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riciclo

consigli semplici per ridurre la plastica in casa
mamma green

11 consigli facili per ridurre la plastica in casa

by Silvana Santo - Una mamma green 12 Novembre 2019

Ridurre la plastica in casa: finalmente sembra diventata un’istanza sempre più “popolare” e diffusa, una preoccupazione per molti e non solo per chi ha una sensibilità particolarmente spiccata alle problematiche ambientali. Un obiettivo sul quale io per prima ho ancora moltissima strada da fare, ma per il quale mi sto impegnando molto, negli ultimi mesi, insieme alla mia famiglia. Senza demonizzare la plastica (che presenta indiscussi vantaggi legati alla sua leggerezza, all’inerzia, alle sue caratteristiche di resistenza e igiene, nonché alla riciclabilità) e con un occhio sempre attento alla sostenibilità economica e alla praticità quotidiana e alla semplicità delle varie soluzioni, ecco dunque i miei 10 consigli facili per ridurre la plastica in casa.

consigli per ridurre la plastica in casa

1. Non comprare frutta e verdura al supermercato

So che la frutta e la verdura vengono vendute nei sacchetti compostabili, ma in realtà sulla reale biodegradabilità a breve termine di questi imballaggi (che peraltro sono davvero fragili e poco durevoli) ci sono ancora molti dubbi. Personalmente, preferisco fare la spesa al mercato ortofrutticolo che il sabato allestiscono nel mio comune, oppure da un fruttivendolo al dettaglio vicino casa. In entrambi i casi, porto come me non solo i sacchetti di di stoffa per trasportare la spesa, ma anche delle buste di carta o plastica per i vari prodotti, che fornisco direttamente al venditore al momento di pesare la merce. Ovviamente poi, a casa, metto da parte i sacchetti una volta vuoti e li riutilizzo molte volte per le spese successive.

2. Ridurre la plastica in casa comprando il pane sfuso

Un discorso simile vale per il pane e i derivati. Al supermercato è necessario pesarlo nelle buste trasparenti, e magari sprecare ogni volta anche un guanto monouso. Per ridurre la plastica in casa, valutate di acquistare il pane presso forni o panetterie, dove di solito i prodotti vengono venduti in sacchetti di carta. Potete anche riutilizzarli più volte: io ho preso l’abitudine di tenere sempre un sacchetto del pane ripiegato in borsa, così quando mi capita di passare dal forno a prendere qualcosa posso darlo alla commessa perché lo riutilizzi (magari all’inizio vi guarderanno in modo un po’ strano, ma poi si abituano e non ci fanno più caso).

come sostituire la pellicola per alimenti

3. Eliminare la pellicola e i sacchetti per alimenti

Quello della conservazione degli alimenti è stato un tasto dolente a lungo, in casa nostra. Abbiamo sempre il frigo e il congelatore pieni, e in qualche modo finivamo con l’utilizzare tanti sacchetti e film monouso. Per ridurre la plastica in casa, però, abbiamo progressivamente ridotto l’uso di questi prodotti, prendendo l’abitudine di congelare solo in contenitori per alimenti (di vetro o di plastica riutilizzabile) e di conservare i cibi in frigo avvolti in involucri riutilizzabili. Vanno molto di moda i tessuti cerati per conservare il cibo, e in effetti funzionano davvero, ma in molti casi basta un semplice tovagliolo di stoffa, per esempio per avvolgere del formaggio o del pane. Vi consiglio anche i coperchi flessibili in silicone, perfetti per conservare ortaggi o frutti a metà e non solo: è vero che sempre di plastica si tratta, ma sono molto durevoli e si possono usare davvero a lungo.

4. Passare ai detergenti solidi

Consiglio banale ma efficace per ridurre la plastica in casa. Al momento noi abbiamo reintrodotto le saponette per le mani (che conserviamo al meglio mettendo una sottile spugnetta in luffa nel portasapone), nell’attesa di smaltire i prodotti liquidi per la pulizia di corpo e capelli che ancora abbiamo in casa. Volendo, si trovano in commercio anche saponi solidi per lavare i piatti. Ovviamente, la scelta ha ancora più senso se si riescono a trovare prodotti che siano venduti sfusi o con imballaggi in carta o cartoncino.

meno plastica in casa

5. Acquistare detergenti sfusi, maxi confezioni e ricariche

Se non vi trovate bene con i prodotti solidi, potete ridurre la plastica in casa acquistando prodotti sfusi oppure confezioni molto grandi. Io, per esempio, non riesco a rinunciare al sapone intimo e al detergente viso (che uso anche come struccante). Ho deciso però di limitare i danni prendendo flaconi o ricariche da un litro, che durano diversi mesi e “pesano meno” in termini di rifiuti prodotti, anche perché si evita di gettare ogni volta la pompa dei vari dispenser. Per esempio, sto adorando questo detergente intimo venduto in flaconi da 1 litro in plastica biodegradabile (lo usa tutta la famiglia, l’ho pagato 16 euro e ho calcolato che ci dura circa 5 mesi) e quando avrò smaltito la vecchia crema per il corpo intendo acquistare un olio vegetale in maxi formato, da travasare poi in appositi spruzzini per casa e per la palestra o i viaggi. Anche per quanto riguarda i detersivi, io preferisco le formule liquide e, non riuscendo a trovare prodotti ecologici nel negozio di sfusi vicino casa mia, ho adottato il compromesso di acquistare una tantum online scorte di taniche da 5 litri di detersivo per i piatti, detersivo per il bucato e detersivo per pavimenti e superfici. Ogni tanica dura diversi mesi, e spesso riesco a riutilizzarle senza gettarle nella differenziata.

6. Smettere di comprare l’acqua in bottiglia

Gli italiani sono tra i massimi consumatori di acqua in bottiglia, nonostante l’acqua del rubinetto sia potabile e buona in moltissimi comuni. Se non potete bere l’acqua “del sindaco”, oppure se il sapore proprio non vi piace, potete valutare diverse alternative più green rispetto alle bottiglie di plastica: cercare un negozio che offra il servizio di vuoto a rendere e consegna a domicilio, installare un filtro a casa (eventualmente anche con gasatore) oppure cercare una “casa dell’acqua” nei pressi del vostro domicilio. Da qualche mese abbiamo optato anche noi per questa soluzione, perché a causa di frequenti lavori sulle condotte idriche l’acqua del rubinetto era spesso terrosa e piena di residui. Ci siamo attrezzati con una dozzina di bottiglie di vetro e due volte a settimana andiamo a rifornirci alla casa dell’acqua, trasportando le bottiglie in un comune carrellino per la spesa. Il costo è irrisorio, e volendo è disponibile anche l’acqua frizzante. Lo stesso discorso dell’acqua vale ovviamente per le altre bevande: preferite vino, birra e bibite in vetro, o magari acquistateli sfusi.

7. Evitare stoviglie monouso e preferire il compostabile

Per ridurre la plastica in casa sarebbe molto meglio evitare piatti, bicchieri e posate usa e getta. Quando proprio non se ne può fare a meno, come in caso di feste fuori casa o con moltissimi invitati, puntate sulle stoviglie biodegradabili e compostabili, e “educate” gli invitati a non sprecare, utilizzando un solo piatto e un solo bicchiere. A noi è successo di recente con il compleanno di Flavia, che abbiamo festeggiato fuori casa e con parecchie persone (non abbiamo neanche la lavastoviglie in casa, quindi non avremmo comunque potuto gestire il tutto con stoviglia lavabili): abbiamo speso un po di più, ma penso ne sia valsa la pena.

merenda senza plastica

8. Merende (e pasti fuori casa) plastic free

Per la merenda di Davide, che do solito è un piccolo panino, mi sono organizzata con un foglio di tessuto cerato e una piccola “wet bag” lavabile. Quando porta a scuola la frutta (clementine o banana) la mettiamo in un contenitore per alimenti, mentre la sua tovaglietta è un banale tovagliolo di cotone. Per l’acqua, sia lui che Flavia usano invece delle borracce e anche io ho l’abitudine di portare sempre una borraccia in borsa, nel mio caso in alluminio, che all’occorrenza posso riempire anche presso qualche fontana pubblica. Nei nostri frequenti pic-nic abbiamo preso l’abitudine di avvolgere i panini “secchi” direttamente nei tovaglioli di stoffa che poi usiamo per pulirci le mani e la bocca, mentre usiamo i tessuti cerati se il companatico è untuoso o condito. Confesso che invece abbiamo ancora moltissima strada da fare per quanto riguarda l’acquisto di prodotti confezionati per la merenda pomeridiana, di cui Flavia è molto golosa. Dato che non riesco a preparare dolci e snack in casa, né a convertire i miei figli alla frutta secca o disidratata, il mio obiettivo è di rifornirmi al forno dove compro il pane, cercando di ridurre l’acquisto di merende industriali.

9. Comprare prodotti con meno imballaggi e meno plastica

Sembra un consiglio banale, ma so per esperienza che non sempre facciamo caso agli imballaggi che potremmo facilmente evitare. Se, per esempio, non riuscite a passare ai fazzoletti di stoffa (è il mio caso, per inciso) potete comprare le box in cartone, in modo da evitare perlomeno la produzione delle bustine di plastica. O ancora – e anche questo è il mio caso – se non volete riunciare ai cotton fioc biodegradabili, cercate quelli imballati nel cartoncino, e conservateli in una scatola di vetro o di plastica durevole. Nell’acquisto di nuovi pettini, spazzolini, rasoi, scope etc privilegiate quelli in materiali rinnovabili e/o con parti intercambiabili (io per esempio ho un rasoio in plastica e lo spazzolino elettrico, ma le testine si possono sostituire e li uso entrambi dal 2011). Se come me amate le candele, passate a quelle a Led con batterie ricaricabili o sceglietene di naturali e compostabili, da tenere accese il meno possibile, perché la combustione produce fumi inquinanti.

10. Evitare giocattoli “usa e getta” o pieni di plastica

Ne ho già parlato qualche tempo fa in un post sulla mia pagina Facebook: ormai sembra che il gioco preferito dei bambini sia il cosiddetto “unboxing” di giochi collezionabili pieni microscopici accessori confezionati in bustine di plastica. Io stessa ho ceduto raramente all’acquisto di questa paccottiglia, ma credo che sia fondamentale evitare il più possibile di cedere a mode e falsi bisogni tanto antiecologici.

come ridurre la plastica con la coppetta mestruale

11. Abbandonare assorbenti e tamponi usa e getta

Non esiste solo la coppetta mestruale: per chi non ha voglia di provarla, oppure non si è trovato bene come sperava, esistono diverse alternative plastic free, come gli assorbenti e salvaslip lavabili oppure la biancheria intima assorbente. Vi garantisco che oltre a ridurre la plastica in casa, potrete risparmiare davvero parecchi soldi. In alternativa, valutate i prodotti assorbenti in cotone organico, che costano un po’ di più ma sono meno inquinanti e molto tollerati dalla pelle.

Infine, il mio consiglio generale è quello di valutare la sostenibilità complessiva di un determinato prodotto, tenendo conto anche del suo luogo di origine e delle garanzie sulla sua eticità (ha senso, tanto per dire, comprare un prodotto “ecologico” prodotto dall’altro lato del mondo senza garanzie sulle condizioni dei lavoratori e sulla sostenibilità della filiera?) e di stare attenti anche al costo e alle eventuali “speculazioni green”. Last but not least, ovviamente smaltire correttamente i rifiuti, di plastica e non solo, è importante tanto quanto il prevenirli. E vale come sempre il consiglio principale, che ribadisco soprattutto a me stessa: oltre a cosa comprare, facciamo attenzione a quanto comprare, evitando il più possibile gli acquisti non necessari, fosse anche di prodotti cosiddetti ecologici.

E voi? Che strategie adottate per ridurre la plastica in casa? Avete altri consigli da aggiungere?

12 Novembre 2019 9 Commenti
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riciclare i pannolini e gli assorbenti
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Riciclare i pannolini (e gli assorbenti): ora si può!

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Novembre 2019

Sapevate che finalmente è possibile riciclare i pannolini e gli assorbenti usa e getta? La tecnologia per ridare vita a questi rifiuti che in passato non erano riciclabili esiste ed è italiana: è stata messa a punto da FaterSMART e viene già utilizzata nel primo impianto di riciclo di pannolini e pannoloni del mondo, operativo in provincia di Treviso, presso il sito di Contarina SpA. Per estendere questa opportunità a tutto il territorio nazionale, e cominciare così a riciclare i pannolini su larga scala, non resta dunque che “chiudere il cerchio” e chiedere alle autorità locali di realizzare nuovi impianti di riciclo ad hoc. Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione, in grado di avere un ruolo fondamentale nella protezione dell’ambiente e nella prevenzione dell’inquinamento. I rifiuti da prodotti assorbenti per la persona rappresentano infatti circa il 4% del totale dei rifiuti urbani che ogni anno vengono prodotti in Italia (fonte: Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani, 2017). Parliamo, in pratica, di circa un milione di tonnellate di pannolini che ogni anno finisce in discarica o negli inceneritori, e che invece ora potrà finalmente essere riciclato.

Come si possono riciclare i pannolini

riciclo dei pannolini usati

La tecnologia messa a punto da FaterSMART permette di riciclare i pannolini, gli assorbenti femminili e i pannoloni per l’incontinenza, trasformandoli in arredi urbani e in molti altri oggetti di uso quotidiano, come appendiabiti e mollette, cartoni per imballaggi industriali o nuovi prodotti assorbenti. Il sito in provincia di Treviso rappresenta il primo impianto industriale al mondo in grado di riciclare il 100% dei prodotti assorbenti usati: pannolini per bambini, pannoloni per incontinenza e assorbenti femminili. I rifiuti vengono per prima cosa sottoposti a un processo di sterilizzazione, dopodiché vengono “aperti” tramite vapore a pressione e separati nella varie componenti, come plastiche, cellulosa e polimeri assorbenti. In questo modo, da una tonnellata di rifiuti è possibile ottenere fino a 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente. Riciclare pannolini e assorbenti permetterebbe di evitare il consumo di 10 ettari di terreno ogni anno (quanto 13 campi da calcio) ed evitare emissioni di gas climalteranti pari a quelle assorbite ogni anno da oltre 30.000 alberi.

Riciclare i pannolini: la soluzione per tuttiriciclare i pannolini usati

Chi mi segue da un po’ di tempo, sa che quando i miei figli erano piccoli ho usato molto i pannolini lavabili, ma visto l’impegno extra che era richiesto e la frenesia delle nostre vite (considerando anche il fatto che Davide e Flavia sono nati in meno di due anni), ogni giorno mi ritrovavo comunque a dover smaltire anche dei pannolini usa e getta. Sarebbe stato davvero fantastico poter contare su un sistema di gestione che ne permettesse il riciclo. Un sistema che ora esiste e che potrebbe, se applicato su larga scala, fare una grande differenza in termini di impatto ambientale, senza stravolgere le abitudini quotidiane della maggior parte delle famiglie. A questo scopo, FaterSMART ha ideato anche uno speciale contenitore per la raccolta differenziata di pannolini, assorbenti e pannoloni usati. Si chiama SMARTbin ed è progettato appositamente per gli ambienti esterni, alimentato da un pannello solare e dotato di un sistema che permette di pesare i rifiuti, in modo da assegnare premi e incentivi alle famiglie più attente all’ambiente.

Cosa possiamo fare per promuovere il riciclo dei pannolini

come riciclare i pannoliniQuello che possiamo fare come cittadini, per fare in modo che sempre più pannolini (e assorbenti) vengano riciclati, è chiedere alle amministrazioni locali di adottare questa tecnologia e promuovere la creazione di nuovi impianti che possano riciclare i pannolini. D’altra parte, la raccolta differenziata di rifiuti da prodotti assorbenti è già stata introdotta in circa 900 comuni italiani e 14 milioni di italiani sono già raggiunti da questo servizio. Quello che servirebbe, dunque, è la realizzazione di nuovi impianti di riciclo dei pannolini e dei prodotti assorbenti per la persona in generale.

Il riciclo dei pannolini a Ecomondo

Per promuovere la sua tecnologia per il riciclo dei pannolini e degli assorbenti, FaterSMART è presente in questi giorni a Ecomondo 2019, la fiera di riferimento in Europa per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare, con uno stand dedicato alla sua innovativa tecnologia per riciclare i pannolini e gli altri prodotti assorbenti per la persona. . Nel corso di questo secondo appuntamento sarà anche presentato lo Smart Bin, un contenitore intelligente per la raccolta differenziata dei pannolini.

Cosa ne pensate? Vi piacerebbe, o vi sarebbe piaciuto, poter riciclare i pannolini e gli assorbenti?

riciclare i pannolini usati

 

Post in collaborazione con faterSMART

6 Novembre 2019 6 Commenti
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progetto riciclo di classe
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Cinque cose che forse non sapete sul riciclo

by Silvana Santo - Una mamma green 28 Novembre 2018

Il riciclo e la raccolta differenziata sono una realtà quotidiana a cui siamo abituati ormai da decenni, ma possiamo sempre migliorarne la qualità facendo attenzione a nuovi dettagli. Lo sa bene il Conai, il Consorzio nazionale che garantisce l’avvio a riciclo e recupero degli imballaggi, che anche quest’anno, in collaborazione con il Corriere della Sera, promuove il progetto Riciclo di Classe, con l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti delle scuole primarie – e di rimando le loro famiglie – alla corretta separazione dei rifiuti di imballaggio.

Il progetto, giunto alla terza edizione, coinvolge decine di migliaia di alunni in tutta Italia, che potranno conoscere tutti i segreti della raccolta differenziata e del riciclo utilizzando con i loro insegnanti dei kit didattici sul tema (che possono essere scaricati dal sito di Riciclo di Classe) e realizzando un elaborato finale da inviare alla giuria entro il 4 aprile 2019. Il lavoro migliore sarà premiato con una giornata di animazione sul tema del riciclo per tutta la scuola e materiali didattici per un valore di 1.000 euro.

E per diffondere ulteriormente informazioni e conoscenza su raccolta differenziata e riciclo, quest’anno Riciclo di Classe si arricchisce di contenuti creativi di eccellenza: una serie di bellissimi flipbook sul riciclo, sviluppati per Conai niente meno che dai maestri di animazione dello Studio Bozzetto. Potete vederli in video a questo link, vi avverto che sono magnetici al limite dell’ipnotismo, non riuscirete più a smettere di guardarli.

riciclo di classe conai

Dal canto mio, partendo da un Decalogo sulla raccolta differenziata predisposto sempre dal Conai, voglio contribuire raccontandovi cinque cose che forse non sapete sul riciclo e sulla raccolta differenziata. (ma che magari vi avranno già detto i vostri figli, se la loro scuola partecipa al progetto Riciclo di Classe).

1. I giocattoli non si riciclano

I giocattoli usurati o rotti non vanno inseriti nella raccolta differenziata della plastica, perché non sono riciclabili. Conferite solo gli imballaggi in plastica (bottiglie, contenitori, taniche) e, se la differenziata del vostro comune di residenza lo prevede, le stoviglie monouso. I giocattoli dismessi potete regalarli ad altre famiglie, oppure scuole, associazioni, enti benefici. Se sono rotti irreparabilmente, dobete portarli al centro di raccolta comunale.

2. Gli scontrini non vanno nella carta

La carta con cui sono fatti gli scontrini ha delle caratteristiche particolari che la rendono inadatta a essere riciclata insieme a quella normale. Per questo dovete gettarli nel secco indifferenziato, e non nella raccolta differenziata della carta.

3. Come schiacciare le bottiglie

Ridurre il volume dei rifiuti riciclabili è di solito un’ottima idea, ma le bottiglie andrebbero schiacciate nel verso della lunghezza e non dall’alto verso il basso. Questa semplice operazione semplifica le operazioni di riciclo, che prevedono tra l’altro la separazione delle plastiche in base alla composizione e al colore.

4. Non è tutto vetro ciò che riluce

La raccolta differenziata del vetro vale, appunto, solo per il vetro: bicchieri e vasi in cristallo, ceramiche e lampadine non vanno conferite con il vetro, ma portate all’isola ecologica.

5. Anche il legno si può riciclare

Ed è in materiale prezioso, rinnovabile ed ecologico. Portate all’isola ecologica i rifiuti in legno come cassette della frutta, pallet e bancali. Saranno recuperati nel modo corretto.

riciclo di classe

Per altre informazioni, chiarimenti e curiosità sul tema della raccolta differenziata e del riciclo, consultate il sito del progetto Riciclo di Classe. E parlate coi bambini, che di solito su questi temi sono molto attenti e più informati di noi.

Ricordate infine che la prevenzione a monte è uno strumento ancora più efficace della raccolta differenziata per ridurre la produzione dei rifiuti. Nelle foto, trovate qualche piccolo spunto per lavoretti di riciclo creativo alla portata di chiunque (alla mia!): il razzo è costruito con un rotolo di carta igienica esaurita e scarti di cartone; il braccialone l’ho realizzato rivestendo con uno scampolo di tessuto una striscia di plastica tagliata via da una bottiglia (imbottitela con un sacchetto biodegradabile prima di rivestirla); l’anello, infine, l’ho creato incollando su una base una pallina di feltro staccatasi da una vecchia borsa.

Post in collaborazione con Conai

28 Novembre 2018 0 Commenti
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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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