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natura

scarpe ecosostenibili
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Nelle mie scarpe

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Novembre 2018

Cammina nelle mie scarpe* per qualche miglio almeno, prima di giudicarmi. Prima di giudicare il mio operato di madre e di donna. Vesti i miei panni, calza le mie scarpe, indossa la mia pelle prima di mettere in fila i miei errori e di stabilire la mia colpa. Calpesta la strada con i miei piedi, percorri il mio cammino dentro le mie scarpe. E se non puoi farlo, per favore, sospendi il tuo giudizio. Astieniti dai commenti, dalle insinuazioni, dai consigli non richiesti.

Cammina nelle mie scarpe morbide, cammina nelle mie scarpe sottili e flessibili per qualche miglio almeno. Calza le mie scarpe, o se vuoi procedi a piedi nudi, ma segui esattamente il tracciato della mia personale esistenza, senti sotto di te tutte le asperità naturali del mio terreno, che magari sono assai diverse da quelle che complicano e ravvivano il tuo. Schiva gli ostacoli che sarebbero toccati a me, salta i miei fossi e guada i ruscelli che solcano il percorso della mia vita. E se non sei in grado di farlo, ti prego, risparmiami le tue conclusioni giudicanti, le tue sentenze senza appello, la tua convinzione di sapere cosa dovrei fare e cosa dovrei evitare.

scarpe ecosostenibili bambini

Cammina piano dentro le mie scarpe, come se andassi a piedi nudi sulla polvere del mio stesso sentiero. Cammina a ritroso, per assistere allo spettacolo agrodolce del mio passato. Dei resti fumanti delle battaglie che ho combattuto, quelle che ho vinto e quelle che ho perso. Delle vette che ho dovuto scalare, degli antri in cui ho dovuto nascondermi e degli abissi dai quali sono dovuta riemergere. Lasciati inseguire dai fantasmi che assediano me, prova a seminarli come faccio io da tutta la vita. Nasconditi dai miei mostri privati, affacciati dalle stanze luminose della mia felicità. Solo allora, forse, potrai comprendere le mie ragioni e le scelte, quelle libere e quelle obbligate. Solo allora potrai capire la natura di quelli che non esiti a definire i miei sbagli. E se non puoi farlo, se non puoi vestire i miei panni e vivere il mio passato, per favore, non giudicarmi.

Abita nelle mie scarpe e dentro la mia casa. Nasci dai miei genitori, innamorati del mio compagno, frequenta le scuole che ho frequentato io, abbraccia i miei amici, piangi i miei lutti, dividi il letto col mio gatto, mangia il mio pane e brinda con la mia stessa birra. Partorisci i miei figli e crescili ogni giorno come faccio io, se vuoi sentirti in diritto di dirmi come dovrei tirarli su. Altrimenti, per favore, astieniti dal giudicare le mie decisioni, le mie opinioni, la rotta che cerco di seguire con fatica ogni giorno. Non giudicare nemmeno i miei sbagli, perché sono i miei, e di nessun altro.

scarpe morbide bambini

*Le mie scarpe, e quelle dei miei figli, sono di Wildling Shoes, un marchio che propone calzature realizzate con materiali sostenibili e naturali (cotone, lino, canapa, lana), con una speciale suola flessibile che garantisce al piede dei bambini (e non solo) l’adeguata protezione ma anche il massimo confort e una totale libertà. Con queste scarpe, in pratica, è come se si camminasse a piedi nudi, ma senza il rischio di traumi o problemi di alcun genere. La condizione ideale perché i piedi dei più piccoli crescano in maniera fisiologica e armonica, e perché le stanche appendici dei più grandi ritrovino il loro benessere. Le scarpe Wildling Shoes sono realizzate in UE a partire da materie prime ecosostenibili (cotone organico e lana non trattata) o da materiali riciclati come gomma e microfibra, e nello store online sono disponibili anche modelli vegani. Il design, che personalmente trovo davvero pazzesco, è ispirato a calzature tradizionali giapponesi, con una grande scelta di colorazioni e particolari lacci elastici comodissimi per i bambini e non solo, tanto che li ho voluti anche per me.

 

Noi stiamo provando le nostre Wilding Shoes nel mite autunno napoletano e ce le stiamo godendo davvero alla grande su ogni tracciato (abbiamo optato per dei modelli senza imbottitura con delle comodissime solette in canapa, ma potete trovare anche scarpe più pesanti, imbottite con lana non trattata o con poliestere). La sensazione iniziale è davvero di grande impatto: come se il piede, avvezzo alla costrizione nelle scarpe convenzionali, ritrovasse all’improvviso la sua naturale libertà. Un’esperienza davvero particolare anche per chi, come me, era comunque abituato a indossare scarpe comode con suole flessibili. E per chi teme di non si trovarsi a suo agio a così “poca distanza” dal suolo, sono disponibili solette in diversi materiali da inserire all’interno delle calzature.

Post in collaborazione con Wildling Shoesscarpe sostenibili wildling shoes

15 Novembre 2018 3 Commenti
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giochi da giardino bambini autunno
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Giochi da giardino: perché dovrebbero essere obbligatori (anche in autunno)

by Silvana Santo - Una mamma green 24 Settembre 2018

Se c’è una cosa che ho imparato viaggiando verso nord, sia in estate che in inverno, è che non esiste il cattivo tempo (semmai esiste il cattivo abbigliamento). Perché se vivi al nord, c’è poco da fare: la scelta di portare i tuoi figli a divertirsi con i giochi da giardino non può essere condizionata dalla situazione meteo. È una cosa che davvero invidio, a chi vive a latitudini più settentrionali della mia: non certo il clima con cui devono convivere, ma la capacità di stare all’aria aperta, con i figli o meno, anche nelle stagioni più “ostili”. Di godere della meraviglia e del piacere della natura davvero per tutto l’anno.

È uno dei miei propositi più granitici per l’autunno: respingere la mia attitudine da mamma italiana a chiudere in casa i miei figli, sistemare il nostro minuscolo spazio verde (che al momento versa in condizioni di grande trascuratezza), attrezzarlo con un po’ di giochi da giardino e portare i bambini a giocare fuori anche quando il tempo sarà incerto. Bastano, dopotutto, le scarpe adatte e un abbigliamento impermeabile, come appunto sanno benissimo quelli che abitano dove piove per dieci mesi l’anno.

giochi da giardino bambini

Vincere la pigrizia e la tristezza che le uggiose giornate autunnali a volte si portano dietro. Superare l’italica convinzione per cui l’umidità e il freddo rappresentano minacce terribili per la salute dei bambini, e uscire a spingere l’altalena in giardino (o al parco pubblico) anche da ottobre a marzo. Perché il benessere che deriva per grandi e piccini dal tempo trascorso all’aria aperta è di gran lunga superiore rispetto ai disagi causati dal meteo autunnale. Perché chiudersi in casa è malsano. Perché i rischi reali per la salute dei bambini derivano soprattutto dai germi che circolano negli ambienti chiusi e affollati, e non certo dal vento e da un po’ di pioggia. Perché passare interi pomeriggi stretti tra quattro mura

Vivere l’autunno fuori casa. Godersi il parco giochi e i giochi da giardino tutto l’anno. Forse è un piccolo semplice passo nella direzione della felicità.

Post offerto da Wickey, azienda tedesca che produce (in Germania) attrezzatura per parco giochi per bambini e giochi da giardino in legno, di alta qualità e durevolezza garantita, che possono essere assemblati direttamente dall’acquirente e, se lo si desidera, ingranditi nel tempo con l’acquisto di moduli supplementari. Oltre alle torri da gioco e da arrampicata, Wickey produce scivoli, altalene, sabbiere e casette in legno, e di recente ha introdotto anche una linea di letti per bambini. Oltre che per famiglie e privati, i giochi da giardino Wickey sono adatti anche per asili, scuole e ludoteche.

24 Settembre 2018 0 Commenti
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premio terre de femmes
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Le donne salveranno il mondo. Premio Terre de Femmes Italia

by Silvana Santo - Una mamma green 7 Settembre 2018

Non ho mai pensato che essere donna rappresenti di per sé una condizione di merito rispetto all’essere maschio. A parte le battute che a volte scappano anche a me, non credo che, in quanto femmine, godiamo per natura di talenti o di capacità che i maschi non posseggano. Però so per esperienza che la femminilità è, forse da sempre, una condizione che ti induce – e a volte ti obbliga – a coltivare in modo speciale determinate attitudini, ad allenare certe sensibilità, a fare affidamento a risorse che gli uomini, di solito, non hanno bisogno di sfruttare.

Perché essere donna è una scuola di consapevolezza. E di lungimiranza. Di resilienza, per usare un termine tanto di moda, ma che a me rammenta le “antiche” lezioni universitarie di Ecologia.

Essere donna è una palestra di perseveranza, e di apertura mentale. Di profondità di pensiero e di acutezza di sensi. Non perché le donne siano più “dotate” dei maschi, come ho già detto. Ma perché stare al mondo in panni femminili è spesso una sfida, e richiede quasi sempre più fatica, più impegno e più sforzi di quanti ne siano necessari agli uomini.

Di questo sono un esempio brillante le donne che ogni anno partecipano in tutto il mondo al Premio Terre de Femmes, promosso da 17 anni dalla Fondazione Yves Rocher per sostenere progetti al femminile dedicati alla tutela dell’ambiente e della natura. Iniziative encomiabili, che però risultano spesso escluse dai programmi di sussidi e sovvenzioni, ragione per cui la Fondazione ha deciso di sostenerle anche economicamente.

Per l’edizione italiana del Premio Terre de Femmes, che quest’anno si tiene per la terza volta, è possibile presentare la propria candidatura fino al 30 settembre, concorrendo ai seguenti premi: 10.000 euro per la prima vincitrice, 5.000 per la seconda e 3.000 per la terza. I progetti candidati saranno valutati da una Giuria qualificata di esperti in tutela ambientale, ma in una seconda fase è prevista anche una votazione online in cui il pubblico potrà conferire la menzione di “Vincitrice premio pubblico online Italia 2018” ad una delle 3 candidate selezionate dalla Giuria di esperti. Il 18 dicembre 2018 saranno rivelati i progetti premiati, durante una cerimonia nazionale che si terrà presso il Palazzo Giureconsulti di Milano. La vincitrice del primo premio avrà la possibilità di partecipare al “Gran Premio Terre de Femmes” insieme a tutte le prime classificate nazionali. Una Giuria di esperti internazionali eleggerà a quel punto il progetto ritenuto più meritevole, premiandolo con una ulteriore somma di 10.000 euro. La cerimonia di premiazione si terrà in Francia tra marzo e giugno 2019.

Può partecipare al Premio Terre de Femmes qualsiasi donna maggiorenne che si impegni quotidianamente a favore dell’ambiente e della natura con un progetto realizzato
attraverso una struttura senza scopo di lucro, tramite una struttura con scopo commerciale con fine ambientale o sociale, oppure semplicemente a titolo personale. Per poter essere ammesso al vaglio della Giuria, il progetto deve essere già stato avviato e aver prodotto azioni concrete.

Lo scorso anno, per esempio, ad essere premiata è stata l’iniziativa “Cascina Bollate – La Natura entra in carcere” di Susanna Magistretti, che dal 2004 lavora alla manutenzione delle zone verdi prima nel Carcere di San Vittore, ora in quello di Bollate. Grazie ai 10.000 euro del premio, Susanna ha potuto avviare la ristrutturare il giardino didattico sul piazzale esterno del carcere, dove i detenuti hanno l’opportunità di apprendere il mestiere di giardiniere e sperare così di reintegrarsi più facilmente nel mondo del lavoro al termine della loro detenzione.

premio terre de femmes italia

Sul sito dedicato sono disponibili tutte le informazioni e la modulistica da compilare per proporsi.

7 Settembre 2018 0 Commenti
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giocare all'aperto poolgarden
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Perché i bambini devono giocare all’aperto

by Silvana Santo - Una mamma green 10 Agosto 2018

I bambini hanno sempre meno occasioni di giocare all’aperto. La vita in città, lontana dall’ambiente naturale e scandita da impegni strutturati e attività programmate, spesso nega loro il diritto di passare del tempo divertendosi spontaneamente all’aria aperta, su un dondolo o in una casetta da giardino. Tempo davvero libero, destinato al gioco spontaneo e al riavvicinamento alla natura. Tempo che scarseggia per tutti i nostri figli, e che invece è prezioso e sarebbe fondamentale, per tante ragioni diverse. Io ne ho trovate cinque, ma voi saprete allungare la lista.

1. Giocare all’aperto fa bene alla salute

L’esposizione al sole permette all’organismo di fissare la vitamina D, una sostanza indispensabile per la crescita e il benessere di bambini e adulti. Il gioco libero all’aperto – saltare su un tappeto elastico, scavare in una sabbiera, giocare a calcio su un prato – favorisce il movimento sano e previene l’obesità.

2. Giocare all’aperto migliora l’umore

Il contatto con la natura, anche quando si tratta semplicemente del giardino di casa, migliora l’umore dei bambini, previene i disturbi dell’attenzione, l’iperattività e finanche la depressione (ne avevo parlato anche in questo vecchio post). Anche per gli adulti, passare del tempo all’aperto, riducendo la distanza che ogni giorno ci separa dagli elementi naturali come la luce del sole, le foglie, gli uccelli, la terra etc, è garanzia di benessere e serenità.

benefici del giocare all'aperto

3. Giocare all’aperto favorisce la socializzazione

Quando giocano all’aperto, i bambini sono più propensi a collaborare e condividere spazi e strumenti. Hanno più spazio fisico a disposizione e meno oggetti materiali da contendersi e sono istintivamente stimolati a organizzare giochi e attività che permettono la socializzazione: da una corsa in bicicletta a una caccia al tesoro, dal gioco di ruolo all’esplorazione della natura. All’aperto i bambini litigano di meno e collaborano di più.

4. Promuove la resilienza e la fiducia in se stessi

Passare del tempo all’aria aperta espone inevitabilmente a piccoli incidenti innocui: ginocchia sbucciate, vestiti macchiati, scarpe rotte. Esperienze fondamentali per aumentare la propria sicurezza e crescere con la convinzione che non è importante mantenere la perfezione apparente, ma vivere appieno, sperimentare, cadere, rialzarsi e sporcarsi le mani. Anche letteralmente.

5. Stimola il gioco autonomo

Quando i bambini possono stare all’aperto, hanno molte più opportunità di gestire il gioco in modo spontaneo e autonomo, senza l’adulto di turno (genitore, insegnante, animatore etc) che stabilisca le regole, gestisca i turni, fornisca strumenti e spunti per articolare il gioco stesso. All’aperto sono i bambini che organizzano le sfide, formano le squadre, gestiscono i turni per l’altalena e lo scivolo. Diventano più grandi, più consapevoli, più liberi. E secondo me anche più felici.

giocare all'aperto poolgarden

Post in collaborazione con Poolgarden, azienda di giochi da giardino per bambini. Tra i suoi prodotti di punta rientrano casette in legno, altalene, scivoli, biciclette e tricicli, ma il catalogo Poolgarden include anche strumenti per tante attività sportive da fare all’aperto.

10 Agosto 2018 1 Commenti
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sammontana scuola missione green
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I bambini salveranno la Terra (se noi gli spiegheremo come fare)

by Silvana Santo - Una mamma green 25 Luglio 2018

Ricordo perfettamente il momento in cui ho deciso che avrei studiato Scienze Ambientali, provando a dedicare la mia vita professionale, o almeno parte di essa, alla salvaguardia dell’ambiente. Avevo 18 anni, ero in gita sul Garda coi miei compagni di quinta liceo e, guardando la vegetazione lacustre al tramonto, la strada mi sembrò tracciata. Allora non avevo idea del settore in cui avrei effettivamente lavorato, ma mi piace pensare a un filo verde che in qualche modo tinge la mia vita da allora. Il mio percorso di studi è stato fortemente incentrato sulla conoscenza della natura, dell’ambiente e delle problematiche che lo minacciano.

E se anche non ha fatto di me una ricercatrice o una scienziata, mi ha permesso di acquisire una sensibilità che accompagna, per quanto possibile, ogni mia scelta di cittadina, di consumatrice e di madre. Per questo credo che la scuola, ad ogni livello, abbia un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione dei bambini e dei giovani in fatto di ecologia e di rispetto dell’ambiente. Un punto di vista condiviso anche da Sammontana, che per il secondo anno consecutivo ha promosso il progetto Barattolino Scuola Missione Green – Un Sogno per Domani, dedicato agli alunni delle scuole primarie, ai loro insegnanti e alle famiglie. Doppiando il successo dello scorso anno, il percorso educativo e creativo di sensibilizzazione ambientale ha coinvolto circa 10.000 scuole italiane, attraverso la diffusione di un manuale didattico ad hoc e di una guida sulla sostenibilità ambientale destinata ai genitori. Alla fine del loro viaggio nell’educazione alla sostenibilità, i piccoli studenti hanno partecipato anche a un originale concorso di idee, riciclando in modo creativo i vuoti di Barattolino per lanciare il proprio messaggio “green” a sostegno di una delle giornate internazionali di sensibilizzazione ambientale indicate da Sammontana. Il 25 settembre, al FICO Eataly World di Bologna, saranno presentati 20 elaborati scelti fra i 30 finalisti da una giuria di esperti del mondo dell’industria, della scienza, della comunicazione e dell’istruzione (le prime tre scuole riceveranno anche in premio un videoproiettore ultraportatile).

Ma al di là dei premi e dei vincitori, il risultato più importante consiste nel lanciare ai bambini – e non solo a loro – un messaggio illuminante su quanto la nostra Terra sia fragile, preziosa e bellissima. Su quanto sia importante prendersene cura e su quanto, da questo punto di vista, le scelte individuali siano importanti tanto quanto le più complesse strategie politiche, gli accordi internazionali, l’innovazione tecnologica. Perché la tutela dell’ambiente è una sfida nella quale siamo tutti coinvolti, ogni giorno. E che possiamo vincere solo se ciascuno di noi saprà contribuire con il massimo impegno e un’autentica consapevolezza.

Lo ha rivelato anche l’osservatorio realizzato da Sammontana in collaborazione con l’istituto Pepe Research: la coscienza ambientale è sempre più diffusa, in famiglia si parla spesso di attenzione agli sprechi e al risparmio (con le mamme più che con i papà!), ma il ruolo della scuola è tuttora strategico e irrinunciabile. Soprattutto per aumentare la consapevolezza di bambini e adulti della gravità di alcuni comportamenti dannosi per l’ambiente: dalla ricerca Sammontana – Pepe Research sembrerebbe infatti che le istanze ecologiche (raccolta differenziata, attenzione agli sprechi, stili di vita più sostenibili) non vengano tenute in considerazione tanto quanto altre questioni importanti come la sicurezza nei viaggi in auto. Ben vengano, dunque, iniziative come quella di Barattolino Scuola Missione Green, che ha incluso anche un’azione di pulizia di 16 spiagge italiane insieme a Legambiente e, in collaborazione con il Consorzio Universitario di Ricerca Applicata dell’Università di Padova, uno studio per calcolare e compensare l’impronta di carbonio di Barattolino, ovvero la quantità di emissioni di Co2 equivalenti legate all’intero processo produttivo delle confezioni di Barattolino Sammontana.

Iniziative che ci aiutano a rendere i piccoli più consapevoli delle proprie responsabilità, ma anche del potere straordinario che hanno. Per cambiare il mondo e salvare la Terra, con il nostro esempio.

Post in collaborazione con Sammontana

25 Luglio 2018 0 Commenti
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consigli per vacanze green
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Vacanze green: come viaggiare in modo più sostenibile

by Silvana Santo - Una mamma green 18 Giugno 2018

Le vacanze, con i bambini o meno, sono sempre un momento di relax e di svago, una pausa dalla routine quotidiana. È fisiologico, sano e sacrosanto che sia così. Ma perché le ferie non si trasformino in una totale moratoria della coscienza e del buon senso, e siano invece delle vacanze green, ecco qualche semplice accorgimento per viaggiare in modo più sostenibile. Senza fatica e magari risparmiando sul budget.

Vacanze green: fare la raccolta differenziata

Se si alloggia in appartamento, il proprietario (o l’agenzia) può fornire informazioni e supporto per fare una corretta raccolta differenziata. Anche in albergo, in realtà, si possono adottare piccoli accorgimenti, come riportare al bar eventuali vuoti di vetro o di alluminio, oppure tenere da parte i rifiuti di carta per poi conferirli nei cassonetti stradali, se presenti. Nei paesi emergenti, il riciclo di materiali come vetro e metalli, ma anche la plastica, può essere ancora più cruciale: informarsi direttamente sul posto sulle modalità di recupero è probabilmente la soluzione migliore.

Non sprecare energia

Non pagare l’elettricità non significa avere il diritto di sprecarla, più o meno consapevolmente. Lasciare il condizionatore acceso mentre si va in spiaggia “per trovare la camera fresca al ritorno” è una prassi deleteria per l’ambiente, oltre che per le finanze dell’albergatore. L’atteggiamento corretto, e l’unico modo per fare delle vacanze green, consiste nel comportarsi come a casa propria, evitando sprechi ed eccessi.

Bere acqua pubblica (se possibile)

Se l’acqua è potabile, come nella grande maggioranza delle destinazioni turistiche europee e occidentali in genere, perché non berla? Anche in albergo, basta dotarsi di qualche borraccia termica e l’approvvigionamento idrico è assicurato, senza la necessità di produrre chili e chili di rifiuti in plastica. Fontanelle e sorgenti possono aiutare a fare scorta quando si è in giro. Inoltre, vi svelo un segreto: evitare di comprare l’acqua in bottiglia permette di risparmiare un sacco di soldi sul budget per le vacanze.

Mangiare locale

Oltre a essere un’esperienza di viaggio di solito molto interessante, rappresenta senz’altro un modo per rendere le proprie vacanze green: mangiare cibi locali e acquistare prodotti alimentari del territorio, magari a chilometro zero. Senza contare che fare la spesa con prodotti del posto permette di solito di ridurre i costi, oltre a essere molto divertente.

Non saccheggiare le spiagge

Portare via sabbia, coralli e conchiglie rare non è una buona idea: a lungo andare compromette la sopravvivenza dell’ecosistema litoraneo. E si rischiano anche seccature e sanzioni!

Rispettare gli animali

Passeggiare a dorso di elefante, o farsi fotografare con un cobra sulle spalle, può essere un’esperienza divertente, ma è difficile che lo sia altrettanto per il malcapitato animale. Prima di visitare un centro faunistico, un bioparco, un ospedale per animali, è utile informarsi sulle reali condizioni delle bestie, sulla serietà della struttura e sul tipo di approccio che porta avanti (se, per esempio, è animata da uno spirito conservazionistico o punta solo alla spettacolarizzazione della natura a fini di lucro). Di fronte a spettacoli improvvisati, saltimbanchi o “artisti di strada” che espongono o sfruttano animali selvatici o esotici per attirare i turisti, di solito è meglio tenersi alla larga per non incentivare il fenomeno.

Scegliere bene i souvenir

Portare a casa un ricordino è uno degli aspetti più divertenti di un viaggio: se possibile, è più sostenibile scegliere prodotti artigianali locali, magari realizzati interamente a mano, unici e originali. Oltre ad accaparrarsi un souvenir di gusto, si promuove l’economia del territorio e l’artigianato a km zero. Evitare derivati animali non autorizzati o provenienti da specie a rischio di estinzione (avorio, pelli rare, pellicce) è indispensabile anche per non violare le norme internazionali, ed è importante informarsi prima di introdurre in un paese specie vegetali che potrebbero creare problemi alla flora autoctona.

Occhio agli ecosistemi più delicati

I luoghi di vacanza non sono tutti uguali: andare in ferie su un atollo maldiviano o su una vetta alpina non è, dal punto di vista dell’impatto ambientale, come scegliere una metropoli occidentale. Se si opta per un ecosistema particolarmente fragile (piccole isole, montagne, parchi naturali, deserti etc) occorre, se possibile, un’attenzione ancora maggiore alle conseguenze del proprio passaggio: ridurre il più possibile il consumo di acqua dolce, limitare al massimo la produzione di rifiuti, raccogliere imballaggi e bottiglie di plastica e riportarsele a casa in valigia.

Usare creme solari meno inquinanti

Se la vacanza prevede tanti bagni al mare o al lago, potrebbe valere la pena scegliere una crema solare che sia un po’ meno inquinante per l’ambiente acquatico e gli organismi marini (scegliendone magari una con filtri minerali). Anche evitare di abusarne può essere utile per limitare l’impatto ambientale delle proprie vacanze.

Programmare vacanze green da casa

La programmazione iniziale è un momento importante per indirizzare le sorti di una vacanza nella direzione della sostenibilità ambientale. Scegliere una struttura ricettiva più piccola, magari a gestione locale e spostarsi con i mezzi pubblici sono accorgimenti utili, anche se non sempre possibili, per organizzare delle vacanze green.

E voi, che progetti avete per le prossime vacanze?

18 Giugno 2018 2 Commenti
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La vitamina D, il sole e le mamme

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Giugno 2018

Ero proprio smemorata. Lo è stato con entrambi i miei figli. Una volta su tre dimenticavo di dare loro la vitamina D che mi aveva prescritto il pediatra. Mi consolavo dicendomi che viviamo in un posto assolato, e che passavamo molto tempo all’aperto. Ma il pediatra insisteva, e la verità è che aveva perfettamente ragione. La carenza di vitamina D nei bambini, anche alle nostre latitudini, è una condizione che non andrebbe trascurata, e non solo nei primi mesi di vita. La verità è che noi mamme non siamo perfette, che non lo sono i nostri compagni e men che meno le nostre vite. Per cui capita, ogni tanto, di trascurare qualcosa, o di sottovalutarla.

In tema di vitamina D, è vero che il sole ha un ruolo fondamentale: circa l’80% del fabbisogno giornaliero di questa sostanza può essere coperto con l’esposizione al sole, che permette all’organismo di sintetizzare appunto la vitamina D. La quota restante, spiegano gli esperti, va assunta con la dieta. I pesci grassi (salmone, pesce azzurro, trota), il succo d’arancia, i prodotti caseari, le uova e il latte sono alimenti che contengono questa sostanza e aiutano a prevenire carenze di vitamina D nei bambini. Va però aggiunto che la dieta da sola non sempre riesce a coprire tutto il fabbisogno di vitamina D, per cui può essere necessario un adeguato integratore.

carenza di vitamina dLa cosa importante, in ogni caso, è tenere a mente i sintomi di una possibile ipovitaminosi, anche se va detto che non sono sempre così specifici e facili da individuare. Un campanello d’allarme precoce per individuare una carenza di vitamina D nei bambini può essere l’eccesso di sudorazione, soprattutto a livello del capo. Non è semplice riconoscere i campanelli d’allarme (quanti bimbi attraversano fisiologicamente dei periodi in cui appaiono più spossati o nervosi?), né è il caso di allarmarsi più del necessario, ma è consigliabile consultare il pediatra in caso di dubbi o preoccupazioni. Sarà il medico, qualora dovesse ritenerlo necessario, a indicare i controlli del caso e a fare l’eventuale diagnosi. Di certo, questi campanelli d’allarme non vanno sottovalutati.
Quello che però è certo è che molti bambini presentano una carenza di vitamina D e che nei bambini si traduce in un minore sviluppo dell’apparato osseo, muscolare e immunitario. Per dirla semplice, in bimbi meno sani e forti.

L’unica cosa da fare, come per tutte le questioni legate alla salute, è fare riferimento ai consigli del pediatra e parlare con lui in caso di dubbi, sintomi sospetti o preoccupazioni particolari. Sarà lui, qualora fosse necessario, a consigliare la terapia di integrazione corretta. E godersi il più possibile il sole, in ogni stagione dell’anno e con tutte le temperature (seguendo ovviamente i necessari accorgimenti per proteggere dai raggi ultravioletti i più piccoli e non solo loro).

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15 Giugno 2018 0 Commenti
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Primavera

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Aprile 2018

La primavera, per me, è più di una stagione.

È il vociare confuso che arriva dalle finestre finalmente spalancate. È la luce color ottone che bagna la mia casa nel pomeriggio. Sono le viole e i mughetti che oggi i miei figli raccolgono nello stesso giardino dove trent’anni fa li cercavo io.

È il ricordo del profumo delle fresie, che mia nonna coltivava con orgoglio. Delle visite che la mia prozia romana ci faceva proprio in questa stagione, delle giornate a scuola che diventavano più lente, più indolenti. La primavera è il fumo dei carciofi arrostiti che sale dai giardini sotto le mie finestre, la linea del sole che indugia sempre un po’ di più sull’edificio di fronte (quanta gioia, da piccola, nel constatare che le giornate si allungavano ancora, e ancora, e ancora).

Da quando sono mamma, la primavera è una specie di spartiacque. Un Gran premio della montagna, un sospiro di sollievo dopo il lungo inverno. È la prospettiva di lunghi pomeriggi all’aperto, di giornate luminose e “avventure” della domenica, come le chiama Davide. È la promessa dell’estate, dei viaggi, del mare e dei tramonti senza fretta. E di un intero semestre senza vedere il nostro caro pediatra.

La primavera, da quando sono mamma, è anche un momento di grande stanchezza. Da superare coccolandosi, perdonandosi, rallentando e imparando ad aspettare.

Perché dopo ogni primavera c’è il caldo dell’estate. L’azzurro e l’oro, il vento fresco. E un po’ di libertà.

4 Aprile 2018 1 Commenti
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8 motivi per andare in campeggio con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 18 Dicembre 2017

Uno dei miei obiettivi per l’anno che sta per cominciare è senza dubbio organizzare una vacanza in campeggio con i bambini. Non solo perché Davide me lo ha chiesto molte volte, e neanche perché le mie esperienze in camping sono limitate e lontane nel tempo, ma perché penso che questa possa essere una soluzione davvero vantaggiosa per trascorrere le vacanze in famiglia. Ecco, infatti, i miei 8 motivi per andare in campeggio con i bambini.

1. È comodo

Il camping è stato per anni considerato una soluzione spartana e un po’ “arrangiata”. Ma adesso andare in campeggio con i bambini è facile e confortevole, grazie agli spazi adeguati, alla possibilità di scegliere alloggi comodi e servizi aggiuntivi e alla grande disponibilità di attrezzatura, gadget e tecnologie in grado di soddisfare ogni esigenza.

2. Si può risparmiare

Ci sono località in cui alloggiare in campeggio può fare davvero la differenza, in termini di budget. Una vacanza al lido di Venezia a partire da 15 euro al giorno, con i bambini gratis, vi sembra un sogno? Scegliendo il camping è una bella realtà.

3. Il campeggio con i bambini è versatile

Campeggio con i bambini non vuol dire solo alloggiare in tenda. Le soluzioni a disposizione di chi vuole provare una vacanza in camping con tutta la famiglia sono molteplici e in grado di accontentare tutti: tenda, sì, ma anche camper, van, roulotte e case mobili. E chi non ha l’attrezzatura, e non se la sente di fare un investimento importante, può sempre noleggiarla in loco e vedere come si trova.

4. Si sta a contatto con la natura

Spesso il campeggio permette di vivere una vacanza disinvolta e rilassata, in stretta vicinanza con la natura. Dormire in tenda, fare colazione all’aperto, giocare su un prato e riposare sotto un albero: il modo ideale per ricaricare le batterie dopo un anno stressante e faticoso in città. Anche e soprattutto per i bambini.

5. È avventuroso

Da piccola non sono mai stata in campeggio, ma riesco a immaginare poche altre esperienze che possano sembrare altrettanto avventurose a un bambino di pochi anni: piantare una tenda, dormire in sacco a pelo o in roulotte, mangiare all’aperto, osservare un temporale dalla propria casa mobile. Praticamente l’essenza stessa della vacanza, del divertimento, della routine sovvertita e rivoluzionata. Dell’avventura, appunto.

6. Il campeggio con i bambini offre tanti servizi

Scegliere il campeggio per le proprie vacanze con i bambini non vuol dire rinunciare ai servizi che si possono desiderare in villeggiatura: spiaggia attrezzata, biciclette a noleggio, connessione wifi, bar, parcheggio privato e chi più ne ha più ne metta.

7. È rilassante

Nessun dress code, infradito ai piedi, vita all’aria aperta e ritmi tranquilli. Difficile immaginare una vacanza più rilassante del campeggio con i bambini.

8. Si fa amicizia

In campeggio i bambini (e non solo loro) hanno la possibilità di condividere spazi e inventare giochi, di trascorrere insieme del tempo non strutturato, in totale libertà. Di specchiarsi nella diversità di persone sconosciute e scoprire che, in fondo, siamo tutti uguali.

campeggio con i bambini a venezia

Post in collaborazione con il Camping San Nicolò, l’unico campeggio immerso nella Laguna di Venezia (e più in dettaglio al Lido), crocevia strategico per una vacanza a Venezia davero low cost. Il campeggio, dal quale si può raggiungere Piazza San Marco con soli 10 minuti di vaporetto, si estende su 5.000 metri quadri di verde e rappresenta dunque una location ideale per rilassarsi e divertirsi in famiglia immersi nella natura. Oltre a piazzole per tende, camper e roulotte, il Camping San Nicolò offre la possibilità di noleggiare attrezzatura da campeggio e case mobili, e molti servizi pensati per le famiglie, a cominciare dal noleggio biciclette.

18 Dicembre 2017 3 Commenti
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hotel vienna san martino di castrozza
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I miei figli mi hanno regalato la montagna

by Silvana Santo - Una mamma green 11 Dicembre 2017

Da piccola detestavo la montagna, che fosse il Terminillo o San Martino di Castrozza. La detestavo pur senza averci mai messo piede. Sono cresciuta in pianura, a pochi chilometri dal mare, con l’idea, assorbita per osmosi dagli adulti, che l’unica vacanza estiva possibile per i bambini fosse in spiaggia, con il sole, lo iodio e tutto il resto. Nel mio immaginario, la montagna estiva era un luogo noioso e freddo, troppo tranquillo, l’antitesi del divertimento.

Poi è nato mio figlio, e abbiamo deciso che era il caso di provare a scardinare il pregiudizio.

Trentino in estate. Praticamente un’epifania!

La Val di Fiemme e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino sono stati il teatro della nostra prima vacanza estiva in tre. Un viaggio straordinario all’insegna della natura, del buon cibo, della cultura, delle passeggiate e del relax. E io, che temevo di annoiarmi, ho avuto la possibilità di scegliere tra un ventaglio di possibilità di intrattenimento che non avevo mai visto prima: dalle escursioni sulle Dolomiti alle terme, dai laghi balneabili alle malghe e fattorie didattiche, dai laboratori per famiglie ai borghi d’altura, passando per ogni possibile attività sportiva outdoor e indoor: mountan bike, arrampicata, hiking, orienteering, pattinaggio e chi più ne ha più ne metta.

passo rolle

Qualunque sia il tipo di vacanza che vi piace e che state cercando, fidatevi di una napoletana: il Parco Naturale Paneveggio è il posto che fa per voi. E se siete scettici come lo ero io, date a voi stessi l’occasione di ricredervi, perché non esiste niente al mondo come un viaggio per allargare i nostri orizzonti e riuscire a cambiare idea.

Basterà, probabilmente, la visione delle Pale di San Martino, delle loro sagome regali che incorniciano senza incombere, che sovrastano senza minacciare. Mi ha commosso, la prima volta. Letteralmente. Oppure lo specchio del lago di Paneveggio osservato dall’alto: una pozza turchese incastonata tra i boschi. O la magia del Passo Rolle, che racconta di gesta epiche sulle due ruote e di moderni cavalieri a sfidare la montagna. O ancora i pascoli fioriti, e gli alberi a frotte, come sentinelle a guardia della ritrovata serenità dei viaggiatori che approdano qui.

Tra le cose che devo ai miei figli c’è il grande amore per la montagna, che da quel primo viaggio in Trentino si rinnova ogni anno, sempre più forte, sempre più profondo, in estate come in inverno. Perché diventare genitore, a volte, è anche questo: guardare al di là dei propri schemi preconcetti, superare il limite, pensare più in grande.

montagna bambini

Post in collaborazione con Hotel Vienna, family hotel 3 stelle di San Martino di Castrozza, in Trentino Alto Adige. L’hotel Vienna è la soluzione perfetta per le famiglie con bambini che desiderano trascorrere una rilassante vacanza in montagna, grazie ai numerosi servizi che offre: area benessere, animazione per bambini, ristorante capace di andare incontro a molteplici esigenze (vegetariani, celiaci etc) e un grande prato attrezzato con altalena, scivoli, sabbiera e altri giochi per bambini. Hotel Vienna si distingue anche per una grande attenzione all’ambiente: colonnine di ricarica per vetture elettriche a disposizione degli ospiti, pannelli fotovoltaici per la produzione di elettricità, un impianto rinnovabile alimentato con gli scarti del legno per acqua calda e riscaldamenti, nonché un’auto elettrica a zero emissioni ne fanno un’eccellenza in termini di sostenibilità ambientale. Hotel Vienna, infatti, è una struttura “a zero gasolio”. Family e green!

lago di paneveggio

11 Dicembre 2017 1 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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