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fratelli

una mamma per due

Antipodi

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Luglio 2021

Ho un figlio che, se una nonna gli offre dei soldi, ogni volta risponde: “Ma no, sei impazzita? Sono troppi! E poi me li hai già dati l’altra volta!”. E una figlia che, nelle medesime circostanze, sfodera tutto il suo candore per suggerire la sua soluzione: “Nonna, se Davide non li vuole, prendo io anche i suoi!”.

Ho un figlio che chiede il permesso prima di guardare “un cartone in più”, e che, se sono distratta, mi fa notare quando sarebbe decisamente ora di andare a dormire. E una figlia che, ogni sera che dio manda in Terra, mette in atto una tragedia greca quando le si chiede di spegnere la TV.

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5 Luglio 2021 3 Commenti
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regali personalizzati
una mamma per due

A ciascuno il suo

by Silvana Santo - Una mamma green 10 Giugno 2021

Lui è un piccolo promettente nerd, lei ha una grande fascinazione, ancora, per tutto quello che è luccicante, fluorescente e sfacciatamente kitsch. Scegliere un regalo per lei è relativamente semplice: basta attingere alla lista inesauribile di desiderata e richieste che va ripetendo di continuo, come un mantra. Anche un regalo per lui, in realtà, è un’impresa semplice: i suoi interessi sono cristallini e coerenti, duraturi in un modo che mi stupisce sempre, trattandosi di un bambino di appena otto anni.

A ciascuno il suo: ho due figli quasi coetanei, cresciuti a lungo in sostanziale simbiosi, ma che hanno passioni, gusti e attitudini spesso divergenti. Regali personalizzati per ognuno dei miei bambini, quindi. Ma anche proposte di intrattenimento variegate (seppur condivise), attività dedicate, finanche pasti talvolta distinti.

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10 Giugno 2021 0 Commenti
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avere due figli
una mamma per due

I secondi figli

by Silvana Santo - Una mamma green 2 Aprile 2019

I secondi figli sono un bagno straordinario di consapevolezza.

Sono una iniezione di umiltà, per chi aveva avuto un primogenito accondiscendente, quieto, socievole o più banalmente molto dormiglione. Sono una overdose di autostima, per chi aveva avuto un primogenito ostinato, vivace, introverso o magari insonne. I secondi figli sono i figli che ti ridimensionano, nel bene e nel male. Che ti dimostrano che non tutto, grazie al cielo, è colpa o merito tuo. Sono il riscatto e la doccia fredda, il recupero della speranza e il ritorno alla realtà.

I secondi figli sono i figli dell’istinto. Quello che hai finalmente imparato ad ascoltare, forse a spese del tuo primogenito. Quello che ha recuperato vigore, man mano che le interferenze esterne, le voci estranee, i condizionamenti altrui sono andati affievolendosi grazie alla tua ritrovata consapevolezza.

I secondi figli sono i figli dell’incoscienza. Quella che ti si impone perché adesso hai due bambini a cui badare. Quella che hai acquisito dopo che il tuo primogenito è sopravvissuto alla grande a cose che prima ti sembravano letali. Quella che ti concedi perché sei umana e imperfetta, e ora riesci quasi a credere che vada bene così.

I secondi figli sono i figli dell’esperienza. Degli errori che hai fatto e di cui vuoi fare ammenda. Di quelli che rifarai perché non riesci proprio a evitarlo, di quelli per cui hai smesso finalmente di crocifiggerti, perché hai compreso che non sono poi tanto gravi.

I secondi figli sono i figli dell’inesperienza. Quella con cui dovrai fare i conti tutte le volte (e potrebbero essere molte e frequenti) in cui le cose andranno diversamente da com’erano andate col primogenito. Quella con cui dovrai fare i conti dal primo momento in cui scoprirai che, con due bambini invece che uno, niente sarà uguale a com’era prima.

I secondi figli non sono solo figli. Nascono già fratelli o sorelle, dotati di un paracadute di emergenza e di una inevitabile zavorra.

I secondi figli sono un viaggio che fai su un sentiero ignoto a bordo della tua vecchia auto. Tutto è conosciuto, e ogni cosa è nuova.

2 Aprile 2019 0 Commenti
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una mamma per due

Lui e lei

by Silvana Santo - Una mamma green 20 Febbraio 2019

Lui non chiede mai niente, lei ha una lista di desideri (giocattoli, abbigliamento, viaggi) lunga quanto la Treccani.

Lui ha paura del buio, lei è terrorizzata dalla luce notturna che filtra dalle finestre.

Lui mangia solo una dozzina di pietanze, ma divora quasi sempre quello che ha nel piatto. Lei assaggia qualsiasi ricetta, ma è lentissima a mangiare qualsiasi cosa.

Lui ama i draghi, e lei pure.

Lui passa il suo tempo a provocarla, lei reagisce a suon di botte.

Lui si commuove per ogni storia triste, lei lo guarda sorniona e gli dice “Perché piangi?”.

Lui condivide ogni dolcetto con sua sorella, lei piuttosto che spartire si fa amputare le dita.

Lui indossa ogni cosa che gli proponi (purché sia “morbida”), lei è in grado di cambiare mise ogni due ore.

Lui piange ogni volta che perde a un gioco, lei, spesso, riesce ad accettare la sconfitta con una certa sportività.

Lui detesta le patatine, lei potrebbe scoppiare a furia di mangiarne.

Lui ama i dolci, lei ha un debole solo per le caramelle.

Lui ama viaggiare, lei pure.

Lui dorme sempre con lo stesso pupazzo, lei non ha mai avuto un oggetto transizionale.

Lui si sente sempre inadeguato, lei non fa che ripetere di essere “bella, forte e coraggiosa”.

Lui vuole ascoltare storie sempre nuove, lei chiede sempre che le si leggano gli stessi libri.

Lui non è molto bravo a disegnare, lei lo fa con naturalezza da quando era piccola.

Lui ha una memoria sorprendente, lei pure.

Lui parla a voce altissima, lei spesso si diverte a bisbigliare.

Lui, quando è contrariato, si lamenta e piange. Lei strilla come un demone dei boschi.

Lui è gelosissimo, lei pure.

Lui e lei sono fratelli, sono diversi, sono simili. Complici e rivali, inseparabili e nemici. Sono i miei figli, il viaggio più straordinario e più massacrante che avrei mai potuto intraprendere.

20 Febbraio 2019 3 Commenti
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una mamma per due

Sul secondo figlio

by Silvana Santo - Una mamma green 3 Gennaio 2019

Un secondo figlio raddoppia la fatica, l’impegno, la responsabilità e i problemi. E dimezza le energie. Però ti dà un sacco di cose che il tuo primo figlio, per il fatto stesso di essere il primo, non avrebbe mai potuto darti. Intanto, ovviamente, regala al primogenito un fratello o una sorella. Qualcuno con cui, nel bene e nel male, affrontare l’infanzia. Un complice, un rivale, un alter ego, un difensore, un carnefice, un sodale e un giudice. Un nemico, qualche volta. Un esercizio di resilienza e di consapevolezza di sé, un allenamento quotidiano all’empatia e alla condivisione. Un fratello traccia in qualche modo l’orizzonte e il confine, somministra il veleno e l’antidoto, esorcizza la solitudine e qualche volta la alimenta.

Poi, e anche questo è piuttosto scontato, un secondo figlio duplica la dose di amore incondizionato che spetta a ogni genitore, almeno finché i suoi bambini sono piccoli. Un secondo figlio ama in un modo proprio, peculiare e unico. Riconosce la sua fiducia piena e totale a sua madre a suo padre, come aveva fatto suo fratello prima di lui, ma lo fa in una maniera altra e nuova.

Ma, a parte questo, avere un secondo figlio è forse la sola esperienza che può davvero aiutare un genitore a relativizzare certe cose e ad assolversi, o viceversa a ridimensionarsi. A perdonare i propri limiti o a riconoscerli. A capire che non tutto dipende da mamma e papà, dalle loro scelte educative, dai loro sbagli e dalle loro decisioni.

La diversità di un secondo figlio rispetto a suo fratello maggiore parla a voce alta a sua madre e al suo senso di inadeguatezza, o alla sua presunzione. La guarda negli occhi e le dice: “Vedi? Non sei tu. Non tutto dipende da te. Non tutto è merito o colpa tua”. Le abitudini di un secondo figlio in fatto di sonno e di cibo, le sue attitudini in tema di linguaggio e movimento, l’inclinazione a recepire e rispettare le regole, il suo carattere, i suoi bisogni profondi saranno del tutto o in parte diversi da quelli del suo fratello più grande. Le sfide che la sua educazione presenterà saranno diverse, lo saranno le sue risposte e le sue reazioni ai medesimi stimoli ricevuti dal primogenito. E questo è il modo migliore perché una madre o un padre capiscano che per quanto il loro ruolo sia importante, non tutto dipende, nel bene e nel male, dalle loro scelte.

Una consapevolezza che a volte, semplicemente, ti salva la vita.

3 Gennaio 2019 1 Commenti
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essere madre

Vorrei essere come i miei figli

by Silvana Santo - Una mamma green 13 Agosto 2018

Vorrei essere come i miei figli.

Che cantano a squarciagola in macchina, con il piglio di una pop star e l’intensità di un concorrente di talent show. Senza chiedersi se sia opportuno, se siano sufficientemente intonati, se non dovrebbero forse sentirsi in imbarazzo.

Che fanno parlottare le bambole e non si vergognano se un adulto li sente.

Che valutano la bellezza con criteri personali e ancora liberi dal condizionamento e dagli stereotipi.

Che non si fanno scrupoli nel manifestare quello che sentono, nel chiedere quello che vogliono, nel rifiutare quello che li fa stare male. Che mettono se stessi al primo posto, che non agiscono in nome del senso del dovere e del’altruismo.

Vorrei essere come i miei figli, che non sanno fingere, che non ne sentono la necessità, che non conoscono il concetto di “bugia a fin di bene”. Che non sanno cosa sia l’ipocrisia.

Che sono egoisti in modo istintivo, in modo naturale e sano. Non per la volontà di fare del male agli altri, o per scarsa considerazione dei loro sentimenti, ma perché sentono di dover privilegiare la propria felicità. Perché non contemplano l’idea del sacrificio, della rinuncia, del martirio.

Vorrei essere come i miei figli, che non si limitano a perdonare, ma addirittura dimenticano.

Che si concedono di soffrire o di essere felici senza chiedersi se sia giusto, utile o sensato. Che sentono, semplicemente, e si fidano di quello che sentono.

Vorrei essere come i miei figli, che formulano ad alta voce qualsiasi domanda, e attendono candidamente una risposta dagli adulti. Che credono alle risposte che ricevono, che se le fanno bastare. Che si affidano, si pacificano e vanno avanti.

13 Agosto 2018 2 Commenti
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figli vicini di età
una mamma per due

Figli vicini di età: pro e contro

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Maggio 2018

I miei figli sono relativamente vicini di età: quando sono rimasta incinta di Flavia, suo fratello aveva circa 13 mesi. Alla fine, la differenza di età tra i miei figli è risultata di 21 mesi meno un giorno. Quando è nata sua sorella, Davide portava ancora il pannolino, non sapeva parlare e usava il ciuccio. Avevo smesso di allattarlo di notte da pochi mesi, quando ero a circa metà della seconda gravidanza, e lui aveva cominciato l’asilo da poco. Devo dire che avevo sempre sperato di avere due figli vicini di età, anche se non prevedevo che fossero così vicini. Mi era stato preannunciato l’inferno in Terra, ecco come è andata in realtà.

Figli vicini di età, tra routine e stanchezza

Senza dubbio, essere ancora abituati a gestire un bambino piccolo può essere di grande aiuto quando si tratta di gestirne due: far fronte ai risvegli notturni, al cambio del pannolino e al bagnetto, per esempio, vi risulterà “all’ordine del giorno”, visto che non avrete mai smesso di farlo con il primogenito. Anche il decollo dell’allattamento (che voi decidiate o meno di allattare in tandem) può essere agevolato dall’avere appena finito con il vostro primo figlio (o dal non avere smesso affatto). D’altro canto, la stanchezza fisica dei primi mesi di vita di un bambino non è uno scherzo: andare a prolungarla per accogliere un secondo neonato richiede un grande investimento di energie.

Figli vicini di età: attività comuni

Quello che mi sembra un grande vantaggio dell’avere figli vicini di età è sicuramente la possibilità di coinvolgergli in attività identiche o similari. Davide e Flavia, per esempio, frequentano la stessa scuola da ormai due anni, il che ha semplificato notevolmente la logistica familiare. Anche la condivisione dei giochi e degli svaghi nel tempo libero è relativamente semplice, così come l’organizzazione di vacanze che possano andare incontro alle esigenze e ai gusti di entrambi. Nel nostro caso, che credo sia relativamente comune, ha aiutato anche il fatto che la secondogenita fosse particolarmente “stimolata” dalla presenza del fratello maggiore, e cercasse fin da piccolissima di giocare come lui e fare le sue stesse cose. Condividere l’ambiente scolastico ha inoltre permesso la creazione di amicizie comuni, nonché la partecipazione alle stesse feste di compleanno, recite e attività pomeridiane. Di contro, questo significa che vi ritroverete di solito a gestire i vostri figli contemporaneamente, ad accompagnare entrambi negli stessi posti e a giocare con tutti e due nello stesso momento. Logisticamente comodo, fisicamente (e mentalmente) impegnativo. Diventerà forse più difficile anche assicurare a ciascuno dei momenti di “esclusività”, perché tenderanno a stare insieme, frequentare gli stessi posti, vivere le stesse esperienze (ma credo che questa non sia una regola).

Figli vicini di età: la gestione della gelosia

Davide non ha memoria di come fosse la sua vita prima dell’arrivo di Flavia. Questo non ha di certo impedito episodi e momenti di gelosia reciproca, né mette al riparo i miei figli dalla competizione tipica di due fratelli, però ha reso sicuramente più istintiva l’accettazione del nuovo status quo. Di contro, il mio primo figlio non ha memoria della mia seconda gravidanza, e non ha partecipato consapevolmente all’attesa di sua sorella, alla scelta del nome, etc. Ha in qualche modo “subito” la sua comparsa, prendendone atto all’improvviso per poi abituarcisi nel giro di qualche mese. E ovviamente Davide non è stato in grado di “aiutarci” materialmente nella gestione della sua sorellina, per quanto a volte bastasse la sua presenza per farla calmare o ridere.

Figli vicini di età: pro e contro

Avere due figli vicini di età non è una passeggiata. Significa mettere alla prova il proprio corpo con due gravidanza, due parti ed eventualmente due allattamenti in tempi molto ravvicinati. Significa spesso non dormire bene per anni. Significa ritrovarsi a gestire uno spannolinamento con un neonato per casa, oppure uscire con due passeggini (o, come facevamo noi, con un passeggino e una fascia/marsupio). Significa doversi relazionare per qualche anno con due bambini piccoli, con tutto il corollario di irragionevolezza, capricci, domande, stanchezza che questo comporta. D’altro canto, decidere di fare due figli vicini di età significa concentrare lo sforzo maggiore, in termini di energie fisiche, in un lustro o poco più, e poi ritrovarsi definitivamente “liberi” da pannolini, culle, passeggini e pappine. Significa fare in modo che i propri figli condividano profondamente la loro infanzia (i giochi, le amicizie, le esperienze), quasi come dei fratelli gemelli. Ma anche, in un certo senso, privare entrambi di un pizzico di esclusività che nei primissimi anni di vita potrebbe non guastare.

Non sempre è una cosa che si può scegliere, tra l’altro. Voi che esperienza avete avuto?

22 Maggio 2018 23 Commenti
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gelosia tra fratelli piccoli
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Fratelli gelosi

by Silvana Santo - Una mamma green 21 Febbraio 2018

La gelosia tra fratelli era un sentimento per me del tutto sconosciuto, fino a cinque anni fa. L’idea di avere un fratello (o una sorella) mi ha sempre suscitato soltanto invidia, visto che ho vissuto con il peso di questa assenza per tutta la mia vita. Scrutavo le dinamiche tra gli altri fratelli di mia conoscenza con una specie di scettica meraviglia. “Hai il privilegio straordinario di avere un fratello e perdi tempo ad esserne geloso, a litigarci, a non parlargli?”. Questo mi capitava di pensare, prima. Un po’ come quelle persone che vorrebbero un figlio e non ci riescono, e ascoltano inorridite le madri che si lamentano per la stanchezza, per la responsabilità, per le fatiche di crescere un figlio.

Poi ho avuto un figlio, e poco tempo dopo ne ho avuta un’altra. E ho capito un sacco di cose. Ho capito che la gelosia tra fratelli non c’entra nulla con l’amore che li unisce. Non lo imbratta, non lo brutalizza, non lo offende. Due fratelli possono davvero volersi bene con tutto il cuore, essere inseparabili, provare l’uno per l’altro una profondissima empatia, e allo stesso tempo essere in costante e insanabile competizione tra loro. Chiedersi sempre, più o meno consciamente, se l’altro è “migliore” di sé, se è più amato, se ha più cose, se viene “prima”.

Essere, per semplificare, gelosi.

Ho capito che la gelosia tra fratelli può colpire anche il secondogenito. Anche se è nato in una famiglia che includeva già un fratello maggiore, anche se ha sempre dovuto dividersi con lui le attenzioni, il tempo e le energie di mamma e papà.

Ho capito che la gelosia tra fratelli può manifestarsi anche all’improvviso. Anni dopo la nascita del secondogenito, senza una causa apparente. Poi tornare a nascondersi, o affievolirsi, e magari ricomparire di nuovo, lacerante, dopo qualche tempo.

Ho capito che un fratello geloso, spesso, non sa nemmeno di esserlo. Si sente insicuro, si sente frustrato, si sente in qualche modo vulnerabile e in allarme. Magari arrabbiato. Ma, specie se è piccolo, non è in grado di dare un nome, o un senso, ai sentimenti che prova. Sa che ha bisogno di colpire suo fratello, di farlo arrabbiare, di fargli i dispetti. Anche se gli vuole un bene dell’anima.

Perché la gelosia, in generale, raramente ha a che fare con “l’altro”. È, in fondo, una questione del tutto personale. È legata alla percezione che si ha di sé, al proprio temperamento, alla sicurezza con cui, già da piccoli, si riesce a stare al mondo.

Un bambino geloso, probabilmente, è solo un figlio che ha un bisogno disperato di sentirsi amato, riconosciuto, apprezzato. Almeno quanto gli pare che venga amato, riconosciuto, apprezzato suo fratello (o sua sorella). Ha bisogno che gli si dica che va bene così com’è, che è speciale così com’è, che è giusto che lui sia esattamente così com’è. Che forse non sarà perfetto, che non sa fare alcune cose, o che non saprà mai farle bene quanto suo fratello, ma perfetto e incondizionato è l’amore che i suoi genitori provano per lui. Riuscire a convincerlo di questo, magari, farà di lui un adulto che non conosce la gelosia, o l’invidia.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo la nostra umanità. Le corse quotidiane, la stanchezza, i limiti strutturali di ciascuno di noi. C’è di mezzo, soprattutto, la nostra stessa insicurezza (che abbiamo avuto o meno dei fratelli per cui provare gelosia).

21 Febbraio 2018 4 Commenti
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barceloneta playa bambini piccoli
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La madre di due figli

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Giugno 2017

La madre di due figli, quando realizza di esserlo diventata, di solito si chiede se riuscirà ad amare il secondo come il primo. Come sia possibile, si domanda, replicare quel sentimento che le sembra così esclusivo, così speciale. Così irripetibile. Poi continua semplicemente a vivere, e scopre che amerà i suoi figli di un amore peculiare e unico, ma con la stessa identica intensità.

La madre di due figli sente che sta regalando al suo primogenito un’opportunità preziosa. La presenza di un fratello o di una sorella. La possibilità di condividere il viaggio straordinario dell’infanzia e poi, se tutto andrà bene, della vita per intero. Di sperimentare la fatica e la gioia della condivisione. La ricchezza inestimabile della compagnia e del confronto sano. Ma allo stesso tempo si tormenta perché sa che sta togliendo qualcosa al figlio che ha già. Un po’ del suo tempo, un po’ dei suoi soldi, un po’ dell’energia mentale e delle risorse fisiche, che non sono infinite e andranno spartite fra due. La madre di due figli spera che, alla fine, la bilancia penda sempre dal lato della felicità.

La madre di due figli, specie se il primo è ancora piccolo, spesso ha paura di non farcela. Ripensa ai momenti in cui è stata dura già con un solo bambino. In cui si è sentita sopraffatta, insufficiente, inadeguata. La prospettiva di raddoppiare l’onere la sgomenta. Ma alla fine, in qualche modo, la madre di due figli ce la fa, tutte le volte.

La madre di due figli, ogni tanto, deve stabilire quale sia la priorità. E questo, a volte, significa per forza mettere in secondo piano le esigenze di uno dei figli. Chiedergli di aspettare, o semplicemente lasciare che aspetti. Mentre piange, magari. Mentre protesta. E lei, la madre di due figli, un attimo dopo sarà lì a spiegare e chiedere scusa. Con quel senso di colpa che però non passa mai.

La madre di due figli compra tutto in duplice copia, oppure non compra affatto. Sperando che questo basti a evitare contese, litigi, gelosie. Cerca di essere equa, giusta, imparziale. Ma sa perfettamente che questo non la metterà al riparo dal sentirsi dire, prima o poi: hai dato più cose a lui che a me. Hai voluto più bene a lei che a me. La madre di due figli lo sa, e convive con questa certezza.

La madre di due figli assiste di continuo a confronti tra loro. Sul carattere, sulle attitudini, sul comportamento e sul rendimento scolastico. Sulla precocità con cui abbiano imparato a camminare, a usare il vasino, a vestirsi da soli. E mette in guardia se stessa, tutti i giorni, dalla stessa trappola. Si ripete che i suoi figli sono unici e irripetibili, e come tali vanno accolti, compresi e amati. Di solito ci riesce, qualche volta scivola anche lei, e si maledice da sola per non aver resistito alla tentazione del paragone.

La madre di due figli a volte si dice che con un solo bambino la vita sarebbe stata più semplice. Ma anche infinitamente meno ricca e intensa. Meno piena. Meno vera.

29 Giugno 2017 18 Commenti
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10 motivi pratici per cui fare un secondo figlio

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Maggio 2017

È il tuo cuore, più che la tua testa, che dovrebbe eventualmente spiegarti perché fare un secondo figlio (e anche il primo, il terzo, o il quattordicesimo, in realtà). Ma sul piano strettamente logistico, ci sono delle precise ragioni per cui potrebbe essere conveniente riprodursi una volta di più. Ecco, dunque, quali sono per me i 10 motivi pratici per cui fare un secondo figlio. 

1. Per evitare alcuni degli errori fatti la prima volta.

E improvvisarne di nuovi, alcuni dei quali causati dalla stanchezza aumentata. Ma vuoi mettere la soddisfazione di avere una seconda opportunità!

2. Perché i tuoi figli giocheranno insieme, e tu, nel frattempo, potrai farti i cavoli tuoi. Perché potrai dire al tuo secondo figlio: fatti aiutare (fattelo spiegare, fatti accompagnare etc) da tuo fratello.

E tu nel frattempo continuerai a fare quello che stavi facendo (voi non sapete quanto è rilassante andare al parco giochi sapendo che il primogenito darà volentieri una mano alla sorella). Succederà davvero, non è una leggenda metropolitana. Succederà e ti sentirai un vero e proprio genio della strategia. Poi dovrai correre a impedire che i tuoi figli si ammazzino, o riuscire a sdoppiarti per giocare contemporaneamente con entrambi, ma il tempo che riusciranno a passare insieme senza coinvolgerti aumenterà a vista d’occhio di mese in mese (la prima volta che i miei figli hanno giocato insieme per mezz’ora senza coinvolgermi ho pensato di essere su Scherzi a parte).

3. Perché, se dovessi decidere di fare un secondo figlio, parenti, amici e vicini di casa eviteranno di assillarti con consigli non richiesti, domande inutili e commenti inopportuni.

E se proprio non dovessero farcela, tu sapresti perfettamente come tenerli a bada.

4. Perché fare un secondo figlio ti costerà molto meno della prima volta.

Io ho riciclato praticamente tutto. Peccato che non potrò passare a Flavia le mutande smesse del fratello.

5. Perché il secondogenito si ammalerà un sacco nel suo primo anno di vita, contagiato inesorabilmente dal fratello maggiore.

Ma arriverà all’asilo con una esperienza immunologica da paura, e tu saprai che, se tutto va bene, da quel punto di vista il peggio è già alle spalle.

6. Perché sarai un po’ meno ansiosa su cose come la febbre, le pappe, la pulizia.

O comunque ti scoprirai più disinvolta nella gestione dell’ansia.

7. Perché in viaggio o in vacanza, i vostri figli si faranno molta compagnia.

E tu potrai ricominciare a leggere, nuotare, contare  i granelli di sabbia, bere spritz come se non ci fosse un domani. E soprattutto dormire. Sotto l’ombrellone, ma anche in aereo, in auto, nella camera d’albergo etc. (Per dirla tutta, potrebbe anche capitare che degli sconosciuti ti affidino impunemente il proprio figlio unico e avido di compagnia mentre loro dormono, bevono spritz o contano i granelli di sabbia, ma ho il sospetto che questo succeda soltanto alla mia famiglia…).

8. Perché sentirli confabulare tra loro, scoppiare a ridere senza che nessun altro ne conosca il motivo, oppure dichiararsi amore reciproco, sarà una delle esperienze più belle di tutta la tua vita.

E vederli litigare sarà una seccatura, certo. Ma saprai che è un fatto del tutto naturale, inevitabile e sano.

9. Perché già sai come sopravvivere indossando degli abiti premaman.

E stavolta non crederai a tutte quelle bufale sulle doglie che “non fanno poi così male” se visualizzi un fiore che si apre o un bozzolo che si schiude.

10. Perché darai al tuo primogenito l’opportunità di vivere in casa l’esperienza del confronto.

Della condivisione, della frustrazione e anche del conflitto. Ma soprattutto della complicità, della solidarietà e della ridarola senza motivi e senza ritegno. La chiamano fraternità, se non ricordo male.

8 Maggio 2017 12 Commenti
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Chi sono

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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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