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pannolini ecologici

pannolini ecologici

Dermatite da pannolino: 5 consigli per prevenirla

by Silvana Santo - Una mamma green 16 Aprile 2014

naty davidePortare il pannolino 24 ore su 24 per anni interi non dev’essere proprio una cosa piacevole (mai comunque quanto cambiarli, quegli stessi pannolini, ma questa è un’altra faccenda). Se a questo si aggiungono arrossamenti, bruciori, pruriti e vere e proprie ulcerazioni, direi che l’esperienza può diventare un vero incubo. Ma la dermatite da pannolino è davvero “inevitabile”? Ecco qualche consiglio per cercare di prevenirla, limitando quindi il ricorso a trattamenti farmacologici una volta che il problema è comparso.

Posiziona il fasciatoio in bagno
Sarà più difficile cedere alla tentazione di saltare il bidet “solo per questa volta”. Lavare con acqua tiepida il bebè ad ogni cambio riduce il rischio di arrossamenti e infiammazioni cutanee.

Compra meno salviettine
Per la stessa ragione di cui sopra. Se puoi, non comprarle affatto, o almeno scegli un prodotto senza alcol e con ingredienti delicati.

Educa tuo figlio ai piaceri del nudismo
Restare col sedere all’aria il più tempo possibile tra un cambio e l’altro è un toccasana per la pelle. Se poi ve la sentite di provare a fare completamente a meno del pannolino, potete affidarvi alle tecniche di Elimination Communication o educazione precoce al vasino. Che permettono, appunto, di risolvere il problema a monte.

Allena il tuo naso (e la tua pazienza)
Meno tempo passa tra l’operazione di “evacuazione” e la pulizia del campo di battaglia, e meglio sarà per la povera epidermide del pupo. Inutile dire che spesso toccherà organizzare cambi rocamboleschi in situazioni a dir poco avventurose. Ma i papà che ci stanno a fare?

Asciutto e pulito non è sempre la cosa migliore
I pannolini più “performanti”, quelli sottili e super assorbenti, che lasciano la pelle asciutta e profumata, talvolta possono rivelarsi i più aggressivi per la pelle, perché contengono una maggiore quantità di gel assorbenti e di strati di plastica che limitano la traspirazione. A parte i lavabili, che possono scoraggiare qualcuno (ma vi giuro che si può fare!), in commercio esistono molti marchi di pannolini usa e getta “ecologici”, a base di materie prime naturali e privi di plastica. Oltre che avere un ridotto impatto sull’ambiente, in genere questi prodotti sono meglio tollerati dalle parti basse dei piccoli. Provare per credere!

16 Aprile 2014 4 Commenti
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pannolini ecologici

Pannolini lavabili, i principali modelli in commercio

by Silvana Santo - Una mamma green 30 Gennaio 2014

Questo post è una sintesi di un mio articolo pubblicato sul sito Instamamme.net. Qui il testo integrale.

Si fa presto a dire lavabili. I pannolini riutilizzabili disponibili in commercio non sono tutti uguali. Ne esistono varie tipologie, in grado di rispondere a diverse esigenze in fatto di assorbenza, rapidità di asciugatura, praticità di “montaggio”, materiali, età del bambino, etc.

Ecco i principali modelli disponibili sul mercato:

  • All in one (tutto in uno): come suggerisce il nome, si tratta di pannolini sagomati formati da un unico pezzo, simile, per forma e modalità di utilizzo, ai monouso. Si chiudono con velcro o bottoncini e possono essere a misure o taglia unica. Particolarmente pratici da usare, richiedono però molto tempo per l’asciugatura. La parte interna può essere in cotone, bambù  o materiali tecnici come il pile, mentre l’esterno è in tessuto sintetico impermeabile (di norma PUL, Poliuretano Laminato).
  • All in two (tutto in due): pannolini formati da diversi inserti assorbenti che si agganciano con dei bottoncini alla mutanda impermeabile esterna, che si può anche non lavare se non si sporca tra un cambio e l’altro. Esistono anche sistemi in cui gli assorbenti si inseriscono nella cover in modo diverso, ad esempio all’interno di alette apposite.
  • Fitted: pannolini con una parte interna assorbente, sagomata, e una cover esterna impermeabile, in Pul, pile o lana (che si può anche non usare nei mesi più caldi), richiudibile con bottoni automatici o velcro. Anche in questo caso la cover si può non lavare tutte le volte.
  • Ciripà, strisce di cotone che si ripiegano e si allacciano intorno alla vita del bambino, dopo aver messo all’interno uno o più strati assorbenti. I pannolini non sagomati come i ciripà possono risultare particolarmente indicati per i neonati, perché si “modellano” intorno al loro piccolo corpo.
  • Pocket: lavabili formati da un unico pezzo sagomato di forma simile agli usa e getta, spesso in micropile, chiuso con velcro o bottoni automatici e dotato di una tasca in cui inserire il numero desiderato di inserti assorbenti (in cotone o bambù). Una volta “farcito” con il numero desiderato di strisce assorbenti, il pannolino si indossa esattamente come un usa e getta. L’asciugatura è più rapida degli all in one, dal momento che sono composti da più strati, e la possibilità di aggiungere il numero desiderato di inserti assorbenti li rende molto versatili.

In aggiunta, con tutti i pannolini è possibile utilizzare dei veli raccogli-feci, biodegradabili (e gettabili nel wc) o a loro volta lavabili, che devono essere sistemati tra la pelle del bambino e il pannolino. Il loro scopo, facilmente intuibile, è quello di raccogliere i rifiuti “solidi”, preservando il pannolino dallo sporco, per così dire, più problematico.

 

30 Gennaio 2014 6 Commenti
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pannolini lavabili pocket
intervistepannolini ecologici

Pannolini lavabili: intervista doppia

by Silvana Santo - Una mamma green 4 Dicembre 2013
Pannolino lavabile pocket

Pannolino lavabile pocket

Vi interessano i pannolini lavabili ma non siete sicuri che facciano al caso vostro? Avete letto la mia recensione sui lavabili pocket Little Lamb ma non siete ancora convinti? Vi piacerebbe provarli ma avete qualche dubbio su tenuta, tempi di asciugatura, modalità di lavaggio, eccetera eccetera? Leggete l’intervista doppia a Daniela e Rita,  due splendide mamme (e mie amiche) che usano da tempo i pannolini lavabili per i loro giovanotti.

1. Che tipo di pannolini usi (pocket, all in one, etc)?

Daniela: Pocket di cotone.
Rita: Pocket, in cotone e in microfibra.

2. Usi sempre i lavabili o anche gli usa e getta? 

Daniela: Anche gli usa e getta, ma solo quando usciamo.
Rita: Anche gli usa e getta: di notte e quando esco.

3. Quanti pannolini hai acquistato? 

Daniela: 16
Rita: 25

4. Quanto aveva tuo figlio quando hai cominciato a usarli? 

Daniela: 3 mesi
Rita: 2 mesi

5. Ogni quanto tempo cambi il pannolino? 

Daniela: In media ogni 3 ore.
Rita: Ogni 2- 3 ore

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4 Dicembre 2013 0 Commenti
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pannolini ecologici

Pannolini lavabili pocket Little Lamb: recensione dettagliata – Parte 2

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Novembre 2013

Vi siete persi le mie considerazioni sulla tenuta, la praticità e la manutenzione dei pannolini lavabili Little Lamb? Ecco la prima parte della recensione. Continuate la lettura per informazioni su costo, reazioni della pelle e impatto ambientale.

Pannolino pocket

Pannolino pocket

Reazioni della pelle e materiali:
Per amore di verità, devo dire che questo rimane un punto dolente della mia esperienza con i pannolini lavabili, che mi sono sempre parsi la scelta migliore anche per il benessere del bambino. Dopo oltre un mese di utilizzo non esclusivo dei Little Lamb la pelle di Davide continua a “preferire” gli usa e getta plastic free che usiamo da mesi. Niente di drammatico, per carità, ma quando uso i lavabili noto quasi sempre un lieve arrossamento nella zona perianale, tanto da continuare a usare la pasta protettiva all’ossido di zinco (che richiede però il velo raccogli-feci, altrimenti a lungo andare rovinerebbe il pannolino!). Il rossore sparisce dopo qualche ora con il monouso. Quanto all’umidità residua, purtroppo il micropile è l’unico tessuto, tra quelli che ho sperimentato, che lascia la pelle di BigD relativamente asciutta (scordatevi, comunque, la sensazione dei pannolini di plastica!). Il cotone e il bambù, invece, sono molto assorbenti ma non drenanti, per cui il pannolino si inzuppa e il sedere resta umido. Usare un materiale sintetico di derivazione petrolifera (come il micropile, appunto) a contatto con la pelle di mio figlio rappresenta uno dei compromessi più odiosi nell’uso dei lavabili. Anzi, francamente la vivo proprio come una contraddizione, ma Davide si mostra visibilmente infastidito quando “sente” il culetto troppo bagnato: si lamenta, risveglia, si agita (e dire che lui, grazie agli usa e getta “ecologici” è già abituato a una sensazione comunque più umida rispetto ai classici Pampers). Dunque, micropile sia, pure se a malincuore (pensare che da anni ho bandito la microfibra dal mio intimo, dagli indumenti e pure dai capi “tecnici” per lo sport).

Costo e convenienza:
Da quello che ho visto in giro, i Little Lamb sono piuttosto economici. Io li ho comprati direttamente sul loro sito, pagando 46 euro per il trial kit composto da 5 pannolini lavabili con relativi inserti (2 pocket e 3 fitted) e successivamente altri 55 per il pacco da 6 pocket e 12 inserti in bambù. A questo si aggiungono 6,6 euro per 100 fogli raccogli-feci monouso e le spese di spedizione. Diciamo che confrontati con gli u&g Nature Babycare, che recentemente sono aumentati un po’ (15 euro per il pacco doppio da 42 pezzi, oltre 35 centesimi a pannolino), ho calcolato che ammortizzeremo i nostri Little Lamb in appena una trentina di utilizzi. A questo, certo, vanno aggiunte le spese per le lavatrici, ma lavando i pannolini insieme al bucato (ad eccezione del risciacquo preventivo e di eventuali pannolini molto sporchi che lavo a parte) mi sembra di riuscire a limitare i danni. La convenienza, a mio parere, è evidente. Tenete conto, però, che da una parte i nostri usa e getta sono piuttosto costosi e che dall’altra Davide ha superato la fase peggiore in termini di numero di cambi. Rispetto a degli usa e getta convenzionali il risparmio è inferiore, ma per un neonato penso che la situazione penda ulteriormente a favore dei lavabili, che comunque si possono riutilizzare con altri bambini.

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22 Novembre 2013 16 Commenti
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pannolini lavabili pocket
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Pannolini lavabili pocket Little Lamb: recensione dettagliata – Parte 1

by Silvana Santo - Una mamma green 21 Novembre 2013
Davide lo smilzo

Davide lo smilzo

Prima di raccontarvi la mia esperienza coi pannolini lavabili pocket Little Lamb, qualche indispensabile premessa:

– la review che leggerete si basa esclusivamente sulla mia personale esperienza con i pannolini Little Lamb (altrimenti non sarebbe una recensione…). Non ho avuto occasione di provare altri marchi, né prevedo di farlo nel prossimo futuro, anche se non dubito che sul mercato esista di meglio.
– i pannolini lavabili Little Lamb oggetto di questa recensione sono del modello pocket, formati da un unico pezzo di forma simile agli usa e getta, chiuso con dei bottoni automatici e dotato di una tasca in cui inserire il numero desiderato di inserti assorbenti.
– lo strato interno dei miei pannolini, quello cioè a contatto con la pelle, è in micropile, drenante, mentre il rivestimento esterno è in materiale impermeabile. Gli strati assorbenti che ho a disposizione, infine, sono di materiali diversi: bambù e microfibra.
– il kit di prova che ho acquistato include anche tre pannolini lavabili modello fitted, ma questa recensione è dedicata solo ai pocket. Perché? Leggete fino in fondo e lo saprete!
– quando ho iniziato a usare i pannolini lavabili mio figlio aveva 8 mesi e pesava circa 11 kg. Davide è cicciottello, non è altissimo e ha un girocoscia notevole. Le sue deiezioni solide sono generalmente… solide.
– mio figlio non ha mai indossato un pannolino di plastica, ad eccezione dei 4 giorni passati nel reparto maternità (quando i Pampers Progressi gli causarono l’unico arrossamento della sua vita, con tanto di piccole ragadi). Il solo confronto che posso fare, pertanto, è con i pannolini usa e getta Nature Babycare, privi di plastica, cloro e con ridotto contenuto di gel assorbente SAP, che Davide usa con soddisfazione da sempre (zero perdite e zero problemi di pelle).
– il sarcasmo è categoricamente bandito da questa recensione, dal momento che in un altro post sullo stesso argomento mi è parso essere poco gradito: io non voglio offendere nessuno e, soprattutto, mi aspetto di essere presa sul serio. Almeno per questo post 😉

Detto questo, andiamo a incominciare.

Pannolino lavabile pocket

Pannolino lavabile pocket

Tenuta:
La tenuta dei pocket Little Lamb mi sembra davvero soddisfacente. Eppure mio figlio, che non a caso si chiama BigD, urina come un cammello. Ops, scusate. Avevo detto niente sarcasmo! Comunque. Con gli usa e getta (u&g) plastic free lo cambiamo in media 6-7 volte al giorno, cioè più o meno ogni 3 ore (più l’ultimo cambio prima di andare a dormire). Coi lavabili pocket in micropile, nelle ore diurne, riusciamo a mantenere lo stesso ritmo inserendo due inserti assorbenti all’interno della tasca. Mai rilevate perdite, allagamenti o inumidimenti strani. La pelle di Davide rimane relativamente asciutta (ma questo non vale per gli altri materiali, come leggerete più avanti).

Praticità del cambio:
Tra i vantaggi del modello pocket c’è sicuramente la facilità di “installazione”. Una volta preparato il pannolino, inserendo gli assorbenti desiderati e l’eventuale velina raccogli-feci (operazione che consiglio di fare una volta sola al termine dell’asciugatura), si indossa praticamente come un u&g. I tempi necessari per mettere e togliere il lavabile sono paragonabili a un normale pannolino monouso. A prova di papà, per intenderci (sorry, altro sgarro sarcastico ;))

E la cacca?
Finora ho sempre utilizzato dei veli raccogli-feci usa e getta tra il sedere di BigD e il pannolino lavabile. Si tratta di una velina biodegradabile molto sottile, che può essere gettata nel water al momento del cambio. Grazie a questo accorgimento, i pannolini restano praticamente puliti, ma tenete conto che mio figlio è svezzato e produce di norma rifiuti “solidi”. Non ho idea di cosa possa accadere con un neonato e la sua cacchina liquida.

Gestione dei pannolini sporchi:
I consigli dei forum sui pannolini lavabili, delle mie lettrici e degli stessi produttori su come gestire i pannolini usati in attesa di lavarli divergono. La mia esperienza dice che è meglio evitare l’ammollo, lasciandoli invece in un contenitore asciutto e dotato di coperchio. Personalmente, evito di aggiungere oli essenziali, bicarbonato o altro. Semplicemente, estraggo gli inserti dalla tasca, getto tutto nel secchio e chiudo il coperchio.

Cattivi odori:
Chi ha letto il post a caldo in cui riportavo le prime impressioni sul lavabili, sa dei miei problemi con l’odore di urina. Probabilmente evitando l’ammollo la situazione migliora leggermente, ma non posso negare che il problema esista. Mi riferisco esclusivamente al periodo in cui i pannolini restano nel secchio in attesa del lavaggio, mentre non ho notato particolari olezzi mentre i lavabili vengono indossati o dopo aver fatto il bucato. In base alla mia esperienza (e al mio olfatto, che tenete conto essere particolarmente fine), i pannolini sporchi non vanno lasciati più di 48 ore in attesa della lavatrice, altrimenti la puzza diventa francamente fastidiosa, anche col secchio chiuso.

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21 Novembre 2013 7 Commenti
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Pannolini lavabili (fitted e pocket), un primo giudizio

by Silvana Santo - Una mamma green 28 Ottobre 2013

Ricordate il trial kit di pannolini lavabili che ho acquistato qualche tempo fa da Little Lamb? Finalmente sono riuscita a provarli sulle auguste e tondeggianti chiappette di BigD, ed ecco, in ordine sparso, le mie prime osservazioni generali:

  1. I pannolini modello fitted – composti da uno strato interno in cotone, microfibra o bambù, a forma di pannolino usa e getta, cui si aggiunge una mutandina esterna impermeabile, chiusa col velcro – impiegano lustri interi per asciugarsi. Eppure io ho la possibilità di stenderli all’aperto, con la complicità di Eolo (dalle mie parti, al momento, ci sono ancora più di 25 gradi).
  2. Gli stessi fitted sono parecchio ingombranti, specie se, per aumentarne la tenuta, si decide di aggiungere uno o più inserti assorbenti (io l’ho fatto per la notte). Il sedere di Davide, così infagottato, sembrava uscito da un film sulla schiavitù colonialista nelle piantagioni di cotone sudiste. Se vi piacciono le natiche over size, questo è il pannolino lavabile che fa per voi.
  3. I modelli pocket sono più versatili, ma questo si capisce anche senza averli mai provati. Si tratta di pannolini lavabili (quelli della Little Lamb si chiudono con dei bottoni automatici) che presentano una tasca – da cui il nome – in cui inserire il numero desiderato di inserti assorbenti in cotone, microfibra o bambù. Sono anche più sottili, e avendo uno strato drenante in superficie, rimangono più asciutti, dal momento che il bagnato filtra all’interno negli assorbenti sistemati nella tasca.
  4. Farcito a dovere, un fitted con una buona mutandina regge tutta la notte, anche la pipì da mastodonte di BigD. Nel senso che il culetto potrebbe restare a contatto con un po’ di umidità, ma body e pigiamino restano asciutti. Nessuna esondazione, insomma.
  5. La microfibra si asciuga subito, ma assorbe relativamente poco e non è “naturale”. Cotone e bambù sono più ecologici ed assorbenti, ma impiegano una vita a tornare asciutti. La legge di Murphy applicata ai pannolini lavabili.
  6. La cacca, con rispetto parlando, è il problema minore, almeno per bambini dell’età di BigD. Le feci solide restano sul velo raccogli pupù biodegradabile e possono essere gettate senza problemi nella tazza. Il pannolino, se avete fortuna, neanche si sporca.
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28 Ottobre 2013 38 Commenti
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Pannolini lavabili: le prime impressioni

by Silvana Santo - Una mamma green 20 Settembre 2013

Il postino non bussa sempre due volte. Nel mio caso è una postina, ha suonato una volta sola e ha consegnato l’attesissimo starter kit di pannolini lavabili per il nostro Davide (che, per semplicità e per motivi facilmente intuibili, da ora in poi sarà identificato in questo blog come BigD). Adesso dovrò lavarli un paio di volte per “attivarne” l’assorbenza (inutile dire che il cielo è più grigio della mia faccia dopo l’ennesima notte insonne) e poi avviare finalmente il collaudo. Intanto, vi lascio le prime impressioni.

Il modello “fitted” in cotone mi pare, a prima vista, davvero troppo ingombrante (in generale, i tipi “pocket” sono molto più smilzi). A parte questo, sono un po’ preoccupata per le dimensioni dei pannolini in confronto a quelle del didietro di BigD che, va da sé, non è grande esattamente quanto una ciliegia. Infine: gli inserti in bambù sono di una morbidezza lussuriosa. Quasi quasi lascio perdere la cacca ecosostenibile e li uso per rivestire il mio cuscino. Comunque, staremo a vedere. Stay tuned!

(Cliccate sulla foto per ingrandirla. E scusatemi per la scarsa definizione delle scritte: i potenti mezzi open source di Una mamma green non sono riusciti a fare di meglio) 

20 Settembre 2013 0 Commenti
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Pannolini lavabili: kit di prova in arrivo

by Silvana Santo - Una mamma green 11 Settembre 2013


Stavolta ci siamo
. Dopo mesi di buoni propositi, compromessi e ripensamenti, mi sono decisa: ho ordinato online il mio primo trial kit di pannolini lavabili. Mio, poi… Di Davide (io, per fortuna, sono ancora in grado di espletare autonomamente le principali funzioni corporali)! Ci vorrà un po’ di tempo perché i nappies arrivino, un altro po’ per lavarli due o tre volte, permettendo loro di raggiungere un grado di assorbenza decente e poi saremo finalmente pronti (io e Bambino, il papà un po’ meno, secondo me… ) a collaudarli. E in attesa di raccontarvi la nostra esperienza con i pannolini lavabili, ecco qualche informazione sul kit di prova che ho acquistato (per 46 euro spese escluse, ndme).

Tre pannolini taglia 9-17 kg del tipo “fitted” o “sagomato”: si tratta di modelli che si indossano sostanzialmente come gli usa e getta, costituiti da un pannolino assorbente in diversi materiali (io ne ho preso uno in bambù, uno in cotone e il terzo in microfibra) e da una mutandina impermeabile da mettere sopra. Il mio intento è di impiegarli, eventualmente con l’aggiunta di un inserto assorbente, soprattutto di notte o in lunghe situazioni di “mobilità limitata”, come nei viaggi in auto.

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11 Settembre 2013 2 Commenti
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Recensione: Pasta all’ossido di zinco Bio Bio Baby

by Silvana Santo - Una mamma green 17 Luglio 2013

Se neonato uguale pannolini, pannolini (usa e getta) uguale, purtroppo, arrossamenti e irritazioni. Tra i prodotti che difficilmente mancano nell’ideale beauty case di un bambino piccolo, dunque, c’è la pasta protettiva a base di ossido di zinco, utile appunto per prevenire o curare eventuali reazioni della pelle al contatto costante con il pannolino.

Alla ricerca di un prodotto privo di sostanze tossiche e inquinanti ma reperibile a un prezzo decente, mi sono imbattuta nella Pasta all’ossido di zinco della linea Bio Bio Baby, prodotta in Italia dalla Pilogen Carezza.

Ecco quello che si legge sulla confezione:

La pasta all’ossido di zinco 15% ed estratto biologico di calendula (dermatologicamente testata) con Burro di karitè, Olio di riso, olio di mandorle, Bisabololo, Vitamina E. La sua ricca formulazione e la sua consistenza creano un sottile strato impermeabile che protegge il sederino dei piccoli dal contatto col pannolino bagnato. Ideale anche per tutte le zone del corpo arrossate.

La Pasta all’ossido di zinco Bio Bio Baby è un prodotto Ecobiocosmesi certificato ICEA AL N° 033BC006.

 

Questo, invece, è l’Inci:

Ricinus communis seed oil vv

Zinc oxide g

Butyrospermum parkii (burro di karité) * vv

Hydrogenated castor oil vv

Copernicia cerifera cera (Carnauba) vv

Calendula officinalis extract* vv

Helianthus annuus seed oil (olio di girasole)* vv

Oryza sativa bran oil (olio di riso) vv

Prunus amygdalus dulcis oil (olio di mandorle dolci)* vv

Tocopheryl acetate vv

Bisabolol vv

Profumo biancobianco

*da agricoltura biologica

Il prodotto, in tubi di plastica da 150 ml, è reperibile online o in alcuni supermercati (io lo compro all’Auchan) a un prezzo di circa 8 euro, ma ne esiste anche una versione da 75 ml.

E questa la mia recensione:

La pasta si presenta come la maggior parte dei prodotti concorrenti: bianca, densa, di consistenza – ma va? – pastosa. L’odore, piuttosto delicato, è quello tipico “da bebè” e la resa è alta (ne basta poca per ogni applicazione).
La mia esperienza con la pasta protettiva Bio Bio Baby è assolutamente positiva: non so se sia per questo, se per la scelta dei pannolini ecologici, per il limitato ricorso alle salviette imbevute o per la frequenza dei cambi e dei lavaggi (o magari è solo fortuna!), ma Davide non ha mai avuto dermatiti o arrossamenti particolarmente preoccupanti. Quando, dopo qualche cambio frettoloso fuori casa oppure per gli effetti della dentizione, si è manifestato un lieve rossore, l’applicazione del prodotto lo ha risolto nel giro di poche ore. Anche l’irritazione causata dai pannolini di plastica del reparto maternità è stata curata con questo prodotto, che si è riovelato utile anche per trattare qualche graffio superficiale (per quanto spesso si tagli loro le unghie, i neonati sembrano sempre Edward Mani di Forbice!) e dei brufoletti. L’unica difficoltà, che credo possa dipendere dall’alta concentrazione di ossido di zinco, sta nella leggera difficoltà che si incontra nello spalmare la pasta quando fa particolarmente freddo, ma è un problema davvero marginale. In conclusione, la Pasta all’ossido di zinco Bio Bio Baby è decisamente promossa (a differenza della versione spray, che trovo troppo liquida e di difficile applicazione).

17 Luglio 2013 5 Commenti
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Educazione precoce al vasino: si può crescere senza pannolini?

by Silvana Santo - Una mamma green 8 Luglio 2013

elimination communicationChe siano lavabili, biodegradabili o dei normali monouso di plastica, i pannolini – diciamocelo – sono una vera schifezza. Indossarli dev’essere un po’ come andarsene in giro con una discarica attaccata al sedere, senza contare i costi spesso vertiginosi e l’inevitabile impatto ambientale. E poi, inutile fingere che rimuovere la “cacchina santa” dei bambini sia un compito che le mamme, o chi per loro, assolvono con leggerezza: ripulire un essere umano, per quanto piccolo e adorabile, dalle sue deiezioni non è mai troppo piacevole. Come fare, dunque, per liberarsi presto e definitivamente dalla schiavitù del pannolino? Una strada possibile, almeno così sostengono coloro che l’hanno percorsa, si chiama EP, una sigla che sta per Educazione precoce e assistita al vasino (in inglese EC, Elimination Communication). Questo approccio, basato sul fatto che in molte zone del mondo i bimbi crescono senza pannolino, prevede l’osservazione dei segnali che ogni bambino manda, fin dai primissimi mesi di vita, quando sta per fare la pipì o la cacca: suoni specifici, particolari espressioni facciali, gesti caratteristici. Il concetto, almeno sulla carta, è molto semplice: si tratta di imparare a capire quando il piccolo sta per “liberarsi” e fare in modo che le sue deizioni finiscano nel vasino (o in un altro contenitore deputato alla raccolta).

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8 Luglio 2013 7 Commenti
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Chi sono

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Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

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