Perché ho taciuto a tutti la mia seconda gravidanza

Ho taciuto la mia seconda gravidanza per oltre quattro mesi. Neanche mia madre, né le cugine che sono per me delle sorelle, sapevano che fossi di nuovo incinta. Una scelta che non tutti hanno compreso, e che qualcuno ha ritenuto sgradevole, se non proprio offensiva.

Ma le ragioni che l’hanno pretesa, quella decisione, sono tante. E per me sono state imprescindibili, all’epoca. Una riservatezza di fondo (sì, anche per una che ha un blog con tanti lettori), i viaggi in programma (e la volontà di evitare i commenti preoccupati e ansiogeni dei parenti), la necessità di proteggermi da eventuali battute (innocenti, ma per me potenzialmente dolorose) sul fatto che Davide allora aveva appena un anno. La voglia, soprattutto, di schivare la miriade di commenti, considerazioni, consigli e testimonianze che, per quanto tutti in ottima fede, avevano reso molto faticosa la mia prima gravidanza.

Perché la verità è che aspettare Davide, per me, è stato assai difficile sul piano emotivo. Anche se mio figlio era stato cercato, anche se io mi sentivo bene ed ero nelle condizioni ideali per diventare madre. La verità è che la mia prima gravidanza mi ha spalancato sotto i piedi una botola profondissima, che affacciava sulle mie insicurezze più oscure, su paure che mai avevo provato e dalle quali, forse, non riuscirò mai più a liberarmi del tutto. La mia prima gravidanza ha fatto venire al pettine tutti i nodi aggrovigliati dentro di me, inclusi quelli che non sapevo di avere, ha esposto al sole e al vento la pelle ancora scottata dalle esperienze del passato, da certi errori, da certi rapporti tossici e da tante, troppe pene autoinflitte. La verità è che ritrovarmi con un figlio attaccato per l’ombelico ha riaperto dolorosamente tutti gli ombelichi che avevo dovuto annodare nella mia vita. Ha riaperto metaforicamente il nodo che mi aveva separato da mia madre, tanti anni prima. Mi ha scaraventato nel pozzo nero delle mie fragilità. Sono stata male. Oppressa dall’angoscia e dalla solitudine. Ossessionata da paure inconfessabili. Depressa, forse. Incapace di difendermi da certe situazioni, da certe parole, da certe considerazioni che mi  riempivano la testa di fantasmi che non sono più riuscita a scacciare.

Così, la seconda volta, ho deciso di proteggere me stessa e il figlio che avevo nella pancia nell’unico modo che in quel momento mi sembrava possibile: chiudendomi in me stessa. Per qualcuno, quel lungo silenzio è stata una mancanza di fiducia, per altri l’esclusione del prossimo dalla mia felicità. Per me, semplicemente, è stata la scelta più istintiva per evitarmi preoccupazioni e paranoie superflue che, conoscendomi, non avrei saputo scansare in altro modo.

E ha funzionato, in qualche modo. Quelli in cui ho aspettato Flavia sono stati mesi di serenità e positività, nonostante la preoccupazione per una gravidanza così ravvicinata alla nascita del primo figlio. Mi sono serviti per ascoltare, nel silenzio totale, la mia voce. E per entrare in contatto con mia figlia senza interferenze. Mi hanno restituito una parte dell’esperienza che non avevo avuto la volta precedente, mi hanno permesso di acquisire un minimo di fiducia in me stessa e di autocontrollo. Lo rifarei senza esitare, nonostante le critiche, e qualche perdita, che mi è costato.

Le scelte degli altri, a volte, ci sembrano incomprensibili, se non addirittura esecrabili. Ma spesso è solo che non siamo in grado di intuirne le ragioni profonde.

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3 Commenti

Claudia 3 Luglio 2018 - 08:51

Uau 😍💖 scrivi in un modo in terribilmente bello profondo e vero

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mamma avvocato 4 Luglio 2018 - 11:32

Hai fatto bene. Alla fine, bisogna pensare al benessere proprio, dei propri figli e della propria famiglia stretta, prima di tutto. E poi la riservatezza mica ha danneggiato gli altri! Posso capire la delusione di chi forse si sentiva così intimo da meritare di sapere, però spiegando avrebbero dovuto capire.

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Mamma Avvocato 4 Luglio 2018 - 11:33

Hai fatto bene. Alla fine, bisogna pensare al benessere proprio, dei propri figli e della propria famiglia stretta, prima di tutto. E poi la riservatezza mica ha danneggiato gli altri! Posso capire la delusione di chi forse si sentiva così intimo da meritare di sapere, però spiegando avrebbero dovuto capire!

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