lontana nel tempo e che, invece, mi sembra incipiente in un modo che mi coglie sorpresa, più che impreparata. Davo per scontato che, tra gli anni della piccolezza estrema e quelli della preadolescenza, ci si potesse godere una lunga fase intermedia di infanzia ancora tenera e accondiscendente, ma più autonoma e ragionevole. E invece mi sa che mi sbagliavo (ma quanto poco dura, l’infanzia, oramai?).

Ho vissuto con ansia indicibile una piccola complicazione del mio intervento di endometriosi (attualmente ancora in corso, ma in fase di progressiva risoluzione). Mi sono sentita bene quasi da subito, eppure ho sprecato notti intere a terrorizzarmi leggendo cavolate su internet, ho dubitato del parere dei medici, ho assillato persone care coi miei timori. La verità è che la prospettiva di tornare chiusa in un ospedale, o malauguratamente di finire ancora sotto i ferri, semplicemente mi terrorizza. È sempre stato così, per me, e probabilmente sempre lo sarà: lasciatemi sopportare il dolore e la fatica fisica e vi sorprenderete della mia forza. Ma le preoccupazioni, l’incertezza e i sensi di colpa mi gettano ogni volta in ginocchio, in un mare di lacrime.

La quarantena sembra un ricordo lontano. Come un sogno avvolto nelle nebbie. Se penso che siamo rimasti chiusi in casa, ventiquattr’ore al giorno, per due mesi interi, mi sembra semplicemente impossibile. Come se non fosse capitato davvero, non a noi. Forse è perché dall’inizio della fase 2 sono accadute miliardi di cose, belle e brutte. Forse perché la vita alla fine è più forte di tutto, e si riprende veloce quello che le spetta.

Il pensiero dell’autunno che incombe mi appare dolce come miele e aspro come succo di limone. Mi mancano le mie candele accese, le tazze fumanti e le coperte sul divano. Ma mi preoccupa quello che sarà, l’anno scolastico pieno di incertezza, il rischio che questa nuova malattia torni a pungere più forte e a uccidere.

Giorno per giorno. È così che sto provando a vivere. E vi giuro che per me è un cambiamento radicale, una forzatura immane a quella che è la mia profonda natura. Giorno dopo giorno, domenica dopo domenica, avventura dopo avventura.

L’agosto che mi attende sarà, per la prima volta dopo anni, un agosto italiano. Il che, anche se mi sto sforzando di vederla come una bella opportunità, non riesce a perdere il sapore amaro del ripiego. Andare all’estero, per quanto possa suonare puerile o snob, mi fa sentire viva. È la cosa che mi fa stare meglio al mondo, disseta la mia inestinguibile curiosità, mi consente, confrontandomi con la diversità, di arricchire la mia vita di una ricchezza inestimabile. Ma quest’anno va così, per ragioni che vanno anche al di là della pandemia e dei relativi rischi.

Luglio è stato un mese molto dolce, per me, in anni lontani. Un mese dedicato interamente agli amici, ai libri e al mio amato Tour de France. Da qualche anno si è fatto più sudato, più ostile. Un po’ ingrato. Ma ho cercato di viverlo anche stavolta con la massima intensità, nel bene e nel male. Per non lasciare nulla di “sprecato” alle mie spalle. Per accogliere l’agosto che verrà senza rimpianti.

29 Luglio 2020 2 Commenti
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piscina in giardino consigli
life

Piscina in giardino: tutto quello che c’è da sapere

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Giugno 2020

Quanto costa installare una piscina in giardino? E quanto è impegnativo occuparsi della sua manutenzione? Con l’approssimarsi della lunghissima estate del Covid-19, le scuole chiuse da mesi e molte incertezze sui centri estivi e sulle vacanze, molte famiglie stanno valutando l’acquisto di una piscina in giardino, magari piccina piccina, giusto per far sguazzare un paio di ore i bambini. Io ho fatto questa scelta due anni fa, e da neofita mi sono fatta un sacco di domande su costi e fattibilità dell’impresa. Dall’alto (si fa per dire!) della mia esperienza, ho dunque pensato di scrivere un post su tutto quello che dovreste sapere prima di decidere di installare una piscina in giardino.

Quanto costa una piscina in giardino?

Per prima cosa, parliamo di costi. Ovviamente la situazione varia in modo sostanziale in base allo spazio che si ha a disposizione e, di conseguenza, alle dimensioni della vasca che si decide di installare. Io, per esempio, ho potuto piazzare, nel piccolo giardino dei miei genitori, questa piscina rettangolare, decisamente piccola (2 metri e 60 per 1 metro e 60, con una profondità di 65 centimetri). Il costo, per una vasca del genere, è abbastanza contenuto (io due anni fa l’ho pagata 65 euro), ma poi vanno aggiunti gli accessori e i prodotti per la gestione dell’acqua, che possono tranquillamente far raddoppiare la spesa. Diciamo che l’investimento parte dai 130/140 euro per le piscine più piccole, per salire poi in proporzione alle dimensioni della vasca (per una piscina di 4 metri di lato considerate almeno 200 euro esclusi gli accessori).

come installare una piscina in giardino

Piscina in giardino, quale modello scegliere?

Parlando di piscine fuori terra, ovviamente esistono diversi modelli e materiali tra cui scegliere, con variazioni di prezzo anche significative. Personalmente, ho escluso le versioni gonfiabili, perché i giardini sotto casa nostra sono frequentati da una nutrita colonia di gatti che avrebbero potuto danneggiare la struttura. Ho scartato anche modelli di legno o relativamente “fissi”, sia per questioni di budget sia perché cercavo una piscina facile e veloce da installare, sapendo che l’avrei smontata al termine del periodo estivo. Per scegliere la piscina in giardino perfetta per voi, basatevi sul budget, sullo spazio a vostra disposizione ma anche, per l’appunto, sulle previsioni di utilizzo (volete lasciarla montata anche in inverno, oppure no?).

Piscina in giardino: gli accessori indispensabili

Se state pensando di installare una bella e divertente piscina in giardino, sappiate che non potrete fare a meno di una serie di accessori e prodotti indispensabili per la manutenzione e la pulizia dell’acqua e della struttura in sé. Per prima cosa, avrete bisogno di una pompa filtrante, la cui potenza (e quindi il costo) deve essere proporzionale al volume di acqua da trattare. Esistono diverse tipologie di filtri, con prezzi molto variabili. Per una piscina in giardino piccola come la mia è stata sufficiente una pompa a cartuccia da 3.785 litri all’ora (circa 45 euro di costo), ma in commercio ce ne sono di assai più potenti e con tecnologie più efficienti, come i filtri a sabbia, che vi consiglio decisamente in caso di vasche più grandi. Prendete una pompa con una capacità di filtrazione superiore al volume d’acqua della vostra piscina, basatevi sulle istruzioni di montaggio o magari fatevi consigliare dal rivenditore. Se scegliete un filtro a cartucce, ovviamente vi serviranno i ricambi, che dovrete sostituire periodicamente (per allungare la durata delle cartucce io le lavo con una spazzolina e le riutilizzo una seconda volta prima di buttarle via: un piccolo accorgimento per rendere un po’ più green qualcosa che di certo non lo è, come una piscina in giardino).

consigli per piscine fuori terra

Oltre al filtro, vi servirà di certo un prodotto disinfettante (il famoso “cloro per piscine”), che impedisca la proliferazione di batteri, ma anche un regolatore di pH, un flocculante/chiarificante e un antialghe. Io utilizzo, per pigrizia e perché la mia piscina è minuscola, delle bistrattate pastiglie uniche, che inserisco in un dispenser galleggiante da appoggiare sulla superficie della piscina quando non viene usata. Su questo, però, le esperienze sono davvero molto variabili, e tanti sconsigliano le pastiglie multiazione, preferendo i prodotti singoli per poterli dosare al meglio, e magari granulari o liquidi (le pastiglie sono più difficili da sciogliere). Per le piscine con un volume di acqua più importante, inoltre, di solito è preferibile inserire i prodotti in uno skimmer a gancio piuttosto che in un dispenser galleggiante. In ogni caso, vi serviranno anche delle cartine o dei liquidi per testare la qualità dell’acqua della vostra piscina: non mi dilungo, ma sono dei kit che permettono di misurare rapidamente una serie di parametri fondamentali per la salubrità dell’acqua (si può fare anche con appositi dispositivi elettronici).

Per la mia esperienza, direi che per la corretta gestione di una piscina in giardino sono inoltre necessari almeno questi accessori:

– una scaletta, se non inclusa nella piscina che avete acquistato (può bastare anche uno sgabellino);
– un retino per raccogliere foglie, insetti e altri eventuali residui solidi;
– un telo per coprire la piscina durante la notte (sia per mantenere la temperatura che per tenere l’acqua pulita), perlomeno se la vasca è piccola;
– un tappetino da posizionare sotto la piscina, specie se il substrato di appoggio è molto duro (io ho preso quelli a tessere che si incastrano);
– un aspiratore per piscine (io ne ho avuto bisogno perché, nonostante i miei sforzi e la corretta regolazione del pH, non riuscivo a evitare la formazione di un precipitato impalpabile, probabilmente legato alla composizione dell’acqua – di pozzo – che ho usato per riempire la piscina).

Questo è l’elenco di accessori minimo e indispensabile, anche per una vasca di dimensioni molto contenute come la mia. Esistono poi numerosi altri strumenti, gadget e dispositivi di ogni genere, dai riscaldatori d’acqua a energia solare alle vaschette per sciacquarsi i piedi prima di entrare in piscina (operazione in ogni caso indispensabile).

Manutenzione di una piscina in giardino

Una volta che avrete acquistato la vostra piscina in giardino e i relativi accessori, dovrete procedere all’installazione, che di norma non è un’operazione troppo complessa né lunga, e poi al riempimento. Da questo momento in poi, vi toccherà fare una manutenzione quotidiana dell’acqua e della vasca, per poterla utilizzare in sicurezza. In linea molto generale, queste sono le operazioni quotidiane che vanno fatte:

– controllo dei parametri chimici dell’acqua (anche se non è affatto detto che serva tutti i giorni);
– accensione (ed eventuale spegnimento) della pompa;
– pulizia del filtro;
– trattamento con cloro;
– eventuale copertura serale della piscina (il telo va fissato in modo che non voli via durante la notte);
– rimozione di foglie e simili;
– pulizia del fondo ed eventuale aspirazione dei depositi.

Periodicamente vanno poi sostituite le cartucce del filtro, e al bisogno applicati altri prodotti chimici per il corretto trattamento dell’acqua. In qualche caso, estremo ma non troppo, può essere necessario svuotare la piscina e procedere nuovamente al suo riempimento.

come scegliere una piscina piccola

Altre cose da sapere prima di installare una piscina in giardino

Una delle cose da valutare molto bene prima di acquistare una piscina in giardino è la posizione in cui si prevede di installarla. Per prima cosa, sappiate che vi serve una superficie piana, perché una pendenza anche di pochi centimetri potrebbe risultare un problema per la struttura della vostra vasca (storia di vita vissuta: uno dei supporti laterali della nostra piscina ha risentito dello “stress” causato da un pur minimo dislivello). Vi consiglio inoltre di piazzare la vasca in una posizione che le garantisca almeno alcune ore di piena insolazione (altrimenti l’acqua rischia di risultare sempre troppo fredda), ma che non rischi di portare al surriscaldamento, perché se l’acqua è troppo calda diventa difficile tenerla limpida e pulita. Ancora: riflettete bene sulle caratteristiche dell’acqua che avrete a disposizione per il riempimento, e ve lo dico con cognizione perché io sono costretta a usare acqua di pozzo, con tutta una serie di problematiche di non sempre facile risoluzione. Vi servirà inoltre una presa di corrente per alimentare la pompa filtrante.

Piscina in giardino: la mia esperienza

La premessa fondamentale è che non mi considero affatto una specialista di piscine in giardino e fuori terra, e che ho un’esperienza assolutamente limitata sull’argomento. Quello che mi sento di dirvi è che comunque la loro gestione richiede un po’ di pazienza e un certo impegno quotidiano, che alla lunga può risultare pesante se grava su una singola persona. È necessario inoltre un minimo di studio, soprattutto per capire come regolare i prodotti chimici e monitorare la qualità dell’acqua. Vale la pena? Direi di sì, se avete dei bambini molto “acquatici” e se prevedete di passare molto tempo in casa o in giardino (magari perché i centri estivi sono chiusi o non riuscite ad andare in vacanza). In caso contrario, almeno a mio parere, il gioco non vale la candela. Lo scorso anno, per esempio, io non ho montato la piscina, perché tra campo estivo, gite del weekend e viaggi avrei finito con l’usarla troppo poco in proporzione allo “sbattimento necessario”. Per la prossima “estate Covid”, invece, prevedo di tirarla fuori e, si spera, sfruttarla a dovere. Fate in modo, inoltre, di condividere l’impegno con qualcuno, altrimenti potrebbe risultare stressante.

Voi avete una piscina in giardino, oppure state pensando di comprarne una? Vi risulta faticosa la sua gestione? Avete consigli o avvertimenti da condividere?

piscina da giardino piccola

5 Giugno 2020 7 Commenti
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consigli per viaggio a zanzibar con bambini
viaggi

Zanzibar con bambini in guest house: consigli pratici

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Gennaio 2020

Zanzibar con i bambini (in guest house, appunto) è stato il nostro primo viaggio in Africa (io avevo solo un veloce e datato predente tunisino per lavoro, che non fa molto testo), organizzato come al solito con larghissimo anticipo e senza ricorrere a un’agenzia di viaggi o un tour operator convenzionale.

zanzibar stone town

Zanzibar con bambini: perché

Scegliere Zanzibar in inverno come debutto familiare nel continente africano non è una scelta particolarmente originale o alternativa, soprattutto nel nostro inverno quando in Tanzania fa davvero caldo. L’arcipelago tanzaniano – o meglio la sua isola principale, che in kiswahili si chiama Unguja – è una destinazione particolarmente popolare tra gli italiani, che spesso optano per un pacchetto tutto incluso in uno dei tanti villaggi zanzibarini. Nel caso della mia famiglia, considerando anche che il mio desiderio era quello di evitare un classico resort, si è trattato in primis una scelta di prudenza e di consapevolezza: essendo appunto di una destinazione molto gettonata e servita, ci è parsa la soluzione ideale per approcciarsi al continente africano “per gradi”, con la consapevolezza di avere un’esperienza di viaggio ancora limitata per altre mete più insolite o avventurose. A parte questo, la scelta di andare a Zanzibar è stata fatta sull’onda del bellissimo viaggio in Oman dell’anno precedente: Zanzibar, per l’appunto, è stata a lungo la capitale del sultanato omanita e con il paese arabo che noi abbiamo amato così tanto condivide un passato di luci e ombre e molti aspetti culturali. Un volo a prezzi competitivi, considerando il periodo (Turkish Air da Roma, con scalo a Istanbul), ha dato poi la spinta definitiva all’organizzazione di questo viaggio.

zanzibar con bambini fai da te

Zanzibar con i bambini in guest house: vaccinazioni e salute

Una delle principali preoccupazioni legate ai viaggi in Africa con i bambini è rappresentata dai possibili rischi sanitari e ai vaccini e profilassi richiesti. Non nego di essermi arrovellata parecchio io stessa sulla questione, soprattutto man mano che il mio viaggio a Zanzibar con bambini in guest house si faceva più vicino. Per quanto riguarda la nostra destinazione in dettaglio, il sito ufficiale della Farnesina “Viaggiare sicuri” informa che non ci sono vaccinazioni obbligatorie (ad eccezione della febbre gialla per i viaggiatori maggiori di un anno di età che provengano da un Paese dove la febbre gialla è a rischio trasmissione come Kenya, Ethiopia, etc anche nel caso di solo transito aeroportuale, se questo è superiore alle 12 ore ed in ogni caso se si lascia l’aeroporto di scalo) e che il rischio di malaria ha una “bassa incidenza nell’arcipelago di Zanzibar”, mentre la dengue e la dengue emorragica sono endemiche anche lì. Personalmente, ho consultato l’ufficio ASL di Medicina dei Viaggiatori di Napoli e sulla base del colloquio con lo specialista ho scelto di fare la vaccinazione per l’Epatite A per tutta la famiglia. Mio marito ha rinnovato anche l’antitetanica (io e i bambini l’avevamo già valida). Abbiamo poi assunto, a scopo preventivo, dei fermenti lattici prima e durante il viaggio, nonché fatto molta attenzione a evitare acqua non imbottigliata, ghiaccio e verdure crude o alimenti poco cotti, prestando inoltre molta attenzione al lavaggio delle mani prima di ogni pasto. Per la prevenzione delle punture di zanzara, vi rimando a un paragrafo ad hoc più avanti, ricordate comunque che non sono un medico e che la mia esperienza è puramente personale e indicativa.

Documenti e visti per andare a Zanzibar con i bambini

Per entrare in Tanzania occorre un passaporto che scada almeno 6 mesi dopo l’uscita dal paese, nonché un visto turistico che può essere richiesto online o direttamente in aeroporto a un costo di 50 dollari a testa, bambini inclusi. Per accorciare i tempi di attesa all’arrivo, noi abbiamo fatto i visti online, sul sito ufficiale del governo della Tanzania. Per la compilazione della richiesta è necessario avere a portata di mano le scansioni dei passaporti e delle relative fototessere, nonché l’indirizzo presso il quale si alloggia a Zanzibar con un numero telefonico di riferimento. L’espletamento della pratica può richiedere anche 15 giorni, quindi meglio non ridursi all’ultimo momento. Chi vola con un charter, a differenza nostra, deve pagare anche un visto di uscita.

guesthouse zanzibar per bambini

In che zona alloggiare a Zanzibar con bambini in guest house

La scelta della zona in cui alloggiare si basa su una serie di criteri che non possono che essere personali. L’arcipelago nel suo insieme è soggetto a forti escursioni di marea, che con un ciclo della durata di circa sei ore fanno arretrare il mare di centinaia di metri, per poi far risalire l’acqua con una velocità sostenuta. Nella zona nord occidentale dell’isola di Unguja – quella che ospita la maggioranza dei resort e villaggi internazionali – il fenomeno delle maree è scarsamente apprezzabile, a causa della conformazione della costa. Sul versante orientale dell’isola, invece, le maree cambiano drasticamente la situazione litoranea nel corso della giornata, rendendo impossibile il bagno in mare nelle ore di bassa marea (e comportando talvolta una certa torbidità dell’acqua quando poi il mare ritorna con impeto. Se il vostro obiettivo è trascorrere lunghe giornate a mollo, pertanto, potrebbe essere più indicato pernottare nella zona di Nungwi e Kendwa. Detto questo, le maree rappresentano a mio parere una caratteristica imprescindibile di Zanzibar, e si portano dietro un corollario fantastico di situazioni e attività: piantagioni di alghe con donne intente nella raccolta, bambini che cercano molluschi commestibili, partite di calcio improvvisate sulla spiaggia, pozze di marea brulicanti di vita marina, lingue e isole di sabbia che mutano di ora in ora. Un’idea molto saggia potrebbe essere quella di dividere il soggiorno in due parti, pernottando in due zone diverse. In ogni caso, il mio consiglio è di non “chiudersi” in hotel, visitando l’isola il più possibile e non trascurando Stone Town, il centro storico del capoluogo di Zanzibar.

viaggio a zanzibar in guesthouse

Zanzibar con i bambini: perché una guest house

Se in “Occidente” non mi piacciono i resort, per la nostra prima volta in Africa ero a maggior ragione motivata a evitarli. Non certo per vezzo, ma perché penso sinceramente che il modo migliore per incoraggiare l’economia e lo sviluppo dei paesi emergenti passi anche dalla scelta di strutture ricettive piccole e a ridotto impatto ambientale, in cui le ricadute economiche vadano a beneficio soprattutto degli autoctoni. Sapevo anche che avrei preferito una zona poco affollata, con spiagge libere e niente caos, e che il nostro budget era limitato. D’altro canto, in famiglia non siamo particolarmente avventurosi, e viaggiamo pur sempre con due bambini ancora piccoli, uno dei quali molto “selettivo” col cibo: quali alternative erano dunque possibili? La soluzione per noi è stata una piccola guest house sulla costa orientale dell’isola (quella con le maree visibili, per intenderci) e più in dettaglio nel villaggio di Bwejuu, a pochissimi km dalla più turistica Paje (frequentata dagli appassionati di kite): lo Zanzibar Dream Lodge gestito da Kassim e da Maria Luisa (zanzibarino lui, italiana lei, il che è stato per me molto rassicurante anche considerato il fatto che i due hanno un bambino piccolo). Un posto semplice, su una strada sterrata immersa nella vegetazione, senza fronzoli né lussi e che richiede per così dire qualche compromesso: non è sulla spiaggia, per esempio (per raggiungerla è necessario percorrere un sentierino semi-privato). E non ha la piscina, che con la bassa marea in effetti può rivelarsi molto utile (nelle vicinanze, ad ogni modo, ci sono due strutture con piscine utilizzabili semplicemente ordinando un pasto o un drink). Un posto che si è rivelato a nostra misura, con un’atmosfera super genuina e rilassata e con una ottima cucina. E che personalmente mi manca molto ora che sono a casa. La scelta della guest house, secondo me, è ideale per chi desidera una sistemazione essenziale, “tipica” e pulita e non si aspetta, dalla vacanza, una situazione di comfort particolare: niente servizio in camera, frigobar, televisione, kit di cortesia o arredi elaborati. Consiglio invece, se possibile, di non lesinare sull’aria condizionata, perché il clima zanzibarino di Capodanno può essere molto afoso, e perché l’aria condizionata consente di tenere chiuse le finestre, così da limitare il rischio di punture di zanzara.

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Zanzibar con bambini in inverno: prevenire le punture di zanzara

A proposito di zanzare, ecco le strategie che abbiamo adottato noi, su consiglio dell’ufficio ASL di Medicina del Viaggiatore e tenendo conto che viaggiavamo nella cosiddetta “stagione secca” di Zanzibar: non usare profumi o deodoranti profumati, dormire in una camera provvista di zanzariera fissa alla finestra e di zanzariere ulteriori sui letti. Utilizzare scrupolosamente repellenti specifici a base di Deet (Autan Tropical e/o Jungle molto forte, facendo attenzione a non usare prodotti troppo aggressivi sui bambini), coprirsi gambe e braccia nelle ore serali con abiti chiari e leggeri, nonché nelle escursioni in aree interne o con maggiore presenza di vegetazione. Inoltre, prima di partire abbiamo trattato abiti, zaini e valigie con un repellente spray a base di permetrina (mi raccomando di utilizzarlo lontano dai gatti, per i quali questa sostanza è tossica!), che ho poi spruzzato, una volta giunti a Zanzibar, anche su zanzariere, porte, finestre e pareti. Questi accorgimenti non azzerano il rischio di essere punti dalle zanzare, ma ne riducono sensibilmente la probabilità. Per la malaria non è disponibile un vaccino, ma è possibile sottoporsi a una profilassi farmacologica prima e durante il viaggio per ridurre la probabilità del contagio e la severità dei sintomi. La nostra scelta di non fare una profilassi di questo tipo è giunta a valle di un approfondito colloquio con gli specialisti dell’ASL e vi consiglio di fare altrettanto qualora decidiate di organizzare un viaggio a Zanzibar con bambini o senza (Volete sapere se alla fine siamo stati punti? Sì, ad eccezione di Flavia, ma solo occasionalmente e perché avevamo tardato a spruzzarci il repellente).

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Zanzibar in guest house: trasporti ed escursioni

Zanzibar era una destinazione “anomala” per noi, poco avvezzi alle vacanze di mare e ai viaggi “stanziali”. Si è rivelata comunque una scelta molto appagante perché abbiamo cercato di fare diverse escursioni, alternando le giornate di relax a quelle più “movimentate”. Il mio consiglio, per una volta, è di non “fare da soli”, nel senso che noleggiare un’auto, con le strade spesso dissestate dell’isola, la scarsa illuminazione e il traffico intenso di pedoni, bici, carri e bestiame, non è davvero un’opzione sicura. Spostarsi coi trasporti pubblici locali sarebbe di certo fantastico, ma la scelta più efficiente e comoda resta quella di affidarsi a taxi ed autisti privati. Noi abbiamo organizzato le varie escursioni con l’aiuto di Maria Luisa dello Zanzibar Dream Lodge, dal momento che lei gestisce anche un’agenzia turistica locale. Un’altra opzione molto gettonata sono i cosiddetti “beach boys”, che offrono i loro servizi di driver e guida sulle spiagge e sulle strade limitrofe a resort e villaggi. La scelta è molto personale, io però vi raccomando di scegliere in ogni caso autisti autorizzati, che abbiano una licenza ufficiale e che paghino il previsto pedaggio. Non solo perché siamo incorsi in frequenti controlli di polizia, ma anche perché ritengo che sia importante incoraggiare forme di impresa organizzate, ufficiali e regolari. Quanto alle destinazioni, vi rimando a un prossimo post sulle cose da fare e vedere (e mangiare!) a Zanzibar con i bambini.

Zanzibar con i bambini: da che età?

Anche questa domanda prevede molte possibili risposte, tutte altrettanto valide. Noi abbiamo incontrato turisti di ogni età, inclusi bambini di pochi mesi. Personalmente, non sarei andata a Zanzibar con figli più piccoli dei miei (7 e 5 anni) per le seguenti motivazioni:

  • caldo estremo e sole molto forte, che in certi contesti (escursioni in città, nella foresta o in barca) mi sembrano problematici con bambini piccoli
  • presenza di rischio dengue e (marginalmente) malaria, con relativa necessità di utilizzare repellenti per insetti non adatti ai bambini molto piccoli
  • necessità di fare attenzione all’acqua e agli alimenti ingeriti ed evitare di portare alla bocca le mani sporche
  • escursioni con permanenze relativamente lunghe a bordo di piccole imbarcazioni

Ovviamente, la scelta sta ai singoli, come sempre. E sarà in ogni caso la scelta giusta, purché sia ben ponderata e consapevole.

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Voi avete mai pensato di andare a Zanzibar soggiornando in guest house? Oppure ci siete già stati? Se avete curiosità, dubbi o domande, scrivetemi pure nei commenti o sulla mia pagina Facebook.

15 Gennaio 2020 8 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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