Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Categoria:

libri

libri

Passare agli ebook sì o no? 8 ragioni per il sì!

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Aprile 2021

Sono una orgogliosa utilizzatrice di un lettore di libri digitali da circa un decennio. Ho deciso di passare agli ebook molto precocemente, quando in Italia era ancora difficile anche solo procurarsi un e-reader (il mio primo Kindle, infatti, l’ho acquistato direttamente dagli USA). Da allora, sono diventata una sostenitrice sempre più convinta dei libri digitali, nonostante la diffusa scuola di pensiero che vede i libri cartacei come “più romantici”, più fascinosi e così via. E che ritiene “l’odore della carta” come un fattore irrinunciabile. Io, invece, sono convinta che dei libri la cosa importante sia il contenuto e non il contenitore, e preferisco cercare piuttosto soluzioni concrete per riuscire a leggere di più e in modo più confortevole (visto anche che il tempo libero scarseggia). Ormai acquisto su carta solo i libri per Davide e Flavia (“solo” si fa per dire, visto che ne hanno centinaia!), le guide turistiche e i fumetti. Senza avere la pretesa di tentare di convincere i più scettici, vi spiego volentieri i miei otto motivi per passare agli ebook!

Continua a leggere
1 Aprile 2021 2 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
come avvicinare i bambini alla lettura
libri

Come far appassionare i bambini alla lettura

by Silvana Santo - Una mamma green 14 Settembre 2020

Riuscire ad appassionare i bambini alla lettura è sempre stato uno dei miei più grandi desideri di madre, non certo per una questione di “cultura”, ma perché conosco, da lettrice, gli straordinari benefici che i libri regalano agli appassionati. Sono consapevole di quanto leggere renda da sempre migliore la mia esistenza, e sono certa che una vita piena di libri sia un privilegio immenso, una grande fortuna, che mi piacerebbe capitasse ai miei figli. Sarà per questo, forse, che sentire Davide e Flavia leggere per la prima volta mi ha emozionato anche di più che vederli muovere i primi passi o sentire le loro prime parole. Ma è possibile, da genitori, fare qualcosa per accendere questa scintilla nei nostri figli? Come appassionare i bambini alla lettura, ammesso che si possa riuscire in un’impresa del genere?

Leggere con loro

L’unico modo per sperare di appassionare i bambini alla lettura, a mio parere, è leggere per loro e con loro.
Leggere tanto, leggere spesso. Leggere fin da quando sono davvero piccolissimi e sembra che neanche ci stiano ascoltando. In base alla mia esperienza, la probabilità che un bambino scopra il piacere della lettura è tanto maggiore quanto più viene esposto alla lettura in maniera naturale, spontanea e quotidiana.

come far interessare i bambini alla lettura

E leggere bene!

Anche il modo in cui si legge ai bambini può essere fondamentale per contribuire ad appassionarli alla lettura: un lettore svogliato, frettoloso e distratto non avrà lo stesso straordinario impatto di un narratore coinvolto, che si appassiona alla storia e interpreta i diversi personaggi. Non serve avere una dizione perfetta o particolari doti di recitazione, ma solo lasciarsi trasportare dalla fantasia e godere di questo momento speciale assieme ai propri figli.

Non obbligarli a leggere

Rendere la lettura un obbligo, una specie di “esercizio quotidiano” da praticare anche controvoglia, secondo me non può che contribuire ad allontanare i bambini dai libri. Meglio, credo, aspettare che siano loro ad appassionarsi, accettando magari che vivano periodi più o meno lunghi di totale disinteresse, o che finiscano anche col non diventare mai dei lettori.

perché leggere ai bambini

Scegliere i libri giusti

Magari un bambino non ha voglia di leggere perché gli vengono proposti libri che non incontrano i suoi interessi! La letteratura contemporanea per l’infanzia è un universo straordinariamente ricco e stimolante, che va ben oltre i pur preziosissimi classici con cui, trent’anni fa, è cresciuta la nostra generazione. Le illustrazioni, poi, ricoprono un ruolo fondamentale nella fascinazione dei potenziali lettori in erba e rappresentano di certo uno strumento molto potente per appassionare i bambini alla lettura (e lo dice una che da anni si è felicemente convertita agli ebook).

Non avere pregiudizi

Quando si parla di letture per bambini, a volte ci si sofferma esclusivamente su romanzi, racconti e narrativa in genere. Secondo me, invece, per appassionare i bambini alla lettura può essere molto stimolante aprirsi ad altri campi e possibilità, senza dogmatismi o preconcetti di sorta. La sottoscritta, per esempio, ha cominciato il suo meraviglioso viaggio nella parola scritta divorando fumetti, e ora prova sempre una certa emozione quando vede suo figlio attingere alla vasta biblioteca casalinga di Topolino, Peanuts, Calvin & Hobbes e altro ancora. Alcuni bambini potrebbero preferire la saggistica (dinosauri, animali, geografia, anatomia, magia e illusionismo etc), altri, magari più grandi, interessarsi ai manga giapponesi o alle biografie dei propri beniamini sportivi o televisivi, altri ancora appassionarsi alla poesia (la mia secondogenita, per esempio, sembra prediligere le storie in rima). Da lettrice onnivora, non ho mai compreso gli atteggiamenti un pochino snobistici di alcuni lettori: salvo alcune eccezioni, leggere è sempre un’esperienza straordinaria!

come avvicinare i bambini alla lettura

Circondarsi di libri

Perché in un bimbo si accenda la curiosità nei confronti dei libri è necessario, molto banalmente, che abbia dei libri a disposizione! Vivere in una casa piena di libri rappresenta, a mio parere, una condizione che favorisce la nascita della passione per la lettura. Non occorrono necessariamente grandi risorse: si può attingere a biblioteche pubbliche, mercatini dell’usato, siti che vendono rimanenze e vecchie edizioni. Anche regalare libri in occasione di ricorrenze e festività mi sembra un buon sistema per alimentare l’interesse nei piccoli: spesso, infatti, i bambini rischiano di considerare i libri una specie di non-regalo, un qualcosa di “noioso”, mutuando questa percezione dagli stessi adulti.

Come appassionare i bambini alla lettura? Leggendo noi per primi!

Come per ogni aspetto del processo educativo di un bambino, lo strumento più efficace è rappresentato dall’esempio. Così come lavarci i denti assieme a loro funziona molto di più che invitarli continuamente a farlo, mi pare che vivere con almeno un lettore adulto possa incentivare molto la curiosità e l’interesse dei bambini verso la lettura.

come avvicinare i bambini ai libri

Partecipare a gruppi di lettura

Anche se leggere resta fondamentalmente un’esperienza privata, quando si è piccoli è davvero entusiasmante condividerla coi propri coetanei. Per questo, per appassionare i bambini alla lettura, mi sembra molto utile farli partecipare a gruppi dedicati, letture pubbliche e teatralizzate, Cercate, nel vostro territorio, librerie per bambini che offrano questo tipo di esperienze, oppure la rete di volontari di Nati per Leggere: vi si aprirà un mondo incantato fatto di parole, emozioni e grandi amicizie.

Niente di tutto questo, ovviamente, potrà assicurarci dei figli appassionati di libri e letteratura. Ciascuno dei nostri bambini seguirà alla fine le proprie attitudini personali e uniche, e in effetti è sacrosanto che sia così. Sono convinta, però, che valga comunque la pena piantare un seme buono, a prescindere di quello che poi germinerà. E che offrire ai nostri figli un’infanzia piena di storie, racconti, personaggi e immaginazione – e dare a noi stessi la possibilità di condividere un’esperienza così magica, liberatoria e arricchente – sia un regalo inestimabile da fare a loro e a noi. Un dono prezioso che resterà per sempre, anche se da grandi dovessero scegliere di non leggere più.

leggere ai bambini

14 Settembre 2020 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
preparativi viaggio in irlanda per bambini
libriviaggi

Come preparare i bambini a un viaggio in Irlanda

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Luglio 2019

Se è vero che amo viaggiare, mi piace quasi altrettanto la fase che precede la partenza, quella in cui si può cominciare a sognare la vacanza imminente e calarsi in ogni modo possibile nelle atmosfere del viaggio che sta per iniziare. Si dice, d’altra parte, che un viaggio comincia quando lo sogni e io, evidentemente, sono partita per l’Irlanda una ventina di anni fa, anche se il momento giusto per mettervi piede davvero è arrivato, finalmente, soltanto adesso. Mai come stavolta, quindi, mi sono impegnata nei preparativi del viaggio, che hanno ovviamente coinvolto anche Davide e Flavia. Oltre a preannunciare loro tutte le avventure che potranno vivere durante le due settimane alla scoperta di “Erin” (che vi racconterò come sempre, al nostro ritorno, in un post dedicato), mi sono divertita a coinvolgerli in una serie di semplici attività quotidiane perfette per entrare nel “mood”.

1. Letture a tema

preparare i bambini a un viaggio in irlanda_libri

Forse poche altre destinazioni si prestano come l’Irlanda a un “avvicinamento” di stampo letterario, e questo non vale solo per gli adulti. Se personalmente ho fatto, negli ultimi mesi, una scorpacciata di romanzi, saggi e poesie di autori irlandesi, per Davide e Flavia ho pensato a una selezione di titoli per prepararli a quello che avrebbero visto e vissuto durante il nostro viaggio. Non potevano mancare, naturalmente, le fate , i folletti e il Leprecano, compagni ideali per entrare in atmosfera in vista di un viaggio nell’Isola di Smeraldo. Per dare ai miei figli qualche coordinata più precisa, poi, ho aggiunto un libro di leggende irlandesi in formato mini (che ho personalmente gradito molto, direi probabilmente più di loro) e soprattutto la storia dei gigante Finn McCool e del suo Selciato, la famosa Giant’s Causeway che sarà una delle tappe cruciali del nostro viaggio in Irlanda (l’ho trovata solo in inglese, ma ho provveduto io stessa a tradurre il testo in italiano). Infine, ho trovato in offerta un volume di una delle collane di Geronimo Stilton (Tea Sisters, in particolare) dedicato espressamente all’Irlanda , così abbiamo letto anche quello, anche se devo dire che il famoso roditore e la sua cricca piacciono più ai miei figli che alla sottoscritta.

2. Lavoretti creativi

lavoretti creativi sull'Irlanda

Davide e Flavia adorano cimentarsi in qualsiasi attività creativa o artistica. Mi è parso allora che fosse una buona idea dedicare un’ora del nostro tempo alla realizzazione di un leprechaun irlandese, partendo da un paio di rotoli di cartone della carta igienica e vari materiali per lavoretti creativi: scovolini, acquerelli, colla, occhi adesivi etc. L’idea l’ho trovata sul blog Sottocoperta, anche se poi è stata in parte personalizzata dai miei figli.

preparativi viaggio in irlanda con bambini

Oltre a questo, dal momento che il nostro viaggio comincia e finisce a Belfast, ci siamo cimentati nella costruzione di un modellino di cartone del Titanic  , perfetto per prepararci alla visita del museo Titanic Belfast, grazie anche alle tante curiosità e informazioni contenute nel libro annesso (illustrato molto bene, a parere mio). E come poteva mancare un minuscolo giardino delle fate, con tanto di prato vero da seminare (la foto è stata purtroppo scattata quando l’erba era ormai secca…)?

costruire un giardino delle fate

3. Musica irlandese

viaggio in irlanda musica

Non poteva mancare, in preparazione a un viaggio in Irlanda, una full immersion nella musica irlandese! Violini, fisarmoniche, gighe, canzoni da pub e melodie di ispirazione celtica, ma anche grandi classici in italiano dedicati alla verde Irlanda, dalla intramontabile Fiorella Mannoia  ai Modena City Ramblers. La stessa musica che ci accompagnerà nelle nostre due settimane on the road alla scoperta dell’Irlanda nord-ovest, e che sia Davide che Flavia sembrano per il momento apprezzare molto.

4. Activity book – diario di viaggio

irlanda per bambini activity book

La cosa che mi ha richiesto più tempo, nei preparativi del nostro viaggio in Irlanda, è stata senz’altro la realizzazione di una specie di “activity book” che Davide e Flavia potranno divertirsi a compilare nel corso della vacanza. Si tratta di una via di mezzo tra un libro-gioco e un diario di viaggio, con tanti piccoli giochi di enigmistica per bambini (semplici cruciverba, trova le differenze, unisci i puntini etc), pagine da colorare, adesivi da incollare, puzzle e piccole attività creative a tema irlandese (come biglietti pop-up e marionette di cartoncino da costruire) alternate a pagine in cui annotare qualche semplice dettaglio e ricordo delle esperienze vissute giorno per giorno. Un’idea che ha richiesto un certo investimento di tempo e di energie ma che mi auguro possa piacere ai miei figli, che sono appassionati di questo genere di passatempi, e restare nel tempo un ricordo unico del nostro viaggio in Irlanda.

activity book bambini irlanda

A questo punto, non ci resta che partire, e verificare di persona se le nostre altissime aspettative saranno effettivamente ben riposte. Irlanda, stiamo arrivando!

5 Luglio 2019 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
genitori si diventa repubblica
libripost sponsorizzati

Genitori si diventa (anche leggendo e studiando)

by Silvana Santo - Una mamma green 3 Ottobre 2018

I bambini non nascono con il libretto di istruzioni: niente di più vero. Crescere un figlio vuol dire sostanzialmente navigare a vista, ispirati in qualche modo solo da un firmamento di principi fondamentali che, più che stelle fisse, talvolta si rivelano instabili come meteore. La verità è che genitori si diventa, e per farlo ci vuole una vita intera. E non esiste niente come l’esperienza diretta per tentare di ridurre la distanza incolmabile tra “l’essere genitori” e il “fare i genitori”. Ma anche se i bambini non nascono con il libretto di istruzioni, leggere e studiare rimane comunque, secondo me, un obbligo morale per tutte le mamme e tutti i papà.

Non so come la pensiate, in proposito. Io non ricordo di aver mai affrontato una nuova esperienza, più o meno “importante”, senza sentire la necessità di leggere, di formarmi, di approfondire. Di confrontare il mio punto di vista con quello di altri, di conoscere il parere autorevole di esperti, scienziati, addetti ai lavori. E se vale per i diversi aspetti della mia vita professionale, se vale per ogni singolo viaggio che organizzo, se vale per gli interessi che con alterne fortune hanno attraversato finora la mia vita, come potrebbe mai non valere per la questione più complessa, decisiva e difficile che mi sia mai trovata da affrontare?

Non che nei libri mi aspetti trovare una verità universale (quella non la trovate nemmeno in quello che ho scritto io, figuriamoci! ;)), quanto la consapevolezza che genitori si diventa, passo dopo passo, pagina dopo pagina. Che sono in tanti a porsi le stesse domande che tolgono il sonno a me, e che fra tutte le risposte che gli altri si danno, riuscirò senza dubbio a trovare la mia. Che a volte esistono spiegazioni scientifiche e unanimi a cose che, prima di leggere, mi sembravano bizzarrie della mia famiglia, dovute magari qualche una mia mancanza. Leggere è sempre stato, per me, il primo passo con cui tenere a bada l’insicurezza, approcciarmi a nuove esperienze, sentirmi meno inabile e meno inetta. E da quando sono nati i miei figli lo è diventato ancora di più: il modo più efficace per sentirmi rassicurata, legittimata come individuo e come madre. I libri rappresentano le fondamenta su cui erigere l’impalcatura delle mie esperienze personali e insindacabili.

Da questa settimana, in edicola con Repubblica e con le altre testate del gruppo Gedi, trovate i volumi della collana “Genitori si diventa. Cavarsela con i figli 0-18”. Quindici uscite, tutti i venerdì (fino a domani potete richiedere il primo volume, intitolato “La nostra sfida più grande. Crescere con i figli”), dedicate a tantissimi temi che spaziano dal cyberbullismo all’educazione, dall’omosessualità alla scuola, dall’alimentazione allo sport. I libri sono scritti da psicologi specializzati in età evolutiva e dinamiche familiari (l’iniziativa è infatti promossa in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi) e si possono richiedere insieme con il quotidiano a un prezzo extra di 5,90 euro. Qui trovate il piano dell’opera, con tutti i titoli previsti e il calendario delle varie uscite.

Il primo volume, scritto da Anna Silvia Bombi e Gian Vittorio Caprara – psicologi, professori e autori di altre pubblicazioni – si propone di “offrire alle famiglie, ma anche agli insegnanti e a tutti gli adulti coinvolti nell’avventura di un bambino che cresce, una bussola per orientarsi nei momenti importanti e nella vita quotidiana, dall’arrivo del bebè fino agli anni tumultuosi dell’adolescenza”. Ricordando a tutti i lettori quella che è forse l’unica verità insindacabile in materia di genitorialità: il genitore perfetto, per fortuna, non esiste, ma tutti noi abbiamo gli strumenti necessari per diventare genitori “sufficientemente buoni”, i migliori possibili per i figli che abbiamo avuto in dono.

Post in collaborazione con Repubblica

 

3 Ottobre 2018 2 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
cosa ho imparato dalle mamme straniere
libriviaggi

Cinque cose che ho imparato dalle mamme straniere

by Silvana Santo - Una mamma green 25 Settembre 2018

Viaggiare all’estero, da quando sono nati Davide e Flavia, è inevitabilmente diventata anche l’occasione per confrontarmi, per quanto possibile, con stili di vita familiare e approcci alla genitorialità più o meno diversi rispetto a quelli a cui sono abituata. Specialmente viaggiando verso nord, mi pare, senza generalizzare, che alcune attitudini cambino, il che offre spesso spunti per interrogarsi o provare a cambiare. Ecco, dunque, le cinque cose che ho imparato dalle mamme straniere. E che tento, con alterne fortune, di applicare anche nel mio quotidiano.

1. Portare i figli al ristorante senza dargli il cellulare è possibile

E più in generale, è possibile intrattenere i bambini senza dover ricorrere in automatico ai dispositivi tecnologici. Non che ci sia in assoluto qualcosa di male, in questo, ma sappiate che, se non vi piace l’idea di intrattenere i vostri figli per forza con cartoni o giochi elettronici (come non piaceva a me quando in passato mi sembrava la sola opzione percorribile), l’alternativa esiste ed è alla portata di tutti. Richiede una certa coerenza e, per alcuni bambini, un impegno durante il pranzo che può essere anche importante – giochi da inventare, fogli e colori da portarsi dietro, storie e magie da tirare fuori dal cilindro – ma si può fare. Altrimenti non si spiega com’è che all’estero non esistano i bambini che pranzano dinanzi al tablet (e se esistono, sono italiani in vacanza).

2. L’intolleranza degli altri è un loro problema

Che ci siano in giro un tot di bambini maleducati, figli di genitori perlomeno disattenti, è una verità ineluttabile. Ma è altrettanto vero che la maleducazione è una cosa, e la “piccolezza”, col suo corredi di vivacità, immaturità e irragionevolezza, ne è un’altra. E se qualche adulto non è in grado di sopportare la risata argentina di un bambino, il pianto improvviso di un neonato o anche un capriccio (gestito poi dai genitori, intendiamoci), beh, è un problema suo. E questo, mi pare che le mamme straniere lo sappiano meglio di me, che tendo a sentirmi in imbarazzo e in colpa quando i miei figli non sono “impeccabili”, a scusarmi anche quando non dovrei, andare subito in tilt e peggiorare la situazione in un loop drammatico di ansia e stress.

3. Morire di fame, nel ricco occidente, è quanto mai improbabile

Anche se sei all’estero e tuo figlio, per una settimana o due, pasteggia con roba non proprio “ortodossa”. Magari non farà bene un gelato per pranzo, ma si può comunque chiudere un occhio, quando si è in vacanza. Senza che nessuno paghi conseguenze definitive.

4. Il freddo e la pioggia non ammazzano i bambini

Oramai lo ripeto spesso: il freddo e la pioggia possono essere semmai fastidiosi, o irritanti, o deprimenti (anche se cìè chi li ama, ovviamente), ma non rappresentano un pericolo mortale né, di per sé, una ragione per restare chiusi in casa. Basta vestirsi in modo adeguato, pensare che dopo ci sarà l’opportunità di ascigarsi, riscaldarsi o cambiarsi d’abito, ricordare che gli ambienti chiusi e surriscaldati mietono più vittime, in termini di salute, del fresco e dell’umidità.

5. Tutti i bambini del mondo fanno i capricci, ma non tutti gli adulti reagiscono allo stesso modo

Ho visto capricci – per ragioni diverse e in contesti e modalità differenti – scoppiare in famiglie di ogni provenienza geografica. Ma ho notato che spesso è la reazione dei genitori a fare la differenza. Senza voler generalizzare, le mamme straniere, perlomeno quelle nordiche (anche i papà, naturalmente), mi sembrano più abituate a mantenere la calma, a gestire i momenti difficili dei figli con serenità e anche con un pizzico di empatia. Su questo confesso che ho ancora molto lavoro da fare, ma confido di migliorarmi pian piano con impegno e pazienza. E almeno altri quattro o cinque viaggi verso nord, mi pare ovvio!

25 Settembre 2018 8 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
libripost sponsorizzati

Quando sono orgogliosa di voi

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Luglio 2018

Raramente, nella vita, sono stata particolarmente fiera di me, ma mi viene molto facile, al contrario, essere orgogliosa di voi.

Sono orgogliosa di voi quando vi sentite bruciare dentro l’ingiustizia subita da un’altra persona. Perché è facile stare male e ribellarsi se ci si sente feriti o maltrattati in prima persona. Il difficile è cogliere la sofferenza degli altri e decidere di farsene carico. Interessarsi anche quando, forse, sarebbe più semplice voltarsi dall’altra parte. Il difficile è l’empatia.

Sono orgogliosa di voi quando mi chiedete “Mamma, ancora una pagina!”. Anche quando è tardi, anche quando dovremmo proprio andare a dormire. Perché nei libri potete conoscervi e riconoscervi, proprio come vi è accaduto in questi giorni, leggendo Le avventure di Davide e Flavia, un libro personalizzato con i vostri nomi e le vostre sembianze, in cui è stato davvero facile immedesimarsi e ritrovare le dinamiche quotidiane della nostra vita semplice eppure tanto speciale: la vostra complicità e la competizione, le piccole paure di ogni giorno, le scoperte, le avventure quotidiane e l’amore che tiene insieme la nostra famiglia. Perché i libri possono rendere la vostra vita migliore. Possono farvi vivere mille vite in una. Perché è in fondo a un libro che potrete scappare, tutte le volte in cui ne avrete bisogno. Tra le pagine di un libro dimenticherete i dolori più lancinanti, dissolverete la noia più ostinata, sconfiggerete la solitudine più soffocante. Esorcizzerete la paura e la debolezza.

urrà eroi libri personalizzati

Sono orgogliosa di voi quando mi tempestate di domande e curiosità. A volte vorrei cavarmi i timpani pur di avere una tregua, ma la verità è che la vostra curiosità inarrestabile mi riempie di orgoglio. Perché la strada verso la libertà è lastricata di punti interrogativi. Perché solo il bisogno di conoscenza ci rende umani. Ci rende vivi. Ci rende veri.

Sono orgogliosa di voi quando giocate insieme senza litigare. Quando collaborate, quando vi consolate a vicenda. Quando parlottate tra voi di cose che io, probabilmente, non potrei capire. Non succede molto spesso, devo dire. Capita anche che litighiate, che vi ringhiate addosso, che vi contendiate la mia attenzione e la mia vicinanza, oppure un giocattolo, o l’ultima caramella rossa. Ma spero che questa infanzia condivisa e a tratti faticosa vi assicuri, domani, una spalla solida su cui poter contare e uno specchio onesto in cui guardarvi sempre.

Sono orgogliosa di voi quando viaggiamo e voi scoprite il mondo con una meraviglia di cui io non sono più capace. Quando vi interessate alla bellezza e alla diversità che vi circonda, vivendo ogni giorno come una nuova, grande avventura.

libri personalizzati bambini

Post in collaborazione con Urrà Eroi, che stampa libri personalizzati per bambini in cui è possibile scegliere non solo il nome del protagonista (o dei protagonisti), ma anche il suo aspetto fisico: colore e taglio dei capelli, colore degli occhi, incarnato, lentiggini, occhiali etc. Ritrovare se stesso al centro della storia sarà per vostro figlio una specie di bellissima magia. Provare per credere.

5 Luglio 2018 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
piccolo regno incantato napoli
librilife

Chi ha paura del lupo cattivo?

by Silvana Santo - Una mamma green 9 Dicembre 2017

A casa nostra, le favole vanno molto forte. La leggiamo, le raccontiamo, le inventiamo. Le interpretiamo con le marionette. Qualche volta proviamo anche a disegnarle, con risultati discutibili viste le mie molto limitate capacità artistiche. Mi piacciono, le favole, incluse quelle tradizionali. Mi piace che ci siano i buoni e i cattivi, gli eroi e i mostri, la magia e l’amore. Mi piace che facciano un po’ paura, e che insegnino ad avere fiducia e coraggio. A non abbattersi quando il protagonista (e noi insieme a lui), finisce in ginocchio o si trova in pericolo. A fronteggiare il male, a combattere creature spaventose, a scappare quando il buon senso lo suggerisce. Sono una bella palestra, le favole. Un esercizio prezioso, uno strumento per interpretare la vita, gli uomini, il destino.

napoli piccolo regno incantato

Quello che a volte mi sta stretto, nelle fiabe classiche, sono certi stereotipi che inevitabilmente si portano dietro, visto che sono il retaggio di culture del passato e tradizioni antiche, per certi versi superate almeno in parte. La principessa inerme che ha sempre bisogno di essere salvata. Il folletto bruttino che in qualche modo è anche malvagio. Il bel cavaliere senza macchia e senza paura. E poi, ovviamente, il povero lupo cattivo. Che nefandezze avranno mai potuto commettere i lupi, lungo la storia dell’umanità, per meritarsi l’immancabile ruolo del cattivo, che puntualmente finisce squartato, scuoiato, percosso e preso a calci nel sedere? E quanto avranno pagato i lupi veri, nei secoli, questa fama negativa che le fiabe gli hanno appiccicato addosso?

Non penso che ci sia qualcosa di negativo nel dare al male una personificazione. Né che sia così disdicevole che una principessa chieda aiuto di fronte alle difficoltà. Però sono contenta quando, accanto alle versioni canoniche delle favole, viene proposta ai bambini qualche lettura alternativa. Una donzella forte e coraggiosa, un principe imbranato, un ranocchio che resta verde e viscido anche se lo sbaciucchi con ardore. E un lupo che magari si converte, o semplicemente riesce a far capire che è sempre stato bravo. Letture alternative come le classiche Favole al rovescio di Rodari, per esempio. Oppure La principessa e il drago, un libro di Robert Munsch in cui l’eroina si salva da sola, e dà il benservito a un principe superficiale che la critica perché si è bruciacchiata i vestiti combattendo il drago.

il piccolo regno incantato a napoli

O ancora come la performance teatrale interattiva de Il piccolo regno incantato – La fiaba delle fiabe, a cui abbiamo assistito qualche giorno fa. Un viaggio magico nel mondo della fantasia, con allestimenti e costumi fantastici e tanti personaggi delle fiabe della grande tradizione (Alice, Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Biancaneve, I tre porcellini, Peter Pan, Mago Merlino, ma anche Mary Poppins). In cui, però, alla narrazione classica si affiancano messaggi nuovi, istanze contemporanee, punti di vista visionari. Oltre a contaminazioni tra una favola e l’altra, che contribuiscono a evocare un universo magico fondato sull’immaginazione e sulla libertà. Il piccolo regno incantato è in scena a Napoli, in una sede spettacolare del centro storico (il complesso monumentale di San Domenico Maggiore), e vi resterà fino al 7 gennaio. Un percorso della durata di poco più di un’ora che farà capire ai bambini – e non solo a loro – la potenza straordinaria della loro fantasia, il fatto che, finché loro credono in qualcosa, quel qualcosa esiste davvero. E che il lupo cattivo, in realtà, non è poi così cattivo.

piccolo regno napoli recensione

(Qui la biglietteria online. Per la mia esperienza con Davide e Flavia consiglio di portarci senza riserve i bambini a partire dai 4 anni, e di valutare caso per caso, a seconda dell’interesse e della capacità di attenzione del singolo, per quanto riguarda i più piccini. I bimbi al di sotto dei due anni, in ogni caso, non pagano il biglietto).

fiabe bambini

9 Dicembre 2017 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
arte per bambini
libripost sponsorizzati

Dispensatori seriali di bellezza

by Silvana Santo - Una mamma green 26 Maggio 2017

La bellezza salverà il mondo. Lo salverà dall’odio e dalla paura. Dalla sfiducia e dalla solitudine. Lo salverà dall’incomunicabilità e dall’ignoranza. Sarà la bellezza a salvare l’umanità. La bellezza vera. Quella che risiede in fondo agli occhi dei nostri figli, quella che il loro sguardo scorge dappertutto, anche dove noi vediamo solo imperfezione e difetti. La bellezza che gli uomini custodiscono nel proprio cuore e quella che creano con le proprie mani, da sempre, a ogni angolo del mondo.

Se vogliamo cambiare il mondo, allora, circondiamo i nostri figli di bellezza. La bellezza delle piccole cose e di quelle grandi. Quella degli attimi evanescenti e dell’eternità. Circondiamoli di bellezza, e insegniamo loro a scovarla in seno alla propria fantasia, a generarla con le loro rapide e piccolissime mani. Impastando, edificando, tratteggiando. Macchiandosi di colore e impolverandosi di gesso. Alleviamo una generazione di dispensatori seriali di bellezza, seminatori di meraviglia, produttori compulsivi di magia. Convinciamoli che l’universo può diventare un posto migliore, dopo il loro passaggio.

creallenamente

Facciamo in modo che la sappiano riconoscere, la vera bellezza. Oltre gli stereotipi e dietro le maschere. Al di là delle mode e dell’omologazione. Che si innamorino del fascino senza tempo dell’arte e della poesia. Che ambiscano essi stessi ad essere sfiorati da quella forma di eternità. Coltiviamo la loro fame di bellezza. E, soprattutto, legittimiamo la loro personalissima idea di bellezza. Originale ed esclusiva. Pasciamo ogni giorno il ventre fecondo della loro immaginazione, concimiamo il campo rigoglioso della loro creatività.

Perché la bellezza salverà il mondo, senza dubbio. La bellezza che i nostri figli vorranno ricercare in chi è diverso da loro, in chi traccia una strada mai battuta prima. In chi sovverte i canoni stereotipati della perfezione e della desiderabilità. Nella natura ancora così generosa, al di là dei nostri abusi e la nostra avidità. Nell’intelletto umano che arde di passione e brulica di vita.

La bellezza che, nonostante tutto, sopravvive nell’anima delle persone. Perché è questo, in ultima analisi, che davvero ci fa uomini.

arte per ragazzi

Post in collaborazione con Creallenamente, un progetto che si propone di stimolare creatività, fantasia e capacità logiche nei bambini a partire dall’arte, attraverso la bellissima collana di volumi “Arte per Crescere”, curata dai pedagogisti Marco Dallari e Paola Ciarcià. Dieci volumi, dedicati ad altrettanti celeberrimi artisti (Giotto, Leonardo Da Vinci, Piero della Francesca, Caravaggio, Vincent Van Gogh, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Marcel Duchamp, Paul Klee e Max Ernest), pensati appositamente per bambini e ragazzi, per introdurli nel magico mondo del bello e dell’arte con leggerezza e colore. Un’esigenza particolarmente pressante, in un contesto in cui diventa sempre più precoce e sempre più quotidiana l’esperienza dei dispositivi digitali, del web e dei social (secondo alcune ricerche della Società Italiana Pediatri e di Save the Children, l’accesso alla rete e al digitale avviene in età sempre più verde). Che non sono certo da censurare, ma andrebbero usati con consapevolezza e parsimonia, per scongiurare fenomeni di dipendenza, danni alla memoria e difficoltà di concentrazione e apprendimento. Il progetto Creallenamente parte proprio dall’idea di restituire ai piccoli l’attitudine naturale all’apprendimento e la libertà di espressione, di utilizzare l’arte per riabituare i bambini a usare le mani, sviluppare l’intelligenza pratica e il senso estetico. Colorare con Van Gogh, giocare con luci ed ombre con Caravaggio, progettare con Mondrian e ripensare gli oggetti quotidiani con Duchamp. Aprire il cuore alla vera bellezza, per sempre.

arte per crescere

26 Maggio 2017 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
librimamma green

Si intitola Una mamma green. Ed è il mio primo libro

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Marzo 2017

Non so dirvi l’emozione. Non so dirvi l’orgoglio e anche la paura. Non so dirvi l’altalena incessante tra la soddisfazione e l’ansia, tra la voglia, una volta tanto, di battermi una mano su una spalla e quella di schernirmi come sempre. Non so spiegarvi, credetemi, quello che sento davvero. Tutto quello che sono in grado di fare è comunicarvi con gioia, e con addosso il mio sorriso più idiota, che l’8 marzo uscirà in libreria il mio primo libro, Una mamma green. Crescere un figlio senza inquinare come una petroliera.

Il mio primo libro, che non poteva che essere ispirato a questo blog, che ho cresciuto come un figlio negli ultimi 4 anni. Che, proprio come un figlio, mi ha fatto piangere e mi ha fatto arrabbiare. Emozionare e ridere a perdifiato. Un libro ispirato al blog, ma non tratto pedissequamente dal blog. Organizzato come un racconto in prima persona, a cuore aperto, e arricchito da molti contenuti inediti e inserti puramente narrativi. Il libro, penso di poter dire con grande onestà, che avrei voluto poter leggere quando sono diventata mamma.

Una mamma green è un testo profondamente autobiografico. Preferisco definirlo un diario di bordo, più che un “manuale” o una guida (saprete, se mi leggete da poco o da tanto, che non mi sento per niente autorizzata a fare da guida neanche a me stessa). Fa della sincerità il suo tratto distintivo e, mi auguro, il suo punto di forza. Senza censure, senza finzioni, senza iperboli strumentali o dogmatismi di sorta. Un libro che racconta compromessi e cadute, scoperte, successi e tentativi di una madre che pretende da se stessa soltanto una cosa: dare ai propri figli un messaggio di semplicità e rispetto per il mondo e l’umanità. Cercando, passo dopo passo, una strada che sia davvero personale e unica. La propria strada nell’universo agrodolce e complicato della maternità.

una mamma green quarta

Un libro che ha superato momenti di scoramento e di stanchezza, grazie ad altrettanti slanci di energia e motivazione. Un libro che ho pensato per i lettori del blog – come una specie di compendio e di completamento – e per chi non mi ha mai letto prima, ma è interessato a una visione della genitorialità che sia vicina alla natura e sostenibile in senso molto lato. Libera da fanatismi e integralismi di alcun tipo. Un libro che è anche e soprattutto una storia. La mia storia e quella dei miei figli.

Potrete trovarlo in libreria e online dall’8 marzo 2017, e sarà disponibile anche in ebook. Chi volesse, può scaricarne un estratto dal sito della casa editrice, oppure acquistarlo su Amazon.

Potrete raccontarlo e commentarlo sui social, se vi va, usando l’hashtag #unamammagreen. Io spero con tutto il cuore che possa piacervi, perché è anche a voi che appartiene. Anche e soprattutto a voi che deve la sua esistenza.

Grazie di cuore a tutti, e in bocca al lupo a me.

 

1 Marzo 2017 28 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
libri

I miei figli e i cartoni animati vintage

by Silvana Santo - Una mamma green 26 Ottobre 2016

C’era il coach violento e paranoico, ed era forse la cosa più innocente di tutte. Uno che imponeva allenamenti con le catene ai polsi, e che per migliorare i riflessi delle atlete le colpiva con durezza con un pallone da volley. Che sfrecciava così forte da sembrare un ovale da rugby. E poi dicono che Zeman è uno senza cuore.

C’era lo stuolo agghiacciante di matrigne, istitutrici, nonni burberi, fratellastri sadici e sorellastre zitelle. Sempre pronti ad accanirsi sull’orfano di turno, bello come un cherubino, ma sfortunato e dolente come un martire. Per il suo bene, talvolta. Ma quanto strazio.

C’erano i ladri. E soprattutto le ladre, sfacciatamente sexy e fasciate in tutine che sarebbero state senza dubbio di neoprene, se solo il neoprene fosse già stato inventato. Erano talmente fighe che ti ritrovavi automaticamente a sognarti in body nero e mascherina mentre tentavi nottetempo di arraffare la Gioconda, scavalcando sinuosa i fasci rossi dell’antifurto laser. Praticamente una cleptomane con la passione per il fetish.

C’erano le giovanissime promesse dello sport. Con la malformazione cardiaca grave e l’affanno che manco Beth di Piccole Donne prima di morire di scarlattina. C’era Beth di Piccole Donne, che moriva di scarlattina, vergine, tra i singhiozzi disperati di tutta la famiglia (e sua sorella Jo, costretta a vendersi i capelli per racimolare qualche spicciolo).

C’erano i ragazzini disabili, che di per sé sarebbe anche una cosa fantastica, visto che raccontare la disabilità come una cosa normale sarebbe una cosa intelligente e utile. Solo che questi erano tutti disperati, bullizzati e irrisolti. E finivano sempre miracolati in qualche modo improbabile.

C’erano i fratelli incestuosi, i transgender tormentati, gli stupri tra le righe. I controluce morbosi, i sottintesi, i non detti che in realtà dichiaravano tantissimo, torbidi e allusivi. C’erano le morti sanguinose, gli abbandoni, le malattie devastanti. La tisi e la consunzione, qualunque cosa significasse. C’erano la miseria e la fame, la disperazione e l’odio furioso e gratuito. C’era la vita, in un certo senso. In tutte le sue infinite sfumature di rosa e di grigio, la vita che a volte profuma di incenso e altre volte puzza di merda.

I cartoni animati degli anni ’80 e ’90 erano sconvenienti, inappropriati, eccessivi. Ma a me piacevano tantissimo. E a giudicare da come i miei figli si sono appassionati alle sigle vintage proprio in questi giorni, direi che potrebbero andare forte anche adesso. “Sono i cartoni di quando mamma e papà erano piccoli”, spiega Davide alla sorella mentre ballano al suono di Lady Oscar e Occhi di gatto. Sono più piccoli di quanto non lo fossimo noi quando guardavamo quei celebri cartoni giapponesi. Sono più innocenti, sono più ingenui e a volte mi sembrano più fragili. Ma forse è solo che sono cambiati i tempi, insieme alla nostra percezione di ciò che è appropriato e ciò che non lo è.

Loro guardano le sigle e sembrano trovarle buffe, insolite, divertenti. Non so se riescano a percepire in qualche modo le differenze con la grafica a cui sono abituati o a realizzare che la voce che canta è quasi sempre la stessa, quella sorridente e zuccherata di Cristina D’Avena. La voce che scandiva i nostri pomeriggi di ormai 25 anni fa.

Non so se avrò mai il coraggio di proporre ai miei figli di rivedere insieme tutte le puntate di Georgie o di Mila e Shiro. Per ora mi godo la voce di Flavia che canta in loop “È quasi magia, Johnny!”, e va bene così.

26 Ottobre 2016 8 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • 2
  • 3

Seguimi!

Facebook Twitter Instagram Linkedin

Chi sono

Chi sono

Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

Il mio libro

Rubriche

Mi trovi anche su:

 

 

 

Archivi

Cookie Policy

Unamammagreen su Instagram

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram

@2011/2021- All Right Reserved. Designed by DigitalStylist


Torna su