La vita che sogno

la vita che sogno

© Unamammagreen

Che poi cos’è che ce lo impedisce davvero?
Il buon senso, la paura dell’ignoto, i legami familiari?
Cosa ci vieta di cancellare con un colpo di spugna la vita che conosciamo e ricominciare da capo, lontano, senza le abitudini che ci imbrigliano (ma che ci rassicurano, anche!)? Oltre i confini che conosciamo così bene, al di fuori dei punti di riferimento cui siamo del tutto assuefatti?

Se è vero che quella in cui viviamo è l’era delle possibilità, che il mondo è più piccolo di uno di quei sassi levigati che sulle spiagge cozzano con altri mille simili a loro: perché allora è così difficile anche solo pensare di mollare tutto – casa, lavoro, relazioni sociali – e scegliere per sé e per la propria famiglia una vita più semplice, più naturale, più libera?

Quando mi capita di fantasticare su un’ipotetica “nuova esistenza”, su un cambiamento radicale di quelli complicati anche solo da sognare, non penso mai a città moderne e “vivibili”, o a carriere di successo. Non mi scopro a desiderare infrastrutture all’avanguardia, servizi di eccellenza, cultura e design. Teatri e centri d’arte, ristoranti fusion e negozi alternativi. Non sogno ludoteche e parchi attrezzati, scuole montessoriane e insegnanti madrelingua d’inglese, palestre per bambini, musei didattici e, in prospettiva, quelle che la gente chiama “ottime università” (per quanto chi mi conosce sa quanto mi interessi questo genere di cose).

Tutt’altro. Penso a luoghi incontaminati e semplici, in cui la vita possa scorrere placida ai ritmi della natura. Penso, ad esempio, a un piccolo chiosco su una spiaggia lontana, col mare che lambisce le sdraio e una musica esotica che si diffonde piano nell’aria umida. Penso a tempi che scorrono lenti, a capelli arruffati dalla salsedine e a piedi calzati solo da ciabatte infradito. Tutto l’anno, tutta la vita.

Penso a piccole scuole per i miei figli, animali come compagni di gioco, canne da pesca e aquiloni improvvisati, canoe con cui solcare le acque calme, tramonti e temporali per accendere la fantasia. Libri pieni di storie di pirati, viaggiatori stranieri da ascoltare, storie – vere o inventate – con cui nutrirsi e diventare grandi.

Mi dico che, in fondo, basterebbero solo un po’ di coraggio e un piccolo investimento per liberarsi. Per spezzare catene e consuetudini, per offrire a tutta la famiglia una possibilità alternativa.

La mia idea di felicità somiglia sempre di più a un’assenza. All’assenza di falsi bisogni, di necessità artificiali. Di convenzioni forzate e di obblighi autoimposti. Di orologi, scadenze, bilanci e scartoffie. All’assenza di corse, di fretta, di desideri finti.

Sogno una vita arcaica ed elementare, primitiva, per certi versi. Arretrata, forse. Ma più naturale. In cui la fatica sia soprattutto una questione di muscoli e sudore, e non di stress, di ansia e di paura. In cui il tempo sia un alleato sornione, e non una preda da inseguire. In cui il benessere non si misuri coi soldi in banca, e il successo prescinda da quello che c’è scritto sul proprio biglietto da visita.

In cui bastino, per sentirsi a posto, la pancia piena, un letto soffice e gli abbracci della tua famiglia a conciliare il sonno più dolce.

Sogno la vita che ancora non ho, ma che forse esiste, da qualche parte, anche per me. Aspettando solo di trovare il coraggio per andare a prendermela.

 

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12 Commenti

tsukina83 15 Luglio 2014 - 11:27

eh siamo in due allora…

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Silvana - Una mamma green 16 Luglio 2014 - 09:16

Partiamo?

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Laura 16 Luglio 2014 - 20:30

ho la valigia pronta…e sono un’ottima cuoca!

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Barbara 15 Luglio 2014 - 12:40

Esiste esiste!!!…la vita che in un certo senso conduciamo noi qui, in piccoli paesini di nemmeno 100 anime l’uno sull’appennino ligure-emiliano.. Dove ancora trovi gente che lava i panni alla fontana, che fa la spesa in una piccola bottega dove insieme al resto e allo scontrino ti vengono elargiti sorrisi e chiacchiere, una delle poche cose ancora per fortuna ancora gratis… dove facciamo l’orto e alleviamo mucche, dove tutti sanno tutto di tutti, dove alla sera soprattutto nella bella stagione esci e trovi sempre qualcuno con cui scambiare due opinioni. sul tuo balcone, o nel tuo giardino, non ha importanza..dove ci sono solo un paio di ambulatori medici, e il pronto soccorso più vicino è a un’ora di strada tutta curve…dove la scuola a partire dall’asilo è piccola, ma colorata e piena di vita, anche se i bimbi sono pochi, fanno per 100! le banche, le poste, la farmacia, il tabacchino…in ognuno di questi posti c’è un volto amico e ti fa piacere andare a far commissioni perché è come andare a trovare una persona cara a casa e ci scappa pure il caffè… Insomma, cara Silvana, potrei continuare per ore, ma mi fermo qui…se dopo anni in giro per studio e lavoro sono ritornata alle origini, rinunciando a certe ” comodità” che indubbiamente in un paesino di montagna non ci sono, nonché ad una carriera “accontentandomi” del mio lavoro qui senza molte prospettive di avanzamento rapido…..un motivo c’è..e mi auguro di poter continuare a crescere Francesco qui.. mi piacerebbe potessi vedere questi posti, te ne innamoreresti!

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Silvana - Una mamma green 16 Luglio 2014 - 09:16

Prima o poi organizziamo, allora!! Anche se la presenza del mare rende il mio sogno più dolce, lo devo riconoscere (io sono “gente di mare”, sai com’è!) 🙂

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Barbara 16 Luglio 2014 - 12:05

…il bello della liguria… in 50 minuti d’auto da qui sei al mare! 😉 un abbraccio

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letiziadorinzi 15 Luglio 2014 - 20:12

Bellissimo post!!! Condivido gran parte di quello che dici, anch’io spesso mi trovo a fantasticare un cambio di vita radicale, una dimensione più a contatto con la natura e un’esistenza più rilassata.

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Silvana - Una mamma green 17 Luglio 2014 - 20:35

Benvenuta! Chissà che prima o poi non troveremo effettivamente la dimensione che cerchiamo…

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lo specchio e la finestra 15 Luglio 2014 - 20:29

Io credo che non riusciamo a fare il passo di abbandonare le cose/persone che ci circondano perchè ci identifichiamo in quelle cose e in quelle persone. Noi pensiamo di essere quelle persone e quelle cose e senza di esse non ritroviamo più noi stessi!
Percepisco che c’è altro in noi ma non so spiegarlo, anche perchè il mio percorso per ritrovarmi è appena iniziato!

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Silvana - Una mamma green 16 Luglio 2014 - 09:17

Nel mio caso devo ammettere che pesa molto la paura di ferirle, quelle persone. Di farle soffrire. È più la preoccupazione per gli altri che per me stessa, al momento…

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pinknut 16 Luglio 2014 - 09:28

ma poi saresti veramente più felice se avessi tutto questo? (curiosità, non provocazione).

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Silvana - Una mamma green 17 Luglio 2014 - 20:34

Dovrei provarlo, per rispondere 😉 Diciamo che l’indole irrequieta me la porterei sicuramente dietro, ma quanto starei bene al di fuori di certe gabbie mentali! E con le infradito ai piedi, ovviamente…

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