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natura

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Cose di cui ti accorgi camminando con un bambino di 3 anni

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Settembre 2016

La gente perde per strada una quantità indicibile di caramelle. Gommose, dure, colorate, bianche, nere, grandi, piccole. Caramelle di ogni genere, oltre a confetti, confettini, liquirizie e lecca lecca.

Le foglie cadono in tutte le stagioni.

La maggior parte dei negozi, delle case e degli uffici ha un gradino che precede la porta di ingresso. Di marmo, di cemento, di metallo, qualche volta addirittura di legno. Sempre perfetto per fare dei gran salti a piedi uniti.

Le strade sono letteralmente invase di furgoni, camion e camioncini dei corrieri.

Qualche volta si possono riconoscere le compagnie degli aerei in volo dal colore della coda, soprattutto se sono in fase di atterraggio.

La segnaletica stradale è piena di disegnini buffi e variamente interpretabili.

Spesso si vede la luna anche di giorno.

Non ci sono più i writer di una volta. Adesso vanno di moda le decalcomanie.

Sostare con l’auto sulle strisce pedonali è un’abitudine talmente diffusa che potrebbe diventare sport olimpico.

I piccioni hanno i riflessi lenti, uno scarso udito o uno spiccato istinto suicida. O forse sono semplicemente molto stupidi.

L’atteggiamento delle persone anziane nei confronti degli individui che comunemente chiamiamo “bambini” varia, senza mezze misure, dall’adorazione commossa al fastidio viscerale.

Le città sono piene di piccola vita: lucertole, farfalle, passeri, gatti, merli, pipistrelli. E ovviamente i piccioni dementi.

Il cielo cambia colore ogni giorno.

 

6 Settembre 2016 0 Commenti
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Perché andare al MUSE di Trento con i bambini

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Agosto 2016

Se pensate che i musei non siano luoghi adatti ai piccoli, evidentemente non siete mai stati al MUSE di Trento con i vostri bambini. Il Museo delle scienze, inaugurato nel 2013, è un’esperienza esaltante per tutta la famiglia, a prescindere dall’età e dal numero dei figli, che potranno imparare un sacco di cose divertendosi, sperimentando e giocando per ore.

Perché andare al MUSE di Trento con i bambini

Perché, oltre a ben sei piani di esposizione, che spaziano dalla paleontologia alla botanica, dall’anatomia fino all’ecologia, alle mostre temporanee e un ampio spazio verde all’esterno, il MUSE di Trento prevede una sezione specifica per bimbi da 0 a 5 anni, con attività pensate per stimolare i 5 sensi, angolo merenda, spazi per l’allattamento e bagno speciale con tanto di bolle di sapone. Accompagnati dai genitori e dagli operatori del museo, i bambini possono gattonare su superfici tattili diverse, scoprire la musica con decine di diversi strumenti a percussione, meravigliarsi di fronte agli ologrammi e ai giochi di luce a loro disposizione. Un’esperienza divertente e istruttiva, che completa la visita alle diverse aree espositive del museo, allestite con criteri moderni e accattivanti. L’interattività e la multidisciplinarità la fanno da padrone, con tante occasioni per toccare, sperimentare e imparare giocando. Durante il weekend, inoltre, il Museo propone spettacoli scientifici e laboratori per bambini di tutte le età, della durata di 30 minuti, inclusi nel prezzo del biglietto e che non richiedono prenotazione.

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Come visitare il MUSE di Trento con i bambini

Noi ci siamo stati in alta stagione (lo scorso anno, ndr), e abbiamo trovato un certo affollamento. L’ideale sarebbe scegliere un giorno di affluenza minore (in bassa stagione o in un giorno infrasettimanale, ad esempio), prenotando prima il biglietto. L’accesso all’area per bambini da 0 a 5 anni avviene a orario, previo pagamento di un piccolo biglietto extra che è necessario richiedere all’ingresso. L’intero edificio è privo di barriere architettoniche e accessibile al passeggini. All’interno del MUSE si trovano un ristorante e bagni attrezzati per il cambio dei bimbi più piccoli.

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E per gli adulti?

Al di là della spettacolare esibizione, l’edificio che ospita il MUSE di Trento, progettato da Renzo Piano, rappresenta esso stesso un motivo di grande interesse. È tra l’altro realizzato secondo rigidi principi di sostenibilità ambientale ed eco-architettura,  e ha ottenuto la prestigiosa certificazione LEED per la bioedilizia. La sezione dedicata al cambiamento climatico, alle estinzioni e all’ecologia è estremamente interessante e istruttiva. Personalmente, ho adorato la serra tropicale del piano interrato, che da sola, a mio parere, vale la visita.

Andateci, e poi mi direte. Sono pronta a scommettere che rimarrete entusiasti.

Info: www.muse.it

museo scienze trento

8 Agosto 2016 2 Commenti
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Intorno a noi, sotto i nostri piedi

by Silvana Santo - Una mamma green 11 Maggio 2016

I cani e i gatti, certo. Quei felini di strada magri e fieri, pieni di ferite come vecchi lupi di mare, lo sguardo altero e il passo ondeggiante. E i cani a passeggio, affettuosi o guardinghi, giovani e vecchi, tutti col naso umido e la coda pronta a scattare, come un sorriso. I randagi luridi e dinoccolati, sempre disponibili a farti compagnia per un pezzetto del tuo cammino.

I cani e i gatti, prima di tutto, ma non soltanto loro. Le lucertole nascoste lungo i bordi dei muri e i gechi arrampicati sulle pareti a prendere il sole. I piccioni, infestanti e un po’ molesti, i gabbiani confusi dall’odore delle discariche. Passeri e merli, rondini e gazze. Cornacchie e pettirossi. Gli storni, a ricamare il cielo vespertino con le loro danze di gruppo. I nidiacei ancora implumi che esalano l’ultimo respiro qualche metro sotto il buco da cui sono caduti, dati in pasto senza rimpianto alla legge di selezione naturale. I gusci delle uova dischiuse, che a primavera, se guardi bene e sei fortunato, puoi scovare tra la polvere e le foglie secche di certe strade di città.

Le oche selvatiche e i germani nei torbidi specchi d’acqua dei parchi urbani. Qualche cigno, negli anni migliori. Di passaggio nelle migrazioni, oppure di stanza per sempre. Per pigrizia, per errore, per comodità. I pesci rossi nelle fontane, le tartarughe abbandonate, le rane nascoste tra le foglie e i girini che dimenano la coda. Quanti ne moriranno, senza una lacrima. Le libellule che sembrano elicotteri, le farfalle, sempre più rare e sempre più piccole. Le falene spettrali nelle notti d’estate.

E i pipistrelli, che tornano a marzo sempre di meno, ma appena li vedi volteggiare al tramonto sai che la primavera è di nuovo qui, nonostante tutto e nonostante noi. Le api e le vespe, gli scarabei cangianti e le coccinelle minuscole. Le infaticabili formiche e i sudici scarafaggi. Le piccole scolopendre e tutto il mondo microscopico che brulica silenzioso ai tuoi piedi. Bruchi, lombrichi e larve. Le chiocciole imperturbabili che ti scrutano dalle punte delle loro antenne. Piccoli alieni dentro un’astronave di calcare. I ragni, architetti magistrali e impassibili. Le cavallette e i grilli color metallo.

E ancora, la verdeggiante maestà delle piante e degli alberi. La corteccia dei platani e il profumo dei gelsomini, la resina dei pini, appiccicosa come miele, e il polline che fa starnutire. I denti di leone, impalpabili come desideri, le chiazze di trifogli e l’edera che si arrampica sul mondo. L’ortica che pizzica, l’oleandro che intossica. L’esplosione delle rose e i fiori di camomilla, minuscoli, capaci di annullare, per lo spazio di un’aiuola, l’odore dello smog e dei rifiuti.  I licheni, confusi coi resti fossili delle gomme da masticare. I funghi un po’ striminziti che spuntano in autunno nei quadrati di terra umida.

La natura è dappertutto. Intorno a noi, sotto i nostri piedi, sulle nostre teste distratte. Ci governa, ci pasce, a volte ci contrasta. Riempie i nostri occhi e la nostra vita, appena glielo lasciamo fare. La natura potrebbe colorare le giornate dei nostri figli, anche in città. Anche nella città più squallida e grigia, nella periferia più desolata e arida. La natura, credo, potrebbe salvarci. Basterebbe soltanto volerlo.

11 Maggio 2016 2 Commenti
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Primavera nell’aria

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Aprile 2016

La natura che si risveglia, i sensi che si riaccendono. Il desiderio che torna a palpitare, la luce che bagna le cose come miele dorato.

La primavera è qui.

Puntuale come sempre, anche se più calda del normale, almeno per il momento. I profumi, gli alberi pieni di gemme, le sagome dei pipistrelli che si stagliano eleganti sul cielo del tramonto. I nidiacei sacrificati dalla legge di selezione naturale.

Io ci sono nata, in primavera. In un certo senso, questo periodo dell’anno è sempre stato un ritorno alle origini, per me.

La piccola casa in cui vivo, tra aprile e giugno, si illumina di bagliori e si riscalda come le braci di un falò sulla spiaggia. Cammino scalza sul pavimento fresco, faccio sogni che riescono ancora a meravigliarmi. Frammenti di musiche lontane entrano a sorpresa dalle finestre di nuovo aperte. La vita brulica, pulsa, riluce.

Ma allora perché da una decina di giorni mi sento come se dovessi riprendermi contemporaneamente dalla più colossale delle sbronze e da un fuso orario antipodale?

(No. Non sono incinta. Ma se lo fossi almeno avrei una scusa per schiantarmi sul divano e mangiare come se non ci fosse un domani).

 

8 Aprile 2016 2 Commenti
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Flavia, Davide e gli animali

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Aprile 2016

Mia figlia Flavia ha una passione incontenibile per gli animali, da quando era piccolissima. Minuscoli e giganteschi, quadrupedi e bipedi, volanti o striscianti non importa. Le piacciono tutti, li ama, la entusiasmano. Non si scompone se un cucciolo si fa travolgere un po’ troppo dall’esuberanza (“Mamma, cane morso. Un altro!”, ha risposto qualche giorno fa, col sorriso, a un morsicino affettuoso del cagnolino di sua zia), tra le scimmie della Repubblica Dominicana e i pappagalli di Tenerife l’ho vista eccitata e felice come mai prima. Flavia ha imparato prima i versi delle bestie che il suo stesso nome, e il nostro povero micio è spesso oggetto di attenzioni esagerate, che sopporta con malcelata insofferenza. I surrogati – di pezza, carta, plastica o legno – possono andar bene per un po’, ma il vero sballo è dire roar, o cra, o behh. All’unisono con gli autentici Durerà questa affinità elettiva di mia figlia con gli animali terrestri, acquatici e ipogei? Chi lo sa. Ma io lo spero tanto, perché vederla così a proprio agio con loro mi fa intravedere, nel suo futuro, un carico eccezionale di amore assicurato. E amicizia, tenerezza, avventure e mistero.

davide animali

Suo fratello Davide condivide la stessa passione. Purché, va detto, le bestie non siano troppo mobili o a contatto troppo ravvicinato col suo corpo.  Va bene osservarle, anche da molto vicino, sentirle “parlare” e commentarne le imprese in diretta, ma guardandosi sempre dall’eccedere in confidenza e smancerie. Regola che tra l’altro si applica ferrea anche alla maggioranza degli esemplari di Homo sapiens che mio figlio intercetta sul suo cammino. Sarà anche per questo che Davide impazzisce – lo ha confermato di recente a Firenze – per gli animali impagliati. Sono realistici e grandi, facili da osservare da vicino, ma stanno sicuramente al loro posto. Non fanno sorprese, insomma. (E peccato che non si possano imbalsamare anche certe persone, mi viene ogni tanto da pensare). All’occorrenza possono andare bene pure cartonati e sculture pop, ma niente supera il fascino di un reperto in formalina o di uno scheletro esposto in una teca. Che sia un precoce segnale di una passione del primogenito per le scienze naturali? Non saprei, e a dire il vero non so neanche se augurarglielo, vista la propensione molto scarsa del mondo a interessarsi di queste faccende (sic!).

Fatto sta che a me piace tanto questa vita affollata fatta di bestie brulicanti, saltellanti o immobili. Di tane e nidi, ciotole e giacigli. Mi piace che i miei figli si ritrovino ogni tanto le mani piene di piume o di peli, che abbiano la possibilità di ascoltare voci diverse e fissare sguardi altri. Che riconoscano qualcosa di sé, a volte la parte migliore, anche in qualcuno che non sia per forza un essere umano. Vorrei che durasse, farò in modo che duri. Che la vita dei miei figli, finché dipenderà da me, sia sempre piena di zampe, code e pinne. Piena di amici, piena di magia.

(La foto di copertina è stata scattata da Alessia di Mamma in città).

1 Aprile 2016 6 Commenti
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La vera magia

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Febbraio 2016

Immagina di avere pochi anni. Di trovarti in una stanza buia in compagnia di altri bambini e qualche adulto, e di tracciare un disegno nell’oscurità, tenendo sospesa a mezz’aria una piccola luce a Led. Immagina di sentire, dopo una trentina di secondi, lo scatto dell’otturatore di una macchina fotografica, e di vedere apparire all’improvviso sul display proprio il tuo disegno. Fatto di luce.

Immagina ancora che venga accesa una lampadina, e che ti chiedano di pararti col tuo corpo, nella posa che preferisci, dinanzi a una specie di muro bianco. Immagina, dopo esserti spostato, di vedere su quel muro una macchia scura dove prima stavi tu, grande quanto te e nella tua stessa posizione: la tua ombra catturata e fissata su una parete, che poi svanisce poco a poco.

Magia e meraviglia.

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Una magia, che in realtà, si chiama semplicemente “natura”.

E la luce e la fotografia sono state le protagoniste assolute del laboratorio “Disegni di luce”, organizzato da Kinder Sorpresa nell’ambito di un progetto che coinvolge anche il Muba di Milano e il museo Explora di Roma. Noi ci siamo stati, ed abbiamo assistito allo spettacolo sempre straordinario di un gruppo di bambini che scopre il mondo giocando. E di altrettanti genitori che si concedono il privilegio di giocare insieme a loro.

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Perché la verità è che giocare insieme ai bambini, più che un modo per aiutarli a diventare grandi, è il mezzo più efficace per tornare piccoli, almeno per un’ora. E questa, probabilmente, è la vera magia.

Informazioni sul progetto, e tanti giochi a tema da scaricare e fare a casa insieme ai propri figli, sono disponibili su www.kindersorpresa.kinder.it.

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4 Febbraio 2016 1 Commenti
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10 motivi per cui portare i bambini in Trentino Alto Adige d’estate

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Settembre 2015

La natura del Trentino Alto Adige

È la protagonista assoluta e per i bambini è una vera magia. Prati, boschi, torrenti, radure, laghi (spesso balneabili), spiagge, rocce e molto altro. Una straordinaria palestra a cielo aperto, in grado di accendere la fantasia e incentivare il gioco libero. Fonte di benessere, salute e libertà.

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La parola d’ordine è family friendly.
Due esempi su tutti: al  Castello Thun di Vigo di Ton esiste, nei pressi della biglietteria, una “family room” con bagno dedicato, poltrone per allattare, attaccapanni, tappeti, giochi e libri (sul tema Medioevo e castelli). A Trento, invece, il Museo delle Scienze MuSe prevede una sezione per bimbi da 0 a 5 anni, con attività pensate per stimolare i 5 sensi, angolo merenda, spazi per l’allattamento e bagno speciale con tanto di bolle di sapone. A parte questo, i family hotel, attrezzati per soddisfare le esigenze di famiglie con bambini di tutte le età, si sprecano, così come Spa e piscine che accettano anche ospiti giovanissimi, ristoranti equipaggiati con seggioloni e fasciatoi, servizi di baby parking attivi tutto l’anno.

Il Trentino è la Las Vegas delle aree gioco per bambini.

Scivoli, altalene, sabbiere, piste per gommoni, castelli e circuiti per arrampicarsi. Sempre sicuri, puliti e nella stragrande maggioranza dei casi gratuiti.

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4) La cucina regionale

La cucina regionale del Trentino Alto Adige offre delizie memorabili per i piccoli (e non solo) palati. Basti dire strudel, succo di mela, Sacher Torte e Loacker. Devo aggiungere altro?

5) L’animazione per bambini

In Trentino Alto Adige l’animazione è ricchissima, studiata e creativa, con proposte per tutte le età e, soprattutto, attività all’aria aperta. Il che significa che oltre alla baby dance e ai tornei di biliardino (niente in contrario, ma in fondo si tratta di divertimenti “banali”, che si possono sperimentare dappertutto), i piccoli viaggiatori che approdano in Trentino Alto Adige hanno la possibilità di cimentarsi con la produzione dei formaggi, la mungitura delle pecore, il riconoscimento delle orme, l’osservazione delle stelle, l’ascolto dei versi della foresta, lo studio dell’alveare e chi più ne ha più ne metta.

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Il caldo, per lo meno in montagna, è di solito tollerabile. Anche se non mancano le eccezioni, e se alcune città, a cominciare da Bolzano, possono essere davvero torride in alcuni periodi dell’anno.

L’avventura è alla portata di tutti

Dai sentieri attrezzati per passeggini e marsupi ai percorsi in canoa, dai parchi avventura con diversi gradi di difficoltà fino al parapendio, i viaggiatori più intrepidi troveranno pane per i loro denti.

L’accessibilità è totale

E le barriere architettoniche ridotte al minimo: anche chi ha difficoltà motorie (o semplicemente non rinuncia al passeggino) può godere quasi senza limiti della meraviglia sconfinata della natura alpina, grazie a impianti di risalita all’avanguardia – uno su tutti: il Sass Pordoi in Val di Fassa – e sentieri attrezzati e ben tenuti.

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9) La cultura è sempre in primo piano. In Trentino Alto Adige, le biblioteche e gli spazi lettura, inclusi quelli destinati ai bambini, non si contano (ne abbiamo trovato uno anche in cima agli impianti di risalita di Prati di Gaggia di Andalo: il bellissimo Biblioigloo, con libri, colori, area morbida, giochi e laboratori creativi per bambini). Pro loco, enti parco e associazioni organizzano spettacoli teatrali, corsi e laboratori dedicati alle specificità del territorio e alla natura (sull’Altopiano della Paganella, ad esempio, l’orso è al centro di numerosi programmi di lettura e informazione). Il tutto con grande leggerezza e semplicità.

10) Le zanzare scarseggiano, specie al di sopra dei mille metri. Cosa che vi sembrerà un dettaglio trascurabile, ma solo fino a quando non tornerete nell’inferno ronzante della vostra camera da letto.

Info: www.visittrentino.it/famiglia

8 Settembre 2015 4 Commenti
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Ode al mare

by Silvana Santo - Una mamma green 3 Giugno 2015

Non è solo il luccichio di oro e lapislazzuli sulla superficie in perenne movimento. Non sono tanto i blu cangianti e profondi, che appannano le colpe e le paure, i rimpianti e le velleità insoddisfatte.

Non è solo la vita che pullula sotto le schegge di luce a galla, misteriosa e silente. Non è il fragore ritmico, la nenia della risacca che concilia il sonno e calma le ferite del cuore.

Non è la maestà dei tramonti, e nemmeno la poderosa forza delle tempeste. Non il freddo che tempra, la trasparenza di diamante, il profumo di sale e di sole.

Mare al tramonto

Sono gli echi delle possibilità infinite che si immaginano all’orizzonte, che mi fanno innamorare del mare ogni volta che lo guardo. L’illusione di immenso che riempie gli occhi e sazia l’anima, almeno per un’ora o due. La moltitudine di segreti sigillati sotto il pelo dell’acqua, i ricordi cullati dalle onde, i frammenti di passato incastonati tra i fondali.

Memorie di naufragi e di guerre lontane. Voci perdute di ammutinati e di corsari, fantasmi di esuli e soldati e marinai. Il canto delle sirene che risuona incessante tra le spume. Le vite passate, finite e ricominciate sulle sponde e contro gli scogli. La terra che si sbriciola e ricomincia da se stessa, senza ripensamenti. Il mito e la storia, mai altrove così vicini, intrecciati, indistinguibili.

Mare

Le vele al vento, che sembrano potersi dirigere dove vogliono, senza dover tornare in rada per nessuna ragione al mondo. I nodi, le nasse, le reti. Le mani storiche che li intrecciano, le ripescano e le stendono al sole.

La stessa fatica feroce che da secoli si consuma accanto alla più sfacciata delle libertà, la vita e la morte che danzano tra i flutti l’identico tango appassionato, la promessa del futuro che si specchia nello spettro liquido del tempo che è già stato. La fine che si fa nuovo inizio, sempre e per sempre.

La luce e l’oscurità, il Libeccio e la Tramontana, la pace e la rivoluzione. Dentro al mare, ogni volta che ci tuffo i miei occhi.

Mare porto

3 Giugno 2015 2 Commenti
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Entropia

by Silvana Santo - Una mamma green 20 Aprile 2015

Potrei dire che lo faccio perché il decluttering è una pratica sostenibile ed ecologica, promuove il riciclo e favorisce il consumo consapevole. Potrei parlare dell’aria di primavera e del suo richiamo irresistibile alla pulizia e alla novità. Mi basterebbe sottolineare che adesso siamo in quattro (più il felino), per cui lo spazio disponibile va amministrato nel migliore dei modi.

Ma la verità è che ho sempre fatto così. Anche quando gatti e figli erano meno di un progetto vago, un’idea approssimativa che nemmeno si affacciava nella mia testa. Ogni volta che sento di avere qualcosa in sospeso, qualcosa da chiarire, da sistemare, qualcosa da cambiare, prendo a riordinare quello che ho intorno.

Getto via le cose usurate, riciclo quelle riutilizzabili, trasformo quelle che non mi piacciono più. Impilo, archivio, inscatolo. Ripongo con ordine, organizzo, classifico. Razionalizzo.

Come se se imbrigliare il caos che regna intorno a me possa in qualche modo contenere quello che sento incombere dall’interno. Faccio spazio fuori per stare più comoda dentro. Combatto l’entropia, uno scatolone alla volta.

(E con questa scusa aggiorno il guardaroba).

20 Aprile 2015 2 Commenti
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Cinquanta sfumature di barba

by Silvana Santo - Una mamma green 23 Febbraio 2015

Dev’essere un fatto biologico, non c’è altra spiegazione. La Neanderthal che sopravvive in me alimenta questa passione tricotica ancestrale, questa memoria scimmiesca sopravvissuta nei secoli dei secoli. Io gli uomini li preferisco con la barba. Tutti. Devo ancora incontrare un maschio di Homo sapiens che mi risulti più attraente, gradito o interessante con la faccia liscia e il mento glabro. Gli attori, i fidanzati, gli sportivi, gli amici, finanche i parenti. Uomo barbuto sempre piaciuto, almeno a me.

Quando, alla vigilia delle nozze, molti esortavano il mio futuro marito a “farsi finalmente la barba”, io pensavo: ma siete impazziti? Volete davvero che io scappi dall’altare? Poi lo sposo si è presentato peloso come al solito e con un braccio rotto, e io sono rimasta. In salute ed in malattia, ma con una bella barba folta.

Non è solo una questione erotica, comunque. È proprio una preferenza estetica, politica, di principio. Certa e universale. Quando mio padre è stato male, anni fa, durante il lungo ricovero non si è mai rasato. Era la prima volta in oltre 20 anni che lo vedevo equipaggiato di una barba ispida e multicolore, e mi è parso subito più affascinante. Più sensato, azzarderei. Come se quello strato spesso di peli avesse completato il suo volto, come se gli avesse regalato una profondità mai avuta prima. Poi mia madre ha protestato che quella barba incolta faceva troppo malattia e ha preteso che papà si radesse. Peccato, davvero.

Come da manuale, a 16 anni ero in fissa con Che Guevara, e non solo per il siate forti senza perdere la tenerezza e tutte le considerazioni ideologiche del caso. Mi piaceva Batistuta e mi piace, tantissimo, Osvaldo. Perfino Pirlo mi pare meno improponibile da quando sfoggia quel vello folto sulla faccia. E Leonardo Di Caprio? Volete mettere la versione pelosa rispetto alla faccetta rosea del Titanic? Con la barba tutta la vita, e chi se ne frega della panza.

Si vede che nella mia vita precedente ero un pelosissimo guerriero spartano. O un pidocchio. Anche se mi piacciono i calvi, e questo rende meno verosimile la seconda ipotesi.

Quale che sia la ragione, comunque, meglio la barba, sempre. Ma i baffi, per l’amor del cielo, lasciateli a Zorro e a Salvador Dalì. O a Freddie Mercury, ché a lui era permessa ogni cosa.

23 Febbraio 2015 17 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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