Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Una mamma green
  • HOME
  • CHI SONO
    • DICONO DI ME
    • MEDIAKIT
    • IL MIO CURRICULUM
  • ESSERE MADRE
  • ESSERE GREEN
    • MENO PLASTICA
    • ABBIGLIAMENTO SOSTENIBILE
    • COSMETICI BIOLOGICI
    • PANNOLINI ECOLOGICI
    • NATURA
    • RIMEDI NATURALI
    • ANIMALI
    • ALLATTAMENTO
    • BABYWEARING
    • COSLEEPING
  • ESSERE IN VIAGGIO
    • CAMPANIA
    • ITALIA
    • EUROPA
    • MONDO
  • COLLABORAZIONI
  • CONTATTI
Tag:

bagnetto

prodotti naturali per bambini 7 usi alternativi
cosmetici biologicipannolini ecologicipost sponsorizzati

7 prodotti naturali per neonati che uso anche ora che i miei figli sono cresciuti

by Silvana Santo - Una mamma green 2 Dicembre 2021

I pannolini ecologici e i prodotti naturali per neonati sono stati il mio pane quotidiano, quando i miei figli erano molto piccoli. Anche oggi che sono “cresciuti”, però, ci sono cosmetici e detergenti green per bambini che sono ancora presenti nella nostra casa, e che mi piace utilizzare ogni volta che posso.

Avevate mai pensato che i prodotti naturali per neonati possono essere perfetti e molto efficaci anche per gli adulti o bambini più grandicelli, magari per scopi leggermente diversi da quelli per i quali sono stati ideati?

Eccovi dunque i miei suggerimenti sui possibili usi alternativi dei prodotti per neonati. Meglio se naturali ed ecologici!

Continua a leggere
2 Dicembre 2021 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
prodotti ecobio bambini fruttonero
cosmetici biologicipost sponsorizzati

Perché per i miei figli scelgo cosmetici naturali

by Silvana Santo - Una mamma green 22 Ottobre 2018

Per Davide e Flavia, da quando sono nati, uso quasi esclusivamente prodotti naturali, cosmetici di derivazione per lo più vegetale, possibilmente anche biologica. Che poi, d’altra parte, è la scelta che ho fatto anche per me stessa da anni. Perché questa preferenza? Non certo perché penso che “la chimica sia dannosa” (tutte le sostanze di cui è costituito l’universo, incluse l’aria che respiriamo e l’acqua che ci disseta, non sono altro che sostanze chimiche), né perché temo che i cosmetici con ingredienti di sintesi possano essere dannosi per la pelle dei miei figli. Se scelgo prodotti naturali per Davide e Flavia è perché, prima di tutto, li trovo molto efficaci. E poi perché mi piace puntare su marchi attenti alla sostenibilità ambientale, che siano magari anche made in Italy. Da qualche anno, in particolare, sono drogata di aloe vera. Che oltre ad essere una delle rarissime piante che sopravvive in casa mia (e nelle mie mani) trovo davvero efficace sulla pelle di grandi e piccoli: lenitiva, rinfrescante, emolliente e addirittura cicatrizzante. Adesso stiamo usando il detergente delicato per bambini Fruttonero, a base proprio di aloe vera e calendula biologici. Tollerato benissimo anche da Flavia, che ha problemi con molti detergenti, ha una profumazione delicata e ipoallergenica e un grande formato, conveniente oltre che green.

prodotti naturali bambini fruttonero aloe

Efficacia a parte, mi piace scegliere prodotti naturali nella convinzione che abbiano un impatto ridotto sull’ambiente. Mi piace puntare su aziende sensibili su questo tema, che scelgano ingredienti biologici e quindi coltivati senza uso di pesticidi e concimi inquinanti, che cerchino un packaging sostenibile e minimale e che lavorino per avere una filiera sostenibile, il più possibile corta e magari 100% made in Italy. Mi sembra un contributo individuale piccolo ma importante verso una maggiore sostenibilità. E sempre in quest’ottica, cerco di ridurre al minimo indispensabile anche la quantità di prodotti naturali e cosmetici biologici che uso sui miei figli, facendo a meno di troppe lozioni, unguenti e altri prodotti che non mi sembrino così necessari. Ho sempre puntato su oli vegetali idratanti, una buona pasta all’ossido di zinco e soprattutto un prodotto delicato per la detersione dei bambini. Come il bagno shampo delicato Fruttonero, anch’esso a base di aloe vera biologica, prodotto in Italia con ingredienti di qualità di origine vegetale e certificati bio e vegan. Indicato per l’igiene di corpo e capelli di neonati e bambini, grazie alla sua composizione il bagno shampo delicato non irrita gli occhi e protegge il cuoio capelluto.

fruttonero baby ecobio

Adoro l’esperienza dei prodotti naturali e biologici, la loro texture e le consistenze, la profumazione delicata. Adoro la sensazione di applicare, sulla mia pelle e su quella dei miei figli, migliaia di anni di sapienza e competenze acquisite in fatto di fitoterapia e cosmesi vegetale. E amo i miei prodotti di biocosmesi Fruttonero all’aloe vera biologica, un marchio italiano che propone prodotti naturali, delicati e realizzati con ingredienti di qualità (e che sostiene la Fondazione Maria Grazia Balducci Rossi, che gestisce due struttire di accoglienza e assistenza sanitaria in Costa d’Avorio). Se anche voi amate i prodotti naturali per bambini e volete provarli, potete approfittare dello sconto del 15% sul primo acquisto e del 20% sul secondo, in occasione del lancio di questa nuova linea all’aloe vera bio (per usufruire della promozione, cliccate qui e iscrivetevi alla newsletter).

E mi raccomando, fatemi sapere come va!

Post in collaborazione con Fruttonero

22 Ottobre 2018 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
cosmetici biologicipost sponsorizzati

Breve storia dei miei capelli

by Silvana Santo - Una mamma green 31 Marzo 2017

Sono nata con una chioma folta e nerissima, l’incarnato itterico e gli occhi a mandorla. Tanto che mia madre, che a causa del cesareo mi ha visto solo dopo molte ore, si straniva sentendosi dire dalle ostetriche “Sua figlia sembra una cinesina”. Negli anni, i miei capelli sono rimasti folti e scuri, ma non più così scuri. Hanno acquisito quel castano anonimo che quando sei molto giovane ti sembra un marchio indelebile di mediocrità. Per qualche anno, da piccola, me li hanno tagliati sempre cortissimi. Non ricordo di averne mai sofferto, ma quando mi capita di guardare delle vecchie foto mi sembra di somigliare a una specie di fungo atomico con le vertigini. All’asilo ho preso i pidocchi, in famiglia si narrano ancora le storie sinistre di questo brulichio incessante sulla mia testa, e di mia zia che mi spidocchiava per ore alla luce del sole dopo essersi tolta i suoi occhiali da miope. Io, per fortuna, non ho alcuna memoria di questa ripugnante infestazione, ma solo al pensiero mi gratto subito come una forsennata. Qualche anno dopo è cominciata la breve fase dei codini, seguita da quella, ben più importante, del frontino. Se mi concentro con attenzione, sento ancora adesso la sensazione del cerchietto rivestito di stoffa che mi stringe leggermente alle tempie, e il sapore un po’ salato che aveva quando ne succhiavo una punta mentre facevo i compiti. In quegli anni mia nonna mi districava i capelli dopo lo shampoo del sabato pomeriggio. Senza troppi complimenti, col solo modo che conoscesse di affrontare la vita e l’amore. Mi faceva sedere su una delle sedie del soggiorno – quelle vecchie, di legno, il cui aspetto preciso oggi non riesco più a ricordare – e si metteva alle mie spalle per “spiccicarmi i capelli” con un pettine stretto.

capelliAl liceo ero nota per la mia messa in piega improbabile. Le amiche mi chiamavano affettuosamente medusina, e io, sinceramente, non me la sono mai presa. Quando il mio amore di gioventù mi ha lasciato dicendomi “non so più cosa provo”, mi sono tinta di viola, ma senza avere il coraggio di decolorarmi preventivamente. Per cui, alla fine, avevo dei riflessi color mogano che manco Alda D’Eusanio nei giorni peggiori. Durante le gravidanze, da copione, ho avuto capelli lucidi e forti, ma il primo post partum è stata una tragedia tricologica in grande stile. Mi passavo le dita tra i capelli e mi ritrovavo in mano uno scalpo arruffato. Tre mesi dopo ero stempiata come Dylan di Beverly Hills. La verità è che nel tempo ho maturato con i miei capelli un rapporto simile a quello di certe vecchie coppie un po’ burbere. Quell’affetto solido ma senza fronzoli, che dai quasi per scontato e che nella pratica quotidiana tendi a trascurare troppo. Ho sempre voluto bene alla mia chioma, ma negli anni ho finito quasi col rassegnarmi ai suoi difetti. Neanche mi sforzo più, di renderli davvero lisci o definitivamente mossi. Mi limito a lavarli con dei prodotti che mi piacciano da tutti i punti di vista, e spesso li porto legati. Per igiene e per praticità.

Il passaggio ai prodotti per capelli naturali (vegetali, ecologici, organici) non è stato facile né privo di errori e difficoltà. Ho impiegato anni per capire quali prodotti usare, quanto diluirli, quanto spesso lavare i capelli. Ho dovuto resettare le abitudini radicate in 30 anni di lavaggi con detergenti convenzionali, e fare pace con il balsamo dopo una vita di amore-odio. Qualche volta mi è sembrato di uscire dalla doccia con la testa più sporca di quando ci ero entrata. Ho resistito alla tentazione di entrare in quei gruppi Facebook in cui novelle Pocahontas si scambiano consigli sui rimedi naturali più efficaci, e ho messo a punto la mia ricetta personale: una parte di shampoo vegetale e una e mezzo di acqua, agitare bene, e via. Evito i prodotti per capelli secchi e lavaggi troppo frequenti, e mi sembra di aver raggiunto un relativo equilibrio

Biolage RAW

Al momento sto usando shampoo e balsamo della linea Uplift di Biolage R.A.W., senza solfati, siliconi e petrolati, con altissime percentuali di componenti naturali (dal 71 al 97%), biodegradabilità prossima al 100% e contenitori in plastica riciclata – c’è anche l’olio, sempre a base vegetale, ma lo conservo per quando andrò al mare. Lavano bene, si sciacquano in fretta (io li sto usando in palestra) e hanno un profumo bellissimo, che per dei prodotti naturali, secondo me, non è un fatto scontato. Se volete provarli anche voi (ci sono anche altre linee specifiche), li trovate in esclusiva sul sito www.hairstymarket.com. Il mio consiglio è di diluirli tanto, e di massaggiare molto la testa per favorire l’azione lavante.

E se poi qualcuno dovesse chiamarvi medusa, potete sempre pietrificarlo con lo sguardo.

 

Post in collaborazione con Hair Style Market.

31 Marzo 2017 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
dyson supersonic recensione
post sponsorizzati

L’asciugacapelli che uccise la mia coda di cavallo. O forse no

by Silvana Santo - Una mamma green 15 Settembre 2016

Avete mai visto una mia foto in cui io non avessi la coda di cavallo? Ne dubito. Potrei dire, e non sarebbe una bugia, che non ho il tempo e l’energia per lavare e mettere in piega i miei capelli quanto e come vorrei. Potrei dire, e sarebbe la verità, che Davide e Flavia mi toccano i capelli di continuo, per cui preferisco tenerli legati ed evitare che si sporchino trenta secondi dopo lo shampoo. Ma per dirla tutta io coi capelli ci litigo da ben prima di diventare mamma. O meglio, ci convivo in pace, perfettamente consapevole di non rispettare – neanche in questo – gli standard minimi di accettabilità sociale.

Negli anni sono stata affettuosamente soprannominata “medusina”, Raffaella Carrà, Mortisia e It (il pagliaccio orrorifico, non il cugino. E non so cosa sia peggio). Il fatto è che sono davvero pessima a mettere in piega i miei capelli sottili e svolazzanti. Non ho pazienza, sudo sette camicie, mi si stancano le braccia, mi viene il mal di schiena, mi si addormentano le dita, mi si ingarbugliano le ciocche nella spazzola. Mi sembra di perdere tempo prezioso. Se ho la radio accesa, spengo subito il phon perché copre la musica. Se cerco contemporaneamente di leggere qualcosa (perché, vorreste dirmi che voi non ci avete mai provato?) finisco con l’acconciarmi i capelli alla foggia di quella di The ring. Ho un sacro terrore della piastra lisciante. Una volta, per sbaglio, mi sono marchiata a fuoco con la grata incandescente del vecchio asciugacapelli di mia nonna. Il dolore è stato inferiore solo alla paura, per fortuna infondata, di rimanere tatuata a vita. Ora che ci penso non ho mai sentito neanche l’esigenza di colorarli, i miei poveri capelli. A parte quella volta che il mio ragazzo mi aveva mollato dicendomi “non so più cosa provo”, e io mi ero tinta di un incommentabile prugna che fece dire a mia nonna (la stessa del phon): “Uh ma’, sembri una vecchia!”. E come darle torto, del resto.

Da quando sono nati i miei figli, la mia “beauty routine” applicata ai capelli (ho davvero scritto beauty routine?) prevede di solito un paio di passate di shampoo ecologico per capelli grassi e un rapido avvoltolamento della chioma gocciolante in un turbante approssimativo fatto con un asciugamano di spugna. Fine. Alla piega penso “quando posso”, il che vuol dire, in media, dopo un’ora o due, quando i capelli si sono già asciugati all’interno della cofana infernale. Poi faccio la coda, e arrivederci.

Per questo, quando mi hanno proposto di provare l’asciugacapelli Dyson Supersonic, un vero e proprio concentrato di superlativi – nuovissimo, bellissimo, velocissimo, silenziosissimo e fichissimo, oltre che, oggettivamente, carissimo – ho pensato che fosse l’occasione della vita. E ho accettato (ignara che avrei dovuto poi girare un video, ma ne parliamo dopo) sperando anche di risolvere l’annoso problema delle docce di Flavia che, forse avendo ereditato il mio gene no-style, si trasforma in un Gremlin notturno quando cerchiamo di asciugarle i capelli.

dysonsupersonic1

Il video alla fine non l’ho fatto. O meglio ci ho provato, e il risultato, che trovate alla fine del post, fa abbastanza schifo. Ma l’asciugacapelli. Beh. Lui in effetti non fa schifo, e ora vi spiego il perché.

Intanto, il Dyson Supersonic non pesa. E per le mie braccia molli questa è una cosa davvero degna di nota. Gestisce il calore in modo intelligente, per cui non hai quella gradevole sensazione di trovarti immersa in un forno a microonde. Non ti scotti il collo, le mani, il cuoio capelluto. E sai che evidentemente non ti stai bruciando i capelli. Puoi pure togliere il beccuccio o il diffusore senza lasciarci attaccati i polpastrelli, il che – di certo ne converrete – è un fatto positivo. Fa pochissimo rumore, ha diverse modalità di regolazione della temperatura e dell’intensità, e accessori che si attaccano con la calamita al corpo principale. Soprattutto, direi, è molto rapido, grazie a una tecnologia esclusiva che permette di accelerare il processo di asciugatura. Un fatto, questo, che lo rende anche più efficiente dal punto di vista energetico, va da sé. Ma a parte le caratteristiche tecniche (che trovate illustrate nel dettaglio sul sito Dyson), la cosa per me sbalorditiva è che ha funzionato sul serio. Nel giro di 7/8 minuti, i miei capelli escono dalla cofana con un aspetto umano. Quasi da salone di parrucchiere. E credetemi, se ci riesco io può davvero farlo chiunque. Testimonianze fotografiche, inoltre, provano la reazione imprevedibilmente ilare di Flavia, il che, per come la vedo io, rappresenta il fatto più straordinario.

dyson-supersonic-flavia

Veniamo però alla questione più delicata: l’asciugacapelli Dyson Supersonic non è, per così dire, un prodotto economico. A me lo hanno regalato, ma il prezzo al pubblico è di 400 euro. Ora vi starete chiedendo, come ho fatto io: ha davvero senso spendere 400 euro per un phon? E io, da negata del parrucco, vi rispondo: dipende. Se avete l’abitudine di andare ogni settimana dal parrucchiere solo per shampoo e piega, questa potrebbe sul serio essere un’alternativa valida e sostenibile. Se di solito utilizzate, o state pensando di acquistare, diverse apparecchiature per lo styling delle vostre chiome (asciugacapelli, piastra, spazzole liscianti, etc), probabilmente potrebbe valere la pena fare un solo acquisto importante e risolvere definitivamente la questione. In ogni caso, il prodotto fa quel che promette, per il resto valutate voi.

Se poi vi starete chiedendo se grazie al Dyson Supersonic abbandonerò definitivamente la mia amata coda, beh, personalmente non ci scommetterei. La coda di cavallo, in fondo, non è una pettinatura, ma uno stile di vita.

http://unamammagreen.com/wp-content/uploads/2016/09/MyStupeflixVideo-360p.mp4

15 Settembre 2016 4 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
cosmetici biologicipost sponsorizzatiuna mamma per due

Perché i miei figli fanno sempre il bagnetto insieme

by Silvana Santo - Una mamma green 1 Ottobre 2015

Mio figlio e mia figlia fanno quasi sempre il bagnetto insieme, ed è una cosa che adoro. Per me, che da piccola non ho avuto mai nessuno con cui condividere questo momento, non è solo una questione pratica.

Mi piace pensare che per lunghi mesi, in momenti diversi, hanno abitato la stessa piscina privata al centro del mio corpo, e ora possano ritrovare quell’elemento comune in una liquida complicità. Insieme, vicini.

Mi piace pensare che piano piano, nel tempo, fare il bagno insieme permetterà ai miei figli di conoscere la loro diversità e di non esserne intimoriti. Di imparare a rispettarla senza imbarazzi o falsi pudori. Riconoscersi davvero per ciò che sono: innegabilmente differenti, ma identici nelle possibilità e nei diritti.

 

natural sensation chicco

Preferisco che i miei figli facciano il bagnetto insieme perché è un modo semplice per risparmiare tempo e acqua. Ecologico ed economico, oltre che divertente.

Adoro che, mentre fanno il bagno insieme, i miei figli spruzzino e si schizzino a vicenda. Mi piace che abbiano con l’acqua un rapporto franco e fisico, che non abbiano timore di “ondate” e getti improvvisi, che si sentano a loro agio con l’acqua che gronda dai loro capelli, che gli cola negli occhi, che gli finisce in bocca. Che diventino una cosa sola con l’elemento in cui ci siamo formati, come specie e come individui.

Mi piace il suono delle loro voci argentine che rimbalza tra le pareti della doccia. Ammorbidito dal vapore e dalla schiuma leggera. L’eco delle loro risate che si confonde col rumore dei giochi tuffati nell’acqua del bagnetto. Mi ricordano che sono vivi e vivaci, sani, giovanissimi e pieni di energia. Che sono felici.

Adoro che abbiano, alla fine, lo stesso odore delicato e appena percettibile. Le stesse dita raggrinzite e le guance imporporate dal medesimo calore. Come a sottolineare che sono fatti della stessa materia, inevitabilmente diversi eppure simili. Somiglianti, prossimi, Fratello e sorella, ora e per sempre.

E mi piace ritrovarli, dopo averli asciugati, con la pelle liscia e morbida e i capelli sottili, sparsi in ciocche anarchiche sul capo, soffici e leggerissimamente profumati. Per questo scelgo per loro prodotti dalla composizione il più possibile naturale e delicata. Come quelli della linea Chicco Natural Sensation: non sono ecobio, e non hanno INCI completamente verdi, ma sono privi di parabeni, fenossietanolo, coloranti, SLS e SLES (e io ogni tanto glieli rubo, perché mi piace tantissimo la profumazione, delicata e fresca).

 

1 Ottobre 2015 0 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
cosmetici biologici

Recensione: Weleda Linea baby alla calendula

by Silvana Santo - Una mamma green 9 Maggio 2014

Weleda1Chi già conosce il mondo dei cosmetici ecobio probabilmente non avrà bisogno di leggere la mia recensione. Il marchio Weleda è uno dei più noti dell’universo della cosmesi eco-biologica, presente da anni sul mercato con una vasta gamma di prodotti con ingredienti naturali e INCI verdi o comunque del tutto accettabili. In particolare, negli ultimi mesi ho provato con Davide la Linea baby alla calendula, una serie completa di prodotti per la prima infanzia (ma utilizzabili in molti casi anche dai bambini più grandi e dagli adulti) e per le donne in gravidanza.

In generale, tutta la gamma mi è sembrata molto delicata sia per quanto riguarda le texture che la reazione della pelle. Facilità di stesura e assorbimento rapido per le creme, risciacquo molto agevole per i detergenti. Ho particolarmente apprezzato, inoltre, le profumazioni a base di estratti naturali, molto labili e delicate (considerate che ho un naso da segugio!).

La Baby Calendula Crema Protettiva per il cambio del pannolino (qui l’elenco degli ingredienti) contiene ossido di zinco, cera d’api, lanolina e olio di mandorle dolci. Trattandosi di una crema e non di una pasta, la consistenza è soffice e fluida, ideale per chi preferisce un prodotto facile da spalmare e non troppo “coprente”. Molto delicata la profumazione.

Stesso discorso per il Baby Calendula Babywash Corpo e Capelli (INCI qui), un detergente poco schiumogeno e di facile risciacquo. Personalmente l’ho preferito per il bagnetto, ma può essere usato anche per lavare i capelli. Consigliato anche per adulti con la pelle particolarmente delicata.

weleda2La linea Weleda per bambini comprende, oltre ad altri prodotti che non ho ancora testato, anche una la Baby Calendula Crema per il Viso (vai all’INCI), ideale per idratare la pelle dei più piccoli senza ungerla (io la uso raramente, ma può essere utile in caso di secchezza causata da vento, freddo e sole) e il Baby Calendula Olio Trattante, ideale per l’igiene dei neonati e per massaggiare i bambini (mi piace avere sempre in casa un detergente oleoso da usare in caso di particolare secchezza cutanea o per trattare lievi dermatiti).

La chicca sarebbe il Gel Dentifricio per Bambini, privo di fluoro e di sostanze che potrebbero danneggiare l’organismo del bambino nel caso in cui venisse involontariamente ingerito (ecco la composizione). Purtroppo i primi esperimenti di igiene orale con BigD sono miseramente falliti, dal momento che la piccola peste si rifiuta categoricamente di usare lo spazzolino. In compenso l’ho provato io e posso dire che ha un sapore molto delicato ed è facile da risciacquare.

In definitiva: prodotti promossi, di qualità e rispettosi dell’ambiente. Per me valgono il leggero sovrapprezzo rispetto ai marchi non ecobio più diffusi. E voi? Conoscete questi cosmetici? Come vi siete trovate?

Potete trovare tutte le informazioni sui prodotti Weleda sul sito ufficiale dell’azienda.

9 Maggio 2014 4 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
mamma green

Recensione: giochi per il bagnetto Imaginarium

by Silvana Santo - Una mamma green 28 Marzo 2014

©Imaginarium

©Imaginarium

Il marchio di giocattoli Imaginarium lo conoscevo – lo confesso – da molto prima di diventare mamma. A parte il design studiato dei prodotti e le irresistibile porticine mignon nei punti vendita, mi piacciono la ricchezza di proposte dedicate al gioco outdoor, l’intento istruttivo di molti giocattoli, l’assenza nel catalogo di prodotti “di contenuto bellico” e la scelta dell’azienda di non caratterizzare in modo sessista le sue proposte.

Ecco perché sono stata felice quando mi è stato chiesto di aiutare Davide a provare per voi un paio di giocattoli Imaginarium. Quando ho scoperto che si trattava di due prodotti per il bagnetto, Glu-glu ball basket e la Fontana attività per vasca da bagno, ho capito subito che mio figlio, cui mancano solo le mani palmate, sarebbe stato la “cavia” ideale.

fontanaPrima di tutto, e non potrebbe essere altrimenti, una notazione di carattere ambientale. L’imballaggio di entrambi i giocattoli, semplice, riciclabile e minimal, è realizzato al 100% in cartone. In controtendenza, mi sembra di poter dire, al trend che vuole il packaging dei prodotti per l’infanzia sempre più ingombrante e complesso. Le istruzioni per il montaggio e per l’uso dei giochi, inoltre, sono stampate direttamente sulla scatola, in modo da evitare sprechi di carta e da limitare il rischio di smarrimento delle istruzioni stesse.

Veniamo a qualche informazione sui giochi:
canestro1Glu-glu ball basket è un piccolo canestro a ventose che può essere fissato alle piastrelle del bagno (ma noi lo attacchiamo tranquillamente al box doccia) completo di quattro palline di gomma colorate decorate con delle faccine. Il gioco, indicato dal 12 mesi in su, è un grande classico, irresistibile dentro e fuori dall’acqua. Poco ingombrante, leggero e di facilissima manutenzione. Segnalo l’ottima resistenza delle ventose e la possibilità di usare le palline per spruzzare l’acqua attraverso l’apposito foro al posto della bocca. Penso che possa piacere anche a qualche bimbo un po’ più piccolo, e direi che si può usare tranquillamente con “pesciolini” più grandicelli, magari aumentando la distanza di tiro.

Continua a leggere
28 Marzo 2014 9 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
rimedi naturali

Crosta lattea: rimedi naturali

by Silvana Santo - Una mamma green 6 Febbraio 2014

crosta latteaI bambini piccoli producono tonnellate di schifezze. Più sono piccoli e più ne producono (ne ho parlato diffusamente anche in questo post sui rimedi naturali per le macchie). E la cosa più grottesca è che il dramma non si esaurisce con quello che finisce nel pannolino. Fatto salvo, forse, qualche centimetro quadrato di pelle tra le scapole, non c’è praticamente parte del corpo di un neonato che non sia in grado, nelle opportune condizioni, di generare secrezioni appiccicose. Tipo la crosta lattea.

Avrebbero potuta chiamarla in qualsiasi altro modo – calotta, pellicola, velo – e invece no: crosta. Ripugnante ma efficace. Il fatto che si chiami così, in effetti, rende perfettamente l’idea della sua natura: tante minuscole squame di sebo di colore giallastro (ma direi più beige), grasse e coriacee, attaccate saldamente al cuoio capelluto del lattante. Si tratta di una manifestazione del tutto benigna: una dermatite seborroica passeggera di cui non si conosce con precisione la causa. Visto che compare nei primi mesi di vita, quando il bambino si nutre esclusivamente di latte, è stato ipotizzato un collegamento con l’alimentazione, ma non esistono prove al riguardo.

Quel che è certo è che, se non trattata, la crosta lattea può persistere anche per qualche mese, e non è dato sapere se il malcapitato poppante di “scorza” munito sia infastidito da questa specie di aureola di sebo. Ma visto che agli adulti questo genere di dermatiti provoca spesso prurito e altre sensazioni sgradevoli (e visto anche che se il bambino è quasi calvo come lo era mio figlio, quella roba sul capo fa pure un pochino ribrezzo), decidere di rimuoverla con delicatezza può essere cosa buona e giusta (per quanto non sia assolutamente indispensabile in termini strettamente “sanitari”).

Continua a leggere
6 Febbraio 2014 7 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
cosmetici biologici

Recensione: Anthyllis Baby Bagno delicato e Crema idrolenitiva

by Silvana Santo - Una mamma green 31 Gennaio 2014

anthyllis babyAltra settimana, altri prodotti (ecobio) per l’igiene dei microuomini. E delle microdonne, s’intende! Si tratta del Bagno delicato corpo e capelli e della Crema idrolenitiva di Anthyllis Baby (divisione Pierpaoli).

Cominciamo col dire che entrambi i prodotti, oltre a essere certificati ecobio e cruelty free, sono privi di sostanze di derivazione petrolifera, coloranti e conservanti di sintesi. Il Bagno delicato baby, inoltre, non contiene SLS e SLES (Sodium Lauryl Sulfate e Sodium Laureth Sulfate rispettivamente), due tensioattivi particolarmente aggressivi. Contengono inoltre ingredienti provenienti da agricoltura biologica (olio di oliva ed estratto di riso nel bagnoschiuma e olio di soia selvatica nell’emulsione). Via libera per gli INCI, entrambi privi di bollini rossi.

Bagno delicato corpo e capelli
Aqua, Sodium Myristoyl Sarcosinate, Cocamidopropyl Betaine, Sodium Lauryl Sulfoacetate, Sodium Olivoyl Isethionate**, Luryl Glucoside, Olivamidopropyl Betaine**, Glycerin, Sodium Benzoate, Potassium Sorbate, oryza Sativa Seed protein, Oryza Sativa Extract*, Parfum, Hydrolyzed Hibiscus Esculentus Extract.
*da agricoltura biologica
**tensioattivo a base di olio di oliva biologico

Crema idrolenitiva
Aqua, Glycine Soja Oil*, Glycerin, Butyrospermum Parkii Butter (Burro di Karitè)*, Glyceryl Stearate, Prunus Amygdalus Dulcis Oil*, Cetearyl Alcohol, Stearyl Alcohol, Olea Europaea Fruit Oil*, Sodium Stearoyl Lactylate, Lonicera Caprifolium Flower Extract, Squalane, Aloe Barbadensis Leaf Extract *, Glucose, Lonicera Japonica Flower Extract, Vitis Vinifera Seed Extract, Parfum**, Carrageenan, Xanthan Gum, Tocopherol (Vitamina E).
*da agricoltura biologica certificata.

Continua a leggere
31 Gennaio 2014 9 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail

I bambini e l’eccesso di igiene: 10 osservazioni in fatto di pulizia

by Silvana Santo - Una mamma green 23 Gennaio 2014

Foto Fanpage.it

Foto Fanpage.it

Quando nasce un bambino, alcuni genitori o, più in generale, familiari – di solito di sesso femminile, ahimè – vengono colti da una specie di ossessione per l’igiene e la disinfezione. I “germi” (termine non ben precisato che indica i presagi di morte più spaventevoli) diventano oggetto di una guerra chimica all’ultimo sangue, combattuta con un vero e proprio arsenale di detersivi, disinfettanti, esorcisti prêt-à-porter e makumbe. Conosco madri che, se potessero, chiuderebbero i propri figli in una bolla di vuoto pneumatico permanente. Senza voler demonizzare le comprensibili preoccupazioni dei genitori, né invitare in alcun modo a far sguazzare nel sudiciume i vostri delicati frugoletti, invito me e voi a riflettere su alcune questioni legate all’eccesso di pulizia (che comunque valgono, ci tengo a dirlo, per chi vive in un contesto, come il nostro, dove gli standard igienici generali sono alti, l’acqua è potabile, di solito le persone si vaccinano etc. Se dovessi partire per un viaggio in Sudan, per dire, sarei molto più rigorosa anche io!).

  1. I “microbi” non sono tutti pericolosi. La nostra sopravvivenza dipende da molte specie di microrganismi, come i batteri che normalmente colonizzano il nostro sistema digerente o l’apparato riproduttivo. Senza certe specie di microbi, inoltre, non avremmo il vino, la birra, lo yogurt, il gorgonzola e la pizza. Ora, passi pure per lo yogurt e il gorgonzola. Ma la birra e la pizza… voi capite?
  2. Se non esistesse la muffa (“Oddio! La muffa!”) Fleming non avrebbe mai scoperto la penicillina. E naturalmente non potremmo ordinare una quattro formaggi al gorgonzola, ma questo mi sa che l’ho già detto. Con ciò non sto certo consigliando di avvolgere il vostro figlio neonato in una vecchia tenda della doccia un po’ rancida, ma solo di guardare con meno angoscia quella macchia di umidità sul muro del salotto.
  3. Il profumo di pulito è un’invenzione dei marpioni del marketing. Il pulito, in quanto tale, è inodore. Lo stesso dicasi per il “profumo di bebè”, che di solito dipende dalla mole di cosmetici che viene spalmata sui bambini (i profumi, per inciso, possono irritare le delicate narici dei bimbi, oltre che causare allergie).
  4. Una cosa disinfettata non rimane tale a lungo. A meno che non viviate in una camera sterile. Quindi, va bene sterilizzare il ciuccio caduto sul marciapiedi, ma sappiate che 10 secondi dopo averlo estratto dall’acqua bollente, sarà già tutt’altro che “sterile”.
  5. Il gabinetto è un luogo pieno di schifezze. Rassegnatevi.
    Continua a leggere
23 Gennaio 2014 17 Commenti
0 FacebookTwitterPinterestEmail
  • 1
  • 2

Seguimi!

Facebook Twitter Instagram Linkedin

Chi sono

Chi sono

Mi chiamo Silvana Santo e sono una giornalista, blogger e autrice, oltre che la mamma di Davide e Flavia.

Il mio libro

Rubriche

Mi trovi anche su:

 

 

 

Archivi

Cookie Policy

Unamammagreen su Instagram

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram

@2011/2021- All Right Reserved. Designed by DigitalStylist


Torna su