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Categoria:

animali

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Il bestiario della mamma

by Silvana Santo - Una mamma green 24 Settembre 2014

Le mamme hanno rospi giganteschi da ingoiare – ogni giorno – e sorci verdi da cacciare in trappola.

Hanno cavalli alati da immaginare (e fare immaginare) e lupi senza colpa da assolvere, finalmente.

Le mamme hanno formichine per fare il solletico e uccellini per confidare i segreti più segreti.

Hanno topolini che trasformano i denti da latte in monete luccicanti, e api e farfalle per rispondere a certe domande imbarazzanti.

Le mamme hanno lucciole per rischiarare le notti troppo buie e orsacchiotti con la pancia tonda per scacciare la malinconia che non se ne va.

Hanno draghi da ammazzare, che spesso sono solo nella loro testa.

Insetti ronzanti da ignorare e pungiglioni aguzzi da schivare.

Le mamme hanno chiocce tiepide da imitare (ma non troppo) e pesciolini da chiamare a raccolta all’ora del bagnetto.

Coccodrilli e oranghitanghi da cantare, gatti da mettere in fila per sei,  elefanti da far dondolare all’infinito sopra il filo di una ragnatela.

La vita delle mamme, che amino o meno gli animali, a volte somiglia a un bestiario, stracolmo di amore, di sogni, paure e di tanta, tanta fantasia.

24 Settembre 2014 9 Commenti
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animali

Se lo fai sei un vigliacco. E meriti di soffrire

by Silvana Santo - Una mamma green 29 Luglio 2014

I suoi occhi ti hanno sedotto in un istante. Occhi grandi, da neonato. Uno sguardo buffo e fiero insieme, per quanto ancora vacuo di troppa giovinezza. La sua andatura caracollante, associata a una sicumera un po’ ridicola, ti ha fatto sorridere decine di volte, la sua morbidezza irresistibile ti ha estorto carezze e baci, ancora e ancora e ancora. Nel tempo hai conosciuto il suo amore incondizionato. La sua fedeltà assoluta ma tutt’altro che ottusa. La compagnia insostituibile della sua piccola presenza silenziosa. La familiarità di un corpo tiepido che si fida di te, e si abbandona ai tuoi piedi, o tra le tue braccia. Con lui hai diviso il sonno, i giochi, il tempo libero, lo spazio. Ti ha osservato ridere e urlare, piangere, litigare e crollare addormentato. Gli hai scattato foto da mostrare a chiunque fosse disposto a guardarle, ti sei vantato orgogliosamente dei suoi progressi e delle sue capacità, lo hai chiamato figlio, perché in fondo è quello che lui è diventato, senza tra l’altro averlo mai chiesto. Parte della tua famiglia, presenza quotidiana nel tuo mondo. Compagno di giochi, angelo custode, giullare e confidente, testimone silenzioso, consolatore e psicanalista in servizio – gratuito – 24 ore su 24.

Allora io avrei solo una domanda da rivolgerti. Un solo chiaro e semplice quesito: dove lo trovi il coraggio di scaraventarlo su un’autostrada e scappare? Come può la tua coscienza permetterti di legarlo a un guard rail e voltargli le spalle, mentre lui, anima innocente, ti chiama a gran voce pensando a un nuovo gioco che ancora non capisce? Non ti tormenta il pensiero che lui possa patire la fame, la sete, la paura, la solitudine? Che lui possa finire a brandelli sotto un’auto, concludere la sua esistenza tra sofferenze indicibili? Non ti senti un essere spregevole sapendo che il tuo gesto, che peraltro è un reato perseguito dalla legge italiana, mette a rischio la vita di altre persone? Come puoi convivere con la vergogna di un tradimento tanto vile?

Ogni estate in Italia vengono abbandonati circa 80.000 gatti e 50.000 cani. Molti di loro finiscono ammazzati in incidenti stradali, causando spesso morti e feriti tra gli automobilisti di passaggio. I più “fortunati” vanno ad incrementare la piaga del randagismo, vagando per tutta la vita in cerca del vigliacco che li ha lasciati per sempre.

Se siete, per un motivo qualsiasi, impossibilitati ad occuparvi oltre del vostro animale domestico, rivolgetevi alle associazioni attive sul vostro territorio, oppure contattate enti come la LAV o l’ENPA. Se non riuscite a trovare una soluzione per le vacanze (strutture ricettive in cui sono ammessi gli animali, dog e cat sitter, pensioni, veterinari che fanno anche servizio di accoglienza estiva) chiedete alle stesse associazioni prima di lasciarvi anche solo sfiorare dall’idea peggiore.

A quelli che non troveranno di meglio che disfarsi dei propri amici quadrupedi auguro semplicemente di passare una vita lunghissima all’insegna del rimorso più feroce. Di conquistare la piena consapevolezza di quanto sia indegno il loro gesto e di convivere con la propria coscienza maleodorante per il resto dei loro giorni.

29 Luglio 2014 8 Commenti
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animali

Dieci luoghi comuni falsi sui gatti (più uno)

by Silvana Santo - Una mamma green 18 Giugno 2014

1. I gatti sono animali solitari
Provate a spiegarlo ad Artù, che sente la necessità di starmi vicino-vicino anche mentre esaurisco i miei bisogni più privati. Magari smetterà anche di vendicarsi con ferocia quando ritiene di essere stato lasciato solo troppo a lungo.

2. I gatti sono creature dignitose e superbe
Quando hanno fame, o voglia di grattini, darebbero via anche il fondo del fondo del proprio orgoglio.

3. I gatti odiano l’acqua
Ma amano giocare con la fontana del bidet, appollaiarsi nel lavandino bagnato, rovesciare la ciotola dell’acqua schizzando dappertutto.

4. I gatti non sono affettuosi
Falso, lo sono eccome. Solo che a volte scelgono sistemi bizzarri per dimostrarlo.

5. I gatti sono carnivori perfetti
Vero. Ma io ne conosco almeno uno che ama le carote, le mele e l’anguria.

6. I gatti graffiano
Il mio preferisce mordere. Sgranocchiare, rosicchiare, sbocconcellare. Azzannare, addentare, sbranare.

7. I gatti sono animali crepuscolari
La verità è che i gatti sono animali inopportuni: non importa a che ora decidiate di dormire, loro non potranno esimersi dal rompervi le palle.


luoghi comuni18. I gatti non hanno memoria

Non è esatto. Direi piuttosto che scelgono con attenzione certosina (a-hem!) cosa ricordare.

9. I gatti si auto-regolano con il cibo
E gli otto chili di Artù sono solo muscoli e sottopelo.

10. I gatti sono animali indipendenti
Ma se gli date una mano a rimpinzarsi di leccornie, grattarsi la schiena, accomodare i cuscini, vedrete che difficilmente si offenderanno.

(Diventando seri, il vero luogo comune da sfatare riguarda il rischio, per le donne gravide, di contrarre la toxoplasmosi dai gatti. Non sono un medico e non mi permetto di dare indicazioni, ma sento di poter dire che nella stragrande maggioranza dei casi i mici, specie quelli di casa, non costituiscono un concreto pericolo. Basta osservare le più elementari norme igieniche e non privarsi della compagnia dei nostri folletti baffuti).

18 Giugno 2014 18 Commenti
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Animali: sono “meglio” dei figli?

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Maggio 2014

Sono cresciuta sognando, invano, di avere la compagnia di un animale domestico. Un cane, per la precisione. Di quelli grandi grandi e col naso rosa. Un meticcio scondinzolante con gli occhi dolci e la lingua penzoloni. Il cane, in casa nostra, non è mai arrivato (e col senno di poi, probabilmente, è stato meglio così). A un certo punto mi presero un pesce rosso di nome Ugo, che aveva istinti suicidi e le cui spoglie mortali furono affidate alle fogne da mia madre mentre ero a scuola. Una tragedia che al confronto Mario Merola era davvero un dilettante.

Comunque. Ugo riposi in pace nel paradiso acquatico dei pescetti rossi, non è di lui che volevo parlare. In assenza di quadrupedi domestici, sono cresciuta dispensando carezze e grattini (oltre che avanzi di cibo) ai randagi dell’intera provincia. Al liceo qualcuno mi conosceva come “la ragazza dei cani” (se non ho mai preso la rogna, credo di dover ringraziare una qualche divinità canina che ha deciso di vegliare su di me). Quando frequentavo il master a Roma, partendo da casa all’alba di ogni lunedì, un botolo caracollante mi scortava in silenzio fino alla stazione: non ho mai capito se si trattasse di un vero cane o di una specie di angelo custode con la coda che compariva al mio fianco in quelle oscure – e un po’ inquietanti – aurore primaverili.

Sono cresciuta circondandomi di animali, per quanto possibile, e giurando a me stessa che avrei colmato quel vuoto appena possibile. E così, alla fine dell’inverno di un paio di anni fa, è arrivato Artù. Un gatto, stranamente, per me che avevo sempre amato i cani. Per la maggiore semplicità di “gestione”, soprattutto in occasione dei nostri viaggi relativamente frequenti, e perché lo spazio fisico a disposizione in casa nostra, oggettivamente, è quello che è.

Come tutte le storie d’amore, quella con il felino di casa non è stata priva di scivoloni e lacrime. Di indole indipendente e aggressiva, separato troppo presto da sua madre (non per nostra volontà), gigantesco e vorace, ma dalla salute delicata, Artù ha portato con sé risvegli notturni e crisi di gelosia, corse in pronto soccorso veterinario, spese impreviste, disastri e accessi di ingratitudine. Morsi di cui in qualche caso porto ancora i segni, oltre alla necessità di ricorrere al prezioso aiuto di qualche familiare volenteroso ogni volta che ci allontaniamo per qualche giorno.

Mentirei se non riconoscessi che qualche volta ho pensato che adottare un animale abbia complicato la nostra vita in modo significativo. Che sarebbe più semplice non doversi occupare delle sue necessità, né preoccupare dei suoi sbalzi d’umore. Ma poi lo guardo passare silenzioso davanti ai miei occhi, lo sento dormire alle mie spalle mentre lavoro al computer, lo osservo defilata mentre dà la caccia a una mosca, o a uno spago, e lo ringrazio.

Perché è lì ogni giorno a ricordarmi che la vita è per i semplici, che è fatta di cose semplici come mangiare, dormire e rotolarsi al sole. Perché da quando è arrivato lui io non sono sola, neanche quando la casa è immersa stranamente nel silenzio. Perché la sua voce diversa dalle nostre mi aiuta a tenere a mente che questo mondo non ci appartiene. Che siamo in compagnia di creature altre, e che a loro dobbiamo tante cose.

Perché, a differenza di un figlio, un animale resta sempre ciò che è. Non si offende, non si allontana, non si ribella per partito preso. Non dimentica. Ha dei bisogni chiari e delle aspettative precise, non ti coglie di sorpresa, non tradisce. Non resta deluso e non delude. Perché un animale lo puoi coccolare senza temere di viziarlo, lo puoi adorare senza il rischio di fargli del male. Non puoi ferire i suoi sentimenti senza accorgertene, non puoi, se lo ami e lo tratti con gentilezza, traumatizzarlo senza saperlo. Un animale non ti può fraintendere. Perché, se hai adottato un animale, hai il diritto di aspettarti che lui resti con te fino alla fine dei suoi (o tuoi, se sei fortunato) giorni. Perché, se lo rispetti e gli vuoi bene, il tuo cane non arriverà mai a disprezzarti. E dei propri figli, si sa, nessun genitore potrà mai dire altrettanto.

22 Maggio 2014 10 Commenti
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ZOOM ANIMALI TORINO
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Zoom Torino: non chiamatelo zoo

by Silvana Santo - Una mamma green 14 Maggio 2014

Dimenticate gli zoo spelacchiati in cui portavano in gita noi ragazzi degli anni Ottanta. Dimenticate i fossati cinti dalle reti, le gabbie e le distanze di sicurezza. Zoom Torino è altra cosa. Riconosco di aver esitato, prima di organizzare una visita al bioparco torinese. Di aver raccolto informazioni, di aver studiato il sito per capire se ne valesse davvero la pena. L’ultima cosa che volevo era portare mio figlio a spasso per un lager, fargli osservare le bestie selvatiche come fenomeni da baraccone, private della propria dignità, oltre che della preziosa libertà.

Col senno di poi, sento di poter dire onestamente di non essermi sbagliata. La visita allo Zoom è stata non solo divertente (per tutta la famiglia) e istruttiva (per mamma e papà), ma soprattutto a prova della mia coscienza ecologista.zoom1

Perché portare i bambini allo Zoom Torino

Intanto, tutti gli animali ospiti del parco sono nati in cattività e non potrebbero, per le caratteristiche comportamentali che hanno acquisito, essere reintrodotti in natura. Si tratta inoltre di specie adattate al nostro clima o comunque messe in condizione di affrontare senza problemi i rigori invernali (ricoveri per le giraffe e il rinoceronte, nidi riscaldati per i pinguini sudafricani, etc). La sorveglianza e l’assistenza da parte del personale del parco sono ininterrotte e vigili: non c’è il rischio, pertanto, che il pubblico infastidisca gli animali, offra loro del cibo o li tocchi (nell’area che ospita i lemuri, ad esempio, degli addetti dello Zoom si assicurano che nessuno si avvicini eccessivamente o addirittura offra loro da mangiare).

Le condizioni degli habitat e degli animali stessi mi sono parse molto buone, per quanto ovviamente la mia valutazione sia quella di un’osservatrice attenta, ma profana. È significativo, in ogni caso, che i vari ambienti del parco abbiano attirato spontaneamente molti uccelli di varie specie, che non si sono fatti sfuggire l’opportunità di insediarvisi stabilmente. Neanche nei momenti di interazione con gli animali (il pasto dei pinguini o il volo dei rapaci, ad esempio) si ha la sensazione di assistere a uno “spettacolo”: semplicemente, le bestie vengono osservate nelle loro normali attività quotidiane.

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Perché mi è piaciuto lo Zoom Torino

Ma la cosa che ho apprezzato di più è stata l’attenzione generale al tema della conservazione. Dai pannelli informativi disseminati lungo il percorso di visita alle spiegazioni offerte dagli addetti nei momenti di interazione con gli animali, tutto concorre a chiarire che l’attività del parco non punta semplicemente ad “esporre” esemplari esotici per la gioia e l’educazione dei visitatori. Il concetto, sacrosanto, che passa è che le strutture zoologiche moderne esistono solo per assicurare la conservazione delle specie in pericolo, e che tutti i loro sforzi devono andare in quella direzione.

Per ogni ospite dello Zoom Torino, in particolare, è possibile conoscere il grado di rischio di estinzione, i fattori che minacciano la sua specie (dalla caccia alla distruzione dell’habitat, per citare i più tristemente classici), gli sforzi che la comunità scientifica internazionale sta facendo per salvarla e quello che possiamo fare noi “comuni mortali” nel quotidiano. Oltre, naturalmente, a dati sull’ecologia e sull’etologia dell’animale e curiosità interessanti sul singolo esemplare.

Per i bambini, inutile dirlo, è un invito a nozze. Davide, nei suoi piccolissimi 15 mesi, ha adorato in particolare i lemuri, i pinguini e i rapaci in volo. Ma anche i grandi hanno l’opportunità di imparare molto sul mondo della conservazione della natura e delle specie in pericolo (preparatevi anche a intristirvi, di tanto in tanto. Io ho dovuto allontanarmi dalla “lezione” sul rinoceronte per non mettermi a frignare davanti a tutti).

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Cosa non mi è piaciuto dello Zoom Torino

L’unica cosa che non mi ha fatto impazzire, ma era del tutto prevedibile e comunque non c’entra nulla con gli animali, è l’abbondanza di negozi di souvenir, foto ricordo a pagamento e altri gadget che onestamente fanno un po’ “luna park”. Ma è chiaro che una struttura del genere comporta costi significativi, che immagino vengano coperti anche in questo modo. L’invito allo shopping, in ogni caso, può risultare piacevole per molti (non tutti, per fortuna, non integralisti come la sottoscritta!).

Per concludere: ci sono parchi faunistici e parchi faunistici. Lo Zoom Torino, secondo il mio parere, fa bene il suo lavoro. E può regalare una giornata molto piacevole ai bambini di tutte le età.

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Informazioni pratiche sullo Zoom Torino

Zoom Torino si trova sul territorio di Cumiana, non lontano dal capoluogo piemontese. Noi l’abbiamo raggiunto in auto, ma è previsto un servizio navetta gratuito dalla stazione ferroviaria di Piscina, sulla linea sfm2 Chivasso-Pinerolo. Il biglietto costa 20 euro per gli adulti e 15 per i bambini fino a 12 anni. Ingresso gratuito al di sotto dei 3 anni. Sono previsti sconti per le famiglie, per le prenotazioni online e per le visite infrasettimanali. Per esplorare il parco occorre almeno una giornata, soprattutto se si desidera assistere ai vari momenti di interazione con gli animali, che poi sono quelli in cui il personale fornisce anche la maggior parte delle informazioni sulla specie in questione. All’interno dello Zoom Torino sono presenti diversi bar, self service e ristoranti, ma è possibile pranzare al sacco nelle diverse aree picnic. Per le famiglie con bimbi piccoli sono disponibili seggioloni e fasciatoi. Nei mesi estivi è attiva anche una piscina, in cui, pagando un sovrapprezzo, è possibile nuotare al fianco dei pinguini, separati dal loro habitat soltanto da un vetro. Proprio in questi giorni il bioparco torinese sta inaugurando l’habitat Hippo Underwater, l’unico acquario all’aperto in Italia dove osservare gli ippopotami sott’acqua circondati da migliaia di pesci tropicali.

Info: www.zoomtorino.itzoom7

14 Maggio 2014 2 Commenti
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animali

Filastrocca del gatto ciccione

by Silvana Santo - Una mamma green 11 Aprile 2014

Questa è la storia di un gatto ciccione
cresciuto mangiando crocchette al salmone.
Non farti beccare davanti a un panino:
potrebbe ghermirlo con balzo felino.

Se vuole lui salta come un folletto,
Anche se pesa quanto un capretto.
Disteso per ore sul suo bel pancione
non fa che dormire, il mio gatto ciccione.

Il peso che sale, la ciccia che cresce,
i baffi che sanno di pollo e di pesce.
Ma a me sembra bello quanto un adone
il mio irresistibile gatto ciccione.

Mangiare è lo scopo della sua vita,
peccato non possa leccarsi le dita.
Questa è la storia di un gatto ciccione
che più che un micetto mi pare un muflone.

Quello che avete appena letto è il mio imbarazzante contributo alla #sfidaacolpidipoesia in cui mi ha coinvolto Lucrezia di C’era una Vodka (insieme alle solite amiche di co-blogging). Partecipate anche voi, se vi va!

11 Aprile 2014 5 Commenti
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Maledetta primavera

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Aprile 2014

Capisco bene che il richiamo della primavera vada al di là delle barriere specifiche e delle mutilazioni anatomiche.

Mi rendo conto che il cinguettio ininterrotto dei passeri e il sole che filtra attraverso le tende risveglino i sensi e certi istinti primordiali.

Comprendo alla perfezione che l’aria carica di feromoni e quella brezza fresca satura di polline e di odori ancestrali abbiano degli effetti davvero incontenibili.

Capisco tutto, lo giuro. Però avrei comunque bisogno che qualcuno spiegasse un paio di cose al mio gatto. Che essendo castrato non potrebbe mai essere nelle condizioni di sperimentare i piaceri dell’amore, tanto per cominciare. E che, in ogni caso, i miei arti non si prestano allo scopo.

Aiuto. Mi sa che mi serve una sex doll a forma di gatta.

 

1 Aprile 2014 2 Commenti
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Del perché non sono (ancora) vegetariana

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Marzo 2014

Avviso: questo post è semplicemente la risposta alla domanda di un’amica (lettrice). Non ho nessuna ricetta – è proprio il caso di dirlo – da proporre.

melaQualcuno me lo chiede, quando accenno ai miei studi ambientalisti e al mio interesse per l’ecologia. Qualcuno, comprensibilmente, si stupisce della mia risposta, mi taccia di incoerenza e di ipocrisia. Non sono vegetariana, anche se cerco di mangiare carne e pesce senza abusi. Il perché non è semplice da spiegare, è un impasto strano di principi e debolezze, di convinzioni più o meno profonde e di abitudine mista a paura. Mi sta a cuore ribadire, comunque, che quelli che seguono sono soltanto i miei pensieri, non li sto proponendo come verità scientifiche o informazioni giornalistiche. Non ci sono numeri né certezze, solo opinioni – per definizione opinabili – e personalissimi “sentimenti”.

Forse è più semplice partire dal perché, molte volte, ho pensato di diventare vegetariana (e perché, probabilmente, prima o poi lo farò). Se smettessi di mangiare carne non sarebbe per compassione nei confronti dei singoli animali uccisi. Per quanto trovi indecente il modo in cui vengono gestiti gli allevamenti intensivi, le mie scelte “ecologiste”, se così vogliamo definirle, non dipendono mai da ragioni umanitarie, ma dal desiderio di pesare di meno sulla Terra. Mi dispiace senza dubbio per la mucca che soffre e muore, ma non è per risparmiarle quella sofferenza se a pranzo mangio una zuppa di legumi. Se lo faccio, è per gravare meno sul pianeta in cui vivo.

E posto che la zootecnia, la pesca intensiva e l’abuso di alimenti di origine animale sono, per tante ragioni diverse, pratiche estremamente dannose per l’ambiente; assodato che se tutti gli umani mangiassero carne quanto gli occidentali non basterebbero dieci Terre per sfamarci tutti; premesso che sono assolutamente sicura che cibarsi in prevalenza di alimenti di origine vegetale sia la sola strada sensata che possiamo percorrere e che abbuffarsi di arrosti ed hamburger non è ne sostenibile né salutare, non sono neanche convinta che mangiare veg ci metta automaticamente al sicuro dai possibili “eco-guasti” alimentari. Sappiamo che il mondo non può sostenere un’umanità fatta di carnivori ingordi, ma ignoro cosa accadrebbe se dovessimo coltivare cereali, legumi e verdure in quantità tali da sfamarci tutti. Sarebbe ragionevole? E sostenibile? Confesso di non conoscere la risposta, ma a volte penso che quella vegetariana non rappresenti per forza, in senso lato, la dieta più ecologica a prescindere. Forse ci sono – e sono loro il mio modello ancora irraggiungibile – onnivori molto attenti che riescono a impattare meno sull’ambiente di tanti vegetariani (ma magari mi sbaglio, e anzi: se chi mi legge potesse fornirmi dati e notizie al riguardo, sarei felice di cambiare opinione immediatamente). È ovvio poi che esistono, e probabilmente sono la maggioranza, i vegetariani molto oculati, ambientalisti oltre che animalisti, e a loro vanno tutto il mio rispetto e la mia stima.

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5 Marzo 2014 19 Commenti
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20 cose che faresti solo per il tuo gatto

by Silvana Santo - Una mamma green 5 Febbraio 2014

Perché in questa casa non si fanno discriminazioni
1. Sollevarlo a mezz’aria perché possa acchiappare una mosca al volo e soddisfare il suo istinto di cacciatore.

2. Permettergli di svegliarti alle quattro del mattino perché ha fame. E alle cinque, perché ha sete. E alle sei e un quarto, perché si annoia. Per poi dormire il resto della giornata mentre tu sei al lavoro.

3. Lasciare accesa la lampada sulla tua scrivania, così che lui possa acciambellarvici sotto.

4. Pulirgli il sedere con le salviettine per animali. Perché a volte, in quella lettiera, non tutto va come dovrebbe.

5. Comprare acqua a basso residuo fisso. Perché lui soffre di calcoli urinari.

6. Rischiare la vita per somministrargli una terapia farmacologia di qualsiasi tipo.

7. Cambiare la sabbietta della lettiera a mezzanotte passata, perché lui si rifiuta di usare una toilette leggermente maleodorante.

8. Restare immobile con mezzo corpo anchilosato perché lui ti si è addormentato addosso.

9. Procurarti ferite potenzialmente mortali nel tentativo di spazzolarlo.

10. Fare la cacca sotto il suo sguardo indagatore.
20cose_gatti211. Convivere con ciuffi di lanugine che rotolano senza posa sul pavimento. E nell’armadio. E sotto il letto, nella doccia, nei cassetti.

12. Farti scartavetrare la faccia dalla sua lingua rasposa e calda.

13. Accettare con rassegnazione che lui rovini divani, poltrone, porte e sedie. “Perché deve farsi le unghie”.

14. Mangiare con qualche decina di vibrisse a due centimetri dalle tue mandibole.

15. Trovare sottilissimi peli screziati nel barattolo del sale, nel pannolino di tuo figlio, nelle tue mutande appena lavate. E non farti domande.

16. Appestare la tua cucina con manicaretti per mici dagli olezzi immondi.

17. Concedergli il 90% della superficie del divano.

18. Perdere ogni diritto su coperte, plaid, cuscini, tappetini da stretching, fogli di carta, scrivanie, tastiere e affini.

19. Comprare un rotolo di alluminio (poi dici mamma green…) soltanto per farne palline. Quelle palline che sono l’unico gioco che usa, nonostante le decine di topini, cannucce e pupazzetti di cui è invaso il tuo – pardon, il suo – appartamento.

20. Perdonargli quei cambiamenti d’umore tanto felini quanto repentini. Grazie ai quali, mentre si fa coccolare a due passi dall’estasi, emettendo fusa più sonore di una moka, senza alcun preavviso snuda le zanne, appiattisce le orecchie, frusta la coda e ti azzanna come se lo stessi torturando con un pungolo arroventato.

Leggi anche: 20 cose che faresti solo per tuo figlio

5 Febbraio 2014 35 Commenti
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animaliessere madre

Il puledro scatenato

by Silvana Santo - Una mamma green 30 Gennaio 2014

Cronaca di un pomeriggio qualsiasi in compagnia di Artù, Davide e Aiace-puledro-vivace

ciotole

© Unamammagreen

«Bravo, amore, hai mangiato tutto anche oggi. Adesso giochiamo un pochino e poi a nanna, ché sei stanco. E poi così la mamma si rimette a lavorare… Oh, ciao Artù, ben svegliato, ecco i tuoi croccantini».
Miao.
Dadddddbibbbibibbibi.
«Sì, Davide. Quelli sono i croccantini di Artù. Al pollo.
….
No, amore, lascialo mangiare in pace. Lo sai, quelle sono le ciotole di Artù. Non avvicinarti mentre lui sta mangiando».

Dedddedddedddedede. Ah! Aaaaah! Aaah!

«Davide, ti ho detto di NO! Quelli sono i croccantini di Art….»

scarpe

Sdeng! Crack! Scrunch! Maoooooooo!!

«Porc… Andiamo a giocare in camera tua, ok? Le mie scarpe lasciale stare però, per favore, non le lavo dal 2009. C’è ancora dentro la polvere del Circo Massimo della festa per i Mondiali di Germania…»

Aaaaaaggggghhhhh! Dadddadddadà! Dadddadadà!

«Ecco, bravo, andiamo di là. Ma dai, cosa ti importa adesso  del computer di mamma! La tua stanza è piena di giochi, non è più divertente?»

Aaaaaahhhhhh!!! Sbam! Sfrusc! Stomp!

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30 Gennaio 2014 10 Commenti
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Chi sono

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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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