Ho avuto due figli in 21 mesi. Il mio corpo ha affrontato due gravidanze (e due cesarei) in meno di due anni. Ho allattato il primo figlio per un anno e mezzo, la seconda sta per compierne due e mi chiede ancora il seno giorno e notte. Il mio è un corpo da mamma.
Sono stata fortunata, ho preso 11 chili quando aspettavo Davide e meno di 10 con Flavia. E sono una di quelle che nei primi mesi di allattamento dimagrisce mangiando come un bue. Sono stata fortunata, ma il mio è comunque un corpo da mamma.
Non vado in palestra e non ho mai ricominciato a correre, anche se macino chilometri a piedi ogni giorno e mi riprometto ogni domenica sera di cominciare, l’indomani, ad allenarmi a casa. Lo farò, prima o poi. Nel frattempo, il mio resta un corpo da mamma.
Se contraggo gli addominali, riesco a sentirli con le dita. Ma sopra i muscoli sopravvive uno strato soffice che mi ricorda il luogo in cui sono cresciuti i miei figli. Non mi piace guardarla, quella crisalide di carne rilassata che sembra gelatina. Qualche centimetro sotto l’ombelico ho una cicatrice, una doppia cicatrice, a cui corrispondono, nelle profondità del mio corpo, altri cinque doppi tagli, aperti da un bisturi e ricuciti da un ago: i muscoli, il peritoneo e tre strati di utero. Non è simmetrico, quel segno nodoso sopra il pube, dal lato sinistro hanno tirato di più perché quando è nata mia figlia ero sotto anticoagulanti e la ferita, da quel lato, stentava a chiudersi. A sinistra, sopra il taglio, la pelle è così tesa che sembra trasparente come una medusa, si è formato qualche segno violaceo. Quelle smagliature che anche le due gravidanze erano riuscite a risparmiarmi. Quando piove la cicatrice mi prude. Non so se sia una coincidenza, non so se un giorno passerà. Questo, dopotutto, è il mio corpo da mamma.
Prima di restare incinta avevo una terza scarsa di seno. La proverbiale coppa di champagne. Dopo un’adolescenza problematica ero finalmente serena, era la taglia perfetta per non dover temere la forza di gravità. Avevo un capezzolo praticamente piatto, e l’altro non era molto diverso. Adesso la mia misura cambia continuamente, non scende mai sotto una quarta. Tra un seno e l’altro c’è una taglia abbondante di differenza. I capezzoli sono stati succhiati per anni, con avidità, dai miei figli (masticati, in qualche caso per fortuna molto raro), e sono solo un pallido ricordo di quello che erano prima. Sto sempre attenta a evitare che si intravedano sotto la stoffa degli abiti che indosso. Non ho idea di cosa resterà del mio seno, quando alla fine avrò smesso di allattare. Il mio seno sul mio corpo da mamma.
Sotto gli occhi ho due piccoli segni giallastri, se tolgo gli occhiali sono piuttosto evidenti. Si chiamano xantelasmi palpebrali, di solito compaiono dopo una certa età. Sono accumuli di lipidi: quando sono incinta il mio sangue si riempie di grasso, che ad un tratto affiora sotto pelle. Un segno per ogni gravidanza, ci vorrà il laser per riuscire a toglierli. Il trucco li camuffa un pochino, ma io so che sono lì. Segni gialli sotto il mio sguardo da mamma. I miei occhi, adesso, sono più miopi di un grado. L’allattamento prolungato, pare. Chi lo sa. Forse tornerà tutto come prima, o forse no.
I miei incisivi superiori, i miei candidi incisivi superiori, adesso hanno una forma leggermente diversa, con il bordo inferiore un po’ consumato. È che mi capita di digrignare i denti, da qualche tempo. Quando sono frustrata per l’ennesimo risveglio notturno, quando un capriccio mi mette alle corde e ho bisogno di una dose aggiuntiva di pazienza e di lucidità. Stringo i pugni e digrigno i denti, senza volerlo. Prima, non succedeva mai.
Alla base dell’anulare sinistro si è formato un piccolo callo. È il punto esatto in cui impugno il passeggino quando riporto mia figlia a casa dall’asilo. A quel dito porto la fede, che preme sulla pelle e l’ha fatta ispessire. Mani da mamma in un corpo da mamma. Le unghie, invece, sono rimaste uguali. Cortissime, rosicchiate, con le cuticole sfilacciate sopra le lunette. Le gravidanze sono state gli unici periodi della mia vita in cui sono riuscita a tenerle sane e curate senza alcuno sforzo. Chissà poi perché.
Comincerò finalmente ad allenarmi, un giorno o l’altro. Smetterò di mangiare a orari improbabili e senza criterio, cancellerò i segni sotto gli occhi e magari mi farò limare i denti. Ma il mio corpo rimarrà per sempre il corpo di una mamma. Perché è stato abitato, smosso dal di dentro. Riempito fino al massimo delle sue possibilità e poi svuotato all’improvviso. Perché ne hanno cavato via una parte, che adesso vive al di fuori di esso, e queste sono cose che ti cambiano per sempre. Il mio corpo ha fabbricato due esseri umani, sottraendo materiale a sé stesso per costruire ossa e sangue, nervi e pelle. Sono quasi quattro anni che il mio corpo stilla un latte zuccherino pieno di vita e di energia. Tutto questo lascia il segno, dentro e fuori, e va bene così.
Certe cose ti cambiano per sempre, nel bene e nel male. Il mio corpo di prima non esiste più, come ha cessato di esistere la persona che ero. Il mio corpo è e resterà un corpo da mamma. Fino all’ultimo dei miei giorni.
9 Commenti
Cara,
capisco perfettamente tutto ciò che scrivi (tranne i segni del cesareo che io, ancorché mamma anche di gemelli, mi sono risparmiata).
Quella pancetta morbida (come la chiamano i cuccioli) che le gravidanze mi hanno lasciato è l’eredità più difficile da accettare, per me. Ma me la tengo.
Per quanto riguarda le unghie rosicchiate… No comment. Son trent’anni che cerco di smettere e anche adesso che sono mamma navigata a periodi alterni sono tali e quali a quando avevo sedici anni…
Bellissimo post!
Grazie, Gisella! Non sei la sola, adesso lo sai. 🙂
Il mio corpo sta cambiando per la seconda volta. e anche questa volta, anche se è ancora per un bellissimo motivo, non è facile per me accettarlo. mi guardo allo specchio e mi vedo enorme, anche se tutti mi dicono: “Ma sei solo pancia!”. adoravo il mio corpo dopo la prima gravidanza perché anche io, grazie all’allattamento, avevo perso subito tutti i kg della gravidanza e altri 10 che prima mi rendevano una simpatica morbidotta. spero di riuscirci anche stavolta, perché il mio corpo da mamma, per la prima volta nella mia vita dopo i 12 anni, era un corpo da magra. Per me, per le mie insicurezze e perché vorrebbe dire che anche questa volta posso tenermi al senso per tanti lunghi mesi la mia creaturina. Grazie per questo post.
(seno, volevo scrivere seno nell’ultima riga)
Ce la farai, Lavinia! Ce la farai… Grazie a te per la testimonianza bellissima.
Che meraviglia, questo post
❤❤❤
Che bel post, mi ha emozionato.
Io ho un corpo da mamma tris + 2 (i miei due angioletti) con all”attivo 36 mesi di allattamento in continua espansione, ho ripreso ad allenarmi ma le smagliature e quella pellaccia sulla pancia rimarranno sempre lì a ricordarmi questi anni di tante gioie e tanti dolori.
Mi chiedo ogni tanto come possa mio marito essere ancora attratto dal mio corpo che non è più quello della ventiduenne che ha conosciuto. Lui dice che sono comunque io e che tutti quei segni sono solo il ricordo delle cose più belle che abbiamo creato insieme…
Che bel modo, leggere questo tuo commento, per iniziare la mia giornata. Grazie per questa testimonianza delicata, una carezza ai tre piccoli e un pensiero ai 2 angeli. 🙂